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Il premier armeno Nikol Pashinyan ha visitato oggi il parlamento europeo dove ha tenuto un discorso di circa 40 minuti. Abbiamo estrapolato alcune parti che si riferiscono più specificatamente al Nagorno Karabakh-Artsakh.

(…)
Il governo e il popolo della Repubblica d’Armenia hanno unito gli sforzi per risolvere il problema dell’accoglienza degli oltre 100.000 armeni vittime della pulizia etnica nel Nagorno Karabakh, e devo constatare che lo abbiamo fatto con dignità, al punto che i partner della comunità internazionale ammettono di non aver mai visto un caso in cui 100mila rifugiati entrano in un Paese in una settimana e quel Paese può accoglierli tutti senza creare campi profughi e tendopoli.
Siamo riusciti a farlo grazie al popolo armeno e alla democrazia. Persone, perché a volte le persone non aspettavano nemmeno di vedere cosa avrebbe fatto il governo. Sono stati loro a fornire agli sfollati beni essenziali e persino ripari temporanei. Molti semplicemente li hanno ospitati nelle loro case.

Con le decisioni già prese ed entrate in vigore oggi, dovremo stanziare circa 100 milioni di dollari per sostenere le persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh. E abbiamo bisogno di assistenza internazionale, anche sotto forma di sostegno al bilancio. Ritengo necessario sottolineare che abbiamo creato un meccanismo per sostenere gli sfollati forzati in cui i fondi loro assegnati non vengono trasferiti in contanti, vale a dire che l’assegnazione dei fondi è trasparente, verificabile e tracciabile e il meccanismo continuerà a operare in questo modo.
E siamo grati ai nostri partner internazionali, l’UE e gli Stati membri, che hanno già stanziato e/o continueranno a stanziare fondi volti a superare la crisi umanitaria causata dallo sfollamento forzato degli armeni del Nagorno Karabakh.

È triste, estremamente triste, che nonostante centinaia di allarmi, decisioni della Corte internazionale di giustizia, risoluzioni del Parlamento europeo, dell’APCE e dei parlamenti dei singoli Paesi, appelli degli organi esecutivi, della comunità internazionale, non siamo stati tutti in grado di impedire la pulizia etnica degli armeni nel Nagorno Karabakh.

Il governo armeno e il Parlamento europeo hanno ripetutamente messo in guardia sull’imminente pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh, il governo armeno ha inviato numerosi appelli alle Nazioni Unite, all’OSCE e all’UE affinché inviassero una squadra di accertamento dei fatti nel corridoio Lachin illegalmente bloccato e nel Nagorno Karabakh, ma nessuna organizzazione ha preso una decisione rilevante. Abbiamo avviato tre discussioni sulla questione nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma le discussioni non hanno avuto risultati pratici e qui il Nagorno Karabakh è già spopolato. Nelle condizioni di inattività delle forze di pace russe, più di 100mila armeni hanno lasciato le loro case e la loro patria nel Nagorno Karabakh nel giro di una settimana, altri 20mila sono stati costretti ad abbandonare il Nagorno Karabakh subito dopo la guerra dei 44 giorni, e una parte non hanno avuto la possibilità di tornare nel Nagorno Karabakh a causa del blocco illegale del Corridoio Lachin, iniziato nel dicembre 2022.

E oggi alcuni fingono di non capire perché gli armeni del Nagorno Karabakh abbiano abbandonato in massa le loro case. Questo è di per sé cinismo, perché la risposta è più che chiara. L’Azerbaigian ha chiaramente e inequivocabilmente dimostrato la sua decisione di rendere impossibile la vita degli armeni nel Nagorno Karabakh.

Dal dicembre 2022, durante il periodo del blocco illegale del Corridoio Lachin, gli armeni del Nagorno Karabakh sono stati privati ​​delle forniture esterne di gas, elettricità, carburante, cibo, alimenti per bambini, medicine, beni igienici e altri beni essenziali, mentre i civili impegnati in lavori agricoli sono stati presi di mira dalle forze armate azere.
Dal dicembre 2022, abbiamo allertato decine di volte sul piano dell’Azerbaigian: chiudere il corridoio Lachin, affamare le persone, aumentare la pressione militare, informativa e psicologica, quindi aprire il corridoio Lachin, costringendo tutti gli armeni ad andarsene.

Abbiamo parlato di uno scenario del genere a gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto del 2023, ne abbiamo parlato ad alta voce e pubblicamente. E non accetto i volti sorpresi di alcuni funzionari internazionali per lo spopolamento del Nagorno Karabakh avvenuto a settembre. Allo stesso tempo, devo ringraziare il Parlamento europeo per aver chiamato con il suo nome ciò che è accaduto nel Nagorno Karabakh. Ciò è importante in termini di protezione dei diritti futuri delle persone che sono state private della loro patria.

Nonostante tutte le guerre, le complicazioni e le crisi, sono venuto al Parlamento europeo con il seguente messaggio principale. La nostra regione, il Caucaso meridionale, ha bisogno di pace, cioè di uno stato in cui tutti i paesi della regione vivono con frontiere aperte, sono collegati da legami economici, politici e culturali attivi, con esperienza accumulata e tradizione nel risolvere tutte le questioni diplomaticamente e attraverso dialogo. Voglio sottolineare in particolare che non opponiamo in alcun modo le nostre idee sulla pace agli interessi della nostra regione, perché il nostro Paese può essere pacifico se la regione è pacifica. E considero il sostegno alla costruzione della pace il mio principale impegno politico.

Non è facile assumere un simile impegno, considerato il lungo conflitto con l’Azerbaigian, le numerose vittime, i dispersi, i prigionieri, la sofferenza e la disperazione.

Ma è possibile la pace e, se sì, come? All’inizio di ottobre, prima dell’incontro della Comunità Politica Europea a Granada, abbiamo avuto una seria opportunità di dare una svolta al processo di pace, ma il Presidente dell’Azerbaigian, purtroppo, ha rifiutato di partecipare all’incontro della Comunità Politica Europea e accettare una dichiarazione congiunta con il Presidente del Consiglio europeo, il Presidente della Francia, il Cancelliere tedesco e me, che dovrebbe esprimere i principi per stabilire la pace e le relazioni tra Armenia e Azerbaigian. Tali principi e contenuti non sono affatto nuovi e sono stati formati sulla base dei risultati dell’incontro quadrilatero tenutosi a Praga il 6 ottobre 2022, al quale abbiamo partecipato il Presidente della Francia, il Presidente del Consiglio europeo, il Presidente dell’Azerbaigian e io.

Tali principi sono stati ulteriormente concretizzati nel 2023, durante gli incontri a Bruxelles tra il presidente del Consiglio europeo, il presidente dell’Azerbaigian e me, e ci sono dichiarazioni pubbliche su tali principi.

Il primo dei principi è espresso nella Dichiarazione Quadripartita di Granada come segue. Cito: “Rimangono impegnati in tutti gli sforzi diretti alla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, basate sul riconoscimento reciproco della sovranità, dell’inviolabilità dei confini e dell’integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2), come menzionato nel Dichiarazioni del presidente Michel del 14 maggio e del 15 luglio 2023. Hanno chiesto il rigoroso rispetto del principio di non uso della forza e di minaccia dell’uso della forza.” Fine della citazione.

Questo stesso principio è espresso come segue nella dichiarazione del presidente del Consiglio europeo Charles Michel in seguito all’incontro tripartito tenutosi a Bruxelles il 14 maggio con la partecipazione del presidente del Consiglio europeo, del presidente dell’Azerbaigian e del sottoscritto. Quoto. “I leader (si tratta del presidente dell’Azerbaigian e del sottoscritto) hanno confermato il loro inequivocabile impegno nei confronti della Dichiarazione di Almaty del 1991 e della rispettiva integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2)“. Fine della citazione.

Cari partecipanti, ciò che dovete sapere in più su questo problema è quanto segue. 
A seguito di questi accordi, ho riaffermato più volte che la Repubblica dell’Armenia riconosce l’integrità territoriale di 86.600 chilometri quadrati dell’Azerbaigian, ma il Presidente dell’Azerbaigian non ha mai fatto tale dichiarazione. 
Recentemente ha annunciato di riconoscere l’integrità territoriale dell’Armenia, ma non ha menzionato 29mila 800 km2, il che fa temere che stia deliberatamente lasciando ambiguità per avanzare rivendicazioni territoriali contro l’Armenia. 
L’accordo sul riconoscimento dell’integrità territoriale con numeri esatti è stato raggiunto proprio affinché né l’Armenia né l’Azerbaijan lascino ambiguità nel riconoscere l’integrità territoriale dell’altro, ad esempio affermando che una parte del territorio di un dato Paese non gli appartiene effettivamente.

Il successivo principio di pace e normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian è espresso nella Dichiarazione di Granada come segue. Cito: “Hanno sottolineato l’urgente necessità di lavorare verso la delimitazione dei confini sulla base delle più recenti mappe dello Stato Maggiore dell’URSS fornite alle parti, che dovrebbero anche costituire una base per il distanziamento delle forze e per finalizzare il trattato di pace e affrontare tutte le questioni umanitarie.” 

Questo principio è stato espresso dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel nella sua dichiarazione dopo l’incontro tripartito tenutosi a Bruxelles il 15 luglio con la partecipazione del presidente del Consiglio europeo, del presidente dell’Azerbaigian e del sottoscritto. Cito: ” Entrambi i leader (si tratta ancora una volta del presidente azerbaigiano e di me) hanno riconfermato il loro inequivocabile impegno nei confronti della Dichiarazione di Almaty del 1991 come quadro politico per la delimitazione“.

Questo stesso principio è stato registrato sulla base dei risultati della riunione del quadrilatero tenutasi a Praga il 6 ottobre 2022 come segue. Cito: “Armenia e Azerbaigian hanno confermato il loro impegno nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione di Alma-Ata del 1991, attraverso la quale entrambe le parti riconoscono l’integrità territoriale e la sovranità dell’altra. Hanno confermato che ciò costituirà la base per il lavoro delle commissioni sulla delimitazione.

Dovreste conoscere le seguenti informazioni aggiuntive su questo principio. La Dichiarazione di Almaty è stata firmata dalle 12 repubbliche dell’Unione Sovietica il 21 dicembre 1991. Quella dichiarazione ha segnato due importanti documenti nel contesto della questione in discussione.

1. L’Unione Sovietica cessa di esistere.

2. Le repubbliche riconoscono reciprocamente l’integrità territoriale, la sovranità, l’inviolabilità dei confini amministrativi esistenti, e quindi i confini amministrativi esistenti tra le Repubbliche sovietiche diventano confini statali.

L’Azerbaigian dichiara che non esiste confine tra Armenia e Azerbaigian, il che contraddice la dichiarazione di Almaty e gli accordi sopra menzionati
L’Azerbaigian mantiene anche ambiguità nell’accettare le ultime mappe dell’Unione Sovietica come base per la delimitazione, il che dà ad alcuni esperti anche motivo di supporre che l’Azerbaigian stia preparando le basi per avanzare rivendicazioni territoriali contro l’Armenia e avviare una nuova aggressione militare.

(…)
L’Azerbaigian insiste continuamente affinché l’Armenia sia obbligata a concedere all’Azerbaigian un corridoio attraverso il proprio territorio. Nel linguaggio internazionale quotidiano che vi è familiare, la parola corridoio significa semplicemente strade interstatali. 
Ma c’è una particolarità nel caso della nostra regione. Nella dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, la parola “corridoio” è usata solo per il corridoio Lachin, che avrebbe dovuto collegare il Nagorno Karabakh e l’Armenia. La particolarità è che, secondo quel documento, il Corridoio Lachin non è solo una strada, ma anche un territorio largo 5 chilometri, che avrebbe dovuto essere fuori dal controllo dell’Azerbaigian, sotto il controllo delle forze di pace. Pertanto, in questo contesto, la parola corridoio ha il significato di uno strato extraterritoriale.

La Repubblica di Armenia non ha mai accettato, da nessuna parte, alcuna limitazione della sua sovranità e giurisdizione su nessuno dei suoi territori, né ha fatto una simile promessa. Cosa significa allora il principio sopra citato?

Significa una cosa semplice. Sulla base della loro sovranità e giurisdizione, Armenia e Azerbaigian dovrebbero aprirsi reciprocamente le strade senza la logica del corridoio sopra menzionata. Ai posti di blocco di quelle strade dovrebbero operare i servizi di controllo delle frontiere e altri servizi pertinenti, in base alla giurisdizione, alla sovranità e alla legislazione dei paesi. 
Ciò dovrebbe essere fatto sulla base del principio di reciprocità e uguaglianza, e noi siamo pronti ad adottare tali soluzioni, siamo pronti a ripristinare la ferrovia Meghri, che collegherà non solo l’Azerbaigian e l’Armenia, ma anche le regioni meridionali dell’Armenia con il regioni nordoccidentali, le regioni sud-occidentali dell’Azerbaigian con la Repubblica Autonoma del Nakhichevan, con la sua ulteriore continuazione collegherà l’Armenia con la Turchia, l’Azerbaigian con la Turchia, la Georgia, l’Azerbaigian, l’Armenia con la Repubblica islamica dell’Iran, l’Est con l’Ovest, estendendosi dal Mar Caspio al Mediterraneo, dal Nord al Sud, dal Golfo al Mar Nero. 
In Armenia chiamiamo questo progetto Armenian Crossroads. Ma penso che sia giunto il momento di regionalizzare ulteriormente questo progetto, rinominarlo e chiamarlo Crocevia della Pace, e questo nome è altrettanto importante e accettabile per noi. 
Nella stessa logica siamo pronti anche per l’apertura delle strade. La Repubblica d’Armenia è pronta a garantire la sicurezza delle merci, dei veicoli, delle persone, delle condutture, delle linee elettriche sul suo territorio, perché il Crocevia della Pace implica anche il passaggio di condutture e linee elettriche.
Questo tipo di soluzioni sono molto importanti anche per la Repubblica di Armenia, perché il nostro paese è sotto il blocco da parte dell’Azerbaigian e della Turchia da 30 anni.

Come potete vedere, non c’è motivo di accusare l’Armenia di ostacolare l’apertura delle comunicazioni di trasporto nella regione, ma ci sono analisi secondo cui le autorità di Baku stanno manipolando la narrativa del corridoio per provocare una nuova guerra nella regione, per occupare nuovi territori di Armenia, o per mantenere l’Armenia sotto blocco.

Ciò non dovrebbe essere consentito. Come avete visto, tutti i principi sopra menzionati sono stati sviluppati e concordati con la partecipazione del Presidente del Consiglio europeo e del Presidente dell’Azerbaigian, e siamo pronti ad attuare questi accordi. Inoltre, in termini di comunicazioni di trasporto, osservando i principi sopra menzionati, compreso il principio di reciprocità, siamo pronti a facilitare le procedure, siamo pronti a garantire la sicurezza del passaggio delle merci azerbaigiane e degli azeri attraverso il nostro territorio, sperando anche in termini di reciprocità, siamo pronti per un ritiro simultaneo delle truppe dalla linea di confine del 1991, il che significherà che l’Azerbaigian non avrà truppe in nessun territorio dell’Armenia, e l’Armenia non avrà truppe in Azerbaigian. 
Siamo pronti ad affrontare la questione delle cosiddette enclavi sul principio di reciprocità, come ho affermato nell’intervista rilasciata alla TV pubblica armena il 10 ottobre.

Infine, siamo pronti a firmare un trattato di pace con l’Azerbaigian entro la fine dell’anno. Naturalmente, il fatto che l’Azerbaigian abbia rifiutato di partecipare alla riunione di Granada, sulla quale tra l’altro era stato raggiunto un accordo il 15 luglio a Bruxelles e tale accordo si esprime anche nella dichiarazione rilasciata da Charles Michel sulla base dei risultati della l’incontro, quindi non venire a quell’incontro non ha reso i nostri affari più facili.

[traduzione e grassetto redazionale]

(31) DEPUTATI EUROPEI RICEVUTI DAL PRESIDENTE – l presidente dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha ricevuto il 29 e 30 ottobre la delegazione guidata dal deputato francese Nicolas Bey, dall’italiano Vincenzo Sofo e da Marion Marechal, capolista del partito francese “Reconquête” per le prossime elezioni del Parlamento europeo.

(31) BAMBINI DELL’ARTSAKH – Degli oltre 21.000 bambini sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh, 16.371 continuano la loro istruzione in vari istituti scolastici in Armenia. Lo ha riferito il viceministro della Repubblica di Armenia, Araxia Svajyan, durante la conferenza stampa tenutasi al “Centro umanitario”, aggiungendo che 5185 di loro si trovano a Yerevan, il resto si trova in altre località della repubblica.  Ha altresì invitato i genitori dei bambini ancora non iscritti a procedere tempestivamente e, con l’occasione, ha informato anche che che prosegue il programma di formazione continua negli istituti di istruzione professionale primaria e secondaria e nelle università. 

(31) LAVORO PER GLI SFOLLATI – A Yerevan si è tenuta una sorta di “fiera del lavoro” (“Artsakh Career Expo”) per gli sfollati forzati dal Nagorno Karabakh. ltre 2.000 offerte di lavoro provenienti da diversi settori produttivi. Lo scopo dell’iniziativa è sostenere i cittadini dell’Artsakh sfollati con la forza nelle questioni occupazionali, sociali, educative e di integrazione nella vita lavorativa. Il co-fondatore di “Artsakh Career Expo”, Mane Bareghayman, ha dichiarato in una conversazione con i giornalisti che molte persone hanno cercato di mobilitare le proprie forze e proporre varie iniziative per aiutare i cittadini sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh. Riferendosi alle organizzazioni presenti alla fiera, Mane Bareghamyan ha informato che ci sono più di 50 organizzazioni di datori di lavoro e più di 2000 posizioni. I settori sono molto diversi: informatica, manutenzione, servizi, istruzione, finanza, ecc.

(31) PAGAMENTO PENSIONI – Si stanno compiendo sforzi affinché i cittadini che ricevono pensioni e benefici tramite la società “Artsakhpost” abbiano presto l’opportunità di ricevere la pensione e i benefici di settembre 2023 (ad eccezione della pensione militare) dalle filiali di “Artsakhbank”. Così riferisce l’istituto postale dell’Artsakh. Peraltro, in giornata il ministro delle Finanze Vahe Hovhannisyan in una conversazione con i giornalisti all’Assemblea nazionale ha dichiarato che il governo dell’Armenia ha stanziato fondi che ha girato alla repubblica del Nagorno Karabakh la quale a sua volta ha deciso la procedura per il pagamento delle pensioni. Il ministro ha altresì precisato che coloro che vogliono ricevere d’ora in avanti la pensione devono essere registrati in Armenia.

(30) NUOVO BILANCIO VITTIME – La portavoce del Ministero degli Esteri armeno, Ani Badalyan, ha informato che “Il Comitato Investigativo della Repubblica d’Armenia ha pubblicato i dati sul numero di civili uccisi e feriti, compresi bambini, a seguito dell’attacco militare su larga scala dell’Azerbaigian al Nagorno-Karabakh il 19 settembre. 14 persone sono state torturate, 64 sono morte durante il trasferimento dal Nagorno Karabakh“. Ha anche condiviso altre informazioni del comitato investigativo, secondo le quali più di 200 persone, tra cui 9 civili e 2 bambini, sono state uccise e più di 300 sono rimaste ferite, di cui 80 civili. Nel foglio informativo distribuito da Badalyan si precisa che i dati  sono aggiornati al 30 ottobre e potrebbero cambiare man mano che l’indagine è in corso. 

(30) CONSIGLIO D’EUROPA – Il Consiglio d’Europa sta preparando un pacchetto completo di misure per rispondere all’afflusso di rifugiati dopo la visita del Rappresentante speciale per la migrazione e i rifugiati, Leila Kayajic, dall’11 al 13 ottobre 2023. l pacchetto mira ad aiutare l’Armenia a risolvere i problemi legati al reinsediamento di oltre 100.000 armeni sfollati dal Nagorno-Karabakh, tra cui circa 30.000 bambini.Durante la visita in Armenia, il Servizio per la migrazione e i rifugiati ha collaborato con i pertinenti organi statali, partner internazionali e organizzazioni non governative. La rappresentante speciale Leila Kayajic ha visitato anche due rifugi del comune di Artashat.Ha delineato le aree specifiche di sostegno incluse nel Piano d’azione del Consiglio d’Europa per l’Armenia (2023-2026) e nel Piano d’azione per la protezione delle persone vulnerabili nel contesto della migrazione e dell’asilo (2021-2025).
Questi includono: rafforzare la tutela dei diritti umani dei rifugiati in situazioni vulnerabili, agevolare l’accesso all’assistenza sanitaria e mentale, garantire l’inclusività dell’istruzione e rivedere i curricoli professionali, tutelare i diritti dei bambini, aumentare la vitalità degli organi di autogoverno locale.

(30) OMBUDSMAN AZERO SU DETENUTI ARMENI – L’Ufficio del difensore dei diritti umani in Azerbaigian (!) ha rilasciato una dichiarazione nella quale ha affermato che agli ex leader dell’Artsakh viene data l’opportunità di contattare le loro famiglie. “Abbiamo incontri regolari, ci sono stati anche incontri con “persone accusate di aver commesso crimini di guerra contro l’Azerbaigian, i loro diritti sono garantiti” (testuale). Siamo sensibili nei confronti di ogni detenuto, gli viene data l’opportunità di stabilire un contatto con le proprie famiglie, viene loro fornito un interprete“, ha affermato Sabina Aliyeva, difensore civico della Repubblica dell’Azerbaigian.

(29) INSEGNANTI DELL’ARTSAKH – Gli insegnanti sfollati con la forza dall’Artsakh possono continuare le loro attività professionali negli istituti scolastici dell’Armenia e possono candidarsi liberamente ai concorsi annunciati in qualsiasi luogo di residenza e partecipare secondo la consueta procedura. Lo ha annunciato il governo dell’Armenia in un video promozionale che informa anche riguardo alla piattaforma elettronica da utilizzare per le candidature.

(29) PAPIKYAN IN CINA -Oggi una delegazione guidata dal ministro della Difesa della Repubblica di Armenia, Suren Papikyan, è partita per la Repubblica popolare cinese per una visita di lavoro.

(28) CONFERMATE TORTURE E MUTILAZIONI – Il difensore dei diritti umani Anahit Manasyan ha partecipato ad una tavola rotonda nell’ambito del Congresso degli avvocati armeni sul tema degli sfollati forzati dal Nagorno Karabakh. Nel corso dell’incontro ha osservato come il lavoro del suo ufficio sia enormemente aumentato in considerazione degli oltre centomila sfollati arrivati dall’Artsakh. “Durante questo periodo, abbiamo parlato con circa 400 persone, a seguito delle quali abbiamo ricevuto informazioni sulla morte, tortura, mancanza di rispetto dei corpi, mutilazioni e altri maltrattamenti di civili a seguito dell’aggressione azera, proibita dal diritto internazionale” ha osservato il difensore.

(28) CONVERSAZIONE LAVROV-BAYRAMOV – Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov. I ministri hanno discusso le questioni attuali delle relazioni bilaterali e delle agende regionali e internazionali e in particolare la preparazione del trattato di pace, lo sblocco delle comunicazioni di trasporto e la delimitazione del confine armeno-azerbaigiano.

(27) SITUAZIONE RESIDENTI – La giornalista investigativa  Lindsay Snell ha pubblicato notizie riguardo la situazione dei pochissimi armeni rimasti nel Nagorno Karabakh: “I media statali azerbaigiani si sono recentemente vantati del fatto che l’Azerbaigian ha stabilito comunicazioni locali, ma gli armeni rimasti nel Nagorno-Karabakh non hanno Internet o un servizio di telefonia cellulare e non sono autorizzati a parlare con i parenti senza supervisione. E come parte della facciata di “reintegrazione”, le autorità azere hanno tolto i passaporti armeni a coloro che sono rimasti, ma non hanno rilasciato passaporti azeri. Ciò significa che gli armeni rimasti nel Nagorno-Karabakh attualmente non hanno la cittadinanza“.

(27) MIRZOYAN SU POSSIBILE PACE – Il ministro degli Esteri dell’Armenia ha dichiarato in una conferenza stampa che una pace stabile tra Armenia e Azerbaigian è possibile solo se vi è un riconoscimento inequivocabile dell’integrità territoriale reciproca e se viene attuata la delimitazione. “Per una pace duratura e dignitosa per il nostro popolo nel Caucaso meridionale, è una necessità vitale garantire l’esclusione dell’uso della forza e delle politiche xenofobe, perché abbiamo già assistito alle loro manifestazioni, di cui abbiamo messo in guardia più volte” ha detto il ministro.

(27) INCONTRO PRIMI MINISTRI IN GEORGIA – I primi ministri di Armenia e Azerbaigian, Nikol Pashinyan e Ali Asadov, si sono incontrati a Mukhrani, vicino a Tbilisi, attraverso la mediazione del capo del governo georgiano, Irakli Gharibashvili. I dettagli delle trattative non vengono resi noti. Secondo il canale televisivo “Imedi”, l’incontro dei tre primi ministri è durato diverse ore.

(27) ARMAMENTI DALL’INDIA – L’India sta studiando la possibilità di fornire un nuovo lotto di armi e munizioni all’Armenia secondo il quotidiano Economic Times. Recentemente un alto funzionario armeno è arrivato a Nuova Delhi e ha avuto colloqui al riguardo. Non ci sono ancora dettagli sulle nuove consegne, tuttavia, come nota il giornale, gli osservatori armeni, che hanno voluto rimanere anonimi, hanno affermato che il lotto potrebbe includere attrezzature che serviranno da deterrente in una situazione di conflitto con l’Azerbaigian.
“Le forniture sono state effettuate nel settembre 2022 sulla base degli accordi siglati tra i due Paesi. L’importo dei contratti è di 20 miliardi di rupie (244,7 milioni di dollari). “Secondo loro, l’India ha già fornito all’Armenia i lanciarazzi “Pinaka” di produzione locale, che sono stati venduti all’estero per la prima volta, nonché missili anticarro e un lotto di munizioni”, osserva il giornale. La fornitura di armi è stata effettuata attraverso il corridoio di trasporto che attraversa il territorio dell’Iran. La piattaforma online Indian Defense Research Wing ha riferito che all’inizio di agosto, la società di difesa indiana Bharat Forge LTD ha consegnato sei obici ATAGS da 155 mm trainati all’Armenia con un contratto del valore di 155,5 milioni di dollari. L’accordo prevede la fornitura di 90 pezzi di artiglieria di questo tipo all’Armenia entro tre anni, scrive infoport.am.

(27) DIRITTI UMANI – “Le violazioni dei diritti umani hanno segnato ancora una volta l’ultimo capitolo del conflitto a lungo termine tra Armenia e Azerbaigian nella regione del Karabakh e nei suoi dintorni”, ha affermato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunya Mijatovich, riassumendo le visite in Armenia e Azerbaigian. Mijatović ha visitato due paesi dal 16 al 23 ottobre, ha incontrato i principali funzionari, i difensori dei diritti umani, le vittime del conflitto, i rappresentanti delle organizzazioni internazionali e per i diritti umani, ed è stato anche nello spopolato Nagorno-Karabakh. “Il motivo della visita è stata la massiccia deportazione di oltre 100.600 armeni del Karabakh, fuggiti in Armenia in pochi giorni alla fine di settembre. Ciò ha fatto seguito alle operazioni militari dell’Azerbaigian del 19 e 20 settembre, al successivo pieno controllo della regione e all’interruzione a lungo termine della circolazione delle persone e dell’accesso ai beni di base, ai servizi e all’energia a seguito del blocco di nove mesi da parte dell’Azerbaigian del corridoio Lachin” ha osservato Mijatović, aggiungendo che gli armeni del Karabakh “si sono trovati in uno stato di abbandono, senza alcuna garanzia affidabile di sicurezza o protezione da nessuna parte”; “lasciare le loro case era per loro l’unica opzione possibile“. In Armenia, Mijatovich ha visitato le residenze degli sfollati di Aghavnadzor e Tsaghkadzor a Kotayk marz, “dove ha parlato con gli armeni del Karabakh, comprese famiglie, anziani, disabili e altre persone vulnerabili”. Il commissario ha avuto anche incontri con organizzazioni internazionali e rappresentanti della società civile.

(26) ACCORDO DI PACE – Il premier armeno Pashinyan, intervenendo a un forum a Tblisi (Georgia) ha la speranza di firmare un accordo di pace con un ripristino delle relazioni diplomatiche con Baku “nei prossimi mesi”.

(26) CONSIGLIO D’EUROPA – Il Consiglio d’Europa ha tenuto una discussione urgente sull’Artsakh e ha adottato una dichiarazione. La 45^ sessione del “Congresso dei poteri locali e regionali”, tenutasi nell’ambito del Consiglio d’Europa, condanna fermamente l’operazione militare condotta dall’Azerbaigian nel Karabakh il 19 e 20 settembre 2023 ed il blocco di dieci mesi della regione che l’ha preceduta, che hanno portato ad una situazione umanitaria disastrosa, a numerose perdite di vite umane e alla fuga di oltre 100.000 persone verso la vicina Armenia. Il Congresso riconosce l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, ma esprime profonda preoccupazione per le conseguenze umanitarie di questa situazione; elogia inoltre gli sforzi delle autorità armene per accogliere gli armeni del Karabakh fuggiti dalla regione e per soddisfare le loro
esigenze. Il Congresso sostiene gli sforzi internazionali per rispondere alla crisi, deplora le gravi conseguenze umanitarie della situazione derivante dall’operazione militare condotta dall’Azerbaigian e dal blocco della regione che l’ha preceduta, e invita le autorità azere ad astenersi da qualsiasi azione che possa portare ad un ulteriore deterioramento della situazione e ad
un nuovo esodo della popolazione; si unisce all’Assemblea parlamentare e al Comitato europeo delle regioni nel chiedere il rilascio di tutti i rappresentanti del Karabakh, compresi i funzionari locali, detenuti in Azerbaigian.
Esprime la propria solidarietà ed il proprio sostegno agli enti locali armeni, che sono in prima linea negli sforzi per accogliere gli armeni del Karabakh; accoglie con favore l’assistenza già fornita dal governo nazionale armeno alle comunità locali e chiede che continui in futuro ed invita inoltre le autorità nazionali, regionali e locali di altri Paesi europei a sostenere l’Armenia in questi sforzi ed a fornire i necessari aiuti umanitari; afferma di essere pronto ad assistere le autorità nazionali e locali armene, anche attraverso attività di cooperazione sul campo, nel sostenere gli armeni del Karabakh fuggiti dalla regione.
Prende atto delle promesse fatte dalle autorità azere di garantire i diritti e le libertà dei residenti armeni e dei piani annunciati per la loro reintegrazione, e ribadisce la responsabilità dell’Azerbaigian di garantire la sicurezza degli armeni del Karabakh rimasti nella regione e di garantire la protezione dei loro diritti; nvita le autorità azere a garantire la consegna senza ostacoli degli aiuti umanitari a coloro che rimangono nella regione, compresa la piena riapertura del corridoio di Lachin; decide di prestare un’attenzione particolare alla situazione degli armeni del Karabakh e al rispetto dei loro diritti, in particolare quelli tutelati dalla Carta europea dell’autonomia locale.

(26) PATRIMONIO CULTURALE – La Francia aiuterà a preservare il patrimonio culturale del Nagorno Karabakh. Lo ha dichiarato il ministro della Cultura di Parigi, Rima Abdul Malak, nel corso della sua visita in Armenia e dell’incontro con il collega armeno Zhanna Andreasyan. Durante la riunione delle delgazioni, le parti hanno discusso questioni relative alla cooperazione interculturale dei due Paesi, all’attuazione di vari programmi settoriali, all’attuazione di nuove idee. Le parti hanno affrontato la questione della conservazione di oltre 5.000 monumenti storici e culturali armeni, musei e reperti ivi conservati, nonché del patrimonio culturale immateriale in pericolo nel territorio del Nagorno Karabakh a causa dell’aggressione azera. Nell’incontro con il Ministro della Cultura francese, il Ministro della Repubblica di Armenia ha espresso la sua gratitudine per aver sempre tenuto sotto i riflettori la questione del patrimonio storico e culturale in pericolo di estinzione del Nagorno Karabakh, sottolineando il sostegno attivo della Francia, dell’UNESCO e dell’Alleanza Internazionale per la protezione del patrimonio storico e culturale nelle zone di conflitto (ALIPH – Alleanza internazionale per la protezione delle zone di conflitto).
La ministra francese ha dichiarato che la Francia ha acquisito un database di foto satellitari del patrimonio culturale nel Nagorno Karabakh e ha presentato una richiesta ufficiale all’UNESCO affinché possa ottenere il permesso di visitare fisicamente i territori del Nagorno Karabakh e registrare tutti i valori storici e culturali che sono armeni da identificare.

(26) CROCE ROSSA – Dal 19 settembre, i dipendenti del Comitato Internazionale della Crice Rossa (CICR) hanno finora aiutato a trasportare 220 resti dall’Artsakh all’Armenia, comprese le vittime dell’esplosione nel deposito di carburante.

(25) AIUTI AGLI SFOLLATI – Il sostegno per l’affitto e le bollette è stato pagato a 41.611 persone sfollate con la forza dall’Artsakh. Va ricordato che alle persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh viene fornito un sostegno sociale di sei mesi: 40.000 dram per vivere in alloggi temporanei e 10.000 dram per pagare le bollette.

(25) AUTORITA’ ARMENE RAPITE – Il Lemkin Genocide Prevention Institute discuterà la questione del ritorno delle figure istituzionali rapite dell’Artsakh. La direttrice esecutiva dell’Istituto per la prevenzione del genocidio Lemkin, Eliza von Yoden-Forge, rispondendo alle lettere allarmanti del deputato armeno Taguhi Tovmasyan sui rapimenti illegali dei nostri compatrioti, leader militari e politici e civili da parte dell’amministrazione dittatoriale dell’Azerbaigian, ha espresso la sua solidarietà riguardo al loro ritorno anticipato.

(25) CONSIGLIO EUROPEO – Anche la situazione nel Caucaso meridionale verrà discussa nella sessione del Consiglio europeo di domani 26 ottobre. Charles Michel ha sottolineato che si affronteranno anche altri temi legati alla politica estera, tra cui i rapporti tra Pristina e Belgrado, la situazione nel Sahel e nel Caucaso meridionale. Nelle sue comunicazioni odierne al Senato la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha dichiarato che “al Consiglio Europeo parleremo, dunque, anche di quanto sta accadendo nel Caucaso, delle tensioni crescenti tra Azerbaigian e Armenia, dell’esodo di decine di migliaia di cittadini di origine armena dal Nagorno-Karabakh, del rischio che si apra un nuovo fronte di destabilizzazione. E anche questo fronte richiama la comunità internazionale e l’Europa, in particolare, ad un’azione più incisiva per evitare un’escalation“. 

(25) SALTA VERTICE – Un vertice tra Pashinyan e Aliyev era stato ipotizzato per fine ottobre a Bruxelles su iniziativa del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Ma l’incontro non ci sarà. Inizialmente si era detto che non vi erano i tempi tecnici per l’organizzazione ma è poi emerso che il rifiuto del presidente azero a incontrare il premier armeno è all’origine del fallimento del vertice. Il ministro degli Esteri armeno, Mirzoyabn, ha sarcasticamente dichiarato: “Penso che Aliyev non abbia trovato il tempo“. Intanto, il portavoce del Cremlino, Peskov, dichiara che Mosca continua a impegnarsi con Baku e Yerevan per aiutarle a risolvere il conflitto, ma non sono stati ancora compiuti progressi significativi. “Non c’è ancora un’intesa reciproca esatta. Continuiamo i nostri contatti“, ha detto Peskov, rispondendo alla domanda se ci siano progressi nella proposta russa di utilizzare Mosca come piattaforma per la preparazione di un piano di pace.

(24) PRIGIONIERI ARMENI – Il 20 ottobre, i dipendenti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) hanno incontrato gli armeni catturati dall’Azerbaigian (compresi gli ex presidenti della repubblica di Artsakh Arkadi Ghukasyan, Bako Sahakyan, Arayik Harutyunyan, l’ex ministro di Stato Ruben Vardanyan, l’ex ministro degli Esteri Davit Babayan, l’ex comandante dell’esercito di difesa Levon Mnatsakanyan, l’ex portavoce di NA Davit Ishkhanyan) secondo quanto hanno riferito i mass media azeri. Secondo la fonte, i dipendenti del CICR hanno creato le condizioni affinché potessero comunicare con le loro famiglie. “Conformemente al suo mandato, il CICR valuta le condizioni di detenzione e di trattamento dei detenuti. Il CICR crea anche le condizioni per ripristinare o mantenere i contatti con le loro famiglie. Secondo le procedure del CICR, le osservazioni e le raccomandazioni riguardanti i detenuti vengono discusse solo dalla parte detentrice“, si legge nella nota.

(24) FERITI DALL’ARTSAKH – 150 persone sfollate con la forza dall’Artsakh sono ancora in cura in diversi ospedali dell’Armenia. Le condizioni di 24 di loro sono valutate gravi, mentre le condizioni di 11 sono estremamente gravi . Lo ha detto il portavoce di Nikol Pashinyan, Nazeli Baghdasaryan, durante un briefing al governo. 42.000 cittadini sfollati con la forza dall’Artsakh sono registrati nei centri di assistenza sanitaria di base. 333 di loro sono donne incinte. Durante questo periodo sono state registrate nuove nascite in 88 famiglie sfollate dall’Artsakh.

(24) PROSESEGUE PROCESSO A KHACHATRYAN – A Baku è iniziata una nuova udienza in tribunale sul caso Vagif Khachatryan, rapito illegalmente dagli azeri dal ponte Hakari alla fine di luglio. Il 70enne residente ad Artsakh nega le accuse presentate da Baku, che si riferiscono al presunto “genocidio”. I parenti dell’anziano affermano inoltre che era un autista normale, non ha partecipato ad alcuna operazione militare durante quel periodo, non ha ricoperto una posizione militare e non ha partecipato in alcun modo agli eventi descritti nello stato. accusa. Vagif Khachatryan – vittima probabilmente di uno scambio di persona – è stato rapito e portato a Baku in estate mentre stava cercando di venire in Armenia per un intervento chirurgico urgente al cuore attraverso il checkpoint azero di Hakari. Poche ore dopo il suo arresto, Baku ha annunciato che lo stavano cercando da molto tempo e lo ha addirittura dichiarato ricercato a livello internazionale (ipotesi smentita dalla Criminalpol). Finora non è chiaro quanti anni di reclusione il pubblico ministero richiederà per l’anziano ma è scontata la sua condanna al termine di un processo che altro non è se non una farsa.

(24) BAKU VUOLE UN RISARCIMENTO – In Azerbaigian si moltiplicano le voci (sempre ben pilotate dal governo) secondo cui “l’Armenia dovrebbe pagare un risarcimento all’Azerbaigian”. Anche un deputato, Jeyhun Mammadov, ha espresso questa idea nella sessione odierna della legislatura azera. Il deputato ha sostenuto che “l’Armenia dovrebbe pagare un risarcimento all’Azerbaigian per la distruzione dell’intera infrastruttura e la distruzione del patrimonio culturale in un’area di 10.000 chilometri”. Girano anche nei social network e nei mass media azeri presunte informazioni per coloro che vogliono reinsediarsi, indipendentemente dal luogo di registrazione, a Stepanakert, la capitale del Nagorno Karabakh occupato dall’Azerbaigian. Ma per ora, queste notizie sono (debolmente) respinte a livello ufficiale anche se pochi giorni fa è stata annunciata la volontà di insediare 140.000 azeri nella regione occupata.

(24) DETTAGLI SU ACCORDO FRANCO ARMENO – L’Armenia deve essere in grado di proteggere se stessa e la sua popolazione: lo ha scritto il ministro delle Forze armate francese Sébastien Lecornu nel suo microblog X esprimendo soddisfazione per i progressi compiuti nelle tre direzioni della cooperazione in materia di difesa con il ministro della Difesa della’Armenia Suren Papikyan. Lecornu ha indicato le priorità dell’azione: 1) Sostegno all’esercito armeno nella sua trasformazione (apertura nel gennaio 2023 di una missione di difesa, invio di un ufficiale francese come consigliere militare presso il Ministero della Difesa armeno, numerose visite e incontri di lavoro), 2) Formazione (collaborazione con scuole di formazione per ufficiali e sottufficiali, addestramento da parte di reparti di addestramento operativo, in particolare nei settori del combattimento in montagna e del tiro di precisione), 3) Rafforzamento della difesa terra-aria (firma di un contratto per l’acquisizione di 3 radar GM200 e di una lettera di intenti sulla difesa aerea, firma di una lettera di intenti per l’acquisizione del missile Mistral, prossimo audit della difesa terra-aria armena) 

(23) ACCORDO CON LA FRANCIA PER LA DIFESA – La Francia fornirà all’Armenia sistemi di difesa aerea e radar in un accordo annunciato ieri dal ministro delle Forze armate francesi, Sébastien Lecornu al termine della visita a Parigi del collega armeno Suren Papikyan. La Francia ha finalizzato la vendita di tre radar Thales Ground Master 200 (GM200) e ha firmato un memorandum d’intesa per il sistema di difesa aerea a corto raggio Mistral francese all’Armenia. La Francia si è inoltre impegnata a fornire formazione alle forze di difesa di terra e a sostenere gli sforzi di modernizzazione militare dell’Armenia. Questi sistemi radar e di difesa aerea sono cruciali per contrastare i droni come quelli utilizzati dall’Azerbaigian durante la guerra dell’Artsakh del 2020. Il GM 200 è un apparato che funziona per la sorveglianza aerea o come sensore per un sistema di difesa aerea. E’ trasportabile su strada, ferrovia, aereo tattico (tipo C-130) o elicottero; può essere configurato in 15 minuti e gestito in remoto o localmente. Pesa complessivamente circa dieci tonnellate. Ha una raggio di sorveglianza di 250 chilometri. Questo radar può tracciare il fuoco di artiglieria, mortai e missili, nonché definire il punto di lancio e il luogo esatto dell’impatto, ed eseguire funzioni standard di difesa aerea contro i missili balistici e da crociera. Oltre alla Francia è in uso a Moldavia, Olanda, Norvegia e Ucraina. Ogni pezzo ha un costo di 14,5 milioni di euro.

