Uno status speciale dovrebbe essere concesso alle famiglie delle persone uccise, ferite e disperse nell’Artsakh a settembre

Artak Beglaryan, ex ministro della Repubblica dell’Artsakh, ha evidenziato la situazione di parte della popolazione sfollata a seguito dell’attacco azero di settembre.

A seguito dell’ultimo episodio del genocidio del popolo dell’Artsakh, dell’aggressione di settembre e dell’esplosione del deposito di carburante, sono state uccise e ferite centinaia di persone che non hanno ricevuto alcuno status o sostegno finanziario, e tale tendenza non è visibile.

Innanzitutto, a seguito dell’aggressione avvenuta il 19-20 settembre, si sono registrate circa 230 vittime, di cui almeno 19 civili, tra cui 6 bambini. E a seguito dell’esplosione del deposito di carburante, secondo l’ultimo aggiornamento del ministero dell’Interno, sono morte circa 220 persone

Secondo l’ultima pubblicazione del comitato investigativo della Repubblica di Armenia, il numero dei dispersi a seguito dell’aggressione è di 42, di cui 12 civili, e il numero dei dispersi a seguito dell’esplosione, secondo la pubblicazione del Ministero della Salute Affari Interni, è intorno ai 50. Tutti i dati sono preliminari e approssimativi e dopo il completamento della ricerca del DNA, un elenco completo e ufficiale, sarà possibile indicare i numeri esatti.

Se la questione dello status dei militari uccisi, feriti e dispersi durante le operazioni di combattimento e delle garanzie sociali delle loro famiglie viene risolta attraverso il Fondo nazionale di assicurazione dei militari sulla base del quadro giuridico pertinente, i problemi delle persone che non beneficiano di questo fondo non vengono risolti. 

In particolare, i civili uccisi, feriti e dispersi a seguito dell’aggressione e le loro famiglie, così come tutte le persone uccise, ferite e disperse a seguito dell’esplosione (compresi i militari) e le loro famiglie non hanno ricevuto alcuno status o sostegno finanziario fino ad oggi. Sulla base dei numeri approssimativi sopra menzionati, il numero di tali persone morte è di circa 300, e mi sarà difficile presentare dei calcoli riguardo al numero dei feriti che hanno acquisito un gruppo di disabilità.

Le persone menzionate e le loro famiglie escluse dai programmi statali dovrebbero ricevere uno status chiaro e un sostegno finanziario non solo a causa dei loro gravi problemi sociali, ma soprattutto a causa del fallimento degli obblighi di sicurezza assunti dallo Stato (compresa la Repubblica di Armenia). Inoltre, è necessario indagare a fondo sulle circostanze dell’esplosione del deposito di carburante e discutere la possibilità di rendere beneficiari del Fondo nazionale di assicurazione dei militari i soldati che ne sono morti, poiché l’esplosione è avvenuta in un luogo militare, in un contesto di caos e panico causati dalle operazioni di guerra e dall’incapacità delle forze armate di gestire in sicurezza la struttura. (…)”