Nagorno Karabakh: più vicini al fronte, più a favore della pace

Fonte: Osservatorio Balcani e Caucaso del 9 novembre 2018

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“Inquadrando la pace” è il primo studio su ampia scala in merito alle attitudini rispetto al conflitto in Nagorno Karabakh dalla recrudescenza delle ostilità avvenute nell’aprile 2016 nella cosiddetta “Guerra dei 4 giorni”.

Lo studio ha esaminato le visioni “dal basso” in merito al Nagorno Karabakh di chi vi vive e tra le comunità residenti invece in Azerbaijan e Armenia. Tra le persone prese in considerazione anche sfollati interni e coloro i quali abitano vicino alla linea del fronte.

Dallo studio è emerso che tra coloro i quali hanno vissuto direttamente le conseguenza degli scontri armati – le comunità che vivono nei pressi del fronte e della linea del cessate il fuoco e chi è stato coinvolto direttamente nel conflitto – vi è maggior sostegno ad una riconciliazione con “l’altro”.

“Sono persone che capiscono l’importanza del risolvere questo conflitto e che possono adottare passi concreti a favore delle iniziative di costruzione della pace”, sottolinea Carey Cavanaugh, a capo del consiglio direttivo di International Alert, ed ex co-coordinatore del Gruppo di Minsk dell’OSCE.

Il Gruppo di Minsk dell’OSCE, guidato da Russia, Francia e Stati Uniti ha operato da mediatore sul conflitto in Nagorno-Karabakh sin dal 1992. “Più le persone vivono lontane dal fronte più parlano di patriottismo”, si afferma nel report.

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