(23) POSIZIONE RUSSIA – Mosca è pronta a contribuire concretamente al processo di demarcazione del confine tra Azerbaigian e Armenia. Lo ha riferito ai giornalisti il ​​ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, dopo i risultati della riunione ministeriale “3+3” sul Caucaso meridionale. “È ben noto a tutti gli esperti che tutto il necessario per discutere e concordare la demarcazione [del confine tra Armenia e Azerbaigian], comprese, innanzitutto, le mappe lasciate dall’epoca sovietica, sono nelle mani della Federazione Russa. I partner lo capiscono. Non stiamo cercando di farne un grosso problema. Lasciamo che tentino la fortuna a Bruxelles, ma noi siamo sempre pronti a contribuire davvero ad avviare una vera demarcazione dei confini“, ha detto il capo del dipartimento diplomatico russo. Lavrov ha detto anche che il conflitto tra Azerbaigian e Armenia è stato, nel complesso, risolto e ora le parti devono solo compiere ulteriori passi concreti per regolamentare pienamente le relazioni.

(23) DICHIARAZIONI DOPO VERTICE – LAVROV (FR) ha annunciato che il prossimo incontro dei ministri degli Esteri nel formato “3+3” si svolgerà in Turchia nella prima metà del 2024. FIDAN (TUR): “La strada verso la pace e la stabilità regionale passa attraverso la conclusione di un trattato di pace globale tra Azerbaigian e Armenia“. Il ministro ha osservato che la Turchia sostiene la soluzione dei problemi regionali attraverso il dialogo. “La Turchia è sostenitrice della soluzione dei problemi regionali attraverso il dialogo per garantire una pace stabile nella regione“, ha affermato Fidan, sottolineando l’importanza della piattaforma 3+3 per mostrare alla comunità internazionale la capacità dei paesi della regione di “risolvere” i propri problemi. i problemi. A suo parere, “è incoraggiante che gli ostacoli all’instaurazione di cooperazione e amicizia nella regione siano stati eliminati“. ABDOLLAHIAN (IR): “L’incontro dei ministri degli Esteri a Teheran nel formato “3+3” può diventare una pietra miliare sulla strada verso l’instaurazione della pace nel Caucaso meridionale. Ci auguriamo di poter testimoniare la presenza costruttiva ed efficace dell’amica Georgia in questi incontri

(23) VERTICE DI TEHERAN – Presso il Ministero degli Affari Esteri iraniano si è svolto l’incontro dei ministri degli Esteri nel formato “3+3”, proposto da Teheran nei giorni scorsi. La riunione dei ministri degli Esteri è dedicata alla trasformazione del Caucaso: ad essa hanno partecipato i ministri degli Esteri di Iran, Russia, Turchia, Azerbaigian e Armenia. L’incontro si svolge all’insegna del motto “Nuovo mondo, cooperazione e progresso nel Caucaso meridionale”. Tenendo conto dei cambiamenti avvenuti nella regione, l’incontro nel formato 3+3 ha discusso le sfide del Caucaso meridionale e le modalità di sviluppo della cooperazione regionale (politica, economica, sicurezza, transito, energia, ecc.), così come così come le questioni di pace e i colloqui tra Azerbaigian e Armenia. La Georgia, tuttavia, ha ufficialmente rifiutato di partecipare all’incontro in questo formato.

(22) FRANCIA E ARMENIA – Su invito del Ministro delle Forze Armate francesi Sebastien Lecorne, il Ministro della Difesa dell’Armenia, Suren Papikyan, è partito oggi per la Repubblica Francese in visita di lavoro. Qualche giorno fa il ministro della Difesa francese aveva annunciato in una conversazione con un giornale francese che l’Armenia e la Francia firmeranno un contratto per forniture militari.

(22) COLLOQUI A TEHERAN – Il 23 ottobre il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Armenia, Ararat Mirzoyan, parteciperà all’incontro della piattaforma di consultazione regionale (“3+3”) a Teheran su invito della parte iraniana. Anche Azerbaigian e Federazione Russa hanno aderito all’invito iraniano. Al vertice dovrebbe essere presente anche il ministro della Georgia.

(21) SFOLLATI – Il viceministro dell’Amministrazione territoriale e delle infrastrutture della RA, Vache Terteryan, presentando lo stato di avanzamento dei programmi di sostegno attuati dal Centro umanitario del governo per gli sfollati con la forza. “Oggi abbiamo circa 55mila e più persone che sono state indirizzate ai centri di accoglienza dai nostri sistemi, e più di 25mila persone che hanno trovato di propria iniziativa il loro luogo di residenza temporanea. Voglio sottolineare che sono tutti sotto la nostra attenzione e cura, e tutti i responsabili amministrativi stanno lavorando in questa direzione” ha dichiarato. Terteryan ha informato che negli ultimi giorni un numero crescente (da 300 a 500 al giorno) di persone si trasferisce dagli alberghi in altri luoghi di residenza e ha ricordato che alle amministrazioni regionali sono stati forniti contributi di emergenza per due miliardi e 260 milioni di dram (circa 5,3 milioni di euro).

(21) RICERCA SUPERSTITI – Il Comitato Internazionale della Croce Rossa informa che sono ancora in corso le ricerche di eventuali cittadini dell’Artsakh rimasti nella repubblica. Gli operatori girano ancora, a un mese di distanza dall’attacco azero, per i centri cittadini e i paesi di montagna, alla ricerca di segni di vita e di chiunque abbia bisogno di aiuto.Un piccolo numero di persone continua a restare nelle proprie case, alcuni per scelta, altri per non poter partire da soli. Viene fornito loro cibo e assistenza medica, vengono anche aiutati a stabilire contatti con i parenti o creare un’opportunità per trasferirsi in Armenia.

(21) NAZIONI UNITE – Nel dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU in occasione della sessione dedicta a “La pace attraverso il dialogo: il contributo degli accordi regionali, subregionali e bilaterali alla prevenzione e alla risoluzione pacifica delle controversie” ha preso la parola l’ambasciatore dell’Armenia, Mher Margaryan, che ha dichiarato che l’Azerbaigian ha approfittato della situazione incerta per risolvere il conflitto del Nagorno Karabakh con mezzi coercitivi e ha anche ricordato il blocco del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian, con il quale Baku ha violato non solo i suoi obblighi internazionali, ma anche le decisioni della Corte internazionale di giustizia.

(21) INCIDENTI DAVANTI A RAPPRESENTANZA – Le autorità della Repubblica dell’Artsakh condannano quanto accaduto il 20 ottobre presso l’ufficio di rappresentanza permanente dell’Artsakh nella Repubblica d’Armenia, quando un gruppo di persone con manifestazioni di violenza e insulti, violando l’ordine pubblico, ha creato un clima non costruttivo durante il raduno di cittadini nel cortile della rappresentanza, cercando di provocare disordini di massa. Il quartier generale dell’informazione dell’Artsakh ha rilasciato una dichiarazione al riguardo.”Fin dall’inizio il presidente Samvel Shahramanyan si è dimostrato pronto ad ascoltare i cittadini, dando chiarimenti sulle questioni che più possibile li preoccupano. Nonostante tutti gli ostacoli creati artificialmente, il presidente Shahramanyan ha accettato la parte attiva dell’incontro e ha fornito chiarimenti sulla situazione politico-militare creatasi attorno alla Repubblica dell’Artsakh dal 19 al 20 settembre di quest’anno.Durante l’incontro i cittadini hanno sollevato una serie di problemi sociali, tra cui la mancanza di alloggi in Armenia. Samvel Shahramanyan ha osservato che il governo dell’Artsakh continuerà a fare l’inventario di tutte le questioni simili e a sottoporle al governo della Repubblica d’Armenia, perché, come abbiamo già annunciato, il centro umanitario del governo della Repubblica d’Armenia coordina il lavoro sulla salute , istruzione, sostegno sociale e altre questioni simili dei cittadini sfollati con la forza dall’Artsakh Per ottenere chiarimenti su tutte le questioni, è possibile chiamare la hotline attiva 24 ore su 24 del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali della RA al numero 114, oppure contattare l’ufficio territoriale (provinciale ) centri del Servizio Sociale Unificato).Le autorità della Repubblica dell’Artsakh chiedono perdono a quei giornalisti e cittadini il cui lavoro è stato ostacolato nelle condizioni di disordini e che non hanno potuto rivolgere le loro domande ai rappresentanti del governo nella situazione attuale.Allo stesso tempo, richiamiamo l’attenzione delle forze dell’ordine della Repubblica di Armenia su quanto accaduto, invitando ad escludere ulteriori manifestazioni di violenza e disordini di massa.”

(20) NUMERO SFOLLATI – Armen Ghazaryan, capo del Servizio Migrazione e Cittadinanza del Ministero degli Affari Interni, e Nazeli Baghdasaryan, addetto stampa del Primo Ministro, del “Centro Umanitario” del governo hanno presentato i piani del governo dell’Armenia volti a risolvere i problemi umanitari delle persone sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh. Sono state contate e identificate 101.848 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh (Artsakh).

(20) SFOLLATI RUSSI – L’Ambasciata russa in Armenia ha sostenuto le famiglie della comunità russa sfollate con la forza dall’Artsakh. Si tratta di 50 famiglie. I dipendenti dell’ambasciata e i loro familiari hanno acquistato con i loro fondi personali coperte, cuscini, biancheria da letto, utensili da cucina e altri oggetti necessari e li hanno donati alla comunità russa. L’ambasciata fornisce anche assistenza consolare. i problemi relativi ai documenti e altre questioni vengono risolti rapidamente.

(20) RAPPORTO SU TORTURE – Si registrano fatti di tortura e barbarie compiuti dai militari azeri durante l’aggressione contro il Nagorno Karabakh del 19-20 settembre. Lo ha detto oggi Arman Tatoyan, direttore della Fondazione Legge e Giustizia “Tatoyan”, in un incontro con i giornalisti. “Ora le autorità dell’Azerbaigian approfittano del fatto che la popolazione era nel panico, i telefoni che potevano essere utilizzati per scattare foto di ciò che stava accadendo non potevano essere caricati e affermano che non ci sono stati crimini. Attualmente stiamo preparando un ulteriore rapporto, ci sono molte prove di crimini, torture, barbarie. È troppo presto per parlare del numero e dell’entità dei crimini, ma i fatti ci sono e li stiamo raccogliendo“, ha detto Tatoyan.

(20) MODALITA’ ATTACCO AZERO – L’ex ombudsman dell’Armenia, Arman Tatoyan, in un incontro con i giornalisti ha illustrato la dinamica dell’attacco azero del 19 settembre. Ha detto che le  autorità dell’Azerbaigian si sono preparate dettagliatamente all’aggressione contro il Nagorno Karabakh. Uno degli obiettivi dell’attacco era separare le aree popolate dell’Artsakh: Martakert, Askeran, Martuni e Stepanakert. Allo stesso tempo, la popolazione civile veniva continuamente bombardata. Inoltre, per aumentare il panico tra la popolazione, è stato interrotto il collegamento tra l’esercito e gli insediamenti. In molti casi, la popolazione non sapeva cosa stesse accadendo e le persone sono fuggite precipitosamente dalle proprie abitazioni. L’attacco è iniziato nel pomeriggio, quando bambini e studenti erano in classe, le famiglie erano separate, i genitori non sapevano dove fossero i loro figli. Anche questo è stato un atto deliberato per causare ulteriori sofferenze e aumentare lo stato di caos, ha sottolineato Tatoyan, mostrando quanto sopra menzionato sulla mappa. “L’attacco a Martakert è avvenuto da quattro lati. Le strade e le comunicazioni sono state interrotte“, ha elencato Tatoyan. Le mappe mostrano chiaramente il movimento delle forze azere e le rotte di movimento della popolazione armena in fuga. Tatoyan ha definito le assicurazioni di Baku sulla “migrazione volontaria” degli armeni dell’Artsakh come il massimo del cinismo. “Se qualcuno non è riuscito a scappare, è stato ucciso o catturato, ci sono casi di uccisione di civili a Getavan“, ha sottolineato Tatoyan. Secondo lui, la popolazione aveva da mezz’ora a un’ora per fuggire, e il quadro generale mostra che le truppe azere hanno semplicemente spinto la popolazione in un angolo e “sono uscite” dall’area. “Di che tipo di uscita volontaria possiamo parlare in tali condizioni?”, ha domandato Tatoyan. La situazione era simile a Martuni e Askeran.
“Tutti ricordano le terribili immagini della folla di rifugiati all’aeroporto”, ricorda Tatoyan. Nel villaggio di Sarnaghbyur, in questa regione, sono stati uccisi 5 civili, tre dei quali erano bambini, due dei quali appartenenti alla stessa famiglia. I bambini sono stati uccisi a scuola, ha sottolineato Tatoyan.
“L’isolamento di Stepanakert era di importanza strategica per recidere il collegamento con altre regioni, in modo che le autorità dell’Artsakh venissero private dell’opportunità di gestirsi e difendersi”, ha detto Tatoyan. Gli azeri sono riusciti a entrare in una zona remota della capitale dell’Artsakh, motivo per cui sono state segnalate sparatorie a Stepanakert. I residenti del distretto di Krkzhan non sono riusciti a raggiungere le loro case nel pomeriggio del 19 ottobre e sono dovuti tornare al centro. Gli azeri hanno anche preso il controllo della stazione di filtraggio. “Ci hanno portato i campioni di quest’acqua “potabile”. Guarda com’è torbida l’acqua. Ciò dimostra anche l’attività criminale degli azeri. Questo è esattamente quello che fanno quando diventano aggressivi, cercano di privare la popolazione dell’acqua. Uno degli obiettivi è causare quanti più danni possibili e provocare il panico”, ha osservato Tatoyan. Secondo lui, gli azeri hanno chiuso tutte le uscite di Stepanakert in modo che nessuno potesse uscire. Ha citato il caso in cui, il 19, un nonno con due generi, non sapendo della situazione, è andato fuori città per andare a prendere suo nipote. Gli azeri hanno sparato alla macchina. Il vecchio è morto. “E come possiamo parlare di assenza di pulizia etnica in tali condizioni?” Al contrario, sono stati presi di mira oggetti civili, l’incidente con la scuola lo dimostra”, ha detto Tatoyan.

(20) SHAHRAMANYAN INCONTRA I CITTADINI – Il presidente della repubblica di Artsakh jha incontrato il gruppo di cittadini che manifestavano sotto la sede della repubblica a Yerevan per protestare contro la decisione di sospendere il pagamento degli stipendi dei dipendenti delle istituzioni statali dell’Artsakh. Shahramanyan ha dato disponibilità ad ascoltare le esigenze di tutti mettendo anche a disposizione dei locali presso la sede per effettuare una raccolta dati delle istanze presentate. Ha chiesto al pubblico comprensione civile per non mettere in pericolo l’Armenia e il futuro dell’Artsakh.

(20) COLONIZZAZIONE AZERA – Secondo quanto riferito da funzionari del governo azero, l’Azerbaigian è intenzionato a trasferire 140.000 persone entro il 2026 nel Nagorno Karabakh.

(20) AIUTI – L’agenzia “Noi siamo le nostre montagne” di Ruben Vardanyan (attualmente detenuto illegalmente in Azerbaigian) fornirà circa 200 tonnellate di cibo secco a 5000 famiglie sfollate. Secondo i calcoli, potrebbe soddisfare il fabbisogno alimentare di 20 giorni di una famiglia di quattro persone. La distribuzione del cibo sarà effettuata in collaborazione con le istituzioni governative e le organizzazioni di beneficenza coinvolte nella fornitura di assistenza umanitaria alle persone sfollate con la forza. Il cibo del valore di circa 600.000 dollari è stato acquistato con il sostegno dei donatori dell’agenzia “Noi siamo le nostre montagne” e della famiglia di Ruben Vardanyan.

(19) NUOVI NATI – Un totale di 72 bambini sono nati nelle famiglie degli sfollati forzati dell’Artsakh. 37 di loro sono nati a Yerevan e 35 in provincia secondo quanto riferito dal viceministro della Sanità armeno, Armen Nazaryan. Questi ha altresì aggiunto che sono 38.102 gli sfollati registrati nei centri di assistenza sanitaria di base. 167 pazienti ospedalizzati a causa dell’attacco del 19 settembre e dell’esplosione di un deposito di carburante nell’Artsakh rimangono ricoverati in ospedale in Armenia; 26 di loro sono in gravi condizioni e 10 in condizioni critiche. 19 pazienti dell’Artsakh continuano le cure all’estero

(19) TORTURE E MUTILAZIONI SUGLI ARMENI – I cadaveri di molti residenti del Nagorno Karabakh trovati e trasportati in Armenia dopo un’altra aggressione su larga scala scatenata dall’Azerbaigian contro il Nagorno Karabakh (Artsakh) il 19 settembre presentano segni di tortura e mutilazione. Lo ha detto il difensore dei diritti umani della repubblica di Armenia, Anahit Manasyan, in un briefing con i giornalisti. E’ stato redatto un rapporto trasmesso agli organismi competenti.

(19) SFOLLATI – Più di 3.000 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh hanno lasciato l’Armenia. Lo ha annunciato il primo ministro Nikol Pashinyan durante l’odierna sessione governativa. “Ad oggi, più di 3.000 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh hanno lasciato la Repubblica di Armenia. Non voglio trarre conclusioni relative a questo argomento. Forse molti di loro vanno a trovare i parenti, per passare un po’ di tempo. Spero che trasmetteremo questo messaggio in modo molto chiaro e invito anche i nostri fratelli e sorelle sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh ad avere la priorità di rimanere nella Repubblica di Armenia. Facciamo di tutto per sostenerli. Nel caso in cui non ci fosse di fatto il desiderio e l’opportunità di tornare nel Nagorno-Karabakh, la nostra politica è di fare tutto affinché rimangano nella Repubblica di Armenia“, ha sottolineato Pashinyan. Il Primo Ministro ha nuovamente invitato gli sfollati del Nagorno-Karabakh a non considerare l’emigrazione dalla Repubblica d’Armenia come un piano di azioni future. “Abbiamo stanziato più di 100 milioni di dollari, faremo vari programmi“, ha detto Pashinyan.

(19) AMBASCIATORE FRANCIA – L’ambasciatore francese in Armenia Olivier Decotigny ha ispezionato il confine con la missione dell’Unione europea a Jermuk. “Ho registrato la persistente occupazione di intere parti del territorio armeno da parte dell’Azerbaigian“, ha scritto l’ambasciatore francese in X.

(19) DIPLOMI E CERTIFICATI – Il Ministero dell’Istruzione, della Cultura, dello Sport e della Scienza dell’Armenia informa che i cittadini dell’Artsakh possono ripristinare i propri diplomi e certificati di laurea se non hanno avuto la possibilità di portarli con sé. La richiesta può essere fatta direttamente al ministero in Armenia oppure via mail.

(19) FORZA DI PACE RUSSA – Il contingente russo di mantenimento della pace continua a svolgere compiti nel territorio del Karabakh come informa il ministerod ella Difesa di Mosca. “Viene mantenuta la cooperazione continua con Baku volta a prevenire spargimenti di sangue, garantire la sicurezza e osservare le norme del diritto umanitario nei confronti della popolazione civile. Nella zona di responsabilità delle truppe russe di mantenimento della pace non sono state registrate violazioni del regime di cessate il fuoco. In generale, dal 19 settembre 2023, otto posti di osservazione e 16 posti di osservazione temporanei delle forze di pace russe sono stati chiusi lungo l’ex linea di contatto delle parti nelle regioni di Askeran, Martakert, Martun e Shushi. Per garantire la sicurezza stradale, lungo le strade sono stati installati 14 posti di blocco, di cui 8 in collaborazione con la parte azera.- Con la partecipazione delle forze di pace russe, continuano i lavori per ripristinare la fornitura di elettricità e gas agli insediamenti del Karabakh“, si legge nel bollettino del Ministero della Difesa della Federazione Russa.

(18) PRIGIONIERI ARMENI – Il difensore civico azerbaigiano Sabina Aliyeva assicura che gli ex funzionari del Nagorno-Karabakh nelle carceri di Baku “non hanno lamentele riguardo alle condizioni della loro detenzione“. “Nell’ambito del mio mandato svolgo molto spesso ispezioni negli istituti penitenziari, ho incontrato anche queste persone durante quelle visite. Non hanno lamentele riguardo alle condizioni di detenzione, è stato loro dato immediatamente il diritto di contattare le loro famiglie, hanno utilizzato questo diritto. Sono stati forniti anche i servizi di un avvocato“. Aliyeva ha anche ricordato che “alcuni di loro hanno chiesto occhiali e libri nella loro lingua madre” e che “gli sono stati forniti“.

(18) DICHIARAZIONE CONSIGLIO D’EUROPA – Nella odierna riunione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa l’Unione Europea ha affrontato la situazione nel Caucaso meridionale e ha rilasciato una dichiarazione riguardo all’Armenia e all’Azerbaigian. La dichiarazione dice:
L’Unione europea continua a seguire con preoccupazione la situazione estremamente difficile creatasi dopo l’emigrazione di massa degli armeni del Karabakh a seguito delle operazioni militari dell’Azerbaigian del 19 e 20 settembre e del blocco del corridoio Lachin durato nove mesi. Quasi tutta la popolazione del Nagorno Karabakh, più di 100.600 persone, ha trovato rifugio in Armenia.È necessario garantire un’assistenza umanitaria continua e senza ostacoli a coloro che sono ancora nel bisogno in Karabakh, così come a coloro che se ne sono andati. La settimana scorsa, la Commissione europea ha annunciato un ulteriore pacchetto di aiuti umanitari di 10,45 milioni di euro, in aggiunta ai 20,8 milioni di euro già forniti dal 2020.L’Azerbaigian dovrebbe garantire i diritti umani, le libertà fondamentali e la sicurezza degli armeni del Karabakh, compreso il diritto di vivere con dignità nelle proprie case senza intimidazioni o discriminazioni, nonché creare le condizioni per il ritorno volontario, sicuro, dignitoso e sostenibile dei rifugiati e degli sfollati al Nagorno Karabakh, nel rispetto della loro storia, cultura e diritti umani. Inoltre, il patrimonio culturale e i diritti di proprietà della popolazione locale devono essere efficacemente protetti e garantiti.A questo proposito, ricordiamo che l’Azerbaigian deve attuare le misure provvisorie specificate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo il 22 settembre, ovvero astenersi dall’adottare misure che potrebbero portare agli obblighi previsti dalla Convenzione, in particolare dall’articolo 2 ( diritto alla vita) e violazioni dell’articolo 3 (divieto di tortura e di trattamenti o pene inumani o degradanti).Abbiamo preso atto delle dichiarazioni pubbliche del presidente Aliyev sulla sua disponibilità a convivere pacificamente con gli armeni del Karabakh e a preservare i loro diritti. L’Azerbaigian ha una chiara responsabilità primaria per il destino della popolazione. Occorre fornire garanzie tangibili, concrete e trasparenti. Come importante misura di rafforzamento della fiducia, ci aspettiamo un’amnistia globale per tutti gli armeni del Karabakh, compresi i loro rappresentanti, e una moderazione da parte di tutte le parti sulla dura retorica.L’accesso internazionale al Karabakh è fondamentale quando si tratta di fornire gli aiuti tanto necessari e garantire un monitoraggio indipendente della situazione sul campo. L’Unione europea ha preso atto delle ultime due visite delle Nazioni Unite. Apprezziamo il lavoro del Rappresentante Speciale del Segretario Generale per la Migrazione e i Rifugiati, che sta fornendo sostegno e assistenza alle autorità armene nella gestione di questo esodo di massa verso il suo territorio. Attendiamo con ansia la missione conoscitiva del Consiglio d’Europa, guidata dal Commissario per i diritti umani, Dunja Mijatović, e le sue ulteriori raccomandazioni.L’UE riafferma il suo sostegno alla sovranità, all’inviolabilità dei confini e all’integrità territoriale sia dell’Azerbaigian che dell’Armenia. Chiediamo all’Azerbaigian di riaffermare il suo impegno inequivocabile per l’integrità territoriale dell’Armenia in conformità con la Convenzione del 1991 Dichiarazione di Almaty.L’UE resta impegnata a promuovere il dialogo tra le due parti per garantire una pace globale e sostenibile a beneficio di tutte le popolazioni della regione.”

(18) UNIONE EUROPEA – La prossima settimana i ministri degli Esteri dell’UE discuteranno la questione della soluzione delle relazioni armeno-azerbaigiane. Lo riferisce il servizio stampa del Consiglio Ue.Secondo il rapporto, la sessione del Consiglio dei ministri degli Esteri, presieduta dal capo del dipartimento diplomatico dell’UE, Josep Borel, è prevista per il 23 ottobre a Lussemburgo.

(18) PARLAMENTO OLANDA – A seguito delle recenti discussioni sulla situazione nel Nagorno-Karabakh, il parlamento olandese ha adottato a maggioranza di voti due proposte: una sul sostegno militare all’Armenia e l’altra sulla pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh. Nell’offerta di assistenza militare si menziona che l’Azerbaigian ha annunciato ulteriori piani per attaccare l’Armenia dopo la situazione nel Nagorno-Karabakh. I parlamentari hanno chiesto al governo di invitare gli altri Stati membri dell’Unione europea a rispondere positivamente alla possibile richiesta di sostegno militare dell’Armenia.Il Parlamento, tenendo conto della definizione di pulizia etnica data dall’Onu, nella seconda proposta chiede al governo di decidere anche se si riferisce alla deportazione degli armeni dal Nagorno Karabakh dopo oltre 9 mesi di assedio e all’attacco all’enclave.

(18) REAZIONE RUSSA – Mosca considera piuttosto provocatorio il discorso del primo ministro russo Nikol Pashinyan al Parlamento europeo il 17 ottobre. Come scrive la TASS, lo ha detto una fonte di alto rango a Mosca la quale ha anche aggiunto che il primo ministro armeno “sta facendo grandi passi sulla strada del presidente ucraino Volodymyr Zelensky“. “Consideriamo il discorso del primo ministro armeno Nikol Pashinyan al Parlamento europeo il 17 ottobre del tutto irresponsabile e provocatorio, soprattutto in relazione alla Russia e alle relazioni armeno-russe. Vediamo come stanno cercando di trasformare l’Armenia nella terza Ucraina, se consideriamo la Moldova come la seconda Ucraina, e Pashinyan sta seguendo il percorso di Vladimir Zelenskyj a passi di sette miglia“, ha detto la fonte.

(17) AIUTI AI BAMBINI SFOLLATI – l governo della Repubblica Armena ha fornito 100.000 dram (circa € 240) a ciascuno dei circa 14.600 bambini sfollati con la forza dall’Artsakh. Lo ha detto il ministro del Lavoro e degli affari sociali della RA, Narek Mkrtchyan, durante la conferenza stampa tenutasi nel centro umanitario.”Per i minorenni è stata lanciata una piattaforma separata, dove la madre del bambino doveva inserire i dati, dopodiché il denaro veniva trasferito. Sono già state presentate domande per 27.300 bambini su 30.000. La settimana scorsa ne abbiamo pagati 14.593. Altre richieste sono in fase di elaborazione“, ha detto Mkrtchyan. Egli ha sottolineato che anche più di 80.000 cittadini hanno ricevuto 100.000 dram. Il ministro ha anche fatto riferimento al programma in base al quale gli sfollati del Nagorno-Karabakh ricevono anche 50.000 dram di assistenza mensile per l’affitto degli appartamenti e il risarcimento dei servizi pubblici.”Da novembre i nostri connazionali che hanno appartamenti propri in Armenia riceveranno 10.000 dram per compensare i costi delle utenze“, ha detto il ministro. Mkrtchyan ha aggiunto che 200 anziani sfollati dal Nagorno-Karabakh sono attualmente nei centri di custodia del ministero. 

(17) PROCESSO A KHACHATRYAN – Oggi a Baku si è tenuta la seconda udienza nel processo che vede imputato il cittadino dell’Artsakh Vagif Khachatryan, rapito dagli azeri tre mesi fa mentre si stava recando in Armenia con la Corce Rossa. Il 68enne si è dichiarato non colpevole. L’uomo ha dichiarato di non aver partecipato a “crimini” contro gli azeri. “Gli azeri che vivevano lì mi erano vicini, li conoscevo tutti. Non ho preso parte ad alcuna azione durante il combattimento“, ha detto.

(17) PASHINYAN A STRASBURGO – Il Primo ministro armeno Nikol Pashinyan è in visita a Strasburgo. Nella sede del parlamento europeo ha tenuto un discorso. In giornata ha discusso con il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Maria Pejcinovich Burich, la situazione umanitaria creata dall’Azerbaigian nell’Artsakh come risultato della politica di pulizia etnica.Pashinyan ha avuto anche un briefing congiunto con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metzola, alla quale ha detto che sarà necessario un ulteriore sostegno di bilancio per gli sfollati del Nagorno Karabakh. In precedenza, la presidente Metzola nell’introdurre Pashinyan al parlamento europeo ha detto: “Ospitarvi a Strasburgo significa che noi siamo leali all’Armenia e voi siete leali alla famiglia europea. Il vicinato europeo è oggi più instabile e insicuro che mai. Guerra, conflitto e instabilità: questa è la realtà che ci circonda.Vi assicuro che l’Armenia è per noi un partner importante nel quadro del partenariato orientale dell’UE. Esprimiamo il nostro sostegno incondizionato all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Armenia, all’inviolabilità dei confini

(16) FORZA DI PACE RUSSA – Le truppe russe di mantenimento della pace hanno chiuso un altro posto di osservazione nella regione di Askeran. Dal 19 settembre 2023, otto basi e 16 posti di osservazione temporanei delle forze di pace russe sono stati chiusi nelle regioni di Askeran, Shushi, Martun e Martakert. Il comunicato del ministero della Difesa di Mosca recita che “con la partecipazione delle forze di pace russe, continuano i lavori per ripristinare la fornitura di elettricità e gas alle regioni abitate del Nagorno-Karabakh“.

(16) INSEGNANTI DELL’ARTSAKH – In Armenia è stata lanciata una piattaforma di sostegno per gli insegnanti sfollati con la forza dell’Artsakh. Attualmente sono disponibili 1.422 posti vacanti per insegnanti nelle scuole pubbliche. Gli insegnanti sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh riceveranno un bonus del 30% quando inizieranno a lavorare nelle scuole di tutte le regioni della Repubblica e, in alcune regioni, negli istituti scolastici pubblici delle comunità di Syunik, Vayots Dzor, Chambarak e Vardenis della regione di Gegharkunik, Noyemberyan Le comunità di Ijevan e Berd della regione di Tavush, oltre ad un bonus del 30%, avranno anche un assegno mensile di 50.000 dram (circa 120 euro).

(16) BANCA DATI SFOLLATI – Il Governo della Repubblica d’Armenia informa che, tenuto conto del fatto che il censimento della popolazione sfollata con la forza dal Nagorno Karabakh è stato quasi completamente completato, da oggi è stato interrotto l’inserimento diretto dei loro dati personali nella banca dati elettronica. Eventuali ulteriori aggiornamenti potranno essere fatti rivolgendosi direttamente agli uffici amministrativi delle varie regioni o della municipalità di Yerevan,

(16) CONSULTAZIONE DEL PRESIDENTE – Il presidente della repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, ha incontrato oggi i rappresentanti delle forze politiche dell’Assemblea nazionale di Stepanakert. La riunione si è tenuta nella sede di rappresentanza in Armenia della repubblica di Artsakh dove ora operano la presidenza della repubblica e gli uffici amministrativi.

(16) COPRIFUOCO A STEPANAKERT – Il presidente dell’Azerbaigian, dopo la sua visita a Stepanakert, ha imposto il coprifuoco nella città. A questo proposito è stato firmato un ordine corrispondente, secondo il quale il maggiore generale della polizia Sardar Safarov è stato nominato ufficiale di pattuglia della città di Stepanakert.

(16) CONSIGLIO D’EUROPA – La commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, visiterà l’Armenia e l’Azerbaigian, nonché il Nagorno-Karabakh, dal 16 al 23 ottobre, concentrandosi sulla situazione dei diritti delle persone colpite dal conflitto. Il commissario incontrerà funzionari governativi, organizzazioni internazionali e rappresentanti della società civile.

(16) STUDENTI DALL’ARTSAKH – A partire da oggi, 667 (su 994) bambini in età scolare sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh saranno ammessi nelle scuole pubbliche della regione di Gegharkunik. 50 dei 390 bambini in età prescolare registrati in Gegharkunik frequentano la scuola materna. Si sta lavorando per ammettere nelle scuole e negli asili tutti i bambini sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh.

(15) HARUTYUNYAN – L’ex presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan, catturato dall’Azerbaigian e trasferito a Baku, ha contattato la sua famiglia secondo quanto riferisce il suo avvocato Alov Afaraliyev.

(15) DIPARTIMENTO DI STATO USA – Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti smentisce la pubblicazione del periodico Politico secondo cui il segretario di Stato Anthony Blinken durante l’incontro con i parlamentari statunitensi aveva avvertito che l’Azerbaigian potrebbe invadere l’Armenia nelle prossime settimane. Il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha affermato che le informazioni contenute nell’articolo sono “errate” e “non riflettono ciò che il Segretario di Stato Blinken ha detto ai legislatori”. Ieri era uscita una nota del Dipartimento di Stato che non smentiva nè confermava le parole di Blinken.

(15) ALIYEV A STEPANAKERT – Il presidente dell’Azerbaigian si è recato a Stepanakert dove ha issato la bandiera azera davanti al palazzo presidenziale. Nel tour fotografico sul sito della presiedenza della repubblica si vede anche il dittatore visitare la sede del parlamento. Aliyev è stato ad Askeran, Ivanian e Shushi nella stessa giornata.

(15) APPELLO DEL PAPA – Nel corso dell’Angelus, papa Francesco ha parlato della situazione in Artsakh con particolare riferimento al problema degli sfollati e della tutela del patrimonio religioso armeno: “Vorrei rivolgere anche un particolare appello in favore della protezione dei Monasteri e dei luoghi di culto della regione. Auspico che a partire dalle autorità e da tutti gli abitanti possano essere rispettati e tutelati come parte della cultura locale, espressioni di fede e segno di una fraternità che rende capaci di vivere insieme nelle differenze“.

(15) TRAGICO BILANCIO – A seguito dell’attacco su larga scala dell’Azerbaigian contro l’Artsakh del 19 settembre, si contano più di 200 vittime tra i militari e più di 2 dozzine tra i cittadini. A questo dato si aggiunge quello riguardante l’esplosione del deposito di carburante: Il portavoce del ministero degli Interni dell’Artsakh, Hunan Tadevosyan, ha riferito che ci sono 220 morti accertati a seguito dell’esplosione del deposito di benzina il 25 settembre.Tadevosyan ha sottolineato che circa 150 di loro sono irriconoscibili.”I resti sono stati rimossi dall’area dell’esplosione e trasferiti al Centro di competenza forense di Yerevan per l’autenticazione tramite un test del DNA. Ci sono anche più di 50 persone scomparse.”

(14) DIPARTIMENTO DI STATO USA – A fronte delle notizie riguardanti un colloquio tra il Segretario di Stato Blinken e alcuni legislatori nel corso del quale si sarebbe prospettata la possibilità che l’Azerbaigian a breve attacchi l’Armenia, il Dipartimento di Stato ha rilasciato una nota sottolineando che “gli Stati Uniti continuano a cooperare con i leader dell’Azerbaigian e dell’Armenia ai massimi livelli, lottando per una pace dignitosa e duratura in cui i diritti di tutti siano rispettati. L’uso della forza è inaccettabile e il dialogo diretto è essenziale per la soluzione di questo conflitto di lunga data“. Il Dipartimento di Stato americano ha inoltre osservato che “gli Stati Uniti sostengono gli sforzi del governo armeno per aiutare gli sfollati a trovare rifugio e conforto in Armenia in stretta collaborazione con le organizzazioni umanitarie. Estendiamo la nostra solidarietà agli sfollati, riconoscendo lo shock e il trauma che stanno attraversando e l’incertezza che stanno affrontando“. Il Dipartimento di Stato ha inoltre aggiunto che Baku ha la responsabilità di proteggere i civili e garantire il trattamento umano di tutti, compresi coloro che sospetta siano coinvolti nelle ostilità. “L’Azerbaigian è anche responsabile di garantire che le sue forze [armate] rispettino il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario, che regola la condotta delle ostilità, la protezione dei civili e il trattamento umanitario dei partecipanti alle ostilità“.

(14) RESIDENTI IN ARTSAKH – Artak Beglaryan, ex ministro dell’Artsakh, riferisce che un massimo di 40 cittadini dell’Artsakh sono rimasti sotto l’occupazione azera. “La popolazione dell’Artsakh ha dovuto affrontare il genocidio compiuto dal regime dittatoriale di Aliyev, oltre il 99,96% è stato sfollato con la forza. Attualmente, un massimo di 40 residenti dell’Artsakh rimangono sotto l’occupazione azera, e alcuni di loro non sono di etnia armena. sono di origine russa“, ha detto Beglaryan.

(13) PUTIN SU NEGOZIATI – Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha dichiarato di non vedere alcun problema che possa impedire la conclusione di un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian dopo gli avvenimenti del Nagorno-Karabakh. “Non vedo alcun problema che possa impedire la firma di un trattato di pace adesso, dopo gli eventi del Karabakh. Siamo pronti a sostenere la ripresa dei negoziati di pace nella speranza di concludere un accordo di pace, abbiamo suggerito a tutti i partner di riunirsi a Mosca“, ha detto Putin in una conferenza stampa a Bishkek. Secondo il presidente della Federazione Russa, ci sono questioni puramente tecniche legate alla demarcazione e alla delimitazione.”100 metri in una direzione, un chilometro in un’altra direzione, non sono più importanti. Tutto questo può essere fatto se c’è la buona volontà di entrambe le parti“, ha aggiunto Putin.

(13) SFOLLATI – 80mila 128 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh sono state ricollocate in 10 regioni dell’Armenia. Per quanto riguarda gli alberghi, in un giorno circa 300 persone sono state trasferite dagli alberghi in appartamenti separati o case private. Attualmente negli alberghi vivono 7782 persone. 56mila persone su 80mila 128 sono state trasferite negli insediamenti con il sostegno del governo armeno.

(13) PROCESSO A RAPITO – Il portavoce del ministro degli Affari esteri armeno Ani Badalyan sottolinea che a Baku è in corso un falso processo contro Vagif Khachatryan, un residente di 68 anni del Nagorno-Karabakh. “Al rapimento illegale, che costituisce una grave violazione del diritto umanitario internazionale, fa ora seguito la pubblicazione di video e foto che mostrano la sofferenza di un civile di 68 anni. Come richiesto da molte organizzazioni e istituzioni internazionali per i diritti umani, i prigionieri di guerra e i civili ancora tenuti in ostaggio a Baku dovrebbero essere rilasciati“, ha scritto Badalyan.

(13) BILANCIO ESPLOSIONE – Sullo sfondo delle operazioni militari di settembre nell’Artsakh, dell’evacuazione delle vittime, dell’evacuazione dei militari e dei civili feriti e dello sfollamento forzato, il 25 settembre la sfortunata esplosione nel deposito di carburante ha trasformato la vita della popolazione dell’Artsakh in un vero inferno. Secondo i dati raccolti dal comitato investigativo e dalla missione d’inchiesta dell’Ufficio per i difensori dei diritti umani, 212 cittadini sono rimasti vittime dell’esplosione. Centinaia di cittadini sono stati trasferiti in strutture sanitarie armene e straniere, alcuni di loro versano in condizioni estremamente gravi.  Fino al 4 ottobre, a seguito delle operazioni di ricerca e salvataggio effettuate in quella zona dai soccorritori dell’Artsakh, alcuni dei corpi evacuati venivano identificati, 150 corpi irriconoscibili si trovano nell’ufficio degli esami medici forensi. L’informazione secondo cui la parte azera avrebbe trasferito i feriti ad Akna (Aghdam) o Shushi dopo l’esplosione non è vera. Secondo testimoni oculari, c’erano più di 500 persone, tra cui donne e bambini, nell’area del deposito di carburante appartenente al Ministero della Difesa, situato sul lato sinistro dell’autostrada Stepanakert-Askeran. Secondo la versione iniziale, l’esplosione e il conseguente incendio sarebbero il risultato del mancato rispetto delle norme di sicurezza.

(13) FORZE DI PACE RUSSE – Le forze di pace della Federazione Russa devono rimanere ufficialmente nel Nagorno-Karabakh fino al novembre 2025, la questione verrà risolta nei negoziati. Lo ha annunciato il presidente russo Vladimir Putin nel corso della conferenza stampa.”Ufficialmente, le nostre forze di pace sono lì fino a novembre 2025 e, naturalmente, in dialogo con i nostri partner, dobbiamo decidere e risolvere la questione di cosa e come faremo in futuro. Lo decideremo durante i negoziati“, ha detto Putin.Il presidente russo ha osservato che quando nel 2020 è stato raggiunto un accordo sulla presenza delle forze di pace russe nel territorio del Nagorno Karabakh, il loro mandato era solo quello di osservare il regime di cessate il fuoco.”Lo status del Karabakh non è stato tuttavia deciso in modo definitivo e quando l’Armenia ha riconosciuto che il Karabakh fa parte dell’Azerbaigian, si è scoperto che le nostre forze di pace si trovano già definitivamente, senza alcun dubbio, nel territorio della Repubblica dell’Azerbaigian, e certo, ora, per dirla senza mezzi termini, dopo i difficili eventi legati allo sfollamento della popolazione armena, la situazione è completamente e radicalmente cambiata“, ha osservato Putin.

(12) DICHIARAZIONI DI LAVROV“Siamo consapevoli del numero di organizzazioni non governative che sono state fondate in Armenia negli ultimi anni. Queste organizzazioni non sono state create per promuovere relazioni amichevoli tra Armenia e la Russia, al contrario. Hanno lo scopo di creare un terreno per i sentimenti anti-russi e di prepararsi a promuovere gli interessi di Stati Uniti, Europa e della NATO. Vediamo questi tentativi, ottengono alcuni risultati, ma siamo profondamente convinti che la stragrande maggioranza del popolo armeno sia interessata a sviluppare legami storicamente fraterni con la Russia.Un paio di giorni fa, Pashinyan ha rilasciato un’intervista in cui ha detto chiaramente che l’Armenia non cambierà i suoi orientamenti. Speriamo che questa posizione prevalga, nonostante i tentativi di portare Yerevan in una direzione diversa.”

