Corridoi complicati…

L’approccio “corridoio per corridoio” dell’Azerbaigian è carico di serie sfide per la Russia e l’Europa, ed è inaccettabile per la Repubblica dell’Artsakh. Lo ha affermato il ministro degli Esteri dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), David Babayan, in un’intervista commentando le dichiarazioni del presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev che ieri in un incontro con il Segretario della NATO aveva affermato che lo stesso quadro giuridico che regola il corridoio di Lachin tra l’Armenia e il Nagorno Karabakh dovrebbe essere applicato al corridoio di terra di Zangezur che collega l’Azerbaigian con la sua exclave autonoma di Nakhchivan. Babayan ha dichiarato quanto segue:

La posizione dell’Azerbaigian è prevedibile. Ci aspettavamo un simile approccio, come non ci si può aspettare nient’altro. Con tali azioni, l’Azerbaigian sta cercando di soffocare completamente Artsakh. Ma il problema non è solo in Artsakh; c’è un gioco più globale, naturalmente con la partecipazione della Turchia. Cosa significa comunicazione senza ostacoli tra la Turchia e l’Azerbaigian attraverso il territorio dell’Armenia riconosciuta a livello internazionale? È una perdita di sovranità su alcune linee di territorio. Ci sarà un “corridoio” oggi, un’altro domani. Dopotutto, non dicono nemmeno “Meghri”; dicono “Zangezur”. Potrebbero esserci diversi “corridoi” in Zangezur. Sono già comparsi almeno due riferimenti al “corridoio”: la ferrovia via Meghri [città], e l’autostrada via Sisian [città]. Allora, cosa sta cercando di fare l’Azerbaigian? Primo, dividere completamente l’Armenia.
Si scopre che l’Armenia sta perdendo il controllo su circa un terzo del suo territorio, su Syunik [provincia], e non solo. Ciò significa che l’Armenia si sta “staccando” dall’Iran. Syunik è completamente circondata – in una posizione di piena enclave dall’Azerbaigian e dalla Turchia – poiché non avrà effettivamente un confine con l’Armenia perché se gli azeri e i turchi “attraversano liberamente“, domani verranno inviate truppe lì per garantire il “libero passaggio” – prima di tutto, di merci e merci, domani, di equipaggiamento militare, esercito, ecc.

Cambierà completamente la situazione nella regione. Naturalmente, collegare [l’enclave dell’Azerbaigian] Nakhichevan con [la] [regione] Karvachar significherebbe la piena inclusione della Transcaucasia orientale, poiché l’Azerbaigian è già parte della Turchia de facto e un territorio altamente dipendente dalla Turchia, e nel senso attuale, l’Armenia non sarà tale perché anche Syunik sarà completamente assorbito. Non sto nemmeno parlando di Artsakh. Tutto ciò porterà a profonde trasformazioni: processi terribili e imprevedibili inizieranno nel Caucaso settentrionale, nella regione del Volga e nell’Asia centrale. Cioè, questa è in effetti la “tabella di marcia” [del presidente turco] Erdogan che ha espresso insieme al rappresentante dell’organizzazione [ultranazionalista turca] “Lupi grigi“.

C’è da dire che la frase di Aliyev rischia di essere un autogol per l’Azerbaigian. Equiparare i due corridoi vuol dire implicitamente che l’Artsakh appartierne all’Armenia così come il Nakhchivan appartiene all’Azerbaigian.
In realtà il dittatore di Baku cerca di barattare il fondamentale transito attraverso il Syunik (si noti che lo chiama sempre come Zangezur…) con la vita dei 120.000 armeni dell’Artsakh che senza supporto esterno sono destinati a morire.
Considerato che Aliyev considera già risolta la questione con la guerra e non vuole sentir parlare di status dell’Artsakh, siamo certi che una volta ottenuto lo sblocco delle vie di comunicazione nel sud dell’Armenia punterà i piedi sulla questione dell’Artsakh e bloccherà i transiti bverso Stepanakert