(12) BAKU ATTACCA LA FRANCIA – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha risposto alle dichiarazioni fatte al Senato dal Ministro dell’Europa e degli Affari Esteri francese, Catherine Colonna, dichiarando che “condannano e respingono risolutamente le accuse infondate contro l’Azerbaigian“. “Le dichiarazioni di Colonna sul ‘reinsediamento pianificato’ degli armeni dalla regione del Karabakh in Azerbaigian contraddicono la posizione della comunità internazionale e persino del Primo Ministro armeno il 21 settembre“, si legge nella dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian. Inoltre, il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha anche criticato la Francia per la mancata risposta al “mancato adempimento da parte dell’Armenia delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite” e ha invitato a fermare il suo “comportamento distruttivo” e le “minacce contro l’Azerbaigian“. Il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna ha ieri dichiarato che l’Azerbaigian ha pianificato e organizzato l’uscita di oltre 100.000 armeni dal Nagorno Karabakh affermando che questo grave crimine non può rimanere senza risposta. Ha altreì aggiunto che il conflitto tra Armenia e Azerbaigian dovrebbe essere risolto attraverso negoziati e che Baku dovrebbe capire che non può seguire la strada dell’uso della forza. Colonna ha informato che la Francia, nell’ambito del Consiglio di sicurezza dell’ONU, chiederà l’adozione di una risoluzione sul ritorno degli armeni del Nagorno Karabakh.

(12) PASHINYAN SUGLI SFOLLATI – Il governo armeno dovrebbe fare tutto il possibile per garantire che tutti gli sfollati forzati del Nagorno Karabakh rimangano nella Repubblica di Armenia, se non hanno la possibilità di tornare nel Nagorno Karabakh secondo quanto dichiarato dal premier armeno. “Nel caso e nell’eventualità che i nostri fratelli e sorelle del Nagorno Karabakh non abbiano l’opportunità di tornare alle loro case, la nostra politica è fare di tutto per garantire che tutte le persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh rimangano nella Repubblica di Armenia. Questo è un record molto importante. Vogliamo che tutti rimangano, vivano e lavorino nella Repubblica di Armenia, senza eccezioni. E questa sarà la nostra politica“, ha detto Pashinyan. Secondo le informazioni del Primo Ministro, 2.500 persone sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh hanno lasciato l’Armenia. “Spero che visitino i loro parenti che vivono all’estero per trascorrere un po’ di tempo lì e poi tornino solo per superare la situazione shock. Abbiamo piani legati alla demografia, alla fornitura di alloggi, alla costruzione di case nei villaggi di confine. Faremo di tutto con tutti questi programmi affinché le opportunità delle persone di rimanere in Armenia non siano limitate da nulla di oggettivo o soggettivo“, ha concluso Pashinyan.

(12) SOSTEGNO AGLI SFOLLATI – Nella sessione del 12 ottobre del Governo della Repubblica di Armenia è stato approvato il progetto per fornire sostegno sociale per sei mesi agli sfollati forzati del Nagorno-Karabakh. Verranno dati 40.000 dram al mese (circa 100 euro) a testa agli sfollati forzati perché vivano in alloggi temporanei e 10.000 dram (circa 25 euro) al mese per pagare le bollette. Sarà fornito sostegno ai membri adulti e minori delle famiglie sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh, ad eccezione dei casi in cui il richiedente non si trovi in Armenia (perchè andato all’estero) oppure risulti persona iscritta all’anagrafe statale dell’Armenia. Gli sfollati che possiedono immobili residenziali in Armenia non beneficeranno dei 40.000 dram per vivere in alloggi temporanei, ma potranno utilizzare i 10.000 dram per le bollette. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali informa che non è necessario presentare domande per il mese di ottobre in quanto la lista dei pagamenti di questo mese verrà formata elaborando i dati delle persone che hanno ricevuto un sussidio una tantum di 100mila dram (circa 240 euro). Da novembre il contributo non sarà erogato a persone che risiedono che risiedono temporaneamente in aree di proprietà statale o comunale e verrà fornito sulla base di domande online una tantum.

(12) P.AC.E. – Nella sessione autunnale dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, le Commissioni per gli affari giuridici e i diritti umani, la migrazione e il monitoraggio hanno tenuto audizioni congiunte sul tema “Diritti umani e situazione umanitaria degli armeni del Karabakh e obblighi internazionali dell’Azerbaigian”. Durante il dibattito presso gli Istituti Europei di Strasburgo, il rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Andreas Wisner, ha presentato i fatti riguardanti lo sfollamento della popolazione del Nagorno-Karabakh. Ha ricordato che in Armenia hanno ricevuto asilo 100.632 rifugiati, tra cui 30.000 bambini. “I rifugiati appena arrivati ​​sono per lo più confusi e preoccupati per il loro futuro. Non sanno cosa accadrà alle loro case. Non sanno se un giorno potranno tornare. Non sanno se i loro figli avranno accesso all’istruzione. La maggior parte dei rifugiati non ha portato quasi nulla con sé e ha bisogno immediato di beni di prima necessità come coperte, biancheria da letto, medicine, supporto psicosociale e riparo. Molti, sia bambini che adulti, sono rimasti traumatizzati e necessitano di supporto psicologico. “Molti sono preoccupati per i loro parenti anziani che non potevano o non volevano lasciare le loro case e i loro animali domestici“, ha detto Wisner. Secondo lui, il governo armeno ha compiuto sforzi costanti e lodevoli per registrare i nuovi arrivati ​​e soddisfare le loro crescenti esigenze.

(12) CONSIGLIO DIRITTI UMANI ONU – Lo sfollamento di massa degli armeni è legato all’operazione militare dell’Azerbaigian e al blocco di 9 mesi. Lo afferma la dichiarazione di 34 Stati membri del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Secondo la dichiarazione, il prossimo passo dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) sarà quello di monitorare da vicino la situazione dei diritti umani nel Nagorno-Karabakh, incontrare i rifugiati e gli sfollati, nonché coloro che rimangono, e riferire al Consiglio. “Pertanto, esortiamo Armenia e Azerbaigian a invitare i rappresentanti dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani a fornire loro tale assistenza tecnica il prima possibile. In questo momento, chiediamo all’Azerbaigian di garantire i diritti e la sicurezza dei restanti armeni del Nagorno-Karabakh e di creare immediatamente le condizioni per il ritorno volontario, sicuro, dignitoso e stabile di coloro che vogliono tornare in patria. Il loro patrimonio culturale e religioso deve essere garantito e protetto. Chiediamo inoltre all’Azerbaigian di rispettare le misure provvisorie adottate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo il 22 settembre e le misure provvisorie della Corte internazionale di giustizia adottate il 7 dicembre 2021, 22 febbraio 2023 e 6 luglio 2023. Chiediamo all’Armenia, con il sostegno della comunità internazionale, di continuare a fornire assistenza umanitaria agli sfollati a causa della crisi“, ha affermato in una nota il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

(11) SITUAZIONE AL CONFINE – In un’intervista con la televisione pubblica, Pashinyan ha detto che ogni giorno gli vengono segnalati casi di violazione del cessate il fuoco e durante l’intera giornata precedente un proiettile è stato sparato al confine tra Armenia e Azerbaigian.“Voglio dire, questo è essenzialmente un livello di escalation molto basso, quasi zero. Al momento non abbiamo alcun accumulo di truppe al confine, né da parte nostra né da parte dell’Azerbaigian. Al momento non vi è alcuna tensione al confine. Ma d’altra parte, nel mondo moderno, il movimento delle truppe può avvenire in poche ore, giorni. Cioè, puoi trovare la risposta alla tua domanda dai risultati o dalle conseguenze della mia conversazione. Possiamo uscire di qui, dopo questa trasmissione, e si scopre che qualcosa è successo o può succedere“, ha detto Pashinyan.

(11) UNESCO – Il 9 ottobre l’ambasciatore Christian Ter-Stepanyan, rappresentante permanente dell’Armenia presso l’UNESCO, ha tenuto un discorso alla prima sessione plenaria della 217a sessione del Consiglio esecutivo dell’organizzazione. Nel suo discorso l’ambasciatore ha richiamato l’attenzione dei presenti sui passi compiuti dalle Forze Armate azerbaigiane subito dopo l’attacco militare del 19 settembre e la partenza degli armeni dell’Artsakh, in particolare, sottolineando la distruzione della croce posta vicino a Stepanakert e i tentativi di appropriazione e di distorcere l’identità di Gandzasar, uno dei più famosi monasteri armeni medievali. L’ambasciatore Ter-Stepanyan ha sottolineato che i passi menzionati dimostrano ancora una volta l’intenzione dell’Azerbaigian di distruggere qualsiasi traccia armena nell’Artsakh, cosa che l’Armenia ha denunciato già dal novembre 2020. In questo contesto, l’ambasciatore ha sottolineato in particolare l’urgenza di inviare una missione conoscitiva dell’UNESCO nell’Artsakh, sottolineando che l’attuazione di tale missione rientra nei programmi considerati dal Direttore generale. Molto apprezzata è stata la missione dell’UNICEF già in Armenia con lo scopo di valutare le condizioni necessarie per la continuità dell’istruzione di 30.000 bambini. Concludendo il discorso, il rappresentante permanente della Repubblica di Armenia presso l’UNESCO ha sottolineato l’importanza di un’adeguata valutazione e del coinvolgimento della comunità internazionale nella situazione creatasi.

(11) FORZE DI PACE RUSSE – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che il futuro destino delle forze di pace russe di stanza nel Nagorno-Karabakh sarà discusso con l’Azerbaigian. Ha risposto così indirettamente al premier armeno Pashinyan che ieri aveva detto che una volta ritiratesi dal Nagorno Karabakh i soldati russi non sarebbero dovuti venire in Armenia. la questione non è stata discussa. “Ora, infatti, sia de facto che de jure, le nostre forze di pace si trovano sul territorio dell’Azerbaigian. Lo riconosce anche il primo ministro armeno Pashinyan. Per quanto riguarda il loro futuro regime, la loro permanenza e tutte le circostanze che lo accompagnano, ovviamente se ne discuterà con la parte azera. E naturalmente continueremo i nostri contatti anche con i nostri amici armeni”, ha detto Peskov.

(10) USTIONATO IN SPAGNA – Oggi, un paziente che ha riportato ustioni a seguito dell’esplosione è stato trasferito in Spagna per continuare le cure specialistiche e complesse all’estero. Circa 2 dozzine di pazienti trasferiti nei centri medici di Yerevan in condizioni estremamente gravi, le cui condizioni di salute si sono stabilizzate grazie agli sforzi dei nostri operatori sanitari, sono stati trasferiti nei principali centri medici negli Stati Uniti, Francia, Bulgaria, Italia e Belgio in continuare il trattamento.

(10) CONSIGLIO D’EUROPA – Nel suo intervento alla sessione ordinaria della sessione autunnale dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo, la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Maria Pejcinovich Burich ha fatto riferimento agli sviluppi nel Caucaso meridionale, informando che il suo rappresentante speciale presso il questione dei rifugiati e dei migranti si è recato in Armenia per comprendere le esigenze di decine di migliaia di sfollati forzati dal Nagorno Karabakh. Alla domanda di Armen Gevorgyan, membro della delegazione armena alla PACE, su come considera il Consiglio d’Europa l’arresto degli ex leader del Nagorno-Karabakh da parte di Baku, Burich ha risposto che anche questo tema sarà all’ordine del giorno della visita della missione del Segretariato in Azerbaigian.Ha inoltre osservato che è necessario lavorare su misure per rafforzare la fiducia tra i popoli.

(10) STUDENTI SFOLLATI – Al fine di organizzare l’istruzione degli studenti sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, il Ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica di Armenia ha inviato un’altra circolare ai direttori delle scuole e delle università. Secondo la circolare, durante questo periodo il Ministero dell’Istruzione e della Cultura ha ricevuto una serie di domande riguardanti l’organizzazione della continuazione dell’istruzione dei nostri connazionali sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, il superamento di 8 differenze disciplinari negli studi e nelle preferenze professionali, nonché l’ammissione in una scuola professionale o in un’università di persone che frequentano la scuola superiore o che sono state escluse dagli studi dopo l’istruzione di base. In caso di ripristino del diritto all’istruzione interrotto nella Repubblica del Nagorno-Karabakh, lo Stato prevede un risarcimento delle tasse universitarie allo scopo di organizzare l’istruzione nei college e nelle università statali.

(10) STRESS BAMBINI – I bambini rifugiati sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh e rifugiati in Armenia mostrano segni di acuto stress psicologico. Lo documentano gli assistenti sociali che lavorano con l’UNICEF, che forniscono un sostegno speciale ai bambini e alle loro famiglie che hanno lasciato le loro case nelle ultime settimane.Gli assistenti sociali che lavorano in due postazioni dell’UNICEF a Goris, che servono fino a 300 bambini al giorno, hanno riferito sentimenti di ansia, paura e rabbia, manifestati da incubi, enuresi notturna e pianto inconsolabile. Alcuni bambini si isolano da tutti, diventano poco comunicativi, incapaci di esprimere sentimenti o di capire cosa è successo.
L’UNICEF ha lanciato un appello per 12,6 milioni di dollari nei prossimi sei mesi per fornire servizi essenziali tra cui istruzione, protezione dell’infanzia, salute, nutrizione e servizi igienico-sanitari.

(10) ESENZIONI VEICOLI –  I proprietari di veicoli registrati a Stepanakert possono ricevere un certificato di non obbligo del pagamento dell’imposta sulla proprietà. L’annuncio del Comune di Stepanakert è stato pubblicato sulla pagina Facebook del quartier generale delle informazioni dell’Artsakh.

(10) OCCUPAZIONE DI SHUSHI – Secondo il comunicato stampa del Ministero degli Affari Esteri della Turchia del 9 ottobre, il capo del dipartimento Hakan Fidan si recherà a Shushi, occupata dall’Azerbaigian, per partecipare alla 27esima riunione dei ministri dell'”Organizzazione per la cooperazione economica”.

(10) DICHIARAZIONI LAVROV – Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha dichiarato che ora che i leader di Armenia e Azerbaigian hanno risolto la questione del reciproco riconoscimento della sovranità, è giunto il momento di stabilire una vita pacifica e il contingente russo di mantenimento della pace di stanza nel Nagorno Karabakh è pronto a contribuire a stabilire una vita pacifica nel Caucaso meridionale. Il ministro ha altresì sottolineato che l’intervento degli Stati Uniti e dell’Unione europea causa instabilità nelle relazioni tra l’Azerbaigian e l’Armenia. 

(10) ESERCITAZIONE FRANCO-ARMENA – Soldati francesi della sicurezza civile sono arrivati in Armenia per partecipare all’esercitazione HOPE 2023 dedicata alla protezione civile e al salvataggio. Un gruppo della Sicurezza civile francese è arrivato in Armenia per partecipare all’esercitazione HOPE 2023 con i soccorritori dell’Armenia e dell’UE, ha riferito l’ambasciata francese a Yerevan sulla sua pagina X. L’ambasciatore francese in Armenia Olivier Decottignies li ha accolti all’aeroporto internazionale Zvartnots di Yerevan. La squadra francese comprende 56 soldati della Sicurezza civile francese, due aerei Dash, una stazione di controllo mobile, 8 tonnellate di attrezzature e due cani da salvataggio.

(10) IRAN E AZERBAIGIAN – Il vice ministro degli Esteri iraniano Mehdi Safari e il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov hanno discusso della necessità di pace e stabilità permanenti nella regione del Caucaso meridionale. Hanno sottolineato il rifiuto dell’ingerenza esterna nei problemi regionali, così come la necessità di un ruolo costruttivo dei paesi della regione nel quadro delle iniziative regionali, come il formato “3+3” (Armenia, Georgia, Azerbaigian, Iran, Russia, Turchia). Durante l’incontro si è discusso della realizzazione del corridoio di trasporto Nord-Sud, della realizzazione dei progetti economici comuni e delle questioni consolari.

(9) MISSIONE ONU – Una seconda missione delle Nazioni Unite si è recata nel Nagorno-Karabakh.. Tuttavia, i dettagli specifici sulla composizione e sul programma della missione non sono stati resi noti. Vale la pena notare che la precedente visita della missione delle Nazioni Unite ha sollevato critiche da parte di vari esperti. Durante quella missione, i partecipanti non hanno visitato Stepanakert e non hanno potuto assistere alla distruzione e alle conseguenze del bombardamento. Sorprendentemente, hanno visitato Agdam, dove hanno potuto vedere le conseguenze dei bombardamenti. La missione non ha esteso la sua portata ai villaggi remoti, né ha indagato sulle denunce di violenza contro la popolazione armena o sul bombardamento dei siti del patrimonio culturale armeno.

(9) AIUTI UMANITARI – Due aerei con carichi umanitari provenienti dalla Romania e per gli armeni sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh, sono atterrati nella capitale armena Yerevan. Questa è solo una parte del carico inviato in Armenia dal governo rumeno. Un altro volo da Bucarest a Yerevan è previsto per trasportare le persone ferite nell’esplosione a Stepanakert [nel Nagorno Karabakh] alle cure mediche

(9) FERITI IN ITALIA – Cinque armeni dell’Artsakh, rimasti gravemnete feriti nell’esplosione del deposito di carburante, sono stati trasportati con un aereo dell’aereonautica militare italiana in Italia per eseere curati in strutture specializzate.

(9) POSSIBILE VERTICE MINISTRI – Mosca considera la possibilità di organizzare un incontro tra i ministri degli Esteri di Armenia, Russia e Azerbaigian nell’ambito del prossimo vertice della CSI che si terrà il 12 ottobre in Kirghizistan secondo quanto ha dichiarato in un’intervista il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Galuzin.

(8) AIUTO AGLI STUDENTI – Circa 300 studenti sfollati con la forza dall’Artsakh hanno già fatto domanda alle principali università armene per continuare gli studi. Lo ha riferito il vice primo ministro Tigran Khachatryan, che coordina il lavoro del “Centro umanitario” del governo della Repubblica di Armenia, durante la conferenza stampa tenutasi oggi.”Nella prossima settimana, prevediamo di approvare la procedura con la quale verrà fornito sostegno agli studenti per continuare i loro studi, se si tratta di studi retribuiti, e regoleremo la questione“, ha aggiunto il vice primo ministro.

(8) SITUAZIONE FERITI – Ad oggi, il Ministero della Sanità della Repubblica d’Armenia ha informato che 293 pazienti continuano a ricevere cure in vari centri medici, le condizioni di 106 rimangono gravi e 11 sono estremamente gravi.

(8) CINQUE PAZIENTI TRASFERITI IN ITALIA – Cinque pazienti feriti durante l’esplosione di un deposito di benzina vicino a Stepanakert continueranno le cure all’estero, riferisce il Ministero della Salute armeno. Un team di specialisti dall’Italia è arrivato in Armenia di notte e, a seguito di colloqui con i medici armeni, ha selezionato quei pazienti il ​​cui trattamento continuato nel loro paese sarebbe stato più efficace e completo. Anche altri paesi aiutano l’Armenia, con quattro pazienti che ricevono cure in Francia e due in Bulgaria.

(8) BAMBINI A SCUOLA – Quasi il 40% dei bambini trasferiti dal Nagorno Karabakh in Armenia sono già stati inseriti nelle scuole armene. Lo ha affermato Nazeli Baghdasaryan, addetto stampa del Primo Ministro della RA, durante la conferenza stampa tenutasi oggi rilevando che insieme al processo di risoluzione dei problemi educativi e sanitari, lo Stato continua ad essere coerente con ogni persona sfollata con la forza dal Nagorno Karabakh.

(8) NAZIONI UNITE – L’agenzia Onu per i rifugiati ha chiesto 97 milioni di dollari per aiutare gli sfollati dell’Artsakh. Una dichiarazione al riguardo è stata pubblicata sul sito dell’ONU. Va notato che gli aiuti sono necessari per sostenere le azioni portate avanti dal governo armeno. La richiesta di finanziamento è stata lanciata congiuntamente con altre istituzioni delle Nazioni Unite e circa 60 organizzazioni partner. È stato elaborato un piano semestrale per una risposta urgente alla situazione dei rifugiati in Armenia fino alla fine di marzo 2024. È destinato a 231.000 persone: 136.000 rifugiati e 95.000 residenti nella Repubblica d’Armenia, che sostengono i profughi e li accolgono nelle loro case. Il progetto ha tenuto conto anche delle difficoltà dell’avvicinarsi dell’inverno. La dichiarazione propone di fornire sostegno nella fornitura di cibo e alloggio, nonché nell’istruzione e nella sanità. Si raccomanda inoltre di migliorare la fornitura di servizi statali per i rifugiati.

(7) SMANTELLATA ALTRA POSTAZIONE RUSSA – Le forze di pace russe hanno smantellato un altro posto di osservazione nella regione di Askeran. Lo riferisce il Ministero della Difesa della Federazione Russa.Il dipartimento ha informato il 5 ottobre che le forze di pace hanno smantellato i loro posti di osservazione nelle regioni di Askeran, Martakert e Shushi.Secondo il rapporto, in conformità con gli accordi raggiunti sulla cessazione delle ostilità, sotto il controllo delle forze di pace russe, è stato completato l’inventario di armi, equipaggiamento militare, armi da fuoco e munizioni nei magazzini delle forze armate del Nagorno Karabakh.92 unità di veicoli corazzati, 142 unità di autoveicoli, 124 unità di equipaggiamento antiaereo, 112 unità di cannoni di artiglieria da campo, cannoni e mortai antiaerei, 1 unità di cannoni antiaerei, più di 7mila unità di armi leggere e attrezzature anticarro, sono state consegnate circa 66,1 milioni di munizioni.

(7) DISTRIBUZIONE SFOLLATI – Le persone che hanno una certa chiarezza in termini di lavoro e occupazione si spostano nelle regioni dell’Armenia. Secondo i dati del momento, la distribuzione per regioni (Marz) è la seguente: Aragatsot: 4.119 persone, Ararat: 19.054, Armavir: 8.149, Gegharkunik: 4.939, Lori: 4.695, Kotayk: 22.350, Shirak: 3.529, Syunik: 5.436, Vayots Dzor: 2.310, Tavush: 3.195 per un totale di 77.776. Il collocamento di circa 58.000 persone è stato effettuato con il sostegno statale.

(7) ASSISTENZA SANITARIA – Più di 13mila persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh sono state registrate nei centri medici primari, nei policlinici e negli ambulatori. 303 cittadini sfollati con la forza dal Nagorno Karabakh sono ricoverati negli ospedali armeni, le condizioni di 113 sono valutate gravi e 11 sono in condizioni estremamente gravi. 5 bambini continuano a ricevere le cure nelle unità di terapia intensiva.

(7) TELEFONATA TRA PASHINYAN E PUTIN – Il primo ministro Nikol Pashinyan ha avuto una conversazione telefonica con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin come riferisce il servizio stampa del primo ministro armeno. Gli interlocutori hanno discusso della situazione creatasi dopo il reinsediamento forzato degli armeni del Nagorno-Karabakh [Artsakh], nonché di una serie di questioni all’ordine del giorno bilaterale. Il primo ministro Pashinyan si è anche congratulato con il presidente russo per il suo compleanno.

(7) RICERCA PERSONE – Lo staff del Comitato Internazionale della Croce Rossa continua a cercare le persone del Nagorno-Karabakh non ancora evacuate, tra cui anziani, malati e disabili secondo quanto riferisce. Lo ha detto la delegazione del CICR in Armenia. “Il nostro personale continua a cercare le persone che non sono state ancora spostate, compresi anziani, malati e disabili. Durante le visite dei giorni scorsi abbiamo fornito pacchi alimentari e igienici e abbiamo anche aiutato tre persone a ripristinare i contatti con i loro familiari. È stato un grande sollievo per queste persone poter finalmente parlare con i loro parenti, che fino a quel momento non avevano informazioni su dove si trovassero. Alle visite partecipano anche i nostri medici, che hanno valutato lo stato di salute delle persone vulnerabili al fine di soddisfare le loro esigenze mediche“, si legge nella dichiarazione del CICR in Armenia.

(7) ESPLOSIONE ARTSAKH – Sette pazienti feriti a causa dell’esplosione a Stepanakert e dell’aggressione militare dell’Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh sono stati trasferiti in Francia e Bulgaria per continuare le cure nelle migliori cliniche secondo quanto ha riferito il Ministero della Sanità armeno.

(6) PAZIENTI DALL’ARTSAKH – Trecentotre pazienti medici sfollati con la forza dal Nagorno-Karabakh vengono curati nei centri medici dell’Armenia.L’addetto stampa del primo ministro Nazeli Baghdasaryan ha dichiarato in una conferenza stampa che le condizioni di salute di 113 di loro sono gravi; mentre nel caso di 11 pazienti la situazione è gravissima.

(6) CONTABILITA’ SFOLLATI – Alcune delle persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh e stabilitesi in Armenia hanno già ricevuto il pagamento una tantum di 100.000 AMD (circa 237 euro) previsto dal governo armeno. L’addetto stampa del primo ministro Nazeli Baghdasaryan ha detto in conferenza stampa che il resto dei pagamenti continuerà lunedì.Baghdasaryan ha inoltre affermato che il 99,2% degli sfollati dal Karabakh sono già stati registrati in Armenia.Inoltre ha osservato che 13.415 persone, pari al 13,5%, sono già state registrate nelle strutture mediche primarie – policlinici, ambulatori. Nazeli Baghdasaryan ha anche informato che 8.000 studenti frequentano varie istituzioni educative armene, ovvero circa il 32% dei bambini in età scolare.

(6) OSCE – Il Presidente in esercizio dell’OSCE, Ministro degli Esteri della Macedonia del Nord Bujar Osmani, ha chiesto maggiore sostegno internazionale e assistenza umanitaria per oltre 100.000 armeni del Karabakh che hanno trovato rifugio nella Repubblica di Armenia.

(6) AIUTI DALLA RUSSIA – La Russia invierà aiuti umanitari per sfollare forzatamente le persone dal Nagorno-Karabakh a medio e lungo termine, ha annunciato il Ministero russo per le Situazioni di Emergenza dopo un briefing con il Ministero degli Esteri armeno il 2 ottobre, riferisce l’Ambasciata russa in Armenia.L’ambasciata ha già predisposto l’elenco dei beni primari che sarà possibile inviare nei prossimi giorni alla Repubblica d’Armenia per far fronte ai bisogni degli armeni del Nagorno-Karabakh.

(6) MISSIONE NAZIONI UNITE – Il presidente dell’Azerbaigian ha informato che a breve ci sarà una nuova missione delle Nazioni unite nel Karabakh.

(6) CONSOLATI A MEGHRI – Dopo la Francia anche la Russia ha deciso di aprire un consolato a Meghri nel Syunik (Armenia del sud).

(6) FERITI ESPLOSIONE IN FRANCIA – Questo pomeriggio, quattro pazienti gravemente feriti nel Nagorno Karabakh sono stati evacuati negli ospedali francesi, secondo l’impegno assunto dal Ministro dell’Europa e degli Affari Esteri francese, Catherine Colonna, a Erevan. Il 4 ottobre il ministro degli Esteri francese, accompagnato dal ministro della Sanità Anahit Avanesyan, aveva visitato il National Burn Center, dove ricevono cure le vittime dell’esplosione nel Nagorno Karabakh. 

(5) DICHIARAZIONE CONGIUNTA A GRANADA – Armenia, Francia, Germania e UE hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sui risultati dell’incontro in Spagna. Michel, Macron e Scholz hanno sottolineato il loro fermo sostegno all’indipendenza, alla sovranità, all’integrità territoriale e all’inviolabilità dei confini dell’Armenia. Hanno espresso il loro sostegno al rafforzamento delle relazioni UE-Armenia e hanno convenuto sulla necessità di fornire ulteriore assistenza umanitaria all’Armenia. Hanno sottolineato che questi rifugiati devono essere liberi di esercitare il loro diritto di ritornare alle loro case e ai loro luoghi di vita, senza alcuna condizione, con un monitoraggio internazionale e nel dovuto rispetto della loro storia, cultura e dei diritti umani. Rimangono impegnati in tutti gli sforzi diretti alla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, basate sul riconoscimento reciproco della sovranità, dell’inviolabilità dei confini e dell’integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2).
Hanno sottolineato l’urgente necessità di lavorare per la delimitazione dei confini sulla base delle più recenti mappe dello Stato Maggiore dell’URSS fornite alle parti, che dovrebbero anche fungere da base per il distanziamento delle forze, per finalizzare il trattato di pace e affrontare tutte le questioni umanitarie. Hanno chiesto una maggiore cooperazione regionale e la riapertura di tutti i confini, compreso il confine tra Armenia e Turchia, nonché l’apertura di collegamenti di connettività regionale basati sul pieno rispetto della sovranità e della giurisdizione dei Paesi.
I leader europei hanno chiesto ad Armenia e Azerbaigian di rilasciare tutti i detenuti e di cooperare per affrontare la sorte delle persone scomparse e facilitare il lavoro di sminamento

(5) DICHIARAZIONE PASHINYAN-VON DER LEYEN – In seguito all’incontro tra il primo ministro Nikol Pashinyan e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Granada, a margine della Comunità politica europea, è stata adottata una dichiarazione congiunta. 
“ Ci siamo incontrati oggi nella città di Granada, a margine del vertice della Comunità politica europea ospitato dalla Spagna. Abbiamo ribadito la nostra condanna dell’operazione militare dell’Azerbaigian contro la popolazione armena del Nagorno-Karabakh e riaffermato la necessità di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale sia dell’Armenia che dell’Azerbaigian, sulla base della dichiarazione di Almaty del 1991 e con la consapevolezza che il territorio dell’Armenia copre 29.800 km2 e 86.600 km2 dell’Azerbaigian. Abbiamo inoltre sottolineato che l’apertura dei collegamenti di connettività regionale dovrebbe basarsi sul pieno rispetto della sovranità e della giurisdizione dei paesi, nonché sui principi di uguaglianza e reciprocità. 
L’Armenia e l’UE sono legate da valori politici condivisi e dal loro impegno per un ordine internazionale basato su regole. In questi tempi difficili, l’UE e l’Armenia sono fianco a fianco. Siamo impegnati a rafforzare ulteriormente le relazioni UE-Armenia. Come abbiamo discusso all’inizio di questa settimana, il nostro obiettivo immediato è rispondere ai bisogni umanitari degli oltre 100.000 armeni del Karabakh fuggiti in Armenia. Abbiamo discusso di come garantire la massima efficacia degli aiuti umanitari e degli altri aiuti immediati forniti dall’UE, che raggiungeranno i 10,45 milioni di euro.
La presidente von der Leyen ha inoltre annunciato che la Commissione sta mobilitando fondi per stanziare 15 milioni di euro dal suo programma annuale per l’Armenia da utilizzare come sostegno al bilancio. Ciò consentirà al governo armeno di far fronte alle urgenti esigenze socioeconomiche e di sostenere l’acquisto di cibo e carburante. Nel lungo termine, l’Unione Europea e l’Armenia sono determinate a rafforzare i loro legami economici, lavorando per sfruttare appieno il potenziale del nostro accordo di partenariato economico globale. 
In particolare, il Piano di investimenti economici (EIP) dell’UE per l’Armenia prevede fino a 2,6 miliardi di euro da utilizzare per investimenti in importanti infrastrutture e altri progetti. La Commissione e l’Armenia raddoppieranno gli sforzi per attuare progetti importanti. La Commissione sosterrà inoltre la partecipazione dell’Armenia a progetti regionali come il cavo elettrico del Mar Nero. Infine, la Commissione intensificherà l’assistenza tecnica all’Armenia, in particolare nei settori della sicurezza aerea e della sicurezza nucleare. La presidente von der Leyen ha informato dei preparativi per un evento congiunto UE-USA a sostegno dell’Armenia. Continueremo le discussioni sui modi in cui rafforzare ulteriormente la nostra relazione nei prossimi giorni
”.

(5) COLPI AZERI SU VEICOLO ARMENO – Il ministero della Difesa dell’Armenia informa che oggi, alle 13,50 ora locale unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco contro un veicolo che stava provvedendo alla consegna di cibo alle postazioni difensive armene. Danni al mezzo ma nessun ferito. La violazione è avvenuta in direzione di Norabak (Gegharkunik)

(5) UNIONE EUROPEA – Charles Michel, capo del Consiglio europeo, ha sottolineato la necessità del riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale tra Armenia e Azerbaigian. Michel ha affermato che durante una recente conversazione con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, ha chiarito che Aliyev “non può avere rivendicazioni territoriali contro l’Armenia”. Intanto, Josep Borrell, capo della diplomazia europea, ha espresso la speranza che i negoziati tra Armenia e Azerbaigian possano essere organizzati a Bruxelles. 
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha rivelato che l’Unione europea fornirà oltre 25 milioni di euro in aiuti all’Armenia a seguito dell’operazione militare dell’Azerbaigian nell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Lo ha annunciato durante la sua visita a Granada, dove ha partecipato al vertice della Comunità politica europea. Inizialmente erano stati stanziati 5,2 milioni di euro, ma von der Leyen ha dichiarato che avrebbe informato il primo ministro armeno Nikol Pashinyan della decisione dell’UE di raddoppiare tale importo portandolo a 10,2 milioni di euro. Inoltre, l’UE contribuirà con altri 15 milioni di euro al bilancio dell’Armenia.

(5) CONDANNATI PRESIDENTI – Un tribunale dell’Azerbaigian ha condannato all’arresto due ex presidenti dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), Arkady Ghukasyan e Bako Sahakyan, e il presidente dell’Assemblea nazionale, Davit Ishkhanyan. Ghukasyan, Sahakyan e Ishkhanyan a una detenzione (provvisoria) di quattro mesi. In precedenza, l’Azerbaigian aveva confermato ufficialmente la notizia dell’arresto dell’ex presidente dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan. Il Servizio di Sicurezza dello Stato dell’Azerbaigian ha pubblicato un video dell’arresto e dell’interrogatorio di Harutyunyan. Arayik Harutyunyan è stato “accusato” ai sensi dei nove articoli del codice penale azerbaigiano e rischia l’ergastolo.

(5) ARMENI RIMASTI – Più di 15 armeni identificati nell’Artsakh (Nagorno Karabakh) sono rimasti sotto il dominio azerbaigiano. Artak Beglaryan, ex ministro di Stato dell’Artsakh, ne ha scritto su Telegram, citando le sue fonti. “Il numero totale non può superare i 40, comprese le persone scomparse”, ha aggiunto Beglaryan.

(5) PARLAMENTO EUROPEO – Nella sessione plenaria di oggi tenutasi a Strasburgo, in Francia, i membri del Parlamento europeo hanno adottato una risoluzione giuridicamente non vincolante che invita l’Unione europea a imporre sanzioni all’Azerbaigian in relazione agli eventi riguardanti il ​​Nagorno Karabakh, nonché a rivedere lo sviluppo della cooperazione e ridurre la dipendenza dall’importazione di gas naturale azerbaigiano. La risoluzione è stata adottata con 491 voti favorevoli, 9 contrari e 36 astensioni. Le risoluzioni del Parlamento europeo sulle questioni di politica estera non sono giuridicamente vincolanti, ma le altre istituzioni europee devono ascoltare le opinioni degli eurodeputati. In particolare, la risoluzione afferma che il Parlamento europeo invita l’UE e i suoi Stati membri ad adottare sanzioni mirate contro i funzionari governativi dell’Azerbaigian responsabili di molteplici violazioni del cessate il fuoco e di abusi dei diritti umani nel Nagorno Karabakh. Inoltre, i deputati chiedono all’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera (Borrell) di sospendere i negoziati per un rinnovato accordo di partenariato con l’Azerbaigian fino a quando quest’ultimo non mostrerà una sincera volontà di rispettare i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Nagorno Karabakh. In caso contrario, i deputati chiedono all’UE e ai suoi Stati membri di prendere in considerazione la sospensione dell’applicazione dell’accordo di facilitazione dei visti e la riduzione del livello di cooperazione con l’Azerbaigian in altri settori.
Il Parlamento europeo ritiene necessario che l’UE riduca la sua dipendenza dal gas naturale dell’Azerbaigian e, in caso di aggravamento delle tensioni tra Azerbaigian e Armenia, sospenda completamente l’importazione di petrolio e gas naturale dall’Azerbaigian.
I deputati chiedono all’UE di lavorare per fornire garanzie internazionali per garantire la sicurezza degli armeni che ancora vivono nel Nagorno-Karabakh, nonché di ripristinare il pieno accesso umanitario alla regione e di aumentare considerevolmente gli aiuti umanitari. Il Parlamento europeo esprime delusione per l’organizzazione dei lavori della prima missione delle Nazioni Unite che ha visitato il Karabakh e chiede l’istituzione di una presenza internazionale nel Nagorno Karabakh sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Inoltre, i deputati hanno chiesto all’Azerbaigian di rilasciare tutti gli armeni, compresi i politici, arrestati nel Nagorno Karabakh.

(4) PRINCIPI PER LA PACE – Rispondendo a una domanda in parlamento il premier armeno Pashinyan ha dichiarato che una pace può essere siglata sulla base di tre principi già illustrati nei precedenti vertici ovvero: 1) riconoscimento reciproca integrità territoriale (Armenia 29.800 km2, Azerbaigian 86.600 km2) 2) Accordo sui parametri per la definizione dei confini (l’Armenia vorrebbe usare le mappe sovietiche del 1975 ma non è categorica su questo punto), 3) l’apertura delle comunicazioni nella regione avverrà secondo il principio di sovranità, giurisdizione, legislazione, uguaglianza e reciprocità dei paesi. Pashinyan ha detto che “se l’Azerbaigian riaffermasse pubblicamente il suo impegno verso questi principi, potremmo praticamente considerare che la conclusione di un trattato di pace è solo questione di breve tempo. Il problema è che gli alti funzionari dell’Azerbaigian, che dicono di essere d’accordo con il processo di pace, non hanno riaffermato il loro impegno verso questi principi, il che solleva dubbi. che quando dicono pace, intendono dopo aver realizzato le loro presunte ambizioni per l’integrità territoriale dell’Armenia. Se riaffermano la loro lealtà a questi 3 principi, allora potremo considerare la pace praticamente raggiunta.”

(4) CONTEGGIO SFOLLATI – Secondo gli ultimi dati risultano ufficialmente sfollati dall’Artsakh 100.632 persone.

(4) IL PRESIDENTE IN ARMENIA? – Secondo alcune fonti l’attuale presidente della repubblica di Artsakh, Samvel Shahramanyan, sarebbe già in Armenia.

(4) SALTA IL VERTICE DI GRANADA – L’Azerbaigian ha dichiarato la indisponibilità a partecipare al previsto vertice di Granada previsto nella cornice della riunione della Comunità politica europea. L’incontro tra Pashinyan e Aliyev con la partecipazione di Macron, Sholz e Michel è saltato. Pare che la ragione del mancato arrivo di Aliyev sia stata la recente posizione della Francia e la non partecipazione di Erdogan. Sembra invece confermata la presenza del premier armeno Pashinyan.

(4) CORRIDOIO DI ZANGEZUR – Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, ha commentato la realizzazione del “corridoio Zangezur”. “Questo lavoro viene svolto nell’ambito della co-presidenza dei vice primi ministri di Armenia, Azerbaigian e Russia. Il progetto di ripristinare la via di trasporto che collega l’Azerbaigian con la Repubblica autonoma di Nakhchivan attraverso la provincia di Syunik in Armenia è in fase di realizzazione discusso. Nell’attuazione di questo progetto, vediamo un significativo potenziale di progresso verso la normalizzazione delle relazioni tra Yerevan e Baku. E, naturalmente, tutto dipende dalla volontà politica dei paesi e dalla disponibilità a raggiungere accordi concreti“, ha affermato il rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri russo.

(4) SERVIZI SEGRETI ARMENIA – L’ex difensore civico Kristine Grigoryan è stata nominata capo dei servizi segreti esteri con decreto del primo ministro Nikol Pashinyan. L’Ufficio è di nuova costituzione.

(3) ARRESTATI I PRESIDENTI – Gli ex presidenti della repubblica di Artsakh, il 66enne Arkadi Ghukasyan (1997-2007), il 63enne Bako Sahakyan (2007-2020) e il 53enne Arayik Harutynunyan (2020-2023), sono stati presi dagli azeri e portati a Baku. Stessa sorte all’attuale presidente dell’Assemblea nazionale David Ishkhanyan. Salgono così a otto le alte cariche dello Stato imprigionate dall’Azerbaigian.

(3) AIUTI DALL’IRAN – 60 tonnellate di aiuti umanitari per gli sfollati dell’Artsakh sono arrivate in Armenia dall’Iran.

(3) DICHIARAZIONI MICHEL – C’è una grande responsabilità da parte dell’Azerbaigian, che ha lanciato questa operazione militare contro il Nagorno Karabakh, ha detto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. “Spetta ora all’Azerbaigian mostrare buona volontà, impegnandosi nel rispetto del diritto internazionale per proteggere i diritti e la sicurezza dell’intera popolazione che vive in Azerbaigian, compresa la popolazione armena“, ha detto Michel, riferendosi al commento secondo cui il rapporto di Bruxelles con Baku rimane difficile ma promettente. Ha anche affermato che Baku rimane un partner dell’UE nonostante il suo sfrontato attacco. “L’Azerbaigian oggi è un partner, sì, è un partner. Ciò non significa che il rapporto sia semplice. No, non è semplice. Ci sono difficoltà? Sì, e queste difficoltà sono reali e devono essere comprese“, ha spiegato. Alla domanda se l’UE debba riconsiderare l’accordo sul gas con Baku, Michel ha risposto: “Certamente. Ciò che ora dobbiamo guardare è come normalizzare il rapporto tra Armenia e Azerbaigian in modo da poter garantire fermamente e incontestabilmente il reciproco riconoscimento del integrità territoriale di entrambi i paesi.”

(3) ALTI FUNZIONARI LASCIANO L’ARTSAKH – Tre alti funzionari hanno lasciato il Nagorno Karabakh e sono entrati in Armenia. Si tratta del ministro degli Interni dell’Artsakh, Karen Sargsyan, del direttore del Servizio di sicurezza nazionale, Ararat Melkumyan, e del capo di gabinetto del presidente del Nagorno Karabakh.
Ieri sera gli azeri non avevano permesso al direttore del Servizio statale di sicurezza nazionale di attraversare il ponte Hakari, lo avevano portato a Stepanakert, arrestato e poi rilasciato, e dopo trattative gli hanno permesso venire in Armenia. In Karabakh sono rimasti solo i presidenti precedenti e quello attuale e diversi funzionari di alto rango. L’Azerbaigian non consente ad Arkadi Ghukasyan, Bako Sahakyan, Arayik Harutyunyan e Samvel Shahramanyan di lasciare l’Artsakh. Tuttavia, sono in corso trattative attive sulla questione. Il procuratore generale dell’Azerbaigian ha emesso un mandato di arresto per Arayik Harutyunyan.

(3) POLIZIA E SOCCORRITORI SE NE VANNO – Anche la polizia e i soccorritori hanno lasciato Artsakh la scorsa notte, secondo quanto riferito dal portavoce del Ministero degli Affari Interni dell’Artsakh, Hunan Tadevosyan. Egli ha sottolineato che le operazioni di ricerca non hanno dato risultati negli ultimi giorni e quindi sono state interrotte. I soccorritori hanno trasportato in Armenia anche le loro attrezzature di servizio e i camion dei pompieri. I resti umani rinvenuti sul luogo dell’esplosione in un deposito di benzina vicino a Stepanakert sono stati portati nella capitale armena Yerevan per un esame genetico. Ci sono persone disperse sia a causa della suddetta esplosione che a causa delle operazioni di combattimento, ma il loro numero esatto non è stato ancora reso noto.

(3) VERTICE DI GRANADA – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev spera che l’incontro che si terrà a Granada darà impulso allo sviluppo dell’agenda di pace nella regione. Lo ha detto Aliyev in un incontro con l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, nella sua residenza a Baku. Aliyev ha notato che l’Azerbaigian ha preso l’iniziativa del trattato di pace e ha notato che nella regione si sono create opportunità storiche per portare avanti l’agenda di pace. Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev si incontreranno a Granada il 5 ottobre. All’incontro parteciperanno anche i leader di Francia, Germania e il Consiglio europeo.

(3) EVACUAZIONE CONCLUSA – Il comando russo di mantenimento della pace riferisce di aver accompagnato “l’ultimo” autobus di rifugiati di etnia armena diretti dal Nagorno Karabakh all’Armenia il 2 ottobre 2023. Rimangono alcuni armeni in Nagorno Karabakh, come quelli che svolgono attività di ricerca e recupero delle persone uccise.

(2) DICHIARAZIONI DI LAVROV – La decisione che il Karabakh deve diventare parte dell’Azerbaigian è stata presa con la partecipazione diretta del primo ministro armeno Nikol Pashinyan, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. “È una bugia quando personaggi [politici] di Yerevan hanno affermato che, firmando un accordo per porre fine alla guerra nel novembre 2020, Putin ha costretto Pashinyan a dare il Karabakh all’Azerbaigian. In questo accordo, datato 10 novembre 2020, è scritto che il Karabakh è un’area di responsabilità del contingente russo di mantenimento della pace e c’era un accordo comune secondo cui il dialogo sullo status finale del Karabakh sarebbe continuato. Tuttavia, quando un anno o un anno e mezzo dopo, il primo ministro Pashinyan, in un regolare vertice europeo a Praga, firmò un documento in cui si afferma che Armenia e Azerbaigian si riconoscono entro i confini del 1991, in conformità con la dichiarazione di Alma-Ata, la questione era chiusa. Successivamente ha utilizzato nuovamente il termine a Bruxelles. Inoltre, nel documento in questione, distribuito dall’UE, non si dice che l’Armenia sia preoccupata per la sorte degli armeni che vivevano in Karabakh, e che tutti debbano in qualche modo occuparsi del proprio destino affinché non non devo soffrire“, ha detto Lavrov.
Coloro che vogliono lasciare il Karabakh per la Russia non possiamo farli restare. Stiamo lavorando con i colleghi e i vicini azeri per stabilizzare la situazione in Karabakh, per rafforzare la fiducia lì, per creare le condizioni per la ripresa della vita normale e della vita comune di armeni e azeri. Spero che anche Yerevan sia interessata a questo e che faccia degli sforzi per questo“, ha aggiunto il ministro degli esteri russo.

(2) SPARI A STEPANAKERT – Il contingente russo di mantenimento della pace ha riferito di una violazione del cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh. “È stata registrata una violazione del cessate il fuoco. Nella città di Stepanakert, uno sconosciuto ha sparato con un’arma da cecchino in direzione del servizio di pattuglia russo-azerbaigiano. Non ci sono vittime. Il comando delle forze di pace russe sta conducendo un’indagine con i rappresentanti della parte azera e del Karabakh su questo fatto”, ha detto il Ministero della Difesa russo.

(2) AZERI ATTACCANO SOLDATI IN ARMENIA – Oggi alle 14:45 (ora locale) unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco contro l’auto che trasportava cibo per il personale delle posizioni armene situate a Kut. In seguito al bombardamento del veicolo incaricato della fornitura di cibo al personale armeno in servizio nelle posizioni di combattimento, ci sono state vittime da parte armena. Dalle ore 16 la situazione lungo la linea del fronte sembra essersi in una certa misura stabilizzata. L’attacco azero al veicolo delle forze armate dell’Armenia è costato la vita di un militare e il ferimento di altri due. Il militare ucciso è Aram Tigran Kocharyan dell’unità militare N del Ministero della Difesa della Repubblica di Armenia.

(2) PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA – I quattro presidenti dell’Artsakh – Arkady Ghukasyan, Bako Sahakyan, Araik Harutyunyan, Samvel Shahramanyan – non si sono trasferiti in Armenia. Secondo una fonte attendibile di Aravot.am continuano a trovarsi nell’Artsakh. Da ieri sera sui social network e sui canali telegrafici si è diffusa la notizia che i tre presidenti dell’Artsakh, a seguito dei negoziati, sono stati trasferiti sani e salvi a Yerevan. Tuttavia, secondo le nostre informazioni, i presidenti dell’Artsakh, la maggior parte dei membri del governo, compresi i capi delle strutture di potere, si trovano nell’Artsakh. A seguito di alcuni incontri e discussioni che si terranno oggi, si prevede che verrà deciso il destino dei tre presidenti dell’Artsakh, Arkady Ghukasyan, Bako Sahakyan, Araik Harutyunyan.Ricordiamo che, secondo il messaggio di ieri del quartier generale dell’informazione dell’Artsakh, il presidente Samvel Shahramanyan rimarrà con un gruppo di funzionari a Stepanakert fino alla fine delle operazioni di ricerca e salvataggio di persone scomparse, di militari caduti nell’attacco azero del 19 settembre e fino alla restituzione dei resti delle persone uccise nell’esplosione del deposito di carburante nella regione di Askeran il 25 settembre.
L’ex ministro di Stato dell’Artsakh, Artak Beglaryan, aveva detto che gli ex presidenti dell’Artsakh potrebbero nascondersi in luoghi diversi, forse non sono nemmeno a Stepanakert. “Gli azeri possono entrare in qualsiasi momento e arrestarli, ma devono anche trovarli. Forse si nascondono da posti diversi, forse non si nascondono a Stepanakert.” Dobbiamo anche ricordare che ieri i media azeri hanno diffuso la notizia che è stata annunciata una ricerca internazionale per l’ex presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan e l’ex comandante dell’Esercito di difesa Jalal Harutyunyan. Lo ha detto il procuratore generale dell’Azerbaigian Kyamran Aliyev. Secondo Aliyev, per quest’ultimo è stata annunciata una ricerca internazionale “in relazione agli attacchi missilistici contro la popolazione civile di Ganja e all’uccisione di civili durante la guerra dei 44 giorni”.
Il procuratore generale dell’Azerbaigian ha aggiunto che sono ricercate 300 persone, quattro delle quali sono state arrestate. Stiamo parlando dell’ex ministro di Stato dell’Artsakh Ruben Vardanyan, dell’ex ministro degli affari esteri Davit Babayan, del comandante delle forze di difesa (2015-2018) Levon Mnatsakanyan e dell’ex vice comandante dell’esercito di difesa, maggiore generale Davit Manukyan.

(2) MEDICI ISRAELIANI – Su richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Ministero della Sanità israeliano ha inviato due medici a Yerevan, in Armenia, per fornire assistenza alle vittime della recente esplosione di un magazzino di benzina vicino a Stepanakert, la capitale del Nagorno-Karabakh (Artsakh ) il 26 settembre. Lo ha annunciato l’ambasciatore israeliano in Armenia, Joel Lyon.

(2) PROCESSO AL RAPITO – Il procuratpre generale azero ha completato nel procedimento penale contro Vagif Khachatryan, residente nel Nagorno Karabakh, e il caso è stato inviato al tribunale militare di Baku. Khachatryan è stato rapito dagli azeri dalle mani della Croce Rossa nel corridoio Lachin. Vagif Khachatryan, come partecipante alla prima guerra del Nagorno-Karabakh all’inizio degli anni ’90, è stato accusato di una serie di articoli pesanti ai sensi del codice penale dell’Azerbaigian: genocidio e deportazione di persone. Rischia una lunga (e probabile) detenzione.

(1) AIUTI AGLI SFOLLATI – Il governo dell’Armenia ha annunciato che pagherà per sei mesi 500.000 dram (circa 100 euro) agli sfollati dell’Artsakh. Di tutte le 100.483 persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh, 45.516 cittadini utilizzano gli alloggi forniti dallo Stato. Per gli sfollati dall’Artsakh, la Ferrovia del Caucaso Meridionale offre viaggi gratuiti sui treni locali (per Yerevan, Gyumri, Yeraskh, Araks).

(1) LISTA RICERCATI – La lista dei ricercati dall’Azerbaigian dovrebbe comprendere circa trecento nomi secondo quanto trapela dai media azeri. Intanto il Procuratore generale di Baku ha inserito fra i nomi quello dell’ex presidente Araiyk Harutyunyan (che dovrebbe trovarsi in Armenia) e quello dell’ex ministro della Difesa Jalal Harutyunyan.

(1) MISSIONE ONU – Una missione delle Nazioni Unite è arrivata questa mattina nel Nagorno Karabakh secondo quanto riferiscono i media azeri. I membri della missione sono partiti per Askeran-Stepanakert via Aghdam. “Lo scopo della missione è conoscere la situazione sul posto e determinare i bisogni umanitari dei residenti. La missione comprende rappresentanti di varie agenzie delle Nazioni Unite”. L’ultima volta che la missione delle Nazioni Unite è arrivata in Karabakh circa 30 anni fa.

Davanti alla giornalista che lo intervista per ‘Euronews’ (un’intervista in parallelo con il premier armeno Pashinyan, stesse domande), l’autocrate presidente dell’Azerbaigian non si tira indietro. Non prova a camuffare quella irresistibile voglia di menare le mani che ha da quando è asceso al potere succedendo al padre.
Ilham Aliyev, forte dei successi militari grazie alla montagna di miliardi di dollari spesa in armamenti negli ultimi anni e grazie all’indispensabile aiuto del compare turco Erdogan, non si nasconde dietro inutili giri di parole anche quando logica e diplomazia imporrebbero di addolcire certe dichiarazioni.

Si contraddice in più di un’occasione ma da bravo padre-padrone del suo Paese non se ne cura, tanto le critiche in patria non arriveranno mai e all’estero il suo gas è troppo prezioso per ridare dignità alla politica internazionale.

Esordisce affermando che l’accordo tripartito del 9 novembre 2020 non è un trattato di pace (e in questo ha ragione) ma un “atto di capitolazione” dell’Armenia alla quale imporre poi le condizioni (ovviamente le sue) per una soluzione definitiva del contezioso.
Dietro ogni sua frase si nasconde un’ostilità latente, una voglia repressa di schiacciare definitivamente il nemico, prendersi tutto e risolvere una volta per tutte il problema. In fondo è quel che volevano i Giovani turchi nel 1915…

Non usa quasi mai l’espressione “Nagorno Karabakh” (che nel linguaggio azero è stata abolita) ma solo “Karabakh” nonostante il predetto accordo di tre anni fa la riportasse integralmente. Non dà valore a quella firma post-guerra ma poi rivendica che “l’Armenia ha l’obbligo sottoscritto dopo la seconda guerra del Nagorno Karabakh di consentirci l’accesso alla nostra exclave del Nakhchivan” (in realtà c’è solo una previsione di sblocco delle comunicazioni regionali non un diritto di occupare altra terra armena o di transito…).

Se vedremo un approccio costruttivo da parte degli armeni e soprattutto se questi ultimi metteranno da parte tutte le loro aspirazioni a contestare la nostra integrità territoriale allora potremo trovare una soluzione di pace molto preso forse anche entro la fine dell’anno” afferma: ma gli armeni lo hanno (imprudentemente, forse ora Pashinyan se ne sta pentendo) già fatto chiedendo solo la tutela e la sicurezza dei diritti della popolazione dell’Artsakh. Nel frattempo Aliyev continua a occupare pezzi di Armenia e ad avanzare rivendicazioni sulle “storiche terre azerbaigiane” che già detta così fa ridere per uno Stato nato nel 1918.

Nel suo traporto di certezze il patetico Aliyev si incarta parlando del blocco – a suo dire inesistente – del corridoio di Lachin: prima dice che sono passati 2000 armeni dal 23 aprile, poi parla di provocazione di Yerevan per il ferimento di un soldato (che, per la cronaca, aveva oltrepassato il ponte Hakari e piantato una bandiera dell’Azerbaigian in territorio dell’Armenia, evidente provocazione) e conferma che Baku ha chiuso la strada, poi ammette che i convogli della Croce Rossa sono stati fermati per “contrabbando” di sigarette, iphone e benzina: ma se il corridoio è aperto quale sarebbe il problema di far arrivare delle merci a Stepanakert?

Ma il meglio del dittatore azero arriva nel finale: alla domanda “Quale pensa sia la sua missione? Portare una pace duratura o vincere una guerra?” Aliyev non ha alcuna esitazione. “Vincere la guerra era la mia missione politica”. Un bravo consigliere gli avrebbe suggerito una risposta più diplomatica, meno diretta; ma nessuno si azzarda a contraddire il presidente che non è abituato a domande strane come quella conclusiva quando l’intervistatrice gli chiede cosa vorrebbe dire all’opinione pubblica armena: il sunto della sua risposta è che gli armeni dell’Armenia si devono fidare di lui e delle sue proposte, anzi condizioni, di pace mentre quelli dell’Artsakh dovrebbero essere contenti di diventare bravi cittadini dell’Azerbaigian (177° su 190 Stati per tutela dei diritti politici e civili…) oppure andarsene.

L’intervista si svolge nella città armena occupata di Shushi e il segnale è inequivocabile: qui ci sono e non me ne vado…

Qui il reportage di Euronews (in italiano)

Corridoio di Lachin sotto sorveglianza, popolazione soccorsa da elicotteri (AGC, 1 lug)

202° giorno del #ArtsakhBlockade. La verità è sopra tutto. Grazie ai giornalisti di e in Արցախ (Artsakh) (Korazym, 1 lug)

203° giorno del #ArtsakhBlockade. Narrazioni menzognere azere in preparazione ad una nuova “Operazione Vendetta” nella campagna azera di pulizia etnica (Korazym, 2 lug)

204° giorno del #ArtsakhBlockade. I media azeri annunciano l’operazione militare “Vendetta-3” contro gli Armeni dell’Artsakh (Korazym, 3 lug)

La difficile trattativa tra Erevan e Baku (Asia news, 4 lug)

205° giorno del #ArtsakhBlockade. È una questione di Giustizia violata e di Verità negata. E di aggressione impunita (Korazym, 4 lug)

Incontro tra Armenia e Azerbaijan: pochi progressi per il Nagorno Karabakh (Osservatorio Balcani Caucaso, 5 lug)

Armenia-Azerbaigian: piccoli passi per una pace ancora difficile (Il caffè geopolitico, 5 lug)

Scontri in Nagorno-Karabakh mentre USA ospitano colloqui di pace (Sicurezza internazionale, 5 lug, per abb.)

206° giorno del #ArtsakhBlockade. Il popolo della resilienza non si chiede nemmeno più se, ma quando e come scomparirà. Non è più l’affare degli Armeni, è la nostra! (Korazym, 5 lug)

207° giorno del #ArtsakhBlockade. Le conseguenze del blocco azero completo sono drammatiche per il popolo dell’Artsakh (Korazym, 6 lug)

208° giorno del #ArtsakhBlockade. L’aggressione azero contro l’Artsakh mira ad impedire la ripresa di un dialogo costruttivo e il processo pacifico di risoluzione del conflitto (Korazym, 7 lug)

209° giorno del #ArtsakhBlockade. È tutto chiaro: l’Azerbajgian vuole impedire il processo di pace, perché vuole l’Artsakh e l’Armenia. L’Italia riconosca la Repubblica di Artsakh! (Korazym, 8 lug)

Il DARVO applicato dall’Azerbajgian (aggressore) contro l’Artsakh (vittima) (Korazym, 9 lug)

210° giorno del #ArtsakhBlockade. Nei media azeri crescono gli appelli per un’offensiva “Vendetta-3” contro il Karabakh (Korazym, 9 lug)

211° giorno del #ArtsakhBlockade. La comunità internazionale deve riconoscere e proteggere il diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh (Korazym, 10 lug)

Nagorno Karabakh, un’estate difficile (Osservatorio Balcani Caucaso, 11 lug)

212° giorno del #ArtsakhBlockade. Unica garanzia dei diritti e della sicurezza del popolo dell’Artsakh è il riconoscimento dell’indipendenza della Repubblica di Artsakh (Korazym, 11 lug)

Artasakh: L’Azerbaijan blocca anche i mezzi della Croce Rossa (Assadakah, 11 lug)

L’Azerbaijan ha bloccato il passaggio sull’unica strada che collega il territorio separatista del Nagorno-Karabakh con l’Armenia (Il Post, 12 lug)

213° giorno del #ArtsakhBlockade. Lo scopo dell’assedio azero è l’integrazione dell’Artsakh in Azerbajgian. La situazione in Artsakh è critica (Korazym, 12 lug)

Corridoio di Lacin, si aggrava la crisi umanitaria del Nagorno-Karabakh (Asia news, 13 lug)

214° giorno del #ArtsakhBlockade. È solo una questione di tempo: l’Azerbajgian si prende l’Artsakh o poi si occuperà dell’Armenia (Korazym, 13 lug)

Nagorno-Karabakh. Si aggrava la crisi umanitaria legata al Corridoio di Lacin (Faro di Roma, 13 lug)

Karabakh: in corso manifestazione a Stepanakert contro chiusura del Corridoio di Lachin – video (Agenzia Nova, 14 lug)

215° giorno del #ArtsakhBlockade. L’Artsakh parla: «Non ci arrendiamo». Il movimento popolare permanente per il futuro dell’Artsakh si raduna a Stepanakert (Korazym, 14 lug)

Caucaso, l’agonia del Nagorno Karabakh da sette mesi ostaggio dall’Azerbaijan (La Stampa, 15 lug)

216° giorno del #ArtsakhBlockade. Quanto forte devono gridare i bambini dell’Artsakh, affinché tu li senti nel frastuono del silenzio internazionale sul loro futuro? (Korazym, 15 lug)

Colloqui tra Azerbaigian e Armenia mediati dall’Ue (Osservatore romano, 15 lug, per abb.)

I separatisti del Karabakh chiedono alla Russia di aprire un corridoio verso l’Armenia (Euractiv, 15 lug)

Armenia-Azerbaigian: nuovo ciclo di negoziati, mediati dall’Unione europea (Euronews, 15 lug)

Artsakh – Rischio nuovo genocidio armeno (Assadakah, 15 lug)

Nagorno Karabakh, lungo il “corridoio” di Lacin, si aggrava la crisi umanitaria dopo 210 giorni di blocco dell’unico passaggio dall’Armenia: scarseggiano provviste e servizi (Repubblica, 16 lug)

217° giorno del #ArtsakhBlockade. Chi rimane neutrale in situazioni di ingiustizia e menzogna, ha scelto di stare dalla parte dell’oppressore (Korazym, 16 lug)

Nagorno Karabakh. L’Azerbaigian accusa Russia e Armenia di non rispettare il cessate-il-fuoco (Notizie geopolitiche, 16 lug)

218° giorno del #ArtsakhBlockade. Il popolo armeno nativo dell’Artsakh chiede nient’altro che poter vivere libero, sicuro e dignitoso nella propria patria (Korazym, 17 lug)

ARTSAKH. Sale la tensione a Stepanakert, i cittadini chiedono l’apertura del valico. La Francia promette armi per la difesa (AGC, 17 lug)

L’Ue cerca (ancora) di distendere la tensione tra Armenia e Azerbaigian. Ma è scambio di accuse sul Nagorno-Karabakh (Eunews, 17 lug)

219° giorno del #ArtsakhBlockade. Il Presidente dell’Artsakh: se entro una settimana la situazione non tornerà alla normalità, ricorreremo a misure più severe (Korazym, 18 lug)

Perchè l’Europa non può ignorare l’appello dell’istituto Lemkin sul Nagorno Karabakh (Gariwo, 18 lug)

L’Azerbaijan tiene sotto scacco il Nagorno Karabakh. “Chiuso unico accesso, si rischia genocidio” (Quotidiano nazionale, 18 lug)

NAGORNO KARABAKH/ “L’Ue è schiava del gas e gli azeri restano impuniti: allo stremo 120mila persone” (Il sussidiario, 19 lug)

220° giorno del #ArtsakhBlockade. Il diritto all’autodeterminazione degli Armeni dell’Artsakh non è in vendita (Korazym, 19 lug)

Armenia – Azerbaijan: progressi e sfide (Osservatorio Balcani Caucaso, 19 lug)

221° giorno del #ArtsakhBlockade. L’Artsakh ha il diritto di difendersi dal “pugno d’acciaio” turco-azero ed essere sostenuto dal mondo civilizzato– (Korazym, 20 lug)

Armenia-Azerbaigian, l’ambasciatore Nazarian: “Le accuse di Baku sulle mine celano gli effetti del blocco illegale del corridoio di Lachin” (Agenzia Nova, 20 lug)

Si prepara una nuova guerra tra Armenia e Azerbaigian (Domani, 21 lug)

Il premier armeno avverte: “Molto probabile una nuova guerra con l’Azerbaigian” (Agenzia Nova, 21 lug)

“Nuova guerra molto probabile”: alta tensione tra Armenia e Azerbaigian (Il Giornale, 21 lug)

222° giorno del #ArtsakhBlockade. Turchia e Azerbajgian contro Armenia e Artsakh con la dottrina genocida “una Nazione, due Stati”, mentre il mondo civilizzato osserva (Korazym, 21 lug)

Crisi umanitaria in Nagorno Karabakh (Artsakh) (Politicamente corretto, 22 lug)

La denuncia degli armeni: 120.000 persone in Nagorno Karabakh sono senza cibo (Corriere, 22 lug, video)

Nagorno-Karabakh, trattative in stallo con l’Azerbaigian. Il primo ministro armeno: “Senza un trattato di pace si rischia la guerra” (La Repubblica, 22 lug, per abb.)

223° giorno del #ArtsakhBlockade – Continuazione. Bisogna salvare gli Armeni. Oggi come ieri… Vox clamantis in deserto (Korazym, 22 lug)

224° giorno del #ArtsakhBlockade. Disastro umanitaria in Artsakh. Popolazione armena allo stremo. Non basta solidarietà a parole (Korazym, 23 lug)

224° giorno del #ArtsakhBlockade – Continuazione. Il Paese organizzatore del media forum a Shushi ha condannato 120.000 persone tra cui 30.000 bambini a una morte lenta (Korazym, 23 lug)

Il presidente armeno: «La guerra ha destabilizzato l’intero Caucaso. Ora l’Armenia vuole la pace» (Corriere della sera, 23 lug)

Presidente Armenia: “la guerra sconvolge il Caucaso”/ “Minacce Azerbaigian su Nagorno, l’ONU non fa nulla” (Il sussidiario, 23 lug)

225° giorno del #ArtsakhBlockade. 120.000 Armeni tra cui 30.000 bambini sotto assedio, per colpa dell’Azerbajgian, ma a causa dell’inerzia della comunità internazionale (Korazym, 24 lug)

«L’Azerbaigian trasforma l’Artsakh in un campo di concentramento» (Tempi, 25 lug)

226° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh – 1 (Korazym, 25 lug)

226° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh – 2 (Korazym, 25 lug)

Nagorno Karabah, chi esulta per il flop della mediazione europea? (Formiche, 25 lug)

Una rotta tra Nagorno Karabakh e Nakhchivan. Il progetto azero (e turco) che riaccende lo scontro con l’Armenia (Huffpost, 25 lug)

Sette mesi di «catastrofe umanitaria» in Artsakh (Tempi, 26 lug)

Armeni e azeri: negoziati in stallo. Nel Nagorno Karabakh si fa la fame (La nuova bussola quotidiana, 26 lug)

227° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Il “mai più” sta accadendo di nuovo (Korazym, 26 lug)

Azerbaijan, Baku dichiara guerra al suo economista di spicco (Osservatoio Balcani Caucaso, 26 lug)

Artsakh – Sta per compiersi un genocidio annunciato da tempo (Assadakah, 27 lug)

228° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Baku definisce l’invio di aiuti umanitari una “provocazione” (Korazym, 27 lug)

L’Azerbaigian blocca 19 tir carichi di aiuti: «Vuole far morire di fame gli armeni» (Tempi, 28 lug)

#StopArtsakhBlockade L’Azerbajgian sta per compiere in Artsakh un genocidio annunciato. Attiviamoci tutti #OpenLachinCorridor (Korazym, 28 lug)

229° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Per Azernews “Hitler è più umanista di qualsiasi leader armeno nella storia” (Korazym, 28 lug)

230° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Baku continua a bloccare gli aiuti umanitari da Yerevan a Stepanakert (Korazym, 29 lug)

231° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. “Cibo per la vita”. “O lo restituite. O siete complici” (Korazym, 30 lug)

232° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Gli Armeni lottano per la libertà, gli Azeri per rimanere schiavi (Korazym, 31 lug)

Una crisi umanitaria senza precedenti minaccia i cristiani armeni del Nagorno Karabakh (Insideover, 31 lug)

(29) CROCE ROSSA – Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) sta adottando misure pertinenti attraverso il dialogo nell’ambito della sua capacità in merito alla detenzione di un cittadino di 68 anni che era stato trasportato dal CICR dal Nagorno Karabakh all’Armenia per essere curato; così ha dichiarato la responsabile CICR dell’Armenia Zara Amatuni.

(29) SEQUESTRATO CITTADINO ARMENO – L’Azerbaigian oggi ha rapito un cittadino dell’Artsakh di 68 anni che veniva trasferito in un istituto medico nella Repubblica di Armenia tramite il Comitato internazionale della Croce Rossa per essere curato. Il 68enne era tra i pazienti trasportati con un convoglio speciale della Croce Rossa presso le istituzioni mediche in Armenia per essere curato. L’individuo è stato bloccato dai soldati azeri e successivamente trasferito dal posto di blocco ad un altro luogo. Diversi altri cittadini trasportati in Armenia per i servizi medici di emergenza sono riusciti a raggiungere una struttura medica a Goris. Il CICR ha però annullato il ritorno dei cittadini dell’Artsakh che avrebbero dovuto tornare in Artsakh dopo aver ricevuto cure in Armenia.
Il cittadino rapito si chiama Vagif Khachatryan. È accusato dal regime dell’Azerbaigian di “aver creato gruppi criminali” e “di genocidio e sfollamento forzato o trasferimento di popolazione” per presunta partecipazione ad attività criminali nel villaggio di Meshali nel dicembre 1991.
Una folla si è radunata davanti all’ufficio di Stepanakert della Croce Rossa per protestare contro il rapimento del connazionale.
Il fratello di Vagif Khachatryan ha chiesto disperatamente al rappresentante del Comitato Internazionale della Croce Rossa di Stepanakert di attivarsi per il ritorno del congiunto a casa anche a costa di rinunciare alle cure specialistiche in Armenia.

(28) PEGGIORA LA SITUAZIONE SANITARIA – La situazione umanitaria in Artsakh (Nagorno Karabakh) causata dal blocco dell’Azerbaijan sta peggiorando di ora in ora con pazienti che muoiono per non aver ricevuto assistenza medica in tempo․ La radio pubblica dell’Artsakh ha riferito  che ci sono stati anche incidenti in cui le donne hanno dovuto interrompere la gravidanza in una fase precoce a causa della malnutrizione e dello stress. Mesrop Margaryan, capo del dipartimento di rianimazione e terapia intensiva dell’unità medica pediatrica di Arevik, ha affermato che ci sono stati casi in cui i bambini sono stati portati in ospedale in ritardo con i medici incapaci di fare molto per aiutarli.
L’aggravarsi della crisi nel settore sanitario sta già lasciando conseguenze visibili. La mancata ricezione di cure mediche tempestive ha provocato decessi, interruzione anticipata della gravidanza a causa di stress, malnutrizione e deterioramento delle condizioni di salute tra i bambini a causa della mancanza di farmaci adeguati“, ha affermato.
Mesrop Margaryan ha inoltre affermato che gli interventi chirurgici programmati sono stati annullati, a causa della carenza di carburante ci sono anche problemi con il trasporto dei pazienti. Inoltre ha informato che a due dei 23 bambini in cura nell’unità di terapia intensiva è stata diagnosticata la leishmaniosi, una malattia trasmessa all’uomo attraverso la puntura di insetti della specie Lutzomyia longipalpis. Se i pazienti non ricevono cure tempestive e adeguate, c’è un alto rischio di morte, ha spiegato, aggiungendo che in precedenza tali pazienti sarebbero stati trasportati in Armenia, ma ora non esiste tale opportunità.
Il medico ha affermato che dal 25 luglio il trasporto pubblico nel paese ha completamente cessato di funzionare, il che ha reso difficile per il personale medico che ora deve camminare per andare al lavoro. A causa della mancanza di carburante, i veicoli di emergenza vengono inviati per portare i pazienti in ospedale solo in casi estremi.

(28) REAZIONI INTERNAZIONALI – Gli Stati Uniti reieterano la richiesta di apertura del corridoio di Lachin: il vice capo della missione ad interim degli Stati Uniti, John Allelo, era tra i membri del corpo diplomatico che si è recato nel Syunik “Il DCM ad interim John Allelo si è unito al corpo diplomatico a Syunik e ha sentito da sfollati e funzionari regionali le sofferenze causate dal continuo blocco del corridoio Lachin. Ribadiamo l’appello del Segretario Blinken per un’immediata riapertura del corridoio al traffico commerciale e privato“, ha affermato l’ambasciata americana in una nota.
Il Ministero degli Affari Esteri olandese ha espresso preoccupazione per la situazione umanitaria nel Nagorno Karabakh innescata da un blocco di sette mesi da parte dell’Azerbaigian.
L’Ambasciata spagnola in Russia ha espresso il proprio sostegno alla dichiarazione dell’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la sicurezza Josep Borrell che aveva affermato che l’UE è profondamente preoccupata per la situazione umanitaria in NagornoKarabakh, aggiungendo che l’Azerbaigian deve garantire sicurezza e libertà di movimento lungo il corridoio Lachin.
Il  Segretario generale del Consiglio d’Europa, Maria Pežinović-Burich, ha dichiarato “Sono estremamente preoccupata per la grave situazione umanitaria e dei diritti umani nel Nagorno Karabakh, e il mio pensiero va ai residenti che stanno sopportando il peso maggiore di questa situazione“.
In precedenza, anche l’Unione europea, per tramite dell’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, si era espressa definendosi “profondamente preoccupata per la grave situazione umanitaria che colpisce la popolazione locale del Nagorno-Karabakh. Le autorità dell’Azerbaigian sono obbligate a garantire la sicurezza e la libertà del traffico attraverso il Corridoio di Lachin nel prossimo futuro e a prevenire un ulteriore aggravamento della crisi. Abbiamo preso atto della disponibilità delle autorità azere a fornire cibo attraverso la città di Aghdam. Tuttavia, ciò non deve essere visto come un’alternativa all’apertura del Corridoio Lachin” ha dichiarato Borrell.

(28) VIOLAZIONI AZERE – Registrata una violazione azera nella regione di Shushi intorno alle 11 con armi leggere. Non risultano feriti.

(28) DIMISSIONI TOVAMASYAN – Il presidente dell’Assemblea nazionale, Artur Tovmasyan, ha annunciato le dimissioni dalla carica. “Cari connazionali, per mia decisione personale assumo la responsabilità politica di dimettermi dalla carica di Presidente dell’Assemblea nazionale, ma rimarrò sempre fedele all’idea adottata dal nostro popolo attraverso un referendum nel 1991. Continuerò a servire la Repubblica dell’Armenia e del suo popolo, della Repubblica dell’Artsakh e del suo popolo fino al mio ultimo respiro. Dio salvi il mondo armeno. Domani rassegnerò le mie dimissioni“, si legge in un comunicato diffuso oggi.

(28) DELEGAZIONI DIPLOMATICHE – Funzionari e diplomatici di 17 Paesi accreditati a Yerevan hanno compiuto oggi un sopralluogo nei prerssi di Kornidzor dove è ferma l’autocolonna di aiuti umanitari destinati all’Artsakh e bloccati dagli azeri. Intanto, l’Azerbaigian dichiara che “Yerevan sta cercando di compiere una provocazione su larga scala con il pretesto di “fornire aiuti umanitari agli armeni del Karabakh”.

(27) ASSEMBLEA NAZIONALE – Il parlamento dell’Artsakh, riunito in sessione straordinariat, ha rilasciato una lunga nota che si conclude con un appello alle Nazioni Unite perchè venga riconosciuta l’indipendenza dell’Artsakh. “Siamo più che convinti che il riconoscimento della Repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh ) da parte degli Stati membri delle Nazioni Unite diventerà un’affidabile garanzia di sicurezza per il nostro popolo, contribuirà alla creazione di condizioni favorevoli per la sua vita normale nella loro storia patria, così come la stabilità nella regione del Caucaso meridionale. Per garantire una pace duratura e permanente. Siamo profondamente convinti che l’unico modo per prevenire l’imminente tragedia sia riconoscere l’indipendenza della Repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh) sulla base del principio del RICONOSCIMENTO PER LA SALVEZZA.”

(27) EVACUATI PAZIENTI – Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha facilitato il trasferimento di 11 pazienti dall’Artsakh bloccato all’Armenia per le cure. I pazienti sono stati accompagnati dai loro assistenti. Altri 13 pazienti con assistenti che hanno completato il loro trattamento in Armenia sono rientrati nella Repubblica dell’Artsakh. Il ministero della Sanità dell’Artsakh ha affermato che l’Azerbaigian vieta continuamente la fornitura di farmaci essenziali e attrezzature mediche da parte del CICR al Nagorno Karabakh. 23 bambini sono ricoverati presso  l’Arevik Children’s Hospital di Stepanakert,  5 di loro sono in terapia intensiva e neonatale. 82 pazienti adulti sono ricoverati presso il Republican Medical Center di Stepanakert. 7 di loro sono in terapia intensiva (2 sono gravemente malati).

(27) MEZZI ANCORA FERMI – Nessuna novità sulla autocolonna di soccorsi ferma all’ingresso del corridoio di Lachin. Gli azeri con un comunicato del ministero degli Esteri parlano di “provocazione” e di “sabotaggio alla integrità territoriale dell’Azerbaigian”. L’Unione europea ha rilasciato un duro comunicato di condanna e sollecita l’apertura del corridoio di Lachin

(26) AUTOCOLONNA UMANITARIA BLOCCATA – La colonna di autotreni con gli aiuti umanitari dall’Armenia per l’Artsakh non ha ottenuto il permesso dagli azeri di imboccare il corridoio di Lachin sotto scorta russa. Gli automezzi sono fermi lungo i tornanti della strada che da Kornidzor conduce al pointe sul fiume Hakari. Infruttuosi per ora i negoziati del Comando delle forze di pace.

(26) LAVROV SU VERTICE MINISTRI ESTERI – Il Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov ha commentato i risultati dei colloqui trilaterali con il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov e il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica dell’Armenia Ararat Mirzoyan. Tra l’altro ha dichiarato: “Abbiamo presentato ai nostri interlocutori le valutazioni della parte russa, tenuto conto delle segnalazioni effettuate dai peacekeeper russi in Nagorno-Karabakh, i passi che è altamente auspicabile compiere tempestivamente, senza indugio nell’interesse di fornire alla popolazione del Karabakh cibo, medicine, beni di prima necessità e garantire la fornitura ininterrotta di elettricità e gas. Questo è nell’interesse della gente comune, armeni, residenti nella regione. (…) Il percorso non è facile. Ci sono molte questioni complesse e importanti da risolvere. La più delicata era e rimane la questione della garanzia dei diritti e della sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh nel contesto dell’assicurazione dell’integrità territoriale dell’Azerbaigian in piena conformità con la Dichiarazione del 1991 firmata dai leader delle ex repubbliche sovietiche in Alma-Ata. La sua efficacia è stata confermata oggi sia dalla leadership azera che da quella armena. Il lavoro sul trattato di pace viene costruito in accordo con questo. La parte armena comprende la necessità di convincere gli armeni del Nagorno-Karabakh a incontrare quanto prima i rappresentanti azeri per concordare i diritti derivanti dalla legislazione pertinente e dagli obblighi internazionali (in questo caso, dell’Azerbaigian), comprese numerose convenzioni su garantire i diritti delle minoranze nazionali.

(26) AIUTI UMANITARI DALL’ARMENIA – Diciannove autocarri con 360 tonnellate di aiuti umanitari sono partiti questa mattina da Yerevan diretti a Kornidzor, all’ingresso del corridoio di Lachin. Qui dovrebbero essere presi in consegna dalla forza di pace russa e scortati fino a Stepanakert sempre che gli azeri consentano il transito. Prima della partenza gli automezzi sono stati controllati da funzionari di missioni diplomatiche accreditate in Armenia affinchè fosse verificata la natura della merce trasportata.

(25) MANIFESTAZIONE A STEPANAKERT E YEREVAN – Miglia di persone partecipano in piazza della Rinascita a Stepanakert a un’imponente manifestazione contro il blocco azero e per rivendicare il diritto alla vita dell’Artsakh. In contemporanea si sta svolgendo un’altra manifestazione a Yerevan in piazza della Repubblica.

(25) VERTICE MINISTRI ESTERI – A Mosca vertice tra i ministri degli Esteri di Russia (Lavrov), Armenia (Mirzoyan) e Azerbagian (Bayramov). Quest’ultimo ha affermato che la dinamica del processo negoziale in corso sulla questione dell'[Artsakh] Nagorno-Karabakh è piuttosto alta aggiungendo  che i risultati del processo di negoziazione sono “leggermente inferiori alle dinamiche del processo di negoziazione stesso“. L’incontro è durato circa due ore.

(25) CONFERENZA STAMPA HARUTYUNYAN – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha dichiarato l’Artsakh una zona disastrata, affermando che l’Artsakh si trasformerà in un campo di concentramento se non ci saranno urgenti interventi internazionali di sostegno. “Tenendo conto dell’attuale grave situazione e delle crescenti minacce all’esistenza fisica del nostro popolo, oggi dichiaro Artsakh una zona disastrata, in attesa di una risposta internazionale urgente e di un sostegno politico e umanitario da parte della comunità internazionale in forma collettiva e individuale”, ha dichiarato Harutyunyan in una conferenza stampa tenutasi oggi. Il presidente si è rivolto anche esplicitamente al Segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres, e al Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Chiedo al Segretario generale delle Nazioni Unite di mostrare responsabilità e leadership morali e politiche per mettere in guardia la comunità internazionale sulla grave situazione in cui versa il popolo dell’Artsakh. Chiedo al signor Guterres di lanciare, senza esitazione e indugio, il sistema delle Nazioni Unite per risolvere questa situazione“, ha detto Harutyunyan, aggiungendo di essere pronto a contattare personalmente il Segretario generale online e presentare la situazione.

(25) INTERROTTI I TRASPORTI PUBBLICI – A causa della carenza di carburante causata dal blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, dal 18 luglio i trasporti pubblici a Stepanakert, la capitale dell’Artsakh, sono stati paralizzati, ma sono state mantenute comunque le rotte tra i distretti. Il Ministero dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh ha informato che anche le scarse riserve di carburante sono state esaurite e pertanto da oggi il trasporto pubblico in tutto il territorio della repubblica sarà completamente interrotto.

(24) APPELLO DI HARUTYUNYAN – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) Arayik Harutyunyan ha rivolto un appello ai ministri degli affari esteri di Armenia, Russia e Azerbaigian in vista del loro prossimo incontro a Mosca domani 25 luglio. “Ancora una volta lancio l’allarme sull’urgente necessità di porre immediatamente fine al blocco di 225 giorni della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) da parte dell’Azerbaigian, compreso l’assedio completo di 40 giorni, che sta portando a un disastro umanitario sempre più grave nell’Artsakh” inizia il messaggio che si conclude con un invito a prevenire l’imminente pulizia etnica.

(24) OMBUDSMAN ARTSAKH – Il difensore dei diritti umani dell’Artsakh Gegham Stepanyan ha fatto appello ai capi delle strutture internazionali in merito al blocco della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) da parte dell’Azerbaigian. “Un intervento internazionale urgente è imperativo per fermare il disastro umanitario”, ha scritto sul suo account Twitter. L’Azerbaigian ha chiuso il corridoio Lachin che collega il Nagorno Karabakh all’Armenia e al mondo, privando più di 120.000 residenti di generi alimentari e beni di prima necessità da più di sei mesi.

(24) PRESIDENTE ARMENO E SEGRETARIO ONU – Nel corso di una visita di Stato in Italia, il presidente dell’Armenia Kachaturyan ha oggi incontrato il Segretario generale delle Nazioni Unite Guterrez con il quale ha discusso della questione inerente il blocco dell’Artsakh. Oggi, i membri di un’iniziativa chiamata Batsum (“Apertura” dall’armeno) hanno tenuto una protesta davanti all’ufficio delle Nazioni Unite a Yerevan e hanno consegnato una lettera indirizzata al coordinatore residente delle Nazioni Unite Niels Scott. Nella lettera, hanno chiesto di accettare con urgenza tutti gli aiuti umanitari raccolti e di trasportarli dall’Armenia attraverso il Corridoio Lachin fino all’Artsakh.

(24) TRASPORTO PAZIENTI GRAVI – Undici pazienti del Republican Medical Center della Repubblica dell’Artsakh, insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti in centri medici specializzati dell’Armenia attraverso la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Tredici sono invece rientrati in Artsakh al termine delle cure. Ad oggi, 20 bambini sono ricoverati all’ospedale pediatrico ‘Arevik’ mentre 76 adulti al ‘Repubblicano’ (dodici in terapia intensiva, due gravi).

(24) VIOLAZIONI AZERE – Un agricoltore di 64 anni stava guidando il suo trattore mentre svolgeva lavori agricoli nel villaggio di Shosh quando le truppe azere hanno aperto il fuoco di armi leggere di vario calibro nella sua direzione. L’uomo non ha riportato ferite ma il lavoro nei campi è stato sospeso.

(22) TRASPORTO PAZIENTI GRAVI – Con la mediazione e la scorta del Comitato Internazionale della Croce Rossa 13 pazienti del Republican Medical Center di Stepanakert sono stati trasportati in strutture mediche specializzate in Armenia. Durante la giornata è previsto anche il ritorno di 13 pazienti che hanno completato il loro trattamento in Armenia, insieme ai loro accompagnatori. Oltre 200 pazienti sono in attesa di essere trasferiti nei centri medici professionali della Repubblica di Armenia per cure mediche immediate. Nonostante gli sforzi compiuti, il CICR non è più in grado di garantire la fornitura dei medicinali necessari dall’Armenia, poiché la parte azera vieta anche la fornitura di medicinali. Ci sono 24 bambini nell’ospedale pediatrico “Arevik” e 7 bambini nell’unità di terapia intensiva e neonatale. 73 pazienti sono nel “Republican Medical Center”, 6 sono nell’unità di terapia intensiva di cui 2 in condizioni critiche.

(21) ALIYEV PREANNUNCIA INSEDIAMENTI IN KARABAKH – Parlando a un forum di media organizzato nella città occupata di Shushi, Aliyev ha promesso di “riportare più di 150.000 persone nelle regioni del Karabakh e dello Zangezur orientale” nei prossimi tre anni. Non “ritorno”, solo insediamento. Non è chiaro da chi: mercenari stabilitisi in Azerbaigian dal Medio Oriente o prigionieri ordinari. Secondo Aliyev, “è previsto il ritorno di 140.000 persone entro il 2026 nella sola regione del Karabakh”. Le autorità azere affermano che l’insediamento inizierà da Shushi. Pertanto, il presidente azero non esita a violare la clausola della dichiarazione tripartita, secondo la quale il ritorno dovrebbe avvenire sotto gli auspici dell’UNHCR, e intende insediare un numero di azeri nei territori occupati tale da “garantire la proprietà azera dei territori”. Nel corso dello stesso evento, il dittatore dell’Azerbaigian ha affermato che “se l’Armenia rinuncia a qualsiasi pretesa territoriale contro l’Azerbaigian, allora la firma di un accordo di pace entro la fine dell’anno è del tutto possibile. Tuttavia, se ciò non accade, non ci sarà pace. E questo non è un buon scenario per la regione, non porterà stabilità e sicurezza. Allo stesso tempo, data la situazione geopolitica molto delicata, ciò creerà difficoltà in futuro“. Aliyev ha inoltre aggiunto che “l’Armenia dovrebbe fare l’ultimo passo. Hanno già fatto una serie di passi dopo la guerra, e non direi che sono stati fatti volontariamente. Negli ultimi due anni e mezzo, ci sono stati diversi momenti che hanno mostrato chiaramente all’Armenia che se non riconosceranno la nostra integrità territoriale, allora non riconosceremo la loro“.

(21) VERTICE A MOSCA – Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha confermato l’imminente incontro dei ministri degli Esteri dell’Azerbaigian e dell’Armenia a Mosca. Analoga conferma è giunta da Yerevan.

(21) PASHINYAN AVVERTE: RISCHI DI UNA NUOVA GUERRA – Il primo ministro armeno, Nikol Pashinian, ha dichiarato in una intervista rilasciata a media internazionali che «fino a quando non sarà firmato un trattato di pace»  la guerra resta una possibilità concreta e ha affermato che in Nagorno Karabakh è in corso un genocidio.

(21) ASSEMBLEA NAZIONALE – L’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh sullo sfondo del blocco in corso che dura ormai da mesi ha emesso un comunicato, invitando l’Armenia a chiedere all’Onu di concedere un mandato internazionale alla missione di pace schierata in Artsakh. Ha inoltre invitato i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad adottare le misure necessarie per ripristinare la pace e la sicurezza ad Arstakh.  

(20) MANIFESTAZIONE – Prosegue l’azione pacifica del movimento popolare nei pressi della postazione delle forze di pace russe; iniziata il 14 luglio, continua oggi nell’area dell’aeroporto di Stepanakert. Come informa il quotidiano ufficiale dell’amministrazione del distretto di Askeran “Berd”, la popolazione della regione di Askeran partecipa attivamente all’azione e il numero dei partecipanti aumenta di giorno in giorno. La leadership dell’amministrazione distrettuale, la città di Askeran, i collettivi di varie istituzioni e imprese, i residenti delle comunità partecipano all’azione pacifica in corso. 

(20) ASSEMBLEA NAZIONALE – Per domani, alle ore 10, è stata convocata una sessione straordinaria del parlamento.

(20) MORTALITA’ IN GRAVIDANZA – Tra le conseguenze del criminale e illegale blocco azero dell’Artsakh va purtroppo anche registrato il dato delle interruzioni non volontarie della gravidanza. Che, nell’ultimo mese, è aumentato di tre volte rispetto al passato. “Naturalmente, la situazione creata non può non avere un impatto molto negativo sia sulla fertilità che su tutti i tipi di complicazioni che già incontriamo durante il nostro lavoro pratico quotidiano” ha dichiarato il direttore esecutivo del Centro per la protezione della salute materna e infantile di Stepanakert, Vardges Osipov. “Devo menzionare che nell’ultimo mese il tasso di perdita del feto nelle prime fasi della gravidanza è aumentato di quasi tre volte. Il mese scorso purtroppo abbiamo avuto anche un certo aumento dei tassi di mortalità perinatale. Naturalmente, tutto ciò è dovuto a molte ragioni. Questo è uno stress vissuto dalla nostra popolazione, compresa la donna incinta. Oltre a tutto questo, una dieta equilibrata è molto importante. Tutti sanno che la nostra popolazione non ha accesso al cibo di base. Nel frattempo, questa è la chiave per avere una generazione sana“, ha detto Osipov. Ha sottolineato che soprattutto negli ultimi giorni è diventato impossibile per le donne incinte acquistare latticini, uova e altri alimenti ricchi di vitamine. Sono costretti a cercare di colmare la mancanza di vitamine necessarie con l’aiuto di pillole esistenti, che non possono sostituire le vitamine naturali.

(19) PROBLEMI PER L’AGRICOLTURA – Il governo della Repubblica dell’Artsakh, tramite il Ministero dell’Agricoltura, sta cercando in tutti i modi di sostenere i contadini nella produzione del pane quotidiano e dei prodotti agricoli, ma questo lavoro sta diventando sempre più difficile. A causa dei problemi sorti dal 15 giugno, si devono organizzare i lavori agricoli secondo priorità. Il ministro Georgi Hayriyan annovera tra queste priorità la mietitura del grano, attraverso la quale si risolverà il problema del pane. Secondo lui, c’è una quantità sufficiente di verdure nelle regioni della repubblica, ma a causa della mancanza di carburante per il trasporto, è diventato un problema consegnarle al consumatore.”Con il combustibile disponibile, abbiamo cercato di effettuare in parte l’approvvigionamento di erba e la coltivazione di ortaggi. Nell’ambito dei lavori realizzati, l’attenzione si è concentrata sulla sicurezza alimentare della popolazione. Tuttavia, molte direzioni, come l’orticoltura e l’apicoltura, sono state trascurate. Il numero di agricoltori che non siamo in grado di sostenere è in aumento“, ha dichiarato  Hayriyan, assicurando che stanno cercando di risolvere i problemi in modo centralizzato e di consegnare i prodotti agricoli prodotti ai residenti. Il ministro dell’Agricoltura ha inoltre dichiarato che fino al 15 giugno c’era la possibilità di importare alcuni prodotti agricoli e sementi attraverso la mediazione delle forze di pace russe, ma poi questo processo è diventato impossibile. Durante la semina primaverile, è stata data priorità alle colture che costituiscono la base della sicurezza alimentare. Tuttavia, l’annata agricola è iniziata con una siccità che ha avuto un impatto negativo sui raccolti autunnali; in alcune zone vi sono state anche grandinate e smottamenti. Anche la mancanza di fertilizzanti incide sulla produzione agricola.
Il settore dell’allevamento si trova in una posizione molto peggiore a causa del blocco: il mangime per bovini grandi e piccoli dovrebbe essere immagazzinato, ma è stato raccolto solo il 30 percento dell’erba. Inoltre è stata data priorità al grano per la produzione di pane per la popolazione.
A tali problemi si aggiunge la difficoltà nell’irrigazione dei campi perchè molti generatori a gasolio non funzionano per mancanza di carburante.

(18) MANIFESTAZIONE AD ASKERAN – Alcune centinaia di persone hanno manifestato fuori Askeran lungo la strada che conduce ad Akna (Aghdam) protestando contro la proposta azera di far giungere aiuti umanitari dall’Azerbaigian. Sono stati posti blocchi di cemento per impedire il transito dei mezzi. In giornata il ministero della Difesa dell’Artsakh aveva negato la disinformazione circa il passaggio di un convoglio azero.

(18) LA RUSSIA CHIEDE LO SBLOCCO – Il Vice Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, Andrei Rudenko, ha discusso della situazione nel Caucaso meridionale, nonché del processo di riconciliazione tra Yerevan e Baku, con l’Ambasciatore straordinario e plenipotenziario dell’Azerbaigian presso la Federazione Russa, Polad Byulbyuloglu. “La parte russa ha confermato la necessità del completo e immediato sblocco del Corridoio Lachin, il ripristino della comunicazione di trasporto in entrambe le direzioni, in conformità con la dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, nonché la necessità di creare le condizioni per il normale supporto vitale del Nagorno Karabakh“, afferma una nota stampa del ministero di Mosca.

(18) SOLIDARIETA’ ONG EUROPEE– Le organizzazioni non governative della Repubblica dell’Artsakh accolgono e ringraziano le 470 ONG e associazioni europee che hanno inviato una lettera ai leader dell’Unione europea e del Consiglio europeo, esortandoli a prendere provvedimenti immediati ed efficaci per porre fine al blocco illegale in corso dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian. “Condividiamo l’opinione che sia necessario utilizzare tutte le leve affinché lo status dell’Artsakh rifletta la volontà democratica della sua popolazione armena nativa, nonché creare le condizioni per una pace e una sicurezza stabili. Siamo convinti che la soluzione duratura, dignitosa ed equa del conflitto azerbaigiano-Karabakh dovrebbe basarsi sul rispetto dei diritti individuali e collettivi del popolo dell’Artsakh, compreso il diritto all’autodeterminazione. Allo stesso tempo, condanniamo fermamente e consideriamo inaccettabile la dichiarazione del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, basata sui risultati dell’ultimo incontro tenutosi a Bruxelles, con cui la strada Aghdam-Stepanakert è stata considerata come un modo per fornire sostegno umanitario alla popolazione dell’Artsakh” si legge in un comunicato diffuso dalle organizzazioni dell’Artsakh

(17) HARUTYUNYAN SI RIVOLGE ALLA NAZIONE – Il presidente dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, si è rivolto oggi, alle 22 ora locale (le 20 in Italia) alla nazione. QUI IL TESTO DEL MESSAGGIO. Dopo il suo intervento ha deciso di prendere parte al sit-in permanente allestito in piazza della Rinascita. Il presidente ha descritto la grave situazione umanitaria che sta affrontando l’Artsakh e ha dato tempo una settimana alla comunità internazionale (“abbiamo sentito solo belle parole“) per intervenire per lo sblocco del corridoio di Lachin. “Se entro una settimana la situazione del popolo dell’Artsakh non tornerà a uno stato più o meno stabile e normale con l’intervento internazionale, allora ricorreremo ad azioni più dure sia nell’Artsakh che al di fuori di esso” ha concluso il suo messaggio Harutyunyan.

(17) RIGETTATA LA PROPOSTA AZERA – Il consigliere del presidente della repubblica, Artak Beglaryan, riferendosi al fatto che l’Azerbaigian ha proposto di consegnare beni umanitari all’Artsakh attraverso la rotta Aghdam-Stepanakert, ha dichiarato che tale proposta non è in alcun modo accettabile. “Questa stessa forma di pressione è un crimine internazionale. “A questo proposito, c’è stata la dichiarazione di Charles Michel, per noi molto dolorosa e inaccettabile, che sta cedendo a simili trappole criminali dell’Azerbaigian. In ogni caso, lo Stepanakert ufficiale farà un ulteriore annuncio al riguardo“, ha affermato sottolineando che il corridoio di Lachin è l’unica strada approvata a livello internazionale che collega l’Artsakh all’Armenia e al mondo intero. “È anche un corridoio umanitario, nessun’altra strada può sostituire quel corridoio” ha aggiunto.

(15) INCONTRO TRILATERALE A BRUXELLES – Si è svolto oggi, con inizio alle ore 13,45, un vertice trilaterale tra il presidente azero Aliyev, il Primo ministro armeno Pashinyan e il presidente del Consiglio d’Europa Michel. Il padrone di casa ha prima incontrato singolarmente Aliyev (ieri pomeriggio) e Pashinyan (questa mattina). Nel corso dell’incontro con il premier armeno, questi ha consegnato a Michel la lettera appello del presidente della repubblica dell’Artsakh.
Durante il trilaterale sono state discusse l’aggravarsi della crisi umanitaria in Nagorno Karabakh causata dal blocco illegale da parte dell’Azerbaigian del Corridoio Lachin, la delimitazione delle frontiere e le opere per garantire la sicurezza delle frontiere tra i due Paesi, lo sblocco dei trasporti regionali e delle infrastrutture economiche, l’accordo sulla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, i diritti e la sicurezza del popolo del Nagorno Karabakh, nonché le questioni relative ai prigionieri, alle persone scomparse e ad altre questioni umanitarie. È stato raggiunto un accordo per intensificare il lavoro verso la soluzione delle questioni discusse.

(15) POSIZIONE RUSSA – Secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri russo, poichè la situazione nel NK Artsakh si sta sviluppando in uno scenario negativo e la crisi può portare le conseguenze più drammatiche. Mosca ha invitato Baku ad aprire con urgenza il corridoio Lachin. “Chiediamo alla leadership dell’Azerbaigian di adottare misure immediate per sbloccare immediatamente il Corridoio Lachin, per riprendere il movimento senza ostacoli di cittadini, veicoli e merci in entrambe le direzioni, nonché per ripristinare l’approvvigionamento energetico“, ha affermato il dipartimento in una nota.

(15) SMENTITE ALTRE BUGIE AZERE – L’ultima disinformazione in ordine di tempo da parte dell’Azerbaigian riguarda un presunto disturbo del GPS degli aerei che volano sulla rotta Baku- Fuzuli – Zangilan causato dall’Artsakh. Il ministero della Difesa di Stepanakert ha seccamente smentito la circostanza. Tali accuse potrebbero essere l’alibi azero per nuove azioni militari.

(14) APPELLO DEL PRESIDENTE – Il Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha inviato lettere ai leader di tutti gli Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Presidente in carica dell’OSCE, al Presidente del Consiglio europeo, al Segretario Generale del Consiglio d’Europa, nonché il Primo Ministro della Repubblica di Armenia, chiedendo l’applicazione di misure urgenti nel quadro degli obblighi internazionali assunti e misure efficaci per fermare il blocco illegale e completo dell’Artsakh effettuato dall’Azerbaigian e fermare i sistematici crimini di massa e il terrorismo contro il popolo dell’Artsakh. QUI IL TESTO TRADOTTO

(14) TRASFERIMENTO MALATI – Il rappresentante del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) in Azerbaigian ha incontrato il ministro degli Esteri Bayramov con il quale ha discusso le questioni della cooperazione tra l’Azerbaigian e il CICR, l’attuale situazione al checkpoint di Lachin, nonché le questioni delle attività del CICR in Artsakh. “Durante le discussioni, il ministro Jeihun Bayramov ha annunciato la possibilità di continuare il passaggio dei residenti di origine armena attraverso il valico di frontiera per scopi medici, con la mediazione del CICR, nel rispetto delle regole necessarie”, hanno riferito i mass media locali. Nel pomeriggio 11 pazienti e i loro accompagnatori sono stati trasportati dalla Croce Rossa dall’Artsakh all’Armenia e 8 sono ritornati a casa

(14) VIOLAZIONI AZERE – Colpi di mortatio da 60 e 82 mm sono stati sparati in giornata contro le postazioni armene nelle regioni di Shushi e Martuni.

(14) MANIFESTAZIONE A STEPANAKERT – Numerose migliaia di persone si sono date appuntamento in piazza della Rinascita per protestare contro il blocco azero. Tra le autorità intervenute, il difensore dei diritti umani (Stepanyan) e il ministro di Stato (Nersisyan). Al termine del raduno un corteo si è mosso verso il comando della forza di pace russa passando davanti alla sede della Croce Rossa. Dopo l’incontro con il comandante Lentsov è stato installato un presidio con tende da campo in piazza della Rinascita.

(13) VERTICE A BRUXELLES – E’ stato preannunciato per il giorno 15 luglio un vertice a Bruxelles tra Aliyev, Pashinyan e Michel.

(12) DELIMITAZIONE CONFINI – Si è tenuto un incontro al confine tra la Repubblica di Armenia (regione di Tavush) e la Repubblica dell’Azerbaigian (regione di Ghazak) tra il Comitato per la demarcazione del confine di Stato e la sicurezza delle frontiere tra la Repubblica di Armenia e la Repubblica dell’Azerbaigian e del Comitato di Stato sulla Demarcazione del Confine di Stato tra la Repubblica dell’Azerbaigian e la Repubblica di Armenia. La quarta riunione della commissione è stata presieduta dal Vice Primo Ministro dell’Armenia Mher Grigoryan e dal Vice Primo Ministro azero Shahin Mustafaev. Secondo gli accordi raggiunti a livello dei leader della Repubblica di Armenia e della Repubblica dell’Azerbaigian in diversi formati, le parti hanno proseguito la discussione sulle questioni di demarcazione dei confini, affrontando una serie di questioni organizzative e procedurali.Le parti hanno inoltre convenuto di determinare la data e il luogo della prossima riunione delle commissioni.

(12) FERITI SOLDATI ARMENI – Alle 05:30 ora locale, unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco in direzione delle posizioni armene situate nel settore Tegh (Armenia), a seguito del quale il soldato delle forze armate della Repubblica di Armenia è rimasto ferito. Il Ministero della Difesa  di Yerevan che le condizioni del militare sono ritenute soddisfacenti, la sua vita non è in pericolo. In seguito, intorno alle 12 un altro soldato armeno è stato ferito sempre nella stessa area; anche in questo caso le condizioni sono discrete e non v i è pericolo di vita.

(11) CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA – La Corte Internazionale di Giustizia con un’ordinanza emessa il 6 luglio e comunicata in data odierna ha ribadito l’obbligo a carico dell’Azerbaigian “a prendere tutte le misure a sua disposizione per garantire il movimento senza ostacoli di persone, veicoli e merci lungo il Corridoio Lachin in entrambe le direzioni”. La Corte ha confermato all’unanimità con la sua ordinanza giuridicamente vincolante del 6 luglio 2023 che l’ordinanza del 22 febbraio 2023 “si applica senza limitazioni” al checkpoint istituito dall’Azerbaigian e che l’esistenza e il funzionamento del checkpoint azero sul corridoio di Lachin costituiscono plausibilmente una discriminazione razziale.

(11) RICHIAMO PER AMBASCIATORE AZERO – Gli uffici della Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, e dell’Alto Commissario per le Relazioni Esterne dell’Unione Europea, Josep Borrell, hanno condannato e definito inaccettabile il comportamento dell’Ambasciatore dell’Azerbaigian presso l’UE, Vagif Sadikov, che ha minacciato il membri del Parlamento europeo, che hanno visitato l’Armenia e hanno conosciuto il confine con l’Azerbaigian. Vagif Sadikov è stato convocato al Servizio europeo per le relazioni esterne per il post minaccioso fatto su Twitter ai deputati europei. Sadikov aveva pubblicato un post su Twitter in merito alla visita della delegazione del Parlamento europeo in Armenia, minacciando i deputati del Consiglio d’Europa. Aveva pubblicato un’immagine e una descrizione di un fucile da cecchino di fabbricazione azera con la seguente didascalia: “Sanno cosa stanno facendo per proteggersi. Il fucile da cecchino “Istiglal IST-14.5″ prodotto in Azerbaigian ha un raggio di fuoco effettivo di circa 3000 metri. Stai lontano dal confine di stato dell’Azerbaigian…”

(11) CROCE ROSSA SU BLOCCO TOTALE – L’ufficio armeno della Croce Rossa Internazionale ha rilasciato il seguente comunicato: “Annunciamo che non sono stati trovati oggetti non autorizzati in nessun veicolo appartenente al CICR. Tutto il carico trasportato è soggetto a ispezione doganale da parte della Repubblica dell’Azerbaigian. Ci rammarichiamo che, a nostra insaputa, quattro autisti assunti abbiano tentato di trasportare merci commerciali con i propri veicoli, sui quali è stato temporaneamente apposto il logo del CICR. Le persone menzionate non erano dipendenti del CICR e i contratti di servizio firmati con loro sono stati immediatamente risolti dal CICR. Il nostro lavoro lungo il Corridoio di Lachin è sempre ed esclusivamente di natura umanitaria.  Come parte di questo lavoro vitale, più di 600 pazienti medici sono stati trasportati in Armenia per cure mediche urgenti, così come forniture mediche, cibo, alimenti per bambini e altri articoli essenziali sono stati trasferiti alle istituzioni mediche e alle famiglie locali. Questi lavori devono essere continuati. Le nostre attività sono costantemente coordinate con le parti e hanno un impatto vitale sulla vita di migliaia di persone”.

(11) BLOCCO TOTALE – Il servizio di frontiera statale dell’Azerbaigian ha annunciato la chiusura del checkpoint installato illegalmente nel corridoio di Lachin e la completa cessazione del traffico già limitato attraverso il corridoio. A motivo di tale decisione la scoperta di alcune stecche di sigarette e taniche di gasolio in entrata nella regione. Tali attività sopno state definite dagli azeri come “contrabbando”. A seguito della chiusura totale del checkpoint illegale azero, neppure i malati gravi possono essere trasportati da Stepanakert ai centri specilistici dell’Armenia.

(10) PRIGIONIERI ARMENI – Alla fine di giugno e all’inizio di luglio, il personale del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha nuovamente visitato i prigionieri di guerra armeni detenuti in Azerbaigian e altre persone detenute, tra cui 2 militari arrestati di recente. Si sono svolti incontri individuali con prigionieri di guerra armeni, a cui è stata data l’opportunità di comunicare con le loro famiglie.

(9) FORNITURA DI GAS SOSPESA – Dopo solo poche ore gli azeri hanno nuovamente chiuso il rubinetto del gasdotto che dall’Armenia dovrebbe portare il gas in Artsakh. Anche il rappresentante dell’Unione europea per il Caucaso meridionale, Toivo Klaar, ha commentato negativamente l’accaduto: “La giornata iniziata con una promessa si è conclusa di nuovo con una delusione. Come l’Unione Europea ha ripetutamente ripetuto, è molto importante che la fornitura di vettori energetici, così come la circolazione di persone e merci attraverso il corridoio di Lachine, sia ripristinata senza restrizioni“.

(8) RIATTIVATO IL GAS – Nel tardo pomeriggio è stato riattivato il flusso di gas dall’Armenia. Lo ha comunicato l’azienda “Artsakhgaz”.

(7) COLLOQUI STEPANAKERT-BAKU? – Secondo un quotidiano armeno, il presidente Harutyunyan ha dato la disponibilità a dialogare con Baku ma a condizione che la Russia assuma il ruolo di mediatore. In altre parole, la mediazione statunitense è respinta perché spinge esclusivamente l’Artsakh per l’integrazione mentre con i russi c’è ancora una possibilità di evitarla.

(7) CONDANNATI SOLDATI ARMENI A BAKU – Come era facilmente prevedibile, le autorità dell’Azerbaigian hanno condannato i militari armeni rapiti – Harutyun Hovakimyan e Karen Ghazaryan – a 11,5 anni di carcere. La farsa giudiziaria – solo una o due udienze – si è svolta nel tribunale di Sumgait, presieduto dal giudice Fahmin Gumbatov. Secondo la decisione del tribunale, Hovakimyan e Ghazaryan sono stati condannati a 11,5 anni di carcere. La corte è stata clemente: ieri il pm aveva chiesto 12 anni. Ricordiamo che i militari armeni sono stati rapiti da un gruppo eversivo azero nel territorio dell’Armenia a maggio.

(6) DICHIARAZIONI PASHINYAN – Intervenendo alla settimanale riunione del Governo, il primo ministro armeno ha dichiarato che i recenti negoziati di Washington non hanno fatto registrare progressi tangibili ma qualche piccolo passo avanti comunque c’è stato. Pashinyan ha altresì preannunciato un prossimo vertice a Bruxelles in ambito Ue. “I diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh dovrebbero essere affrontati nel quadro dei meccanismi internazionali del dialogo Baku-Stepanakert e dovrebbe essere firmato un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian“, ha affermato. Inoltre ha ribadito che in Karabakh non è presente alcun soldato dell’Armenia ma solo l’Esercito di Difesa dell’Artsakh. Quanto alla questione del presunto “corridoio di Zangezur”, il premier armeno ha sottolineato che l’Azerbaigian continua ad accusare l’Armenia di non adempiere ai propri doveri e obblighi di garantire collegamenti di trasporto attraverso il suo territorio, con alcuni commenti ambigui nel corridoio: “Anche qui devo ripetere che l’Armenia non ha mai assunto alcun impegno scritto o orale per il corridoio e non accetterà mai alcuna interpretazione del genere. Per quanto riguarda le comunicazioni regionali, lo sblocco sotto la sovranità e la giurisdizione dei paesi, l’Armenia ha ripetutamente annunciato e continua ad annunciare di essere pronta per questo“.

(6) ATTESA RISPOSTA RUSSA – Il presidente del Consiglio anticrisi dell’Artsakh, Tigran Petrosyan, ha dichiarato le strutture appartenenti alla Federazione Russa sono state incaricate di affrontare molto seriamente la situazione creata dal blocco totale dell’Azerbaigian in Artsakh. “Dobbiamo aspettare fino alla fine di questa settimana, circa 4-5 giorni. Anche il comando delle truppe di mantenimento della pace è stato informato per iscritto della carenza di scorte di cibo nell’Artsakh. La nostra richiesta è di aprire la strada in breve tempo. Stiamo aspettando, e se la Russia non prenderà provvedimenti attivi durante quel periodo, questo sarà il suo atteggiamento nei nostri confronti. Aggiungo anche che abbiamo diverse proposte, ma non è giusto parlarne per ora, perché aspettiamo i passi della Russia“, ha detto Petrosyan. Secondo lui, se la parte russa non si muove attivamente, il governo presenterà le sue proposte al popolo, con aspetti positivi e negativi. “È molto probabile che la decisione venga presa tramite referendum, perché tali decisioni non possono essere adottate altrimenti“, ha aggiunto Petrosyan.

(5) RIUNIONE PRESIDENTE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha tenuto una riunione per discutere la situazione operativa politico-militare e umanitaria, le azioni necessarie da intraprendere da parte delle autorità. Durante il suo discorso, il Presidente ha sottolineato il deterioramento della sicurezza e della situazione umanitaria, che pone minacce significative all’esistenza del popolo dell’Artsakh alla luce delle crescenti minacce dall’Azerbaigian e della completa sospensione del trasporto umanitario. “La situazione attuale, insieme ai suoi pericoli e alle nostre aspettative, è stata comunicata in tutti i modi possibili dalle autorità dell’Artsakh alle autorità competenti in Armenia, Russia e altri membri della comunità internazionale. È urgente un’azione urgente ed efficace da parte di tutti gli attori responsabili, ciascuno nell’ambito delle rispettive responsabilità. Data la situazione allarmante che stiamo affrontando, la popolazione dell’Artsakh e le autorità si aspettano risultati concreti nel più breve tempo possibile per alleviare la situazione umanitaria e di sicurezza e rimuovere il blocco” ha dichiarato il presidente.

(5) TRASFERIMENTO PAZIENTI – Quindici malati sono stati trasferiti con un convoglio della Crice Rossa in Armenia e 17 hanno compiuto il percorso inverso. 28 bambini sono ricoverati all’ospedale pediatrico “Arevik” e quattro di loro sono in terapia intensiva. 96 pazienti adulti sono invece ricoverati all’ospedale repubblicano con 7di loro in terapaia intensiva (4 in condizioni critiche).

(5) DEMOGRAFIA – Nella prima metà di quest’anno, il numero delle nascite nell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) ha superato il numero dei decessi e la crescita naturale ha superato l’indicatore dello stesso periodo dell’anno scorso. Il 51,5% dei bambini nati in Artsakh nei primi cinque mesi dell’anno in corso sono maschi e il 48,5% sono femmine. Inoltre, il numero di matrimoni e divorzi registrati in Artsakh è diminuito nella prima metà di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

(5) SPOSTATO CONGRESSO DI MEDICINA – Il 6° Congresso medico internazionale dell’Armenia, che doveva svolgersi nella Repubblica dell’Artsakh, si terrà a Yerevan dal 6 all’8 luglio a causa del blocco.

(5) LE PRETESE DI ALIYEV – Il presidente azero, nel corso di un suo intervento a Baku durante la riunione ministeriale dell’Ufficio di coordinamento del Movimento dei non allineati, chiede il disarmo dell’Esercito di difesa dell’Artsakh e l’apertura del “corridoio Zangezur” rinnovando le sue ambizioni territoriali nei confronti dell’Armenia. “Poco dopo la fine del conflitto [del Karabakh], l’Azerbaigian ha presentato cinque principi fondamentali per la firma del trattato di pace con l’Armenia basato sul riconoscimento reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale reciproche. Sebbene l’Armenia abbia dovuto riconoscere il Karabakh come parte dell’Azerbaigian, ci sono ancora resti delle forze armate armene nei territori dell’Azerbaigian, dove le forze di pace russe sono temporaneamente dispiegate“, ha detto Aliyev che ha ribadito che “gli elementi militari e paramilitari armeni sul terreno dovrebbero essere disarmati e smobilitati”. Inoltre, ha affermato che “l’Armenia impedisce anche l’apertura del corridoio Zangazur [(Zangezur)] [che prevede di collegare la parte principale dell’Azerbaigian con la Repubblica autonoma di Nakhchivan.] Il corridoio Zangazur è un altro impegno dell’Armenia derivante dall’atto di capitolazione ha firmato il 10 novembre 2020 e, pertanto, dovrebbe essere attuato.”

(5) MANCANZA CARBURANTE – Nelle condizioni del blocco completo dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, dal 15 giugno il processo di emissione dei tagliandi per l’acquisto di benzina e gasolio viene effettuato nell’Artsakh solo secondo le procedure stabilite dalla decisione del governo atteso che l’importazione di carburante in Artsakh è stata interrotta già da 20 giorni. Marat Ohanyan, capo del dipartimento di amministrazione territoriale e controllo delle infrastrutture del servizio di supervisione statale dell’Artsakh, ha osservato: “Attualmente, vengono forniti buoni per l’esecuzione di lavori urgenti di alcune istituzioni statali, strutture mediche, trasporti pubblici, lavori agricoli urgenti, energia , comunicazioni, telecomunicazioni, servizi di pubblica utilità.Anche questo, in caso di estrema necessità e in quantità limitate.(…).” Il sistema di coupon per l’acquisto di benzina e gasolio è stato introdotto in Artsakh dopo il 12 dicembre 2022, quando l’importazione di carburante in Artsakh è diventata possibile solo grazie al trasporto umanitario di merci organizzato dalle truppe russe di mantenimento della pace. I buoni carburante vengono emessi in Artsakh solo dopo un esame approfondito di ogni rispettiva domanda presentata.

(4) 205° GIORNO DI BLOCCO – Il nuovo report sul blocco evidenzia che in questi 205 giorni di blocco, l’economia dell’Artsakh ha subito una perdita di circa 390 milioni di dollari USA, portando a un calo dell’indice del PIL annuo previsto (903 milioni di dollari) di oltre il 43%.

(4) IL PRESIDENTE SCRIVE A PUTIN – Il presidente dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha inviato una lettera al presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Tigran Petrosyan, presidente del Consiglio anti-crisi dell’Artsakh, ne ha dato notizia ma senza rendere pubblico il contenuto di questa lettera. “La maggioranza assoluta del popolo dell’Artsakh non credeva al capo della Repubblica d’Armenia, non al capo dell’Artsakh, ma alle parole del presidente della Federazione Russa Putin secondo cui gli armeni vivranno in sicurezza e dignitosamente nell’Artsakh. Le autorità dell’Artsakh hanno inviato una lettera a Putin, in cui viene presentata la terribile situazione del Paese e del popolo. Credo che se non vedremo passi chiari da parte della Federazione Russa nel prossimo futuro, il silenzio equivarrà alla distruzione“.

(3) COLPIRE LE SPIE – Il presidente della repubblica ha annunciato che saranno inasprite le pene nei confronti delle spie e non esclude neppure che si possa arrivare a ripristinare la pena di morte per chi si macchia di tale alto tradimento.

(3) TRASFERIMENTO PAZIENTI – Quindici malati sono stati trasferiti con un convoglio della Crice Rossa in Armenia e otto hanno compiuto il percorso inverso. 26 bambini sono ricoverati all’ospedale pediatrico “Arevik” e due di loro sono in terapia intensiva. 81 pazienti adulti sono invece ricoverati all’ospedale repubblicano con 10 di loro in terapaia intensiva (6 in condizioni critiche).

(1) ARAM I – Il Catholicos della Grande Casa di Cilicia Aram I ha avuto una conversazione telefonica con il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan nella giornata di ieri. Nel corso della conversazione, Sua Santità il Patriarca Aram I ha ribadito il suo pieno sostegno alla nostra gente in Artsakh. Poi il Patriarca ha riferito sui suoi incontri con il Primo Ministro della Greci e il Presidente di Cipro sulla questione dell’Artsakh e soprattutto sulla loro posizione. Il presidente Harutyunyan, a sua volta, ha toccato le sfide che l’Artsakh sta attualmente affrontando.

(30) TRASFERIMENTO MALATI – Quattordici pazienti sono stati trasferiti dall’ospedale di Stepanakert a strutture specializzate dell’Armenia con un convoglio della Croce Rossa Internazionale. In giornata altri 7, terminate le cure in Armenia, ritorneranno in Artsakh. Al momento ci sono 34 bambini ricoverati all’ospedale pediatrico con tre nell’unità di terapia intensiva e neonatale. Invece, all’ospedale repubblicano sono ricoverati 85 pazienti di cui nove in terapia intensiva (sette gravi).

(30) FUNERALI ANCORA NEGATI – Nella giornata odierna si sono tenuti i funerali di due dei quattro soldati colpiti dall’attacco terroristico azero del 28 giugno. Le esequie hanno riguardato Armen Abgaryan e Gagik Balayan, residenti del villaggio di Gishi nella regione di Martuni dell’Artsakh. I parenti degli altri due soldati hanno richiesto il funerali in Armenia in quanto sono lì sfollati dalla fine della guerra del 2020; tuttavia le autorità azere non hanno ancora dato il permesso di trasferire i corpi. Il ministro di Stato, Nersisyan, ha dichiarato che “il governo [dell’Artsakh] continua i negoziati con l’ufficio di Stepanakert del CICR per trasferire i corpi di Samvel Torosyan e Yervand Tadevosyan, vittime della aggressione azerbaigiana, alla Repubblica di Armenia, su richiesta dei loro parenti.

(30) VERTICE MINISTRI ESTERI – Al termine del vertice, il ministero armeno ha rilasciato il seguente comunicato: “Il Ministro degli Affari Esteri dell’Armenia Ararat Mirzoyan e il Ministro degli Affari Esteri dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov hanno tenuto negoziati bilaterali dal 27 al 29 giugno presso il Centro Nazionale di Formazione per gli Affari Esteri George Schultz ad Arlington, Virginia. Mentre erano a Washington hanno incontrato il Segretario di Stato Antony Blinken e l’Assistente del Presidente e Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan. Relazioni del Ministero degli Affari Esteri. I ministri e le loro squadre hanno proseguito i progressi sul progetto bilaterale di “Accordo sulla pace e l’instaurazione di relazioni interstatali”. Hanno raggiunto un accordo su articoli aggiuntivi e hanno avanzato la comprensione reciproca del progetto di accordo, riconoscendo nel contempo che le posizioni su alcune questioni chiave richiedono ulteriore lavoro. Entrambi i ministri hanno espresso il loro apprezzamento alla parte statunitense per aver ospitato i negoziati tra Armenia e Azerbaigian e il loro impegno a proseguire i negoziati“.

(29) SPARI CONTRO TRATTORE – Poco prima delle 17 (ora locale), le forze armate dell’Azerbaigian hanno violato il cessate il fuoco sparando, con armi leggere, in direzione di una mietitrebbia che svolgeva lavori agricoli in un campo del villaggio Machkalashen. Non ci sono persone colpite dalla parte armena, informa il servizio stampa del Ministero della Difesa. Questa violazione del cessate il fuoco è stata segnalata al comando del contingente di mantenimento della pace russo in Artsakh.

(29) AMNESTY INTERNATIONAL – L’organizzazione internazionale per i diritti umani Amnesty International si è interessata al blocco del corridoio di Lachin da parte dell’Azerbaigian, esortando le autorità di quest’ultimo a “revocare il blocco del Nagorno-Karabakh e porre fine alla crisi umanitaria in corso”. “Il 15 giugno, l’Azerbaigian ha interrotto tutti i movimenti sul Corridoio Lachin, l’unica strada che collega la sua regione separatista del Nagorno-Karabakh all’Armenia. La regione è sotto blocco dal dicembre 2022. Da allora i residenti del Nagorno-Karabakh hanno fatto affidamento sugli aiuti umanitari delle forze di pace russe e della Croce Rossa. I soldati azeri ora stanno bloccando l’ingresso e l’uscita dei convogli di aiuti e la crisi umanitaria sta peggiorando. Il 26 giugno, il CICR è stato autorizzato a riprendere l’evacuazione dei pazienti in condizioni critiche. Tuttavia, gli ospedali hanno una grave carenza di farmaci e forniture mediche. Le autorità azere devono revocare il blocco del Nagorno-Karabakh e porre fine alla crisi umanitaria in corso“, ha scritto Amnesty International su Twitter.

(29) GIONATA DEI CADUTI E DEI DISPERSI – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan in occasione della Giornata dei caduti per la patria e dei dispersi in azione ha visitato il Complesso commemorativo di Stepanakert e ha preso parte al servizio commemorativo dedicato alla Giornata.

(29) TRASFERIMENTO MALATI – Dodici pazienti sono stati trasferiti dall’ospedale di Stepanakert a strutture specializzate dell’Armenia con un convoglio della Croce Rossa Internazionale. In giornata altri 15, terminate le cure in Armenia, ritorneranno in Artsakh. Al momento ci sono 29 bambini ricoverati all’ospedale pediatrico con due nell’unità di terapia intensiva e neonatale. Invece, all’ospedale repubblicano sono ricoverati 79 pazienti di cui sette in terapia intensiva (cinque gravi).

(28) RIUNIONE PRESIDENTE – Il presidente dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) Arayik Harutyunyan ha convocato una riunione operativa per discutere l’attuale situazione militare e politica. Harutyunyan ha sottolineato che l’aggressione e la repressione dell’Azerbaigian in corso contro l’Artsakh e il suo popolo contraddicono gli appelli della comunità internazionale a risolvere i problemi attraverso colloqui di pace e le disposizioni delineate nella dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020. Ha evidenziato che tali azioni non contribuire all’instaurazione di una pace duratura nella regione e ha ribadito l’incrollabile impegno dell’Artsakh a risolvere pacificamente i problemi e ha esortato alla moderazione in questa fragile situazione. Quindi, il ministro della difesa Kamo Vardanyan ha fornito un rapporto completo sulla situazione operativa lungo la linea di contatto con l’Azerbaigian. Separatamente, il presidente ha dato diverse istruzioni ai capi delle agenzie competenti per garantire la sicurezza del popolo dell’Artsakh.

(28) PREOCCUPAZIONE RUSSA – La Russia, per bocca della portavoce del Cremlino, Maria Zakharova, è preoccupata per l’incidente armato e per la violazione del regime di cessate il fuoco che si è verificata. “Chiediamo alle parti di esercitare moderazione e risolvere tutte le questioni controverse in modo pacifico, politico, diplomatico e di collaborare con il comando del contingente russo di mantenimento della pace [in Nagorno-Karabakh]“, ha affermato Zakharova. “Riteniamo che l’allentamento della situazione contribuirà al rapido sblocco del corridoio Lachin e alla creazione di condizioni normali per la vita della popolazione civile“, ha aggiunto.

(28) NESSUN FERITO – Sono state smentite dal ministero della Difesa le voci relativa al ferimento di otto soldati armeni nel corso dell’attacco azero di questa notte. In realtà il bilnacio segna quattro vittime e nessun ferito.

(28) APPROVVIGIONAMENTO IDRICO – A causa della scarsità di risorse idriche in alcune comunità del Nagorno Karabakh, l’approvvigionamento viene effettuato secondo un programma stabilito dalla Commissione Acqua che prevede due turni: 6-12 e 18-23.

(28) SCOMPARSI IN GUERRA – Alla vigilia del giorno del ricordo delle persone scomparse, si è svolta una riunione ordinaria della commissione dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) che si occupa delle questioni dei prigionieri, degli ostaggi e delle persone scomparse, presieduta dal presidente di questa commissione, il ministro dell’Interno dell’Artsakh Affari Karen Sargsyan. A seguito della guerra del 2020, il destino di 49 cittadini dell’Artsakh, di cui 30 militari e 19 civili, rimane sconosciuto. Durante le discussioni, i membri della suddetta commissione hanno sollevato una serie di questioni che sono particolarmente legate al processo di identificazione del test del DNA dei corpi e dei resti trovati nei territori dell’Artsakh occupati dall’Azerbaigian dopo la guerra del 2020. A tal proposito, il presidente della suddetta commissione dell’Artsakh ha fissato una nuova data per un altro incontro, al quale parteciperanno anche i parenti delle persone scomparse.

(28) IL PARLAMENTO IN SEDUTA – L’Assemblea nazionale dell’Artsakh, riunita in seduta, ha rilasciato una dichiarazione nella quale chiede, tra l’altro, all’Armenia di ritirare la delegazione al momento a Washington per colloqui di pace con la controparte azera. QUI IL TESTO
In precedenza il presidente dell’Assemblea nazionale, Tovmasyan, aveva rilasciato a sua volta un’altra dichiarazione (QUI IL TESTO)

(28) DICHIARAZIONE DI PASHINYAN – A seguito dell’attacco di questa notte il Primo ministro dell’Armenia ha rilasciato il seguente twitt: “Sollecitare la comunità internazionale ad adottare misure pratiche per garantire i diritti e la sicurezza del popolo del Nagorno Karabakh . Nel frattempo, il corridoio di Lachin rimane illegalmente bloccato, stanotte a seguito dell’attacco azero con uso di UAV ci sono 4 vittime. Alto rischio di destabilizzazione nel Caucaso del sud.”

(28) NUOVO ATTACCO AZERO, 4 ARMENI UCCISI – Intorno all’1,30 di questa notte una o più postazioni difensive dell’Esercito di Difesa dell’Artsakh sono state attaccate anche con droni dalle forze armate dell’Azerbaigian nei settori di Martakert e Martuni Quattro soldati armeni sono rimasti uccisi. Si tratta di Armo Abgaryan, Samvel Torosyan, Yervand Tadevosyan e Gagik Balayan i cui nomi sono stati resi noti dal ministero della Difesa.

(27) MINISTRI A WASHINGTON – I ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian hanno iniziato una serie di incontri a Washington, ospiti del Segretario di Stato USA Blinken che ha avuto incontri bilaterali separati con i due colleghi prima di dare il via a un vertice trilaterale.

(27) NUOVI SPARI A YERASKH – Gli azeri hanno nuovamente preso di mira la costruenda fabbrica metallurgica di Yeraskh in Armenia. Colpi di arma da fuoco sono stati sparati contro mezzi e operai presenti sul posto.

(27) NAZIONI UNITE – Nelle condizioni di minaccia esistenziale creata per il popolo del Nagorno-Karabakh, la comunità internazionale ha il dovere di agire e prevenire i crimini. Mher Margaryan, Rappresentante Permanente dell’Armenia presso le Nazioni Unite (ONU), lo ha sottolineato nel suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tenutisi ieri sul punto all’ordine del giorno sulla responsabilità di proteggere e prevenire il genocidio, i crimini di guerra, la pulizia etnica e i crimini contro l’umanità. I dibattiti hanno toccato il blocco in corso del corridoio di Lachin da parte dell’Azerbaigian in violazione dei suoi obblighi legali e della sentenza della Corte internazionale di giustizia, e che mette in pericolo la vita di persone innocenti contrariamente al diritto umanitario internazionale. È stato sottolineato che l’Armenia ha chiesto alle Nazioni Unite di inviare una missione in Nagorno Karabakh per valutare la situazione umanitaria, della sicurezza e dei diritti umani della popolazione locale.

(27) ELICOTTERI RUSSI – Da alcuni giorni sono stati notati elicotteri russi che entrano ed escono dallo spazio aereo dell’Artsakh. Secondo alcuni si tratta semplicemente di “cambio turno” fra soldati (senza passare dal corridoio di Lachin che è bloccato dagli azeri), per altri invece si tratta di rifornimenti di beni di prima necessità (per il Comando russo o per la popolazione locale).

(26) VILLAGGI ISOLATI – Oggi, i residenti delle comunità di Yeghtsahogh e Lisagor della regione di Shushi della Repubblica dell’Artsakh, accompagnati dalle forze di pace russe, hanno visitato Stepanakert e sono tornati ai loro villaggi (rimasti completamente isolati dal blocco azero) in minibus. Venerdì, era toccato ai residenti delle comunità vicine di Hin Shen e Mets Shen di essere accompagnati dalle forze di pace russe fino alla capitale Stepanakert dove hanno potuto acquistare i (pochi) beni di prima necessità disponibili.

(26) SPARI VERSO AGRICOLTORE – Un colpo è stato sparato da una postazione di combattimento azera contro Mikael Mejlumyan, un 22enne residente nel villaggio di Myurishen nel distretto di Martuni, impegnato in lavori agricoli.

(26) MINISTRI DEGLI ESTERI – Da domani, a Washington, comincerà un nuovo round di colloqui fra i ministri degli Esteri di Armenia (Mirzoyan) e Azerbaigian (Bayramov). Sono anche previsti incontri bilaterali con il Segretario di Stato americano Antony Blinken. Secondo Aykhan Hajizada, capo del servizio stampa del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian, i colloqui potrebbero svolgersi in più giorni.

(26) SITUAZIONE SANITARIA – Diciassette pazienti del Centro medico repubblicano dell’Artsakh sono stati trasportati oggi in istituzioni mediche specializzate dell’Armenia, con undici accompagnatori, nonché la mediazione e la scorta del Comitato internazionale della Croce Rossa. E diciassette pazienti, che erano stati trasferiti in Armenia per cure mediche nell’ambito del finanziamento statale, dovrebbero tornare ad Artsakh durante il giorno con veicoli del CICR e insieme a otto accompagnatori. Trentuno bambini stanno ricevendo cure ospedaliere presso l’Arevik Medical Center di Artsakh, e cinque di loro sono presso le unità di terapia intensiva e neonatale. E 83 pazienti stanno ricevendo cure ospedaliere presso il Republican Medical Center, sei di loro sono in terapia intensiva e tre di loro sono in condizioni critiche.

(26) RAZIONAMENTO CARBURANTI – In conseguenza del blocco azero rafforzato, il governo dell’Artsakh ha introtto nuovamente norme più stringenti per l’utilizzo di carburanti. Di conseguenza, la benzina e il gasolio sono forniti nei casi più necessari: per organizzare il lavoro agricolo, per portare i pazienti alle strutture mediche, per trasportare i prodotti agricoli dalle regioni in modo centralizzato ai centri regionali dell’Artsakh e alla capitale Stepanakert, e per organizzare il lavoro del trasporto pubblico e le attività urgenti di alcuni enti statali.

(26) VIOLAZIONI AZERE – Tra le 12:40 di domenica e l’1 di oggi, le forze armate dell’Azerbaigian hanno violato il cessate il fuoco in direzione delle regioni Martuni, Askeran, Shushi e Martakert utilizzando armi leggere. In precedenza, nel pomeriggio di domenica, le unità dell’esercito azero hanno aperto il fuoco, con i fucili, contro un trattore che svolgeva lavori agricoli nei campi del villaggio Avdur. La parte armena non ha perdite. Questa violazione del cessate il fuoco è stata segnalata al comando del contingente di mantenimento della pace russo in Artsakh.

(25) TRASFERIMENTO MALATI – Dopo nove giorni di blocco azero la Croce Rossa ha oggi ripreso il trasferimento di pazienti gravi dall’ospedale di Stepanakert alle strutture specializzate dell’Armenia. Quindici malati e nove accompagnatori sono stati portati con un convoglio speciale. Ieri, un bambino di un anno, in pericolo di vita, era stato trasportato in Armenia con un elicottero del Comando russo.

(24) COMUNICATO MINISTERO ESTERI STEPANAKERT – Il ministero degli Esteri dell’Artsakh ha rilasciato un comunicato relativo alla votazione del 22 giugno all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. Nella nota si evidenzia tra l’altro che “Riconoscendo il fatto dell’uso della forza da parte dell’Azerbaigian nel 2020, le azioni unilaterali di questo paese per bloccare il corridoio di Lachin, che hanno portato alla violazione dei diritti sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, per la prima volta, la PACE ha registrato la violazione da parte dell’Azerbaigian dei suoi obblighi statutari e convenzionali nei confronti del Consiglio d’Europa, nonché l’impegno assunto al momento dell’adesione all’organizzazione di risolvere il conflitto del Nagorno-Karabakh esclusivamente con mezzi pacifici.” Il documento considera importante la determinazione dell’Assemblea e il fatto che nella sua risoluzione PACE ha chiaramente affermato la situazione creata nella Repubblica dell’Artsakh a seguito del blocco illegale imposto dall’Azerbaigian e della crisi energetica deliberatamente provocata, nonché delle loro catastrofiche conseguenze umanitarie, e ha invitato l’Azerbaigian a ripristinare immediatamente le forniture di gas ed elettricità dall’Armenia all’Artsakh. Il comunicato si conclude invitando “il Segretario Generale del Consiglio d’Europa e il Comitato dei Ministri a rispondere immediatamente ai fatti innegabili del blocco illegale del Corridoio Lachin e avviare con urgenza i meccanismi dell’organizzazione per ritenere l’Azerbaigian responsabile e prevenire ulteriori violazioni dei diritti individuali e collettivi del popolo del Nagorno-Karabakh“.

(24) PONTE DI HAKARI – Le autorità azere hanno portato circa 60 diplomatici e addetti militari di 33 paesi e 10 organizzazioni al ponte Hakari e hanno cercato di fuorviare i diplomatici stranieri, assicurando che il corridoio funziona regolarmente. L’Azerbaigian ha allestito un posto di blocco illegale sul ponte e il 22 giugno lo ha completamente chiuso posizionando barriere di cemento. Prima della visita dei diplomatici, alcune barriere sono state parzialmente rimosse.

(23) COMUNICATO MINISTERO ESTERI STEPANAKERT – Il ministero degli Esteri dell’Artsakh ha rilasciato un comunicato relativo alla situazione del blocco azero. QUI LA TRADUZIONE ITALIANA

(23) DICHIARAZIONE RUSSA SU BLOCCO LACHIN – “In relazione alla chiusura dell’ingresso al Corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian, richiamiamo l’attenzione sul fatto che tali azioni costituiscono una violazione delle disposizioni della dichiarazione del 9 novembre 2020 dei leader di Russia, Azerbaigian e Armenia. Tali misure portare all’escalation della tensione e non contribuire a mantenere un’atmosfera normale nel processo di normalizzazione delle relazioni tra l’Azerbaigian e l’Armenia con il sostegno della Russia“, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri della Federazione Russa, Maria Zakharova. La Russia invita Baku a sbloccare completamente il traffico attraverso il corridoio Lachin e sottolinea anche l’importanza dell’attuazione coerente degli accordi tripartiti.

(23) BLOCCO AZERO – Quasi in risposta alla votazione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa l’Azerbaigian ha rafforzato il blocco all’ingresso del corridoio di Lachin posizionando prima del ponte (lato orientale) dei blocchi di cemento tipo New jersey per impedire il transito ai veicoli. L’operazione, condotta con una gru, si è svolta alla presenza dei soldati russi della forza di pace.

(22) FERITO SOLDATO ARMENO – In conseguenza dell’ennesima violazione azera un soldato armeno dell’esercito di difesa dell’Artsakh, Mher Hakobyan, è stato ferito dal colpo di un cecchino azero. Il fatto è avvenuto nella regione di Martakert.

(22) SPARI CONTRO ABITAZIONE – Il Ministero degli affari interni dell’Artsakh ha riferito che una casa residenziale nel villaggio di Chankatag, situato nella regione di Martakert dell’Artsakh, è stata presa di mira da colpi di arma da fuoco delle forze militari azere. Un abitante del villaggio, Zori Arakelyan, ha allertato la polizia dopo che la sua casa è stata colpita da colpi di arma da fuoco indiscriminati dalle vicine postazioni azere. Dopo le indagini, la polizia ha confermato che il tetto della casa di Arakelyan era stato danneggiato da colpi di arma da fuoco sparati da postazioni azere vicino al villaggio intorno alle 13:30. Attualmente, l’entità del danno è in fase di determinazione. L’incidente è stato segnalato al contingente di mantenimento della pace russo.

(22) ASSEMBLEA PARLAMENTARE CONSIGLIO D’EUROPA – La PACE ha adottato la risoluzione intitolata “Garantire un accesso libero e sicuro attraverso il corridoio di Berdzor (Lachin)”. Secondo Ruben Rubinyan, capo della delegazione armena, la delegazione azera ha fatto vari tentativi per modificare o impedire l’adozione della risoluzione, ma i suoi sforzi si sono rivelati infruttuosi. Circa 60 emendamenti proposti dall’Azerbaigian sono stati respinti e la risoluzione è stata infine adottata. La risoluzione sollecita specificamente l’Azerbaigian ad attuare prontamente le decisioni prese dalla CEDU e dalla Corte internazionale di giustizia. Inoltre, chiede il ripristino delle forniture di elettricità e gas all’Artsakh (Nagorno Karabakh) e sottolinea l’importanza di astenersi da retoriche ostili e minacciose nei confronti degli armeni.

(21) CONDANNATO OMICIDA AZERO – Il militare azero Huseyn Akhundov è stato condannato dalla corte armena a 20 anni di reclusione. Akhundov è stato condannato per l’omicidio di Hayrapet Meliksetyan, un agente di sicurezza di 56 anni presso lo Zangezur Caopper-Molybdenum Combine. La famiglia di Meliksetyan considera questo verdetto inaccettabile e chiede l’ergastolo. All’inizio di aprile, Akhundov e un altro militare azero di nome Agshin Babirov hanno attraversato illegalmente il confine con l’Armenia. Successivamente sono stati catturati grazie ai residenti dei villaggi di confine di Syunik.

(21) PARLAMENTO EUROPEO – La delegazione della sottocommissione per la Sicurezza e la difesa del Parlamento europeo guidata dalla presidente Nathalie Loiseau si è unita alla missione dell’UE in Armenia per una pattuglia pianificata al corridoio di Lachin.

(21) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il Presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una riunione del Consiglio di Sicurezza per discutere l’attuale situazione politico-militare che circonda l’Artsakh, le sfide affrontate e le azioni necessarie da intraprendere

(21) VIOLAZIONI AZERE – Intorno alle 4 del mattino (ora locale), le forze armate dell’Azerbaigian hanno violato il cessate il fuoco in direzione della regione di Martakert della Repubblica dell’Artsakh utilizzando armi leggere. Non risultano feriti.

(20) VIOLAZIONI AZERE – Nella tarda mattinata odierna gli azeri hanno sparato cona rmi di vario calibro verso le postazioni difensive armene in località Kakhakn (Gegharkunik). Nella tarda serata di ieri e nel primo mattino di oggi, violazioni azere sono state registrate anche in Artsakh nelle regioni di Martakert, Martuni e Shushi. Nel pomeriggio violazioni lungo la forntiera del Syunik (ARM) nei pressi di Nerkin Hand e Srashen, ancora colpi contro la costruenda fabbrica di Yeraskh nonostante la proprietà abbia fatto innalzare le bandiere dell’Armenia e degli Stati Uniti.
In tutti i casi non ci sono state perdite tra le fila armene.

(19) CONTINUANO LE VIOLAZIONI AZERE – Ieri registrate violazioni azere in direzione di Martakert e Martuni (Artsakh) oltre che in alcuni punti della frontiera con l’Armenia in particolare Verin Shorza. Questa notte, colpi con armi di vario calibro verso Yeraskh e Sotk (ARM). In mattinata ancora colpi contro la fabbrica in costruzione di Yeraskh.

(19) QUINTO GIORNO DI BLOCCO TOTALE – Dal 15 giugno tutti i transiti di persone emerci da e per l’Artsakh sono bloccati dagli azeri. Nel blocco sono ricompresi anche i pazienti ghravi che in precedenza erano trasportati dalla Croce Rossa in strutture più attrezzate dell’Armenia.

(16) BLOCCATO TRASPORTO MALATI – In questo momento è diventato impossibile trasportare anche i malati gravi dall’Artsakh (Nagorno Karabakh) alla capitale dell’Armenia Yerevan. Lo ha dichiarato il ministro della salute dell’Armenia Anahit Avanesyan ai giornalisti dopo la odierna sessione di gabinetto del governo.

(15) FERITO SOLDATO ARMENO – Un militare armeno, Artur Azroyan, facente parte del Servizio nazionale di frontiera, è stato ferito da colpi sparati da postazioni azere nei pressi del villaggio di Tegh (ARM).

(15) PROVOCAZIONE AZERA – Intorno alle 8:40 (ora locale), un gruppo di soldati del servizio di guardia di frontiera dell’Azerbaigian ha tentato di avanzare in direzione del ponte Hakari per collocare una bandiera azera sul territorio dell’Armenia. A seguito delle misure adottate dalla parte armena, il tentativo dei militari azeri di far avanzare e installare una bandiera nel territorio dell’Armenia è stato sventato. Gli azeri hanno comunque bloccato il passaggio sul ponte e una intera colonna del CRI che trasportava pazienti gravi in Armenia è dovuta rientare a Stepanakert.

(14) VIOLAZIONI AZERE – Le truppe azere hanno aperto il fuoco di armi leggere nelle direzioni settentrionale, orientale e nord-occidentale della linea di contatto con l’Artsakh. Tra le 9:15 e le 11:14, la parte azera ha aperto il fuoco, con armi leggere, contro i civili che svolgevano lavori agricoli nei villaggi di Machkalashen e Chartar. La parte armena non ha perdite. Questa violazione del cessate il fuoco è stata segnalata al comando del contingente di mantenimento della pace russo in Artsakh.

(14) ANCORA VIOLAZIONI, DUE FERITI – Due stranieri, di cittadinanza indiana, sono stati feriti oggi, intorno alle 11,30 ora locale, dai cecchini azeri che hanno sparato colpi verso la costruenda (con investimenti stranieri) fabbrica metallurgica di Yeraskh, al confine tra Armenia e Nakhijevan. Ieri, nella stessa località era stata presa di mira l’auto di un civile e un mezzo di servizio. I due feriti sono sottoposti a intervento chirurgico

(13) VIOLAZIONI AZERE IN ARMENIA – Il ministero della Difesa dell’Armenia ha riferito che tra le 11:30 e le 11:45, le unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco con fucili di diverso calibro in direzione delle posizioni armene situate nei settori Tretuk e Sotk. Le forze armate azere hanno anche utilizzato un mortaio nella regione di Sotk.

(13) CONSOLATO TURCO – Nel corso della sua visita in Azerbaigian, il rieletto presidente turco Erdogan ha dichiarato che la Turchia è pronta ad aprire un consolato nella città armena occupata di Shushi. Tale apertura “sarà indirizzata al mondo intero e in particolare all’Armenia” ha dichiarato Erdogan.

(12) TRASFERIMENTO PAZIENTI – Oggi, 16 pazienti, con medici e accompagnatori, sono stati trasferiti in Armenia sotto scorta della Croce Rossa Internazionale mentre 19, terminate le cure, hanno fatto il percorso all’inverso.

(12) VIOLAZIONI AZERE IN ARMENIA – Il ministero della Difesa dell’Armenia ha riferito che gli azeri hanno bombardato posizioni armene nell’area di Sotk nella regione di Gegharkunik. La parte armena non ha subito perdite.

(12) BLOCCO LACHIN – Da sei mesi l’Artsakh è isolato a causa del blocco del corridoio di Lachin. Il ministero degli Esteri dell’Armenia scrive su “6 mesi di blocco illegale del Corridoio di Lachin: continue gravi restrizioni dei diritti e delle libertà fondamentali di 120.000 persone nel Nagorno-Karabakh, incluso l’effetto dannoso su 30.000 bambini. Il tutto nonostante la sentenza legalmente vincolante dell’ICJ e le numerose chiamate delle istituzioni internazionali”.

(10) COLPI DI MORTAIO AZERI – Le forze armate azere hanno nuovamente violato il cessate il fuoco nella direzione sud-occidentale della linea di contatto con armi leggere e mortai. Verso le 12:20 (ora locale) la parte azera ha sparato tre colpi di mortaio da 60 mm contro una delle postazioni dell’Esercito di Difesa dell’Artsakh. Lo ha riferito il Ministero della Difesa dell’Artsakh.

(10) ESERCITAZIONI AZERE – L’Azerbaigian sta conducendo esercitazioni militari nei territori occupati dell’Artsakh. “Le formazioni e le unità coinvolte nelle esercitazioni sono state portate a vari livelli di prontezza al combattimento e dispiegate nelle aree di destinazione. È stato assicurato il dispiegamento di organi di comando e controllo sul territorio, sono state prese misure in collaborazione con unità di altre forze militari. Il ministro della Difesa dell’Azerbaigian, il colonnello generale Zakir Hasanov, e la leadership del ministero hanno osservato il corso delle esercitazioni del personale di comando” si legge in una nota del ministero della Difesa di Baku.

(9) TRASFERIMENTO PAZIENTI – Oggi, 15 pazienti sono stati trasferiti in Armenia sotto scorta della Croce Rossa Internazionale mentre 16, terminate le cure, hanno fatto il percorso all’inverso. Undici bambini rimangono nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale pediatrico Arevik, mentre nove adulti (due in gravi condizioni) sono ricoverati in terapia intensiva dell’ospedale repubblicano di Stepanakert.

(8) SPARI CONTRO TRATTORE – Intorno alle 18:20, la parte azera ha aperto il fuoco, con un fucile, contro un trattore che svolgeva lavori agricoli nel villaggio di Karvin secondo quanto riferisce il Ministero della Difesa dell’Artsakh. La parte armena non ha perdite. Questa violazione del cessate il fuoco è stata segnalata al comando del contingente di mantenimento della pace russo in Artsakh.

(7) PRESSIONE UE E USA SU AZERBAIGIAN – L’UE e gli USA sollecitano quasi contemporaneamente l’Azerbaigian ad adottare misure per garantire i diritti e la sicurezza degli armeni nel Nagorno Karabakh. Nella nota dirmata dall’Unione europea si legge che “Accogliamo con favore la partecipazione di Baku al prossimo incontro trilaterale del 21 luglio sotto gli auspici dell’UE, dove dovrebbero essere compiuti ulteriori progressi. Esortiamo l’Azerbaigian a sviluppare un’agenda positiva che protegga i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Nagorno-Karabakh. La situazione attuale è preoccupante e lascia conseguenze umanitarie negative, poiché la popolazione di etnia armena ha ripetutamente subito interruzioni nella fornitura di servizi energetici e di comunicazione di base.Chiediamo a Baku di adottare misure concrete per revocare le restrizioni alla popolazione di etnia armena, garantendo una stabilità l’approvvigionamento energetico e consentire alla rete energetica di rimanere intatta.Inoltre, chiediamo a tutte le parti di astenersi da retoriche ostili e promuovere invece un dialogo che costruisca fiducia e crei condizioni favorevoli ai colloqui di pace“.
Contemporaneamente anche l’ambasciatore Usa presso l’OSCE Michael Carpenter ha dichiarato che “Chiediamo all’Azerbaigian di prendere provvedimenti per garantire una fornitura permanente di gas ed elettricità al Nagorno-Karabakh, nonché il libero flusso e movimento di merci e persone, anche attraverso il corridoio di Lachin“.
La dichiarazione quasi simultanea di Unione Europea e Stati Uniti indica che esiste un forte consenso sui diritti e sulla sicurezza del popolo del Nagorno-Karabakh, nonché sulle misure attese per eliminare le conseguenze umanitarie del blocco.

(7) MILITARI RAPITI – Oggi sono arrivate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) informazioni riguardanti i due militari armeni presentate dall’Azerbaigian alla Corte europea, compresi documenti medici e dettagli sulle condizioni di detenzione. L’Armenia presenterà la propria posizione in merito alle informazioni e ai documenti forniti dall’Azerbaigian entro il termine fissato dalla Corte Europea, cioè il 16 giugno.

(7) MISSIONE EUROPEA – La missione civile dell’Unione europea in Armenia (EUMA) prevede di istituire tre hub operativi aggiuntivi a Jermuk, Ijevan e Yeghegnadzor nei prossimi mesi, raggiungendo gradualmente la piena capacità operativa nel prossimo futuro. Lo ha detto il capo missione, Markus Ritter, ospitando a Martuni in Armenia la delegazione Ue del gruppo di lavoro Europa dell’Est e Asia Centrale con l’Ambasciatore Ue Andrea Victorin. Ritter li ha introdotti al concetto e alle attività della missione civile. Secondo lui, nel primo trimestre della sua attività, la missione ha effettuato più di 300 pattugliamenti nei suoi hub di Goris, Jermuk e Martuni. Le pattuglie coprono più di 3.800 km ogni settimana.”Il nostro obiettivo è, tra l’altro, contribuire alla stabilizzazione della sicurezza delle regioni di confine. E, secondo molti funzionari armeni, la missione civile dell’Unione Europea ha contribuito a una certa stabilizzazione della situazione. Tuttavia, la situazione rimane instabile“, ha aggiunto Ritter.

(6) RIPETUTE VIOLAZIONI AZERE – Nella mattinata, a partire dalle 11 sono state rilevate violazni azere multiple nei settori centrale, orientale e sud orientale della linea di contatto. Altre violazioni nella serata intorno alle ore 20 (ora locale).

(5) MINISTRI DEGLI ESTERI – Come ha riferito il portavoce del Ministero degli Affari Esteri dell’Armenia Ani Badalyan, il prossimo ciclo di discussioni fra i ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian dovrebbe tenersi nella capitale degli Stati Uniti, Washington. Le discussioni con la partecipazione del Ministro degli Affari Esteri dell’Armenia Ararat Mirzoyan e del Ministro degli Affari Esteri dell’Azerbaigian Jeihun Bayramov inizieranno il 12 giugno.

(5) ALTRE VIOLAZIONI AZERE – Tra le 10:45 e le 11:00 (ora locale) , le forze armate azere hanno violato il cessate il fuoco nelle direzioni est e sud-ovest della linea di contatto utilizzando armi leggere. Non si registrano feriti.

(5) CORRIDOIO DI ZANGEZUR – Le autorità dell’Azerbaigian stanno preparando intensamente Nakhichevan per “l’apertura del corridoio Zangezur” nonostante non vi sia ancora nulla di stabilito. Secondo quanto riportano i media azeri, sarebbero in corso lavori di adeguamento della rete ferroviaria ed è allo studio un sistema fiscale speciale con particolari esenzioni doganali.

(5) CONFINI – Non esiste un accordo definitivo su una mappa specifica per quanto riguarda la demarcazione tra Armenia e Azerbaigian. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Ararat Mirzoyan all’Assemblea nazionale. “Ma c’è l’obbligo e l’impegno di realizzare questi lavori in conformità con la dichiarazione di Alma Ata. Il 6 ottobre dello scorso anno è stato raggiunto un accordo a Praga. Non c’è accordo su quale mappa“, ha detto il ministro degli Esteri. Ha aggiunto che, per quanto ne sa, durante l’incontro a cinque partiti a Chisinau, il presidente azero Ilham Aliyev non si è opposto alla mappa del 1975. “Stiamo parlando della mappa attorno alla quale c’è comprensione e volontà di continuare il lavoro da parte dell’intera comunità internazionale e della Repubblica di Armenia. Riteniamo che riconoscere l’integrità territoriale reciproca con la mappa del 1975 e avviare i lavori di delimitazione su tale base sia una soluzione accettabile per la Repubblica Armena”, ha affermato Mirzoyan. Ha detto che secondo la loro idea, la base della demarcazione non dovrebbero essere tali documenti e mappe che sono vantaggiosi per l’una o l’altra parte, ma quelli che sono legalmente i più invulnerabili.
Mirzoyan ha aggiunto che, secondo i risultati degli incontri a lui noti, Aliyev si è sempre opposto a prendere le mappe del 1975 come base per la demarcazione, ed è stato solo durante l’ultimo incontro a Chisinau che ha detto di non essere contrario.
Proprio ieri, il segretario del Consiglio di sicurezza dell’AR, Armen Grigoryan, ha dichiarato alla TV pubblica che ci sono dei progressi per quanto riguarda la demarcazione della mappa del 1975, ma non si può dire che la questione sia stata finalmente risolta. Il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha annunciato oggi che Baku e Yerevan non hanno accordi sulla demarcazione dei confini basati su una mappa specifica.

(4) NUOVO MINISTRO ESTERI TURCO – Il rieletto presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha presentando la nuova lista del gabinetto dei ministri. Hakan Fidan, che in precedenza era stato a capo della National Intelligence Organization e ha preso parte attiva ai negoziati tra Ankara e Damasco, è stato nominato ministro degli Esteri. Succede a Mevlut Çavuşoğlu, ora eletto membro del parlamento, in carica dal 2014.

(3) ANCORA VIOLAZIONI – Un’altra violazione azera del cessate-il-fuocoi è stata rilevata oggi nella regione di Martakert. Anche ieri e nei giorni scorsi analoghi incidenti mentre l’Azerbaigian accusa gli armeni di “provocazioni”.

(3) RICONGIUNGIMENTO DI CITTADINI – Ieri, con il sostegno e l’accompagnamento delle truppe di pace russe, 28 persone sono state trasferite dall’Artsakh all’Armenia, e 27 dall’Armenia all’Artsakh. Sono tutte persone con bisogni umanitari urgenti, comprese esigenze sanitarie, di assistenza familiare e di ricongiungimento familiare. Centinaia di altre persone in Artsakh e Armenia con urgenti necessità di trasporto stanno aspettando la loro occasione, per non parlare delle migliaia di persone che hanno bisogno di viaggiare in entrambe le direzioni per scopi meno urgenti. 

(3) TURISMO IN ARTSAKH – Oggi è ripartito il programma di bus turistici per visitare l’Artsakh. I mezzi, con partenza da piazza della Rinascita a Stepanakert, si dipartono in tre direzioni. Il dipartimento del turismo del Ministero dell’Istruzione e della Cultura della Repubblica dell’Artsakh, ha informato che i percorsi turistici includono: Stepanakert-Nikol Duman House Museum-Hakobavank-Gandzasar -Stepanakert, Stepanakert-Bovurkhani-Monastero di Amaras-Stepanakert e Stepanakert-Patara con tour a piedi alla chiesa di Saint Amenprkich-villaggio di Astghashen. Già esauriti i posti per la prima giornata di itinerari turistici.  Fino al 2 settembre, ogni sabato e domenica, dal centro turistico di Stepanakert (Piazza del Rinascimento) partiranno autobus turistici accompagnati da una guida turistica in tre diverse direzioni.  Il prezzo del biglietto è di 500 dram, che include il trasporto passeggeri e il servizio di guida. I biglietti possono essere acquistati presso il centro turistico in Piazza del Rinascimento. Naturalmente, stante l’attuale situazione di blocco, a beneficiare del servizio turistico potranno essere solo i cittadini dell’Artsakh. 

(3) COLLEGAMENTI FERROVIARI – Alla riunione dei vice primi ministri dell’Armenia e dell’Azerbaigian, è stata raggiunta un’intesa comune sul collegamento ferroviario Yeraskh-Julfa-Meghri-Horadiz. Lo ha annunciato l’ufficio del vice primo ministro Mher Grigoryan con un comunicato:
Al fine di dare attuazione agli accordi raggiunti durante l’incontro tenutosi a Mosca il 25 maggio, il 2 giugno si è tenuta nella capitale russa la 12a sessione del gruppo di lavoro tripartito sotto la copresidenza del Vice Primo Ministro della Repubblica di Armenia Mher Grigoryan, il Vice Primo Ministro della Federazione Russa Alexey Overchuk e il Vice Primo Ministro della Repubblica dell’Azerbaigian Shahin Mustafaev.
La seduta si è svolta in un clima costruttivo. In modo soddisfacente, sono stati registrati progressi significativi nell’accordo sulle modalità di organizzazione dello sblocco delle comunicazioni di trasporto tra la Repubblica di Armenia e la Repubblica dell’Azerbaigian. In particolare, è stata raggiunta un’intesa comune in merito all’attuazione di passi concreti verso il ripristino e l’organizzazione della comunicazione ferroviaria sulla rotta Yeraskh-Julfa-Meghri-Horadiz.
I risultati dei negoziati saranno riferiti ai leader della Repubblica di Armenia, della Federazione Russa e della Repubblica dell’Azerbaigian. Le parti hanno concordato di proseguire i lavori nell’ambito del gruppo di lavoro tripartito
“, si legge nel messaggio.

(3) MALTEMPO – Recentemente, a causa di forti venti, pioggia e grandine, alberi da frutto, colture orticole e serre sono state danneggiate nelle comunità di Askeran, Noragigh, Sardarashen, Khramort, Khachen, Tsaghkashat e Khnapat. Il processo di valutazione dei danni è attualmente in corso. 

(2) PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha incontrato i deputati dell’Assemblea nazionale ai quali ha presentato gli ultimi sviluppi politico-militari attorno all’Artsakh, ha fatto riferimento al processo negoziale Armenia-Azerbaigian, e ha parlato dei passi compiuti dal potere esecutivo nella situazione attuale. Il presidente Harutyunyan ha risposto a circa due dozzine di domande dei deputati su questioni interne ed esterne. C’è stato uno scambio di idee su cosa fare insieme.

(2) CORRIDOIO DI ZANGEZUR – In un’intervista l’ambasciatore dell’Azerbaigian in Turchia ha dichiarato che “il Corridoio Zangezur collegherà Turchia e Azerbaigian. Il lavoro di apertura di quel corridoio sta procedendo a ritmo sostenuto ed è in fase di completamento“. Continuando la politica delle ambizioni territoriali, l’ambasciatore azero ha affermato che “Zangezur è la terra conquistata nel 1920. Ci è stato tolto durante l’Unione Sovietica e consegnato all’Armenia. È stata eretta una barriera al confine dell’Azerbaigian con la Turchia, sono stati creati ostacoli“. Affermando che la distanza tra la Turchia e l’Azerbaigian sarà ridotta a 38 chilometri attraverso il corridoio Zangezur, l’ambasciatore Mamedov ha sottolineato che è importante anche per le relazioni commerciali della Turchia con l’Asia. “La Turchia stabilirà una connessione tra Oriente e Occidente“. Per “addolcire” le dichiarazioni insolenti, Mamedov ha aggiunto che “il progetto del Corridoio di Zangezur è importante per l’Armenia dal punto di vista della propria sicurezza“.

(2) AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO – Nel periodo dal 10 maggio al 1° giugno, i funzionari del settore zootecnico del Ministero dell’Agricoltura della Repubblica di Artsakh, guidati dal Primo Vice Ministro dell’Agricoltura Tigran Arstamyan, hanno visitato una serie di comunità del paese al fine di verificare i progetti di “costruzione, ricostruzione e riparazione di mattatoi, prodotti animali e laboratori di lavorazione delle materie prime, stalle, allevamenti ittici (allevamenti di granchi), allevamenti di funghi nella Repubblica dell’Artsakh. E’ stato ricevuto un numero piuttosto elevato di domande per la costruzione, la ricostruzione e la riparazione di stalle e allevamenti ittici, e una positiva conclusione è stata data alla maggior parte dei progetti presentati. Gli interventi sono naturalmente finalizzati a fronteggiare la penuria di cibo conseguente il blocco azero del corridoio di Lachin.

(2) TRASFERIMENTO PAZIENTI – Oggi, 18 pazienti sono stati trasferiti in Armenia sotto scorta della Croce Rossa mentre 11, terminate le cure, hanno fatto il percorso all’inverso.

(1) VERTICE A CHISINAU – E’ iniziato intorno alle 16,30 il vertice tra Aliyev, Pashinyan, Macron e Scholtz a Chisinau (Moldavia). In un primo momento, l’incontro ha preso avvio con la partecipazione dei leader di Armenia e Azerbaigian, con la mediazione del capo del Consiglio europeo Charles Michel, ed è durato 10 minuti. Successivamente, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz si sono uniti a loro. In precedenza, in un briefing con i giornalisti alla cerimonia di apertura del vertice, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha espresso la speranza che Armenia e Azerbaigian confermino la volontà politica comune di regolare le relazioni durante l’incontro a cinque. Il vertice si è concluso dopo circa un’ora e mezza.
Durante l’incontro sono state affrontate le questioni relative allo sblocco delle infrastrutture regionali di trasporto ed economiche, alla demarcazione e sicurezza dei confini tra i due paesi, all’accordo sulla regolamentazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, alla necessità di affrontare i diritti e la sicurezza del popolo dell’Artsakh (Nagorno Karabakh), dei prigionieri, delle persone scomparse e di altre questioni umanitarie.
Il 21 giugno è previsto a Bruxelles un nuovo incontro tra il primo ministro dell’Armenia, il presidente del Consiglio dell’Ue e il presidente dell’Azerbaigian secondo riportano fonti governative armene. Per il 12 invece è previsto a Washington un incontro fra i ministri degli Esteri.

(1) NUOVI ACQUISTI DI ARMI – Il ministro della Difesa dell’Azerbaigian Zakir Hasanov ha annunciato che l’Azerbaigian continuerà ad acquisire armi moderne e attrezzature militari sottolineando un nuovo stanziamento di ulteriori 650 milioni di dollari per nuove armi moderne e attrezzature militari. Il ministro ha dato istruzioni specifiche sulla “continuazione ininterrotta dell’osservazione delle attività armene, nonché sulla costante disponibilità a prevenire immediatamente e con decisione ogni possibile provocazione“.

(1) TRASFERIMENTO PAZIENTI – 14 pazienti del “Republican Medical Center” insieme ai loro accompagnatori, sono stati trasferiti in centri medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa. 12 pazienti medici, inviati in Armenia per cure nell’ambito dell’ordine statale, sono tornati in Artsakh con i loro compagni. 14 bambini sono nel reparto neonatale e di rianimazione dell’unità medica “Arevik”. Al “Republican Medical Center” CJSC, 8 pazienti sono ricoverati nell’unità di terapia intensiva, 5 dei quali sono in condizioni critiche.

(1) ARTSAKH TV – Compie 35 anni la televisione di Stato dell’Artsakh. E’ stata infatti fondata il primo giugno 1988 nel quadro dei programmi di sviluppo della società televisive locali nelle ex repubbliche e regioni autonome dell’Unione Sovietica. Il progetto fu tuttavia ostacolato e ritardato dagli azeri e per tale ragione la sede iniziale dell’emittente non fu istituita nel capoluogo Stepanakert ma nella città di Shushi dove la popolazione azera era numericamente superiore a quella armena.Nel corso del primo conflitto degli anni Novanta, la sede dell’emittente fu ripetutamente colpita dalle forze armate dell’Azerbaigian. Nel 1998 venne costruita una nuova sede nella capitale e nel 2003 Artsakh Tv divenne ufficialmente la televisione di Stato della repubblica di Artsakh. 

(1) CONSULTAZIONE DI GOVERNO – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha tenuto un’ampia consultazione di lavoro nel governo nel corso della quale sono state discusse questioni relative alla situazione politico-militare e socio-economica intorno all’Artsakh. I capi dei dipartimenti settoriali hanno riferito sullo stato di avanzamento dell’attuazione delle istruzioni precedentemente impartite dal Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica, presentando gli ultimi sviluppi regionali ai partecipanti alla consultazione, ha osservato che i rischi per la sicurezza, la presenza a lungo termine del blocco, la crisi energetica e altre circostanze dovrebbero essere alla base di tutti i lavori e dei programmi sviluppati nel Paese. In tale contesto, il Presidente ha dato una serie di nuove istruzioni a breve e a lungo termine per affrontare i rischi per la sicurezza, bloccarli e superare i problemi causati dalla crisi energetica.

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Acque contese (Osservatore romano, 21 giu)

192° giorno del #ArtsakhBlockade. Il blocco azero dell’Artsakh costituisce un crimine di guerra ai sensi del diritto internazionale (Korazym, 21 giu)

Altre armi al dittatore azero: quanto è debole la politica estera italiana (Politicamente corretto, 22 giu)

193° giorno del #ArtsakhBlockade. Altre armi all’autocrate azero: quanto è debole la politica estera italiana (Korazym, 22 giu)

“La situazione umanitaria in Artsakh è davvero difficile, è peggiorata molto” (It.Es, 22 giu)

Aerei militari venduti all’Azerbaigian, gli armeni in Italia contro il governo… (Crisis watch, 22 giu)

L’Europa condanna l’Azerbaijan: “Stop all’isolamento del Karabakh: Baku viola i diritti umani e incita all’odio contro gli armeni” (La stampa, 23 giu)

L’Italia sta con i dittatori e abbandona l’Armenia (Assadakah, 23 giu)

Armeni in Italia: “Armi all’Azerbaigian inaccettabili”/ “Roma condanni il regime” (Il sussidiario, 23 giu)

Russia e Bielorussia vogliono essere i tutori dell’Armenia (Asia news, 23 giu)

194° giorno del #ArtsakhBlockade. L’UE è complice della negazione da parte dell’Azerbajgian del diritto all’autodeterminazione degli Armeni dell’Artsakh (Korazym, 23 giu)

L’Armenia cerca di accusare la Russia di provocazioni e di prendere posizione a favore di Baku (Avia.pro, 23 giu)

Ascesa e declino del drone turco Bayraktar TB-2 in Ucraina (Analisi Difesa, 23 giu)

195° giorno del #ArtsakhBlockade. L’Azerbajgian installa una barriera di cemento sul Corridoio di Lachin, rafforzando la pulizia etnica in atto (Korazym, 24 giu)

Raphael Bedros XXI Minassian: “Non dimenticate gli armeni del Nagorno Karabakh” (Vatican news, 24 giu)

I diritti motori della pace (Repubblica, 24 giu)

Vaticano, nuovo Sos per il destino di 120 mila cristiani armeni, il vescovo Minassian parla di crisi umanitaria grave (Il messaggero, 25 giu)

196° giorno del #ArtsakhBlockade. “Non dimenticate gli Armeni del Nagorno-Karabakh”. “Se sei neutrale in situazioni di ingiustizia, hai scelto la parte dell’oppressore” (Korazym, 25 giu)

Le tante provocazioni azere, preludio all’invasione dell’Armenia (Tempi, 26 giu)

Il Nagorno Karabakh soffocato dal blocco attende una soluzione diplomatica (La bussola quotidiana, 26 giu)

197° giorno del #ArtsakhBlockade. L’ostilità e l’incitamento all’odio anti armeno mette in discussione la sincerità e la volontà di pace azera (Korazym, 26 giu)

198° giorno del #ArtsakhBlockade. Le aggressioni azere quotidiane contro l’Artsakh e l’Armenia sono il preludio dell’invasione alla prima occasione (Korazym, 27 giu)

199° giorno del #ArtsakhBlockade. La folle resilienza degli Armeni determinati a vivere nella loro terra ancestrale in Artsakh. Un altro modo di combattere (Korazym, 28 giu)

Altri soldati armeni uccisi. Fermate il criminale Aliyev (Politicamente corretto, 28 giu)

200° giorno del #ArtsakhBlockade. Con il tacito consenso del mondo civilizzato il regime autocratico azero-turco sta distruggendo il popolo cristiano armeno dell’Artsakh (Korazym, 29 giu)

Il Caucaso chiama, il Cremlino non risponde: la rivolta di Prigozhin e la ‘debolezza’ di Putin, “impero russo” a rischio (Il riformista, 29 giu)

201° giorno del #ArtsakhBlockade. Il popolo dell’Artsakh ha un innegabile diritto all’autodeterminazione e a vivere in pace e dignità nelle proprie terre ancestrali (Korazym, 30 giu)

Gas dall’Azerbaigian, aerei per Baku. Armeni risentiti con il governo (La verità, 30 giu, per abb.)

Cari compatrioti,
l’Artsakh vive da 163 giorni sotto l’intensificarsi del blocco criminale dell’Azerbaigian. Ci sono eventi in continua evoluzione intorno a noi, che influenzano direttamente o indirettamente la regione e, in particolare, la Repubblica dell’Artsakh e il nostro popolo. Nonostante la situazione creatasi e le sfide che aumentano di giorno in giorno, il popolo dell’Artsakh sta lottando per i propri diritti e libertà collettivi nella propria terra, continuando il sacro lavoro dei propri antenati.
Oltre ai rischi causati dal blocco e da altri fattori esterni, c’è anche l’aggravarsi dei problemi della vita interna dell’Artsakh e dell’instabilità politica interna. E qui nella regione più ampia e nel processo finalizzato alla regolamentazione delle relazioni interstatali Armenia-Azerbaigian, si stanno verificando nuovi sviluppi, che approfondiscono notevolmente le sfide e i pericoli ontologici dell’Artsakh. Questi fatidici sviluppi mi hanno spinto a parlare ai cittadini dell’Artsakh e all’intero popolo armeno sotto forma di messaggio.

Ora ci sono una serie di fattori nelle direzioni politiche e di sicurezza estere che influenzano direttamente il presente e il futuro del popolo dell’Artsakh. Vorrei evidenziare quanto segue:
Il blocco di oltre cinque mesi dell’Artsakh, con crescenti sfide umanitarie e politiche e minacce alla sicurezza.
Il deterioramento della situazione umanitaria e l’aumento dei rischi dovuti al continuo cedimento delle infrastrutture vitali dell’Artsakh.
Il continuo aumento del rischio di una nuova aggressione militare dell’Azerbaigian contro l’Artsakh e le non celate ambizioni di effettuare la pulizia etnica.
La grave violazione delle garanzie russe sulla sicurezza del popolo dell’Artsakh, fissata dalla dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020.
L’aumento delle tensioni geopolitiche nella regione e dell’aggressività dell’Azerbaigian a causa del conflitto russo-ucraino.
Il continuo indebolimento del sistema legale internazionale e l’incapacità della comunità internazionale di garantire la sicurezza e i diritti fondamentali del popolo dell’Artsakh, nonché l’attuazione delle decisioni dei tribunali internazionali.
Il continuo indebolimento delle posizioni dell’Armenia nel processo di regolamentazione delle relazioni Armenia-Azerbaigian ei passi volti a riconoscere l’Artsakh come parte dell’Azerbaigian.

Considerando quanto sopra e altri fattori importanti, mi rivolgo:
Ai miei compatrioti dell’Artsakh, che non si scoraggino e siano pronti a continuare la lotta, lasciando da parte le differenze interne al fine di servire risolutamente lo stesso obiettivo, rafforzando e sviluppando l’Artsakh. Sono lieto che in Artsakh ci sia un approccio completamente unificato a questo problema. In tal senso, accogliendo la dichiarazione di ieri dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh in merito ai pensieri espressi dal Primo Ministro della Repubblica di Armenia, Nikol Pashinyan, sottolineo che qualsiasi dichiarazione e documento che ignori la sovranità della Repubblica dell’Artsakh, il diritto all’autodeterminazione della nostra gente e il fatto della sua realizzazione è per noi inaccettabile. L’Artsakh non faceva e non farà parte dell’Azerbaigian, perché questa è la volontà del nostro popolo, che ha abbastanza determinazione per lottare per i propri diritti e interessi. Sono sicuro che il combattente non è solo, e non solo tutti gli armeni continueranno a sostenere la nostra lotta, ma si troveranno anche preziosi sostenitori nell’arena internazionale. Sì, la situazione è difficile, ma non senza speranza, e le autorità dell’Artsakh stanno prendendo e prenderanno possibili passi concreti per affrontare le sfide esterne e interne.
Al popolo della Repubblica d’Armenia, affinché dimostri attivamente e con decisione che l’Artsakh non può essere riconosciuto come parte dell’Azerbaigian e continui a sostenere questo pezzo più importante della patria armena unita. Dopotutto, l’Artsakh è la patria di tutti gli armeni, con il suo significato unico sia per lo stato armeno che per la nazione armena. Il popolo armeno è il proprietario della Repubblica di Armenia e deve decidere tali questioni nazionali e più importanti.
Ai nostri connazionali della diaspora, che si scrollino di dosso il sentimento di delusione, impotenza e indifferenza e chiedano passi concreti da parte dei governi dei Paesi di cittadinanza e della Repubblica di Armenia nella direzione di garantire il diritto dell’Artsakh all’autodeterminazione e alla sicurezza. Ci aspettiamo che ogni individuo e organizzazione armena della diaspora adotti tutte le misure possibili per sostenere l’Artsakh e frenare le attività criminali azere. La diaspora ha un enorme potenziale non realizzato, che è in grado di garantire un serio successo in questioni fatali per la Patria.
Alle autorità della Repubblica d’Armenia di astenersi da qualsiasi azione e dichiarazione per riconoscere l’Artsakh come parte dell’Azerbaigian, aderendo agli obblighi assunti dai documenti nazionali e internazionali e dai desideri e interessi nazionali. Consapevoli della situazione vulnerabile della Repubblica d’Armenia nel dopoguerra, ci siamo avvicinati a vari sviluppi con comprensione e abbiamo coscientemente sofferto e continuiamo a soffrire molte difficoltà per neutralizzare tutti i tentativi di imporre concessioni alla Repubblica d’Armenia sopprimendoci. Tuttavia, esistono principi chiari e linee rosse, le cui violazioni consideriamo inaccettabili e inammissibili. 
E riconoscere l’Artsakh come parte dell’Azerbaigian è una di quelle linee rosse, che, ne siamo certi, rimane tale per la maggior parte di tutti gli armeni. Nelle azioni e posizioni relative all’Artsakh, il punto di riferimento principale per la Repubblica di Armenia dovrebbe essere l’espressione della volontà del popolo dell’Artsakh, che è stata inequivocabilmente dimostrata dall’indipendenza e dai referendum costituzionali, con il sostegno incondizionato della Repubblica di Armenia e tutto il popolo armeno. E la risoluzione delle relazioni interstatali Armenia-Azerbaigian non può avvenire con una logica completamente separata dal conflitto azerbaigiano-Karabakh e a scapito dei diritti e degli interessi vitali del popolo dell’Artsakh, che, tra l’altro, sono parte integrante e importante parte dei diritti e degli interessi vitali dell’intera nazione armena.
Alle autorità della Federazione Russa e allo stesso Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, affinché assicurino gli obblighi assunti dalla dichiarazione tripartita del 9 novembre, aprendo il corridoio di Lachin (Kashatagh), eliminando tutti gli ostacoli azeri, liberando le 120.000 persone dell’Artsakh da ostaggi terroristici e impediscano azioni aggressive dell’Azerbaigian contro il popolo dell’Artsakh. Indipendentemente dalle azioni delle altre parti della Dichiarazione tripartita, la Russia ha assunto obblighi chiari, che costituivano la base più seria per garantire il ritorno del popolo dell’Artsakh dopo la guerra. Pertanto, ci aspettiamo un adempimento costante e decisivo di questi obblighi per il bene del popolo dell’Artsakh e degli interessi della Federazione Russa, nonché per la secolare amicizia dei popoli armeno e russo.
Al popolo e alle autorità dell’Azerbaigian per porre fine all’odio e alla politica di genocidio nei confronti del popolo dell’Artsakh, per essere pronti ad accettare veramente il principio dell’uguaglianza dei popoli e il titolo e i diritti del popolo armeno nativo dell’Artsakh. Siamo pronti per il dialogo, la risoluzione dei conflitti e la pace in un formato internazionale, ma sulla base delle norme e dei principi del diritto internazionale, in particolare i diritti dei popoli all’uguaglianza e all’autodeterminazione, al non uso della forza e alla minaccia della forza, alla risoluzione pacifica delle controversie e principi di integrità territoriale. Non rappresentiamo alcuna minaccia per l’Azerbaigian, ma, d’altra parte, il popolo dell’Artsakh ha il diritto all’autodifesa e la Repubblica dell’Artsakh ha l’obbligo di proteggere il proprio popolo. Nonostante le continue minacce dall’Azerbaigian, ne sono certo
A tutti gli attori della comunità internazionale, e in particolare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, affinché diano priorità alla Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite del 2023 per la corretta attuazione della decisione del 22 febbraio da parte dell’Azerbaigian, nonché garantiscano la sicurezza del popolo dell’Artsakh utilizzando gli strumenti necessari, in conformità con i principi e gli obiettivi delle Nazioni Unite.

Cari compatrioti,
vorrei anche toccare alcune questioni relative alla vita interna
Dopo la guerra, l’Artsakh si trova occasionalmente nel vortice di conflitti interni, ma durante questo periodo siamo generalmente riusciti a garantire un certo livello di solidarietà interna e stabilità. Forze e attori politici diversi presentano richieste diverse, a volte giustificate, a volte no. Durante questo periodo, le mie attività sono state criticate da vari circoli, alcuni oggettivamente e sinceramente, altri soggettivamente e direttamente. È importante notare che a volte varie forze esterne cercano anche di promuovere sconvolgimenti interni nell’Artsakh, il che provoca ulteriore tensione.
Tuttavia, indipendentemente dal contenuto e dagli obiettivi delle critiche e delle richieste, nel quadro delle normative legali nazionali, ho fatto del mio meglio per garantire un ambiente politico di rispetto e dialogo reciproci e la tanto necessaria stabilità interna per noi. Sì, a volte l’ho fatto con un grado di tolleranza inaspettato per molti, ma di conseguenza siamo riusciti a proteggere la Repubblica da shock distruttivi e da una forte polarizzazione interna.
Negli ultimi giorni in Artsakh sono stati fatti tentativi per creare tensioni politiche interne. Varie forze politiche e individui, con le loro dichiarazioni e azioni, volenti o nolenti, creano condizioni aggiuntive di disunione interna e instabilità.
Sono state discusse questioni relative agli emendamenti costituzionali, all’organizzazione delle elezioni, il presidente dell’Assemblea nazionale ha espresso la proposta di indire un referendum sulla fiducia del presidente e di creare un nuovo organo dell’amministrazione statale.
Non sono affatto attaccato alla carica di Presidente, per il bene della sicurezza del popolo della Repubblica dell’Artsakh, sono pronto a collaborare con qualsiasi forza e individuo capace e durante la mia attività ho cercato di fare tutto così che tali fenomeni siano valutati come normali processi caratteristici dei paesi democratici. Ma, d’altra parte, l’ordine costituzionale stabile nell’Artsakh, la solidarietà intra-sociale e lo spirito di lotta universale sono valori non negoziabili, della cui protezione sono il primo responsabile.
È chiaro che sono anche il più informato sui processi che si svolgono intorno a noi, il che mi dà un vantaggio comparativo nel sottoporli a una valutazione multiforme e più completa. È questa circostanza che spesso, per amore della pace interna e della solidarietà del Paese, mi spinge a compiere tali passi di cooperazione che, ripeto, a molti sembrano incomprensibili. Tuttavia, in nessun caso permetterò al desiderio distruttivo interno di potere, tentativi di soddisfare le ambizioni personali. Ho adottato questo approccio, tenendo conto della situazione creatasi, delle consultazioni politiche, delle istanze da loro presentate durante gli incontri con molti rappresentanti della società nei giorni scorsi, delle sagge valutazioni e della particolare importanza della stabilità e della forza interne.

In relazione a tutto ciò, dichiaro quanto segue:

L’amministrazione nella Repubblica dell’Artsakh può essere svolta esclusivamente attraverso gli organi previsti dalla Costituzione della Repubblica dell’Artsakh.
• Sono disponibile alla collaborazione con tutte le forze parlamentari ed extraparlamentari che abbiano opinioni, idee e proposte in merito alla politica interna ed esterna dello Stato. La principale piattaforma istituzionale per tale cooperazione è il Consiglio di Sicurezza, dove, come in passato, come adesso, possono essere invitati da me rappresentanti di tutti i poteri, nessuno escluso.
• In tali difficili condizioni di crisi, interrompo ogni tipo di discussione sull’organizzazione di elezioni presidenziali e parlamentari straordinarie, nonché lo scambio di idee sull’organizzazione di un referendum di fiducia proposto dal Presidente dell’Assemblea nazionale nei giorni scorsi. Vi esorto a porre fine a tali processi politici interni, che possono mettere in pericolo la stabilità della vita interna del nostro Paese, per formare nuovamente dei campi, il che è inaccettabile nelle condizioni odierne. Allo stesso tempo, confermo nuovamente nel 2020. Non parteciperò alla mia promessa pubblica fatta a dicembre di dimettermi non appena ci saranno le condizioni favorevoli e di organizzare elezioni presidenziali e parlamentari anticipate.
Limiterò la libertà di riunione. Considero inaccettabile, soprattutto nelle condizioni di tali pericoli, senza bilanciamento politico, senza valutare appieno le conseguenze per il popolo dell’Artsakh e l’impatto sugli interessi del nostro Paese, azioni di questa o quella forza politica o gruppo diretto contro soggetti di grande importanza per la sicurezza dell’Artsakh. Gli organi statali agiscono liberamente, sono governati esclusivamente dagli interessi del popolo della Repubblica dell’Artsakh e, in caso di necessità di tali dichiarazioni e appelli, sono pronti ad assumersi tale responsabilità.
Incarico le forze dell’ordine della Repubblica dell’Artsakh, in particolare il Servizio di sicurezza nazionale e la polizia, di intensificare gli sforzi volti a proteggere la sicurezza pubblica e di mostrare una risposta adeguata in caso di violazione della legge, trattenendo i trasgressori responsabile. La disciplina interna dovrebbe essere parte integrante del comportamento di ciascuno di noi, che le forze dell’ordine sono responsabili di garantire.
Garantire le condizioni specificate nella procedura speciale per la pubblicazione di informazioni sotto la legge marziale. E assicurare alla giustizia coloro che commettono violazioni e pubblicano informazioni relative alla sicurezza del Paese e assicurano la necessaria pubblicità del processo in modo che diventi chiaro a tutti che tali azioni sono inaccettabili, illegali e riprovevoli.

Cari connazionali,
è noto ed innegabile che nel 2020 dopo la guerra dei 44 giorni, ho avuto la responsabilità maggiore, ma, nonostante ciò, non mi sono mai sottratto alla responsabilità e ho lavorato continuamente nella direzione della protezione dello stato. Anche oggi continuo ad assumermi la mia parte di responsabilità con il voto forte del popolo, non ho alcuna intenzione di evitarlo e sono aperto a tutte le forze e persone disposte a collaborare, che sono pronte e in grado di assumersi e sopportare la loro parte di responsabilità.
In queste difficili circostanze, dobbiamo tutti concentrare la nostra attenzione esclusivamente sugli sforzi per superare le sfide esterne e non contribuire alla realizzazione degli obiettivi dei nostri avversari attraverso alcun processo interno. Vi assicuro che dipendendo da noi, stiamo facendo tutto il possibile per revocare il blocco e mitigarne le conseguenze, e le autorità statali informano regolarmente il pubblico su questi sforzi il più possibile.
Sono certo che con l’unità, la solidarietà interna e il duro lavoro, con il sostegno della Repubblica d’Armenia e di tutti gli armeni alle nostre spalle, saremo in grado di prevenire sviluppi minacciosi esterni e interni e garantire all’Armenia un futuro libero, sicuro e dignitoso Artsakh.
La forza del popolo dell’Artsakh sta nella sua volontà, unità e saggezza.

Cerchiamo di essere degni dei nostri santi antenati.
Siamo responsabili verso le nostre prossime generazioni.
Forza e prudenza al nostro popolo.

ARAYIK HARUTYUNYAN
Stepanakert, 23 maggio 2023

[traduzione e grassetto redazionale]

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Nagorno-Karabakh, prove di pace tra armeni e azeri. La tela di Mosca (Repubblica, 23 maf, per abb.)

Il primo ministro armeno Pashinyan sarebbe pronto a rinunciare al Karabakh (Euractiv, 23 mag)

Putin mediatore di pace: l’Armenia riconosce l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, compreso il Karabakh (Russia news, 23 mag)

L’Armenia minaccia di abbandonare l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva guidata da Mosca (Meta defence, 23 mag)

164° giorno del #ArtsakhBlockade. Artsakh patria di tutti gli Armeni. La pace non può essere raggiunta solo con documenti. Dopo Artsakh Azerbajgian vuole Armenia (Korazym, 24 mag)

164° giorno del #ArtsakhBlockade – Continuazione. Azerbajgian per le sue pretese su Artsakh ha solo falsificazioni condite con ricatto, uso e minaccia della forza (Korazym, 24 mag)

La svolta: accordo tra Armenia e Azerbaigian per il Nagorno-Karabakh? (Kulturjam, 24 mag)

L’Artsakh è il nuovo scenario della contrapposizione USA Russia (AGC news, 25 mag)

165° giorno del #ArtsakhBlockade. L’autodeterminazione non è negoziabile. Il riconoscimento dell’Artsakh è la chiave per una pace regionale duratura (Korazym, 25 mag)

Dopo gli scandali su Marocco e Qatar, il “parlamentare diplomatico” fa paura (L’Espresso, 25 mag)

Accordo di pace tra Armenia e Azerbaijian? (Renovatio21, 26 mag)

Scontro politico a Erevan sulle aperture a Baku sul Nagorno Karabakh (Asia news, 26 mag)

Armenia e Azerbaigian ottimisti sui colloqui mediati da Putin (Euractiv, 26 mag)

Nagorno-Karabakh: il Cremlino annuncia che tra Armenia e Azerbaigian la pace è in arrivo (Globalist, 26 mag)

166° giorno del #ArtsakhBlockade. Non difendere Artsakh significa perdere una parte vitale delle radici della vibrante cultura armena (Korazym, 26 mag)

Non è Pashinyan, ma l’Occidente che ha tradito l’Armenia (Tempi, 27 mag, per abb,)

Armenia-Azerbaigian, la mediazione di Mosca (Contropiano, 27 mag)

Amici, nemici e concorrenti trovano un accordo nel Caucaso meridionale (Nuovo giornale nazionale, 27 mag)

167° giorno del #ArtsakhBlockade. Obiettivo finale di Aliyev: conquistare l’Armenia e cacciare tutti gli Armeni dal Caucaso (Korazym, 27 mag)

168° giorno del #ArtsakhBlockade. Il popolo di Artsakh non può essere tagliato dalle sue radici: come un albero ogni persona tagliata dalle sue radici appassirà e scomparirà (Korazym, 28 mag)

L’Armenia sacrificata sull’altare di Erdogan (Gente e territorio, 28 mag)

169° giorno del #ArtsakhBlockade. Siamo spiritualmente Armeni e la sorte di Armenia e Artsakh ci tocca direttamente (Korazym, 29 mag)

Fonti Azerbaigian, ‘accordo di pace con Armenia molto vicino’ (Ansa, 29 mag)

Armenia e Azerbaigian si scambiano frecciatine in vista dei nuovi colloqui di pace (Euractiv, 30 mag)

Funzionari armeni colpiti con Pegasus. Sospettato l’Azerbaigian (Matrice digitale, 30 mag)

L’Armenia si prepara a lasciare l’Alto Karabakh (Voltairenet, 30 mag)

170° giorno del #ArtsakhBlockade. Ciononostante Artsakh resiste, persiste, esiste (Korazym, 30 mag)

Nagorno-Karabakh, prove di dialogo. Armenia e Azerbaigian costrette all’accordo? (Formiche, 30 mag)

Armenia tradita da Putin: in nome della pace, cede un pezzo di se stessa (Libero, 31 mag)

E’ l’Europa che ci chiede di sterminare un popolo? (Politicamente corretto, 31 mag)

171° giorno del #ArtsakhBlockade. Condanna per la non disinteressata attività di lobbying da politici italiani a favore dell’Azerbajgian, partner per niente “affidabile” (Korazym, 31 mag)


(31) INCONTRI PRESIDENTE – Il presidente Arayik Harutyunyan ha visitato la Corte suprema dell’Artsakh e ha incontrato giudici e funzionari del sistema giudiziario con i quali ha parlato dell’attuale situazione militare e politica e delle aspettative che ripone nelle forze dell’ordine e nei sistemi giudiziari dell’Artsakh nelle condizioni attuali. L’incontro con i rappresentanti del sistema giudiziario dell’Artsakh è stato il successivo di una serie di incontri iniziati il 23 maggio, che mirano a informare diversi gruppi del pubblico dell’Artsakh sulle sfide esistenti e a discutere di ciò che le autorità e la società dell’Artsakh dovrebbero fare.

(31) ATTIVITA’ AGRICOLA – Quest’anno la semina primaverile in Artsakh è stata effettuata in condizioni ovviamente difficili. Ciò nonostante sono stati sostanzialmente raggiunti i volumi principali previsti. Lo ha affermato il ministro dell’Agricoltura della Repubblica dell’Artsakh, Georgi Hayriyan. “Le priorità sono state determinate dalla realtà del blocco, durante il quale è diventato chiaro l’elenco dei prodotti agricoli più richiesti: patate, carote, barbabietole, cavoli, pomodori, cetrioli, melanzane, peperoni, cipolle e una serie di altre colture. La loro coltivazione è stata incoraggiata dall’apposito programma di sostegno, pari a 500-200mila. dram per ettaro”, ha detto il ministro. Secondo il capo del dipartimento, le difficoltà nell’attuazione dei lavori agricoli sono legate al blocco, in particolare alle forniture parziali o ritardate di sementi, fertilizzanti, fitofarmaci, materiali da costruzione per la realizzazione di serre, nonché foraggi , carburante. Questa difficoltà di approvvigionamento ha avuto un impatto negativo su tutti i rami del settore agricolo.

(30) VIOLAZIONI AZERE – L’Azerbaigian intensifica intenzionalmente la tensione lungo la linea di contatto con l’Artsakh. Oggi, le forze armate azere hanno violato il regime di cessate il fuoco nelle direzioni settentrionale e orientale della linea di contatto, utilizzando armi leggere e mortai. Secondo le prime informazioni, intorno alle 11:40 (ora locale) la parte azera ha sparato 7 colpi da un mortaio da 60 mm verso una delle posizioni difensive. Non ci sono state perdite dalla parte dell’Artsakh. La violazione del cessate il fuoco è stata denunciata al comando delle forze di pace russe. Alle 13:00, la situazione lungo la linea di contatto rimane relativamente stabile.

(30) MICHEL PER DIALOGO BAKU-STEPANAKERT – Su Twitter il presidente del Cosiglio europeo, Charles Michel, scrive che è in attesa di continuare le discussioni sulla normalizzazione armeno-azera, con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, nella capitale moldava Chisinau il prossimo1 giugno. “Essenziale per riconfermare il rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale e per avanzare nella delimitazione dei confini, anche per ridurre i rischi nelle aree di confine“, ha aggiunto Charles Michel. Secondo il presidente del Consiglio europeo, il dialogo tra Baku e gli armeni che vivono nell’ex Nagorno-Karabakh Autonomous Oblast (NKAO) sui loro diritti e sicurezza è ora cruciale. “È importante astenersi da posizioni massimaliste e puntare al dialogo. Dopo oltre 30 anni di conflitto, le ferite richiedono tempo per rimarginarsi. Servono decisioni coraggiose”, ha aggiunto Michel riferendosi evidentemente alle ultime dichiarazioni di Aliyev.

(29) RAPIMENTO SOLDATI – L’Armenia ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) chiedendo misure provvisorie nel caso dei due militari armeni rapiti dalle forze azere il 26 maggio. “Il 28 maggio l’Armenia ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo chiedendo misure provvisorie per il fatto del rapimento dei due militari che stavano fornendo cibo a una postazione militare. Il tribunale sta aspettando la risposta dell’Azerbaigian. In questo momento è confermato che i [militari] sono a Baku e ci aspettiamo di ricevere una risposta nei prossimi giorni“, ha dichiarato l’Ufficio del Rappresentante dell’Armenia per gli Affari Legali Internazionali. I due militari delle Forze Armate dell’Armenia sono stati rapiti da una squadra militare azera che si era infiltrata nel territorio dell’Armenia. I militari armeni rapiti stanno affrontando accuse inventate a Baku.

(28) NUOVE MINACCE DA ALIYEV – Il presidente dell’Azerbaigian, Aliyev, parlando da Lachin (Berdzor) ancora una volta ha rivolto minacce agli armeni e ha lanciato un ultimatum alle autorità dell’Artsakh.
Nel precisare che la “delimitazione dei confini [tra Armenia e Azerbaigian, NdR] deve avvenire alle nostre condizioni”, ha intimato che “deve essere aperta la strada dal Nakhchivan” e tutti i soldati armeni devono ritirarsi dal Karabakh. “Dichiaro queste condizioni qui, nella città di Lachin, in modo che tutti possano vedere: oggi siamo qui e saremo qui per sempre. Fate anche sapere loro [gli armeni, NdR] che i villaggi dell’Armenia sono visibili da qui. Vediamo anche questi villaggi, cioè, che non se ne dimentichino anche loro” ha tuonato il dittatore azero. Dopo aver minacciato l’Armenia, ha anche lanciato un ultimatum all’Artsakh intimando che “il ‘parlamento’ deve essere sciolto, l’elemento che si autodefinisce ‘presidente’, tutti i ‘ministri’, ‘deputati’ e altri devono lasciare l’incarico: solo in questo caso si possono fare delle concessioni per loro”. Solo in questo caso si può parlare di qualsiasi tipo di amnistia.” Aliyev ha altresi dichiarato che l’unico modo rimasto per gli armeni del Karabakh è “obbedire alle leggi dell’Azerbaigian, diventare leali, normali cittadini dell’Azerbaigian, buttare via i loro ‘falsi attributi’ statali nella spazzatura e sciogliere il parlamento”.

(27) POPOLAZIONE IN CRESCITA – Nel primo trimestre, nella Repubblica di Artsakh è stata registrata una crescita naturale della popolazione. Lo ha detto il presidente del Servizio statistico nazionale dell’Artsakh, Manush Minasyan, riassumendo gli indicatori della situazione socio-economica nella Repubblica di gennaio-marzo dell’anno in corso. “Il numero delle nascite ha superato il numero dei decessi. Nel gennaio-marzo 2023 il tasso di vitalità della popolazione era del 166,3%. Il 50,7% dei nati sono ragazzi. Nessun caso di morte materna è stato registrato”, ha detto Minasyan.

(27) CONFERMATO SEQUESTRO SOLDATI ARMENI – I due militari armeni scomparsi ieri sera lungo il confine del Syunik, Harutyun Hovakimyan e Karen Ghazaryan, sono stati effettivamente catturati e portati in Azerbaigian. L’ufficio del procuratore azero ha dichiarato che sono stati arrestati come sospetti con l’accusa di terrorismo, infiltrazione illegale e trasporto illegale di armi. Ieri sera, alle 19:00 ora locale, è stato ritrovato sulla strada di interposizione un veicolo di rifornimento di retroguardia gestito da due militari delle Forze Armate della Repubblica di Armenia che trasportava cibo e acqua destinati alle basi di combattimento.

(26) LEGGE MARZIALE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato decreti su ulteriori restrizioni applicate ai sensi della legge marziale. Il decreto presidenziale proibisce ogni tipo di raduno, ad eccezione dello scopo di realizzare il diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh, così come i raduni organizzati nei giorni festivi e commemorativi della Repubblica dell’Artsakh, che possono essere organizzati solo con il permesso del governo della Repubblica dell’Artsakh. Un altro decreto del Presidente limita la libertà di espressione delle opinioni, vieta la ricerca, la ricezione e la diffusione di informazioni sulla capacità di difesa, la sicurezza, l’integrità territoriale, la sovranità, l’ordine costituzionale o pubblico, il normale sviluppo dell’economia della Repubblica dell’Artsakh attraverso qualsiasi mezzo di informazione.

(26) SPARITI DUE SOLDATI ARMENI – Due militari della repubblica di Armenia sono scomparsi mentre stavno portanto vettovagliamenti alle postazioni difensive lungo il confine del Syunik. Media azeri hanno riferito che è stata sventata un’azione di sabotaggio. Probabilmente i due soldati sono stati rapiti dagli azeri che intendono scambiarli con i due soldati penetrati in Armenia (anche fino a venti chilometri) il mese scorso; uno di questi due azeri ha anche commesso un omicidio.

(26) CROCE ROSSA INTERNAZIONALE – Sono ripresi a cura del Comitato Internazionale della Croce Rossa i trasporti di pazienti gravemente malati dall’Artsakh ai centri specializzati dell’Armenia. Oggi 15 persone sono state trasferite mentre 12 hanno fatto rientro in Artsakh.- Al momento ci sono sei bambini in terapia intensiva neonatale e altrettanti adulti in analogo trattamento all’ospedale repubblicano di Stepanakert.

(26) FESTA DELL’ “ULTIMA CAMPANELLA”– I diplomati delle scuole superiori di tutta la Repubblica dell’Artsakh festeggiato oggi la loro ultima campanella.

(26) ACCORDO DI PACE – Per Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, l’Armenia e l’Azerbaigian potrebbero firmare un trattato di pace nel prossimo futuro. Peskov ha sottolineato che ciò che conta è la soluzione finale di tutti i problemi, e non il tempo. ”I rappresentanti di Armenia, Russia e Azerbaigian si riuniranno la prossima settimana a Mosca per discutere le questioni esistenti. Non c’è l’obiettivo di finalizzare tutto perché ciò che conta è il risultato finale, nessuno ha fretta“, ha detto Peskov alla Tass. Nessuno può prevedere un tempo esatto per la firma del trattato di pace, ha osservato. “Anche se, come è stato notato nella riunione di ieri, le circostanze sono ora cambiate in molti modi, e sostanzialmente queste mutate circostanze consentono di raggiungere la firma del trattato di pace nel prossimo futuro“, ha aggiunto.

(26) CRISI ECONOMICA PER IL BLOCCO – Il prodotto interno lordo (PIL) della Repubblica dell’Artsakh nel gennaio-marzo 2023, rispetto all’anno precedente, era del 67,9%. Il calo dell’economia in termini reali è stato del 32,1% (37 miliardi e 180 milioni di dram contro i 52 miliardi e 900 milioni di dram nello stesso periodo dello scorso anno). Rispetto all’anno precedente, è stato registrato un calo dell’economia di circa un terzo. In particolare – 15,6% nell’industria, -7,4% nell’edilizia, -5,4% nel commercio e nei servizi, -1,2% nell’agricoltura e -3,5% nelle tasse sui prodotti

(25) CONCLUSO VERTICE MOSCA – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente azero Ilham Aliyev si sono incontrati al Cremlino. Hanno discusso questioni relative allo sblocco dei trasporti regionali e delle infrastrutture economiche. E’ stato raggiunto un accordo per riprendere i lavori tra una settimana durante un incontro che ha coinvolto i vice primi ministri dei tre Paesi.

(25) VERTICE DI MOSCA (segue) – Il trilaterale (Aliyev, Pashinyan e Putin) è iniziato intorno alle 21ora italiana (le 22 a Mosca) ed è stato preceduto da due incontri bilaterali con il padrone di casa e da una tavola rotonda organizzata nell’ambito dei lavori del Consiglio economico euroasiatico. Nel corso di questa tavola rotonda c’è stato un battibecco tra il premier armeno e il presidente azero. “L’Azerbaigian, purtroppo, ha bloccato questo corridoio“, ha detto Pashinyan riferendosi al blocco di Lachin che isola da oltre cinque mesi l’Artsakh (Nagorno Karabakh). Il presidente dell’Azberbaigian Ilham Aliyev ha risposto: “L’Azerbaigian non ha bloccato alcun corridoio … Non è necessario utilizzare questa piattaforma per accuse infondate“. I due leader hanno continuato a discutere per diversi minuti prima che Putin chiudesse la conversazione, sottolineando che l’argomento era delicato. In seguito avrebbe dovuto ospitare colloqui a tre con Aliyev e Pashinyan. “Ora avremo l’opportunità, come concordato, di parlare di tutto con calma in modo professionale in un formato trilaterale, e spero di raggiungere alcuni accordi che metteranno la situazione non solo tra Armenia e Azerbaigian, ma anche nella regione , sulla via di uno sviluppo costruttivo“, ha detto Putin. “Posso assicurarvi che tutti qui sono interessati a questo, assolutamente tutti.”

(25) VERTICE DI MOSCA (segue) – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha annunciato che l’Armenia e l’Azerbaigian hanno raggiunto un accordo per riconoscere reciprocamente l’integrità territoriale dell’altro, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa TASS. Allo stesso modo, il presidente azero Ilham Aliyev ha affermato che l’Azerbaigian non ha rivendicazioni territoriali contro l’Armenia. Queste affermazioni sono state fatte durante una sessione allargata del EEU (alla quale l’Azerbaigian non fa parte ma alla quale è stato invitato come ospite).

(25) VERTICE DI MOSCA – Secondo il quotidiano russo “Kommersant”, i leader di Armenia, Azerbaigian e Russia puntano ad adottare almeno due documenti dopo il vertice di Mosca. Il coordinamento di questi documenti è stato predisposto nell’intera giornata di ieri 24 maggio. Un documentopreparato dai vice primi ministri, sarebbe concentrato sullo sblocco delle comunicazioni di trasporto, mentre le agenzie di politica estera dei tre Paesi hanno perfezionato la quinta dichiarazione congiunta di Aliyev, Pashinyan e Putin nella quale molto probabilmente, ci sarà un riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale tra Yerevan e Baku sulla base delle mappe sovietiche del 1975. Il Ministero degli Affari Esteri armeno non ha ancora commentato queste informazioni. Il vertice trilaterale (Aliyev, Pashinyan, Putin) è in calendario per oggi e sarà preceduto da incontri bilaterali del presidente russo con il presidente azero e il premier armeno.

(25) OCCUPAZIONE DI SHUSHI – Kanan Guliyev, consigliere capo della Rappresentanza speciale del presidente dell’Azerbaigian a ShushI, ha confermato che entro la fine dell’anno è previsto il trasferimento di 1500 azeri nella città armena occupata. Al riguardo, dalla scorsa estate sono in costruzione alcuni edifici residenziali per complessivi 450 alloggi.

(25) L’ARIZONA PER L’ARTSAKH – L’assemblea legislativa dell’Arizona ( Stato degli USA con oltre sette milioni di abitanti) ha rilasciato un documento di piena solidarietà all’Artsakh appoggiando il suo diritto all’autodeterminazione. Il proclama cita l’Artsakh come “la patria indigena del popolo armeno, ed è stato un centro della vita culturale, politica e religiosa armena per diversi millenni“. Prosegue documentando i decenni di oppressione dell’Artsakh e di aggressione post-indipendenza da parte dell’Azerbaigian sovietico, “culminati in un assalto al Nagorno-Karabakh nel 2020 che ha visto l’Azerbaigian perpetrare crimini di guerra contro la popolazione armena della regione, e ha portato l’Azerbaigian a prendere il controllo del 70% del Il territorio del Karabakh”. Il proclama saluta gli armeni dell’Artsakh “gli sforzi per esercitare il diritto all’autodeterminazione e vivere liberi dalla violenza e dalla repressione, e riconoscendo il governo dell’Artsakh, la comunità internazionale può aiutare a porre fine a questo conflitto secolare“.

(23) ALIYEV SU PACE CON ARMENIA – Il presidente Ilham Aliyev ha sottolineato che l’Azerbaigian favorisce la firma di un trattato di pace con l’Armenia sulla base dei cinque principi avviati dall’Azerbaigian, in particolare, il riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale e della sovranità dei Paesi. Aliyev lo ha annunciato ricevendo il presidente Margareta Cederfelt all’Assemblea parlamentare dell’OSCE. Aliyev ha osservato che è stato l’Azerbaigian ad avviare la piattaforma comune che riunisce Azerbaigian, Georgia e Armenia e la creazione del modello del Caucaso meridionale. Durante l’incontro si è discusso anche dell’apertura di linee di trasporto e di comunicazione regionali.

(23) DICHIARAZIONE DEL GOVERNO DELL’ARMENIA – Artur Hovhannisyan, segretario del partito “Contratto civile”, forza politica di maggioranza al governo dell’Assemblea nazionale dell’Armenia, ha dichiarato che le autorità armene in carica prevedono di garantire i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh nella loro terra attraverso la creazione di meccanismi internazionali. Ha altresì precisato che “Abbiamo rilasciato una dichiarazione che parla della nostra disponibilità. Anche l’Azerbaigian ha rilasciato una dichiarazione a Bruxelles. Ma tutto questo dovrebbe essere messo sulla carta, dopodiché è necessario valutare i possibili rischi. C’è una questione di delimitazione e demarcazione del confine [Armenia-Azerbaigian], la questione delle enclavi dovrebbe essere discussa separatamente, e riguarda anche i territori [azerbaigiani] occupati dell’Armenia. Quando questo è specificato sulla carta, allora il [ Il pubblico armeno] vedrà tutto. Stiamo facendo di tutto per firmare un trattato di pace [con l’Azerbaigian] il prima possibile“, ha sottolineato il legislatore della forza di governo armena. I colloqui di pace sono attualmente in corso e, mentre questo processo è in corso, il parere espresso sui punti del suddetto trattato, secondo Hovhannisyan, non consentirà flessibilità nei colloqui futuri.
Quando allineeremo le nostre posizioni, quando la sovranità e la sicurezza del territorio dell’Armenia riconosciuto a livello internazionale di 29.800 chilometri quadrati saranno garantite e i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh saranno garantiti, allora discuteremo con il pubblico, lo faremo determinare quale processo legale implica la firma di questo documento“, ha spiegato Hovhannisyan.

(23) GLI EX PRESIDENTI RISPONDONO AL PARLAMENTO – A seguito della risoluzione votata ieri sera dall’Assemblea nazionale, gli ex presidenti di Armenia e Artsakh hanno risposto ai deputati che chiedevano loro di prendere posizione riguardo la dichiarazione di Pashinyan. Arkadi Ghukasyan, il secondo presidente dell’Artsakh, e Bako Sahakyan, il terzo presidente dell’Artsakh, hanno sottolineato che il comportamento e la posizione delle attuali autorità della Repubblica di Armenia, basate sulla logica della sottomissione incondizionata ai desideri dell’Azerbaigian su questioni cruciali per il popolo dell’Artsakh, sono inaccettabili: “Ciò che è stato pronunciato oggi dall’attuale Primo Ministro dell’Armenia, ha scosso le fondamenta della statualità armena; in particolare, violando l’obbligo di essere il difensore dei diritti di tutti gli armeni” si legge in una loro dichiarazione.
Dal canto suo, il secondo presidente dell’Armenia, Robert Kocharyan, ha dichiarato che ritiene inopportune e offensive le richieste di ultimatum rivolte agli [ex] presidenti: “Vi siete accorti solo ora di cosa sta accadendo? Siete così ingenui? Anche in caso di grande desiderio, era impossibile non vedere che negli ultimi due anni è avvenuta la consegna aperta dell’Artsakh [all’Azerbaigian]. Ne abbiamo parlato pubblicamente e in tutte le occasioni. L’Artsakh NA, con la sua maggioranza (tranne 4 parlamentari), i loro leader non hanno rispondere in alcun modo ai nostri avvertimenti“.
E’ intervenuto anche l’ex presidente Sargsyan il quale ha detto di ritenere incomprensibile se non offensiva la richiesta di un suo parere dal momento che “costantemente, anche negli ultimi cinque anni, in tutte le occasioni possibili, ho annunciato: l’Artsakh non farà parte dell’Azerbaigian. Io e la forza politica da me guidata, il Partito Repubblicano d’Armenia, in tutte le nostre dichiarazioni, discorsi, e i messaggi abbiamo costantemente enfatizzato e annunciato i nostri approcci di principio alla questione dell’Artsakh, affermato punto per punto le nostre posizioni su tale questione vitale per noi“.

(23) PRIGIONIERI DI GUERRA – Il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian ha rilasciato una dichiarazione riguardo ai prigionieri di guerra sottolineando che “l’Azerbaigian in molti casi ha restituito unilateralmente all’Armenia prigionieri di guerra catturati durante la guerra [nel 2020]“. Quanto al gruppo di soldati armeni ancora detenuto, Baku ribadisce che non si tratta kdi prigionieri di guerra ma di “militari armeni inviati dall’Armenia per commettere provocazioni militari sul territorio dell’Azerbaigian dopo la guerra. (…) Nonostante il fatto che l’Azerbaigian, in una dimostrazione di buona volontà ha restituito quasi la metà di questo gruppo in Armenia, l’Armenia ha rifiutato di restituire 2 militari azeri che si erano persi e sono passati in Armenia attraverso un processo fittizio, minando così gli sforzi di rafforzamento della fiducia”, ha aggiunto il Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian.” Da notare, però, che i prigionieri armeni, chiamati dall’Azerbaijan “il gruppo di militari armeni inviati dall’Armenia per compiere provocazioni militari”, sono detenuti da circa tre anni. Nel frattempo, uno dei soldati azeri “dispersi” è accusato di omicidio.

(23) LA RISOLUZIONE VOTATA DAL PARLAMENTO – Il portavoce dell’Assemblea nazionale Arthur Tovmasyan, i leader delle forze politiche presenti nel Parlamento, i parlamentari hanno tenuto discorsi di condanna della dichiarazione fatta ieri dal Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan. E alla fine, i deputati hanno accettato all’unanimità la dichiarazione di Vahram Balayan, presidente del Comitato permanente per le relazioni estere dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh. La dichiarazione recita:
La dichiarazione rilasciata dal Primo Ministro della Repubblica di Armenia, Nikol Pashinyan, nella conferenza stampa odierna, in cui ha ribadito la sua volontà di includere l’Artsakh in Azerbaigian, ha causato grande indignazione e rabbia nella Repubblica dell’Artsakh. Infatti, con quel suo impegno, Nikol Pashinyan viola gravemente la Dichiarazione di Indipendenza della Repubblica di Armenia e le disposizioni della Costituzione sull’Artsakh, in particolare il principio imperativo della decisione dell’8 luglio 1992 del Consiglio Supremo della Repubblica di Armenia che recita “considerare inaccettabile per la Repubblica di Armenia qualsiasi documento internazionale o nazionale in cui la Repubblica del Nagorno-Karabakh sarà menzionata come parte dell’Artsakh”.
Ancora una volta, riaffermiamo che lo status dell’Artsakh è già stato determinato dalla Dichiarazione popolare del 10 dicembre 1991 e nessuna autorità ha il diritto di annullarlo.
Per noi, qualsiasi dichiarazione di Nikol Pashinyan che ignori la sovranità della Repubblica dell’Artsakh e il diritto all’autodeterminazione del nostro popolo, e qualsiasi documento redatto sulla sua base, è inaccettabile e priva di valore. Artsakh non rinuncerà mai alla sua lotta incrollabile.
Profondamente preoccupata per la pericolosa realtà esistente, l’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh invita tutti gli armeni a non consentire alle attuali autorità della Repubblica di Armenia di prendere una parte della madrepatria Armenia: la Repubblica dell’Artsakh e i territori sovrani della Repubblica dell’Armenia, in nome delle enclavi all’Artsakh. Ciò porterà inevitabilmente alla perdita della statualità armena.
Allo stesso tempo, facciamo appello agli ex e attuali presidenti della RA e della Repubblica dell’Artsakh, chiedendo di condannare le dichiarazioni rilasciate da Nikol Pashinyan il 22 maggio 2023. In caso contrario, considereremo il vostro silenzio come un segno di accordo con il Primo Ministro della Repubblica di Armenia
.”

(22) SESSIONE STRAORDINARIA DEL PARLAMENTO – Una sessione straordinaria dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh è stata convocata per questa sera alle ore 23,00 locali (le 21,00 in Italia) per discutere questioni urgenti. Oggi, nel corso di una conferenza stampa, il Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan, ha di fatto ammesso che l’Armenia è pronta a riconoscere l’integrità territoriale di 86.600 km2 dell’Azerbaigian che include il Nagorno Karabakh,con la precisazione che i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh devono essere discussi attraverso il dialogo Baku-Stepanakert.

(22) CORTE DI GIUSTIZIA – L’Armenia ha presentato una petizione alla Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite (ICJ) per la seconda volta dopo che l’Azerbaigian ha installato un posto di blocco sullabstrada che collega l’Armenia e l’Artsakh. Fino al verdetto finale sulla causa dell’Armenia, l’Armenia si aspetta che (ICJ) applichi una misura provvisoria contro l’Azerbaigian, chiedendo a quest’ultimo di garantire un movimento ininterrotto attraverso il corridoio Lachin. L’ufficio del rappresentante dell’Armenia sulle questioni legali internazionali ha sollevato la questione dell’irresponsabilità dell’Azerbaigian anche presso la Corte europea dei diritti dell’uomo in quanto l’Azerbaigian non solo non attua le decisioni provvisorie dell’ICJ, ma ignora anche le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. La parte armena ha sottoposto questo fatto al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, organo che sovrintende all’esecuzione delle sentenze.

(22) LA QUESTIONE DELLE ENCLAVI – Le enclavi sono incluse negli 86.600 chilometri quadrati di integrità territoriale dell’Azerbaigian secondo quanto conferma il Primo ministro armeno Pashinyan nel corso di una conferenza stampa. “E Artsvashen [villaggio] fa parte dell’integrità territoriale dell’Armenia di 29.800 chilometri quadrati. Ci sono diverse opzioni per le enclavi. Una di queste potrebbe essere la seguente: le aree dell’enclave su entrambi i lati della linea [di confine] [tra Armenia e Azerbaigian] rimangono sotto il controllo della parte in cui si trovano. L’altra opzione è che dopo la firma del trattato di pace [tra i due paesi], Artsvashen tornerà sotto la sovranità dell’Armenia, gli altri territori – dell’Azerbaigian. Questo è il posizione dal punto di vista politico, ma l’aspetto legale deve ancora essere studiato“, ha affermato il primo ministro armeno. Più tardi, alla domanda di un altro giornalista se il villaggio di Tigranashen e le enclavi della provincia di Tavush fossero inclusi nei 29.800 chilometri quadrati dell’Armenia, Pashinyan ha risposto: “No”.
Il premier altresì ha affermato che “c’era un punto nella dichiarazione tripartita del 9 novembre [2020] che abbiamo rimosso e detto che non avremmo firmato in nessuna circostanza. Uno dei punti si riferiva alle enclavi, il secondo a un corridoio attraverso il territorio dell’Armenia“.

(22) DICHIARAZIONI DI PASHINYAN – Il premier armeno in una conferenza stampa ha dichiarato che l’Armenia è pronta a riconoscere l’integrità territoriale di 86.600 km2 dell’Azerbaigian che include il Nagorno Karabakh, ma i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh devono essere discussi attraverso il dialogo Baku-Stepanakert.
Gli 86.600 km2 includono il Nagorno Karabakh. Ma dobbiamo notare che stiamo dicendo che la questione dei diritti e della sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh deve essere discussa nel formato Baku-Stepanakert”, ha detto Pashinyan.
L’Armenia è pronta a riconoscere l’integrità territoriale di 86.600 km2 dell’Azerbaigian. Ed è nostra comprensione che l’Azerbaigian è pronto a riconoscere l’integrità territoriale di 29.800 km2 dell’Armenia. Se ci intendiamo correttamente con l’Azerbaigian in questa materia, l’Armenia, infatti, riconosce l’integrità territoriale di 86.600 km2 dell’Azerbaigian, con la consapevolezza che l’Azerbaigian riconosce l’integrità territoriale di 29.800 km2 dell’Armenia“, ha affermato il primo ministro Pashinyan aggiungendo che è molto importante creare garanzie internazionali per i colloqui diretti tra Stepanakert e Baku sui diritti e la sicurezza degli armeni nel Nagorno Karabakh. “Intendiamo, ad esempio, che la questione dei diritti e della sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh potrebbe essere dimenticata e l’Azerbaigian potrebbe continuare la sua politica di pulizia etnica e genocidio contro gli armeni del Nagorno Karabakh attraverso la forza“, ha detto Pashinyan, sottolineando la necessità di garanzie per impedire questa politica.

(21) VIOLAZIONI AZERE – L’esercito azero ha aperto il fuoco di armi leggere nelle direzioni settentrionale e orientale della linea di contatto dell’Artsakh. La parte armena non ha subito vittime. Il ministero della Difesa ha dichiarato di aver informato il comando del contingente di mantenimento della pace russo della sparatoria.

(20) PARENTI DEI CADUTI – Il presidente Harutyunyan ha incontrato, su loro richiesta, un gruppo di parenti di soldati morti durante la guerra dei 44 giorni. Rispondendo alle domande dei partecipanti alla riunione, il Presidente ha toccato una serie di questioni relative agli sviluppi interni ed esterni. Il Capo dello Stato ha altresì sottolineato la necessità di stabilità interna e di tolleranza reciproca in queste condizioni di crisi, evidenziando il ruolo dei presenti in questa vicenda.

(20) MANIFESTAZIONE NEL SYUNIK – Alcune migliaia di persone hanno manifestato contro il blocco azero con un corteo che si è sviluppato nei pressi del villaggio di Kornidzor (Armenia) all’ingresso del corridoio.

(19) COLLOQUI A MOSCA – Alcuni progressi sono stati compiuti nel contesto della normalizzazione armeno-azera intorno a diverse disposizioni del possibile trattato di pace secondo quanto ha affermato il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan all’inizio dei colloqui trilaterali oggi a Mosca con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov. I ministri si erano visti a inizio mese negli Stati Uniti.
A margine dell’incontro, il ministro azero Bayramov ha dichiarato che il suo Paese è costantemente a favore del processo di risoluzione postbellica con l’Armenia sottolineando però come dalla fine dello scorso anno vi sia stata una certa “stagnazione” nel processo negoziale che ha ripreso impulso da maggio.
Dal canto suo, il ministro armeno Mirzoyan ha affermato che si sta cercando l’intesa sul processo di sblocco delle comunicazioni regionali e sulla delimitazione dei confini tra Armenia e Azerbaigian. “Sia la parte armena che altri dovrebbero lavorare sull’ulteriore specificazione dei parametri di tale processo. Vorrei sottolineare l’inammissibilità di un ulteriore surriscaldamento [della situazione] e l’importanza di astenersi dall’uso della forza, che i leader dei due paesi ha concordato e rilasciato una dichiarazione congiunta in merito. L’Armenia rimane fedele al 9 novembre 2020 dei nostri leader e a tutte le successive dichiarazioni tripartite. Grazie. Faremo un lavoro costruttivo“, ha osservato il ministro che ha anche ringraziato la Russia per il ruolo di mediatore.
Il ministro Lavrov, infine, ha precisato che non c’è alternativa alle dichiarazioni trilaterali dei leader di Armenia, Russia e Azerbaigian riguardo alla soluzione della situazione nel Caucaso meridionale. In questo formato trilaterale, Lavrov ha proposto di considerare l’intera gamma di questioni sulla normalizzazione delle relazioni armeno-azere e di concordare ulteriori passi, tenendo conto delle capacità della Russia. Separatamente, Lavrov ha sottolineato la necessità di stabilizzare la situazione nel Nagorno Karabakh e al confine tra Armenia e Azerbaigian, la necessità di risolvere i problemi umanitari, sbloccare le comunicazioni di trasporto regionali e concordare il testo dell’accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian.

(18) VIOLAZIONI AZERE IN ARTSAKH – Le forze armate dell’Azerbaigian hanno violato il cessate il fuoco nella direzione settentrionale, orientale e centrale della linea di contatto, utilizzando armi da fuoco e lanciagranate. Nell’area del villaggio di Berdashen, la parte azera ha aperto il fuoco su civili che lavoravano in un giardino e da un lanciagranate in direzione della miniera di Kashen. La parte armena non ha vittime. Questa violazione del cessate il fuoco è stata segnalata al comando del contingente di mantenimento della pace russo in Artsakh.

(18) VIOLAZIONI AZERE IN ARMENIA – Colpi di mortaio sono stati sparati, intorno alle 17,20 ora locale, dalla parte azera verso postazioni difensive armene nei pressi del villaggio di Norabakh (ARM). Non risultano feriti.

(18) DICHIARAZIONE CONGIUNTA SU VERTICE DEL 14 – Una dichiarazione è stata rilasciata da oltre 30 gruppi politici in Armenia e Artsakh, esprimendo le loro preoccupazioni riguardo ai risultati del recente incontro di Bruxelles e agli approcci articolati da Nikol Pashinyan a Reykjavik. QUI IL TESTO

(18) CONFERENZA STAMPA VARDANYAN – Ruben Vardanyan, coordinatore del movimento “Artsakh Security and Development Front” ed ex ministro di Stato dell’Artsakh in una conferenza stampa ha dichiarato che il popolo dell’Artsakh è pronto al 100% a difendere la propria patria fino alla fine. “Mi sento responsabile della fiducia che le persone hanno in me; lo sento ogni giorno. Non si tratta di un salvatore o di un ufficio, ma di decidere il futuro della patria“, ha detto. “Il futuro dell’Artsakh è nelle nostre mani, non in quelle di qualcun altro; siamo noi a decidere il nostro futuro. Diverse persone di diversi campi si sono unite attorno a questa idea. Questo è un esempio molto importante che le persone possono unirsi attorno a un’idea, non a un persona. Le persone si sono unite e si sono rese conto della grave situazione che stiamo affrontando”, ha affermato Vardanyan.

(18) COMITATO DI DIFESA DELLO STATO – Il presidente dell’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha esortato Arayik Harutyunyan a dimettersi se il Comitato per la difesa dello Stato non viene istituito. Artur Tovmasyan, che è un membro del Partito “Libera Patria” guidato da Arayik Harutyunyan, ha dichiarato: “Signor Presidente, non ho mai interferito nei suoi affari e lei non ha mai interferito negli affari dell’Assemblea nazionale. Propongo un modello specifico: il Comitato di Difesa dello Stato, che si è rivelato efficace durante le sfide che abbiamo affrontato negli anni 90. Ho suggerito di includere due persone nella sua composizione: Ruben Vardanyan e Samvel Babayan. Non sono sicuro della loro opinione, ed è molto probabile che possano rifiutare. Si prega di astenersi dal fare ulteriori domande.” Nel caso in cui questo modello non funzionasse, ha esortato Harutyunyan a dimettersi o ad avviare un referendum di fiducia.

(18) PREANNUNCIATO NUOVO VERTICE – La Russia ha proposto di organizzare a Mosca il giorno 25 maggio un vertice trilaterale con i leader di Armenia e Azerbaigian. La parte armena comunica di aver accettato l’invito. Domani invece si svolgere un vertice trilaterale fra i ministri degli Esteri Lavrov, Bayranov e Mirzoyan.

(18) DICHIARAZIONI PASHINYAN – Il premier armeno ha riferito in parlamento riguardo all’incontro di domenica a Bruxelles: “Il 14 maggio si è svolto a Bruxelles il mio incontro con il leader dell’Azerbaigian attraverso la mediazione del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Come ricorderete, durante l’incontro tenutosi a Praga il 6 ottobre 2022 alla mediazione del Presidente della Francia e del Presidente del Consiglio europeo, il Presidente dell’Azerbaigian ed io avevamo ribadito l’impegno dei nostri Paesi nei confronti della Carta delle Nazioni Unite e dell’Alma Ata Dichiarazione del 1991, sottolineando che sulla base di esse riconosciamo l’integrità territoriale e la sovranità reciproche. Lo ha dichiarato giovedì il primo ministro Nikol Pashinyan alla riunione di gabinetto del governo armeno. Inoltre, avevamo confermato che questa sarà la base per il lavoro delle commissioni di delimitazione delle frontiere. Il 14 maggio abbiamo compiuto un altro passo e, come affermato nella dichiarazione del Presidente del Consiglio europeo dopo la riunione del 14 maggio, abbiamo registrato che l’Azerbaigian riconosce il 29.800 chilometri quadrati di integrità territoriale dell’Armenia e dell’Armenia, gli 86.600 chilometri quadrati [integrità territoriale] dell’Azerbaigian Devo registrare che considero questo un passo importante per l’instaurazione della stabilità e della pace nella regione in termini di la messa a punto del testo del trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian e anche la delimitazione dei confini. Naturalmente, il passo successivo dovrebbe essere l’identificazione e l’accordo sui motivi giuridicamente validi e significativi per la delimitazione [del confine]“, ha aggiunto Pashinyan.
Ha richiamato l’attenzione sul fatto che nella dichiarazione del Presidente del Consiglio europeo a seguito della riunione del 14 maggio, l’importanza di un dialogo tra l’Azerbaigian e il Nagorno-Karabakh in merito ai diritti e alla sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh, e in cooperazione con la comunità internazionale , è stato sottolineato.
Questo è un processo essenziale per la reale e completa normalizzazione delle relazioni con l’Azerbaigian e l’instaurazione di una pace a lungo termine nella regione. Pertanto, accelererà notevolmente la firma del trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian“, ha affermato il ha detto il primo ministro armeno.

(17) VIOLAZIONI AZERE A SOTK, MUORE SOLDATO ARMENO – Oggi, verso le 16:15 (ora locale), unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco sulle posizioni armene situate in direzione di Sotk. A seguito di ciò , un militare del ministero della Difesa armeno è rimasto ferito. In seguito è deceduto mentre veniva portato in ospedale. Inoltre, le unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco anche su un’ambulanza, che trasportava il soldato ferito. Di conseguenza, secondo il ministero della Difesa armeno, è rimasto ferito anche un paramedico che viaggiava con lui.

(17) CROCE ROSSA – Ancora sospesi gli aiuti umanitari attraverso il corridoio Lachin. Al momento, l’arresto del movimento umanitario del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) è dovuto principalmente al fatto che l’organizzazione è in dialogo con tutti i decisori in merito alla necessità di alcuni chiarimenti sulle procedure. Zara Amatuni, responsabile del programma di comunicazione e prevenzione dell’ufficio del CICR in Armenia, ha dichiarato: “Speriamo che, a seguito del raggiungimento di un accordo, l’organizzazione possa riprendere il suo lavoro umanitario”.
L’ultima volta che un paziente medico è stato trasferito in Armenia dall’Artsakh attraverso la mediazione del CICR è stato il 29 aprile.

(17) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una sessione del Consiglio di sicurezza durante la quale erano all’ordine del giorno della discussione gli ultimi sviluppi politico-militari intorno all’Artsakh e la questione dell’adozione di misure appropriate

(16) TRASPORTO PAZIENTI – Nove malati affetti da grave patologia sono riusciti ad arrivare in Armenia portati in ambulanza, accompagnati da forze di pace russe. Al momento, oltre 100 pazienti sono stati privati della possibilità di essere trasportati in Armenia per cure mediche cruciali da quando il 29 aprile il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha dovuto interrompere i trasferimenti e la fornitura di farmaci all’Artsakh. Di questo centinaio di pazienti, 25 sono in condizioni critiche.

(15) UNESCO – Nel corso della 216ma riunione del Comitato Esecutivo dell’UNESCO l’ambasciatore Christian Ter-Stepanian, delegato permanente dell’Armenia presso l’organismo, ha tenuto un discorso nel quale emergenza e di guerra, il delegato permanente dell’Armenia ha ricordato la situazione attuale a seguito dell’aggressione militare scatenata dalle forze armate dell’Azerbaigian sul territorio sovrano dell’Armenia il 13 settembre 2022. Ha altresì evidenziato le conseguenze del blocco del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian per la popolazione armena del Nagorno Karabakh, inclusa la violazione del diritto all’istruzione di 30.000 bambini e ha ribadito l’urgenza di inviare la missione conoscitiva inter-agenzia delle Nazioni Unite a causa della situazione descritta. Sempre nel suo intervento, il delegato permanente dell’Armenia presso l’UNESCO ha espresso preoccupazione per le minacce al patrimonio culturale armeno nei territori del Karabakh ora controllati dall’Azerbaigian, in particolare nelle regioni di Shushi e Hadrut. In tale contesto, l’Ambasciatore Ter-Stepanian ha ribadito la volontà di inviare con urgenza una missione UNESCO in Nagorno Karabakh e territori limitrofi.

(15) MANIFESTAZIONE A STEPANAKERT – Sotto la pioggia, alcune centinaia di persone si sono ritrovate in piazza della Rinascita a Stepanakert chiedendo che Samvel Babayan, presidente del partito “Patria unita”, sia nominato Ministro di Stato della repubblica. Babayan nel suo intervento ha indicato tre programmi da portare avanti: la creazione di un esercito professionale, una politica sociale ed economica che consenta di promuovere il tasso di natalità e interventi per far uscire il popolo dall’attuale situazione socio-economica.

(15) MINISTERO ESTERI – Il ministero degli Esteri ha rilasciato una nota a commento della dichiarazione del presidente del Consiglio europeo Michel. QUI NELLA TRADUZIONE ITALIANA

(14) VERTICE A BRUXELLES – E’ durato circa quattro ore il vertice tra Aliyev e Pashinyan organizzato dal presidente del Consiglio europeo, Michel. Al termine dell’incontro, questi ha rilasciato la seguente nota:
È stato un piacere ospitare oggi il Presidente Aliyev e il Primo Ministro Pashinyan per un quinto incontro a Bruxelles. I nostri scambi sono stati franchi, aperti e orientati ai risultati. Si sono concentrati sui progressi nel percorso verso la normalizzazione dell’Armenia-Azerbaigian. I leader condividevano una volontà comune per un Caucaso meridionale in pace.Mi congratulo con i loro rispettivi sforzi. Insieme, abbiamo esaminato tutte le questioni all’ordine del giorno.
A seguito dei recenti colloqui positivi tenutisi negli Stati Uniti sul trattato di pace, dovrebbe essere mantenuto lo slancio per compiere passi decisivi verso la firma di un accordo di pace globale tra Armenia e Azerbaigian.
Sulle questioni relative ai confini, abbiamo esaminato i progressi e le prossime fasi relative alla delimitazione del confine. In tale contesto, i leader hanno concordato la ripresa degli incontri bilaterali sulle questioni di frontiera. I leader hanno confermato il loro inequivocabile impegno nei confronti della Dichiarazione di Almaty del 1991 e della rispettiva integrità territoriale dell’Armenia (29.800 km2) e dell’Azerbaigian (86.600 km2). La delimitazione definitiva del confine sarà concordata attraverso i negoziati.
Per quanto riguarda la connettività, le parti hanno compiuto chiari progressi nelle loro discussioni volte a sbloccare i collegamenti di trasporto ed economici nella regione. Le posizioni su questo tema sono ormai molto vicine tra loro in particolare sulla riapertura dei collegamenti ferroviari da e via Nakhchivan. Le rispettive squadre sono state incaricate di finalizzare un accordo di principio sulle modalità per l’apertura dei collegamenti ferroviari e sui necessari lavori di costruzione insieme a un calendario concreto. Hanno inoltre convenuto di avvalersi del sostegno dell’Organizzazione mondiale delle dogane per sostenere questo lavoro.

Per quanto riguarda le questioni umanitarie, si è capito che ulteriori detenuti sarebbero stati rilasciati nelle prossime settimane. Ho anche sottolineato la necessità di salvaguardare la comprensione reciproca che i soldati che si sono semplicemente persi e sono passati dall’altra parte continueranno a essere rilasciati attraverso una procedura rapida. Abbiamo anche discusso dell’importanza di intensificare i lavori per affrontare il destino delle persone scomparse e per lo sminamento.Abbiamo continuato i nostri scambi sulla questione dei diritti e della sicurezza degli armeni che vivono nell’ex Oblast autonomo del Nagorno Karabakh. Ho incoraggiato l’Azerbaigian a impegnarsi nello sviluppo di un’agenda positiva con l’obiettivo di garantire i diritti e la sicurezza di questa popolazione, in stretta collaborazione con la comunità internazionale. Ho anche sollevato la necessità di un dialogo trasparente e costruttivo tra Baku e questa popolazione.
Credo che sia importante astenersi dalla retorica ostile, impegnarsi in buona fede e mostrare leadership per raggiungere soluzioni reciprocamente accettabili.
L’UE non ha un’agenda nascosta. Il nostro unico obiettivo è aiutare l’Armenia e l’Azerbaigian a raggiungere una pace completa ed equa. Siamo pronti a contribuire ai loro sforzi congiunti. Abbiamo concordato di tenere le riunioni di Bruxelles tutte le volte che sarà necessario. I leader si incontreranno nuovamente a Bruxelles a luglio. E come già annunciato pubblicamente, ci incontreremo di nuovo in un futuro molto prossimo insieme al presidente francese Macron e al cancelliere tedesco Scholz a margine del 2° vertice della Comunità politica europea a Chișinău. Intendo inoltre invitare i leader per un altro incontro simile a margine del terzo vertice della Comunità Politica Europea a Granada in ottobre
.”

(13) CALENDARIZZATO VERTICE ARMENO-AZERO – Il Consiglio d’Europa ha reso noto il calendario degli incontri previsti per il vertice armeno-azero. In particolare, questa sera alle 19 locali, Charles Michel incontrerà Nikol Pashinyan. L’incontro di Michel con Aliyev è invece previsto per domani, 14 maggio, alle 9 ora locale, e l’incontro tripartito di Charles Michel con i leader di Armenia e Azerbaigian è previsto per lo stesso giorno, alle 13.

(12) UCCISO SOLDATO ARMENO – A seguito dell’attività bellica azera, il 20enne Narek Baghdasaryan è stato ucciso. Altri due soldati sono rimasti feriti. Complessivamente i feriti armeni nei due giorni di scontri sono otto. L’Azerbaigian ha anche confermato la perdita di un suo soldato.

(12) ANCORA VIOLAZIONI – Segnalate nel pomeriggio nuove violazioni azere del cessate-il-fuoco ancora nell’area di Sotk e di Kut. Non risultano al momento feriti.

(12) NUOVE VIOLAZIONI AZERE IN ARMENIA – Intorno alle 10:00 ora locale, le forze armate dell’Azerbaigian hanno violato il cessate il fuoco in direzione di Sotk utilizzando un drone” secondo quanto ha affermato il ministero della Difesa dell’Armenia, aggiungendo che due militari delle forze armate dell’Armenia sono rimasti feriti nell’attacco dei droni. Uno dei due soldati feriti è in gravi condizioni. Nel pomeriggio di ieri altre violazioni erano state registrate nell’area di Verin Shorzha e di Norabak.

(12) TORTURE A PRIGIONIERI ARMENI – I detenuti armeni sono stati duramente picchiati dalla polizia militare dell’Azerbaigian. Lo ha detto venerdì in conferenza stampa l’avvocato Siranush Sahakyan, rappresentante dei prigionieri di guerra armeni (POW) presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, presentando il nuovo rapporto speciale preparato insieme ad Arman Tatoyan, l’ex difensore civico dell’Armenia.

(11) TRASFERITI NOVE PAZIENTI – Le forze di pace russe (e non la Croce Rossa) hanno provveduto al trasfrimento urgente di nove malati gravi dall’Artsakh all’Armenia. Dallo scorso 29 aprile i convogli umanitari della Croce Rossa sono stati sospesi in quanto non è stato raggiunto un accordo con gli azeri. Quello di oggi è il primo trasferimento da dodici giorni.

(11) ATTACCO AZERO A SOTK – Questa mattina, intorno alle 6:00 ora locale, le forze armate azere hanno aperto il fuoco usando artiglieria e mortai in direzione delle posizioni armene situate vicino a Sotk, secondo un rapporto del ministero della Difesa dell’Armenia. Quattro militari armeni sono rimasti leggermente feriti e le loro condizioni non destano preoccupazione. Le truppe azere hanno anche sparato contro un’ambulanza che trasportava militari armeni feriti. Gli azeri hanno impiegato droni TB2. Verso le 10 la tensione è diminuita. In volo si sono levati dei droni azeri di sorveglianza. L’Azerbaigian ha ammesso la morte di un proprio soldato e il ferimento di altri. Durante l’odierna riunione del governo, il premier armeno Pashinyan ha dichiarato di non aver cambiato la sua decisione di recarsi a Bruxelles per i negoziati, aggiungendo che la probabilità di firmare un accordo di pace con l’Azerbaigian a Bruxelles è bassa. Secondo il premier armeno, l’azione azera mira a distogliere l’attenzione internazionale dal blocco illegale del corridoio di Lachin.

(10) 150° GIORNI DI BLOCCO – Il blocco azero all’Artsakh, prima con i presunti “eco-attivisti” poi dal 23 aprile con il checkpoint doganale all’ingresso del corridoio di Lachin, è giunto al 150° giorno. Da undici giorni sono sospesi i trasferimenti in Armenia dei pazienti affetti da patologie cardiache od oncologiche dal momento che la Croce Rossa Internazionale non ha raggiunto un accordo con gli azeri per il passaggio.

(10) DISTRUTTA BIBLIOTECA AD HADRUT – Il direttore della Biblioteca centrale “Avetik Isaakyan” di Hadrut, Varsik Amirjanyan, ha informato che sulla scorta di risultanze video la sede della biblioteca (che contava 39.720 libri) sarebbe stata demolita dagli azeri. “L’edificio della biblioteca centrale di Hadrut è stato costruito nel 1932. Dal video pubblicato dagli azeri, si può vedere che non è rimasto quasi nulla dell’edificio della biblioteca“, afferma il direttore della biblioteca. “Avevamo circa 750-800 lettori. Al momento, non ci sono informazioni dal fondo del libro“, ha osservato Amirjanyan, aggiungendo che si rivolgeranno al Consiglio di Stato dell’Artsakh per la protezione del patrimonio culturale per sollevare dinanzi ai tribunali internazionali la questione di l’ennesima manifestazione di vandalismo culturale da parte dell’Azerbaigian.

(10) PROSSIMI VERTICI ARMENO-AZERI – Domenica 14 maggio è previsto un vertice a Bruxelles tra Aliyev e Pashinyan alla presenza di Michel. I due dovrebbero vedersi anche con Macron e Shultz a giugno in Moldavia. Intanto per il 19 maggio è programmato a Mosca un nuovo incontro tra i ministri degli esteri Mirzoyan e Bayramov il cui precedente vertice di quattro giorni negli Stati Uniti si è concluso con commenti improntati a un (cauto) ottimismo.

(9) MANIFESTAZIONE A STEPANAKERT – A Stepanakert prende il via la manifestazione “NO alla pulizia etnica dell’Artsakh”. La manifestazione, lanciata dal gruppo di iniziativa della petizione e della campagna firme “NO alla pulizia etnica dell’Artsakh”, è iniziata ad Artsakh (Nagorno-Karabakh) Stepanakert.

(9) TRATTATO DI PACE – Parlando con i giornalisti al parco della Vittoria, il Segretario del Consiglio di sicurezza dell’Armenia, Armen Grigoryan, ha dichiarato che “abbiamo affermato molte volte il nostro approccio riguardo all’Artsakh [(Nagorno-Karabakh)], che dovrebbe essere creato un meccanismo internazionale, Stepanakert e Baku dovrebbero discutere di diritti e questioni di sicurezza“. Alla domanda se l’Armenia è incline a firmare un trattato di pace con l’Azerbaigian sotto gli auspici dell’Occidente o della Russia, Grigoryan ha risposto: “Per quanto riguarda la firma finale dell’accordo di pace, non è stata decisa in nessuna forma in questo momento. Lo firmeremo lì dove ci sarà l’opportunità di fare progressi e raggiungere un accordo finale “. E riguardo al fatto che il nome “trattato di pace” è stato sostituito dal nome “accordo sulla normalizzazione delle relazioni”, Grigoryan ha detto: “Il titolo non è così importante, l’importante è il contenuto. Ci sono diverse questioni importanti ; e se siamo in grado di trovare soluzioni a questi problemi, non importa quale sarà il titolo“.

(9) CELEBRAZIONI FESTA DEL 9 MAGGIO – Il 9 maggio il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha visitato il memoriale di Stepanakert per onorare le truppe cadute
Arayik Harutyunyan, insieme a funzionari governativi e comandanti militari, ha reso omaggio alla memoria degli eroi martirizzati della Grande Guerra Patriottica e delle guerre per la libertà della nostra patria.

(8) BACINO SARSANG QUASI VUOTO – Durante il blocco, la centrale idroelettrica operante sul bacino di Sarsang ha operato in una modalità senza precedenti per sopperire alla carenza di energia elettrica e il bacino è ormai quasi vuoto
Da più di tre mesi, l’Azerbaigian impedisce l’eliminazione dell’incidente dell’unica linea ad alta tensione che entra in Artsakh dall’Armenia nella sezione Aghavno-Berdzor.
Il Ministero dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture della Repubblica dell’Artsakh ne dà informazione, aggiungendo che per aggravare la crisi energetica, l’Azerbaigian sta regolarmente interrompendo i lavori del gasdotto che entra nell’Artsakh dall’Armenia. Sono già passati 2 mesi dall’ultima chiusura dell’unico gasdotto che fornisce gas naturale dall’Armenia all’Artsakh. Di conseguenza, la centrale idroelettrica costruita sul bacino di Sarsang era l’unica opzione per alleviare la crisi energetica. Una quantità senza precedenti di acqua è stata rilasciata dal serbatoio per generare elettricità in inverno.

(8) ANCORA MINACCE TURCHE – Il ministro degli Esteri turco ha parlato ancora delle preoccupazioni della Turchia riguardo al monumento dedicato all’operazione Nemesis che è stato inaugurato nella capitale dell’Armenia; Yerevan. Durante un programma di un’emittente televisiva turca, Mevlut Cavusoglu ha affermato che è inaccettabile per loro l’installazione di un monumento “che trasforma in un eroi le persone che hanno ucciso gli ufficiali dell’esercito ottomano e i fratelli azeri”. Egli ha sottolineato che la Turchia ha informato le autorità armene tramite l’inviato o attraverso altri canali. “Stiamo discutendo i passi da compiere contro l’Armenia con il presidente della Turchia”, ha aggiunto il ministro turco. La Turchia, nel frattempo, ha vietato il sorvolo del proprio spazio aereo a tutti i vettori armeni, compreso quello del Primo ministro Pashinyan. Per la cronaca il governo armeno ha chiarito che il monumento è stato ideato dalla municipalità della capitakle armena.

(8) CONDANNATO AZERO – Aghshin Babayev, uno dei due sabotatori azeri entrati illegalmente nel territorio dell’Armenia, ha ricevuto un verdetto. Il tribunale regionale di giurisdizione generale di Syunik lo ha condannato a 11,5 anni di carcere dopo averlo ritenuto colpevole di aver attraversato illegalmente il confine e aver trasportato illegalmente armi da fuoco e munizioni attraverso il confine di stato. Babayev si è dichiarato colpevole delle accuse. Nel frattempo, le indagini sul caso del secondo sabotatore, Khusoyin Akhundov, sono ancora in corso. È accusato di aver ucciso una guardia presso lo Zangezur Copper and Molybdenum Combine, come affermato dal procuratore generale della RA in risposta a una richiesta della televisione pubblica armena.

(8) INCONTRO ALIYEV-PASHINYAN – Secondo quanto riferisce il Financial Time il 14 maggio a Bruxelles vi sarà un incontro tra il presidente azero e il premier armeno ospiti del presidente del Consiglio europeo Michel.

(5) ENCLAVE – Catherine Colonna, ministro francese per l’Europa e gli affari esteri, ha definito il Nagorno-Karabakh una “enclave all’interno dell’Azerbaigian”.”Dobbiamo distinguere la situazione tra Armenia e Azerbaigian da quella del Nagorno-Karabakh, che e’ un’enclave all’interno dell’Azerbaijan abitata da armeni”, ha detto Colonna in onda su France Inter, la radio pubblica francese.

(5) SPARI CONTRO AGRICOLTORE – E’ stata seganalata violazione azera nella mattinata, intorno alle 10,55 allorchè soldati azeri hanno sparatro all’indirizzo di un agricoltore armeno che stava svolgendo lavori nei campi con il trattoire nelle vicinanze del villavvio di Vardadzor, regione di Askeran. Non risultano feriti.

(5) OCCUPAZIONE HADRUT – Le autorità dell’Azerbaigian hanno avviato l’insediamento illegale della città armena Hadrut di Artsakh occupata dagli azeri. Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha partecipato personalmente a questo processo illegale, insieme a sua moglie Mehriban. Gli Aliyev “hanno partecipato alla cerimonia inaugurale per il primo quartiere residenziale nell’insediamento di Hadrut”, riferisce l’APA citando informazioni del servizio stampa presidenziale azero.

(4) VERTICE MINISTRI, BLINKEN FIDUCIOSO ACCORDO – L’Armenia e l’Azerbaigian sono decisamente alla portata di un accordo. Lo ha riferito il Segretario di Stato Antony Blinken nelle sue osservazioni conclusive alla sessione di chiusura dei negoziati di pace bilaterali con il Ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan e il Ministro degli Esteri dell’Azerbaigian Jeyhun Bayramov. “Le due parti hanno discusso alcune questioni molto difficili negli ultimi giorni e hanno compiuto progressi tangibili su un accordo di pace durevole. Spero che vedano e credo che facciano come me, che c’è un accordo in vista, a portata di mano e il raggiungimento di tale accordo sarebbe non solo storico ma profondamente nell’interesse del popolo in Azerbaigian e in Armenia e sarebbe molto positivo effetti anche al di fuori dei due paesi. Penso che il ritmo dei negoziati e le fondamenta che i nostri colleghi hanno costruito dimostrino che siamo vicini a raggiungere un accordo. L’ultimo miglio di ogni maratona è sempre il più difficile, lo sappiamo, ma gli Stati Uniti sono qui per continuare ad aiutare entrambi i nostri amici a tagliare il traguardo e come ho detto siamo alla portata di questo.La leadership che stiamo vedendo sia dall’Armenia che dall’Azerbaigian e dai miei amici, i ministri degli Esteri, è stimolante. Non che sia facile, ma l’impegno, la determinazione ad andare avanti, ad affrontare le restanti questioni difficili è reale“, ha affermato.

(3) ALIYEV CHIUDE A QUALSIASI TRATTATIVA – Il presidente azero si rifiuta persino di discutere la questione del Nagorno Karabakh. “Qualsiasi tentativo di inserire il cosiddetto Nagorno-Karabakh, che non esiste, nel testo del trattato di pace è controproducente“, ha detto Ilham Aliyev durante un evento tenutosi nella città armena occupata dall’Azerbaigian di Shushi in Artsakh. Notando che l’Azerbaigian spera che l’Armenia mostri costruttività, Aliyev ha detto: “Tuttavia, non prevediamo di prendere altre misure, ad eccezione di misure diplomatiche. Se non c’è pace, se non c’è comunicazione, loro [cioè l’Armenia] lo faranno essere di nuovo isolati”, riferisce APA.

(2) NUOVO INCONTRO MINISTRI – I ministri degli Esteri dell’Armenia e dell’Azerbaigian stanno discutendo per il secondo giorno a Washington la definizione delle relazioni armeno-azerbaigiane. Secondo la parte americana, i negoziati dureranno diversi giorni. Il segretario di Stato americano Anthony Blinken, che ha ospitato Mirzoyan e Bayramov a Washington, ha affermato che il dialogo tra Yerevan e Baku è la chiave per raggiungere una pace duratura nel Caucaso meridionale. Ieri, in un briefing al ministero di Stato, un diplomatico a conoscenza dei negoziati ha definito “costruttive” le discussioni armeno-azerbaigiane.

(2) PESKOV – Non ci sono altre basi legali per risolvere la situazione in Karabakh a parte gli accordi tripartiti tra Russia, Armenia e Azerbaigian secondo quanto affermato da Dmitry Peskov, addetto stampa del presidente russo. “La soluzione dei problemi esistenti tra i due paesi [vale a dire, Armenia e Azerbaigian] e il possibile sviluppo di alcune azioni e misure congiunte volte ad allentare la tensione nella regione sono, prima di tutto, ovviamente, possibili sulla base dei documenti tripartiti che sono stati firmati insieme alla Russia. Non ci sono ancora altri motivi legali che potrebbero contribuire alla soluzione [della situazione in Karabakh]”, ha detto Peskov.

(1) INCONTRO MINISTRI DEGLI ESTERI – I ministri degli Esteri di Armenia (Mirzoyan) e Azerbaigian (Bayramov) si incontrano a Washington in una riunione organizzata dal Segretario di Stato USA Blinken. Secondo indiscrezioni di fonte statunitense, nel corso della settimana dovrebbero esserci altri incontri tra i due ministri finalizzati a “una normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian”. Previsto anche un possibile incontro a Mosca nei prossimi giorni.

(1) NUOVO COMNDANTE RUSSO – Le autorità dell’Artsakh hanno incontrato oggi il nuovo comandante della forza di pace russa, ten. gen. Alexander Lentsov. Alla riunione rano presenti il presidente della repubblica, il ministro di Stato, il ministro degli Esteri e altri funzionari governativi.

(1) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una sessione del Consiglio di sicurezza nel corso della quale sono state discusse l’installazione del check point azero nel corridoio Lachin che collega la Repubblica dell’Artsakh alla Repubblica di Armenia, le azioni illegali dell’Azerbaigian che ostacolano la libera circolazione dei cittadini della Repubblica dell’Artsakh, la loro ulteriore prevenzione e altre questioni. È stata presentata la situazione operativa nel territorio del corridoio, durante l’incontro è stata sottolineata la necessità di osservare rigorosamente quanto previsto dalla Dichiarazione Tripartita del 9 novembre 2020.

(1) BLOCCATI RESIDENTI ARTSAKH – Alcuni residenti di quattro comunità sotto blocco bilaterale sono stati fermati dagli azeri mentre tornavano da Goris con il supporto delle forze di pace russe. L’esistenza del check point azero e la strada chiusa nell’area di Shushi sono i maggiori ostacoli e pericoli che violano le disposizioni della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020 e la decisione della Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite.

(1) ARTSAKH E ARMENIA – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha affermato che dovrebbero essere inclusi i peacekeeper internazionali con un ampio mandato per garantire la sicurezza del corridoio di Lachin, oscurando così le attività delle forze di peacekeeping russe. Lo ha annunciato il deputato dell’opposizione Metakse Hakobyan all’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Quindi si è rivolta al Ministro di Stato Gurgen Nersisyan, osservando: “Considerando che Nikol Pashinyan dichiara sempre che le autorità dell’Artsakh sono a conoscenza di tutti i processi riguardanti l’Artsakh, anche lei concorda e condivide questo approccio? Inoltre, secondo lei, cosa dovrebbero fare le autorità di L’Armenia fa quello che non fa?” In risposta, Nersisyan ha dichiarato: “Qualsiasi dichiarazione rilasciata dalle autorità armene non è stata discussa con me in qualità di rappresentante delle autorità dell’Artsakh. Sono in contatto regolare con le persone impegnate nei processi legali per tutti i compiti che vengono svolti da noi e deve essere realizzato dalle autorità dell’Armenia. Nell’ambito di tali contatti, presento le mie proposte. Non ho comunicazioni dirette con le autorità dell’Armenia, quindi comunico con il nostro Ministero degli Affari Esteri.”