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(31) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Oggi si è tenuta una sessione straordinaria allargata del Consiglio di sicurezza, presieduta da Arayik Harutyunyan, il presidente della Repubblica dell’Artsakh. L’incontro si è concentrato su questioni riguardanti la difesa della Repubblica dell’Artsakh, la sicurezza e il benessere della sua popolazione tra l’inasprimento del blocco e le continue provocazioni da parte dell’Azerbaigian. I rapporti sono stati consegnati dal ministro di Stato Gurgen Nersisyan e dal ministro della Difesa Kamo Vardanyan. Durante l’incontro, il presidente Harutyunyan ha sottolineato l’importanza di una cooperazione stretta e coordinata tra le forze dell’ordine, le strutture civili, la pubblica amministrazione e gli organi di autogoverno locale nell’affrontare problemi urgenti e a lungo termine. Il Presidente ha inoltre impartito diverse istruzioni alle autorità competenti in merito agli argomenti trattati.

(31) VIOLAZIONI AZERE – Il Comando delle forze di pace russe ha registrato nella giornata odierna due violazioni nelle regioni di Martuni e Askeran. Secondo quanto riferisce il servizio stampa del Ministero della Difesa dell’Artsakh le forze armate dell’Azerbaigian hanno violato il cessate il fuoco nella direzione orientale e sud-occidentale della linea di contatto utilizzando armi da fuoco e lanciagranate.
Nell’area del villaggio di Nakhichevanik, (Askeran) la parte azera ha aperto il fuoco contro i civili che lavoravano nei campi.
La parte armena non ha perdite. Questa violazione del cessate il fuoco è stata segnalata al comando del contingente di mantenimento della pace russo in Artsakh.

(31) CSTO – Il segretario generale della Collective Security Treaty Organization (CSTO), Imangali Tasmagambetov, ha avvertito di un “rischio di destabilizzazione” derivante dalla situazione di tensione nel Nagorno Karabakh. Intervenendo a una riunione congiunta del segretariato e dello staff congiunto della CSTO, Tasmagambetov ha affermato che la situazione nel Nagorno Karabakh e in Afghanistan rimane tesa e crea “rischio di destabilizzazione” nei paesi della CSTO.
Yury Shuvalov, portavoce del Segretariato della CSTO, ha dichiarato alla stampa che “Per quanto riguarda la regione caucasica della sicurezza collettiva, l’organizzazione è sempre pronta a inviare una missione CSTO al confine armeno-azerbaigiano nell’interesse di garantire la sicurezza dell’Armenia e di fornire altri mezzi di assistenza“.

(30) ALTRI SPARI CONTRO AGRICOLTORE – Le truppe azere di stanza in un avamposto di combattimento adiacente al villaggio di Berdashen hanno aperto il fuoco di armi leggere su un contadino di 29 anni, Hayk Zargaryan, mentre stava svolgendo lavori agricoli sul suo trattore nel villaggio.

(30) AZERI SU VECCHIO TRACCIATO STRADALE – L’esercito azero ha bloccato la strada Goris-Stepanakert tra i villaggi di Aghavno e Tegh, secondo quanto comunica il Ministero degli affari interni dell’Artsakh. Il nuovo tracciato Tegh-Kornidzor (Syunik, Armenia) che aggira la strada chiusa, che si collega alla nuova strada Kornidzor-Hin Shen (corridoio di Lachin ) è pronto per l’uso. I lavori di asfaltatura della strada Tegh-Kornidzor sono in corso da parte dell’Armenia. La strada Tegh-Kornidzor è funzionante e dato il blocco in corso dell’Artsakh può essere utilizzata per i rifornimenti umanitari da parte delle forze di pace russe e del Comitato internazionale della Croce Rossa, hanno aggiunto le autorità. La strada è controllata dalle forze di pace russe vicino al ponte sul fiume Hakari.

(30) SPARI AZERI CONTRO AGRICOLTORI – L’Azerbaigian ha nuovamente violato il cessate il fuoco e gli obiettivi sono di nuovo i civili dell’Artsakh. Intorno alle 8:30 (ora locale), Senorik Alaverdyan e Genadi Sargsyan, residenti nel villaggio di Berdashen nella regione di Martuni dell’Artsakh, sono stati presi di mira dai soldati che prestavano servizio in una vicina postazione dell’Azerbaigian mentre svolgevano lavori agricoli in un vigneto del suddetto villaggio. Questi soldati hanno aperto il fuoco contro questi civili che sono stati costretti a interrompere il lavoro.

(30) GLI AZERI NON SI RITIRANO – Secondo quanto riportano media armeni, gli azeri il 25 marzo sarebbero avanzati per circa un chilometro oltre la linea di contatto occupando una porzione della strada sterrata che veniva utilizzata per scavalcare il blocco del corridoio di Lachin. Il comando della forza di pace russa starebbe cercando di far ritornare gli occupanti alle loro posizioni iniziali ma a quanto pare senza successo. vengono registrate scaramucce a fuoco fra la parte armena e quella azera (l’ultima ieri). Teoricamente vi sarebbero altre strade sterrate di montagna utilizzabili per il medesimo scopo ma sono in condizioni difficili.

(29) PRIGIONIERI DI GUERRA – “Alla fine di febbraio e all’inizio di marzo, il personale del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha visitato i prigionieri armeni detenuti in Azerbaigian. I delegati del CICR hanno visitato quei prigionieri ufficialmente riconosciuti dalle autorità azere. Questa volta, come prima, ai detenuti è stata data l’opportunità di comunicare con i loro parenti: passare lettere, parlare al telefono e tramite videochiamate. I rappresentanti del CICR hanno anche valutato le condizioni di salute dei prigionieri e le condizioni della loro detenzione”. Ricordiamo che attualmente in Azerbaigian sono detenuti 33 prigionieri di guerra armeni, che sono stati confermati, identificati e sono al centro dell’attenzione del CICR, ma oltre a loro ci sono 80 casi di prigionia “non confermati” dall’Azerbaigian, ma di fatto provati. In palese violazione dei suoi obblighi ai sensi della Dichiarazione Trilaterale 09/11/20 e delle norme del diritto internazionale umanitario, ignorando le sentenze della CEDU e della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite e i numerosi appelli del mondo civile, l’Azerbaigian continua a tenere in ostaggio gli armeni, cercando di usarli come strumento di pressione sull’Armenia.

(28) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 14 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Undici invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 229 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono cinque bambini in terapia intensiva neonatale all’ospedale pediatrico Arevik e altrettanti adulti all’ospedale repubblicano di Stepanakert.

(27) ANCORA SPARI CONTRO I CIVILI – Le forze azere hanno aperto il fuoco sui civili che stavano lavorando in un frutteto di melograni situato nel distretto amministrativo di Martakert, Artsakh, provocando una temporanea interruzione delle attività agricole. Fortunatamente, non sono stati riportati feriti a seguito dell’attacco. La polizia locale ha risposto prontamente all’incidente e, secondo quanto riferito, ha condiviso le informazioni sull’attacco con le forze di pace russe.

(27) PROPOSTE AZERE – “L’amministrazione presidenziale della Repubblica dell’Azerbaigian propone di tenere una riunione a Baku nella prima settimana di aprile per il reinserimento dei rappresentanti della comunità armena del Karabakh, nonché per discutere l’attuazione di progetti infrastrutturali in Karabakh come continuazione del riunione tenutasi a Khojaly il 1° marzo e l’invito presentato il 13 marzo“, si legge sull’agenzia di stampa Apa.

(27) NUOVA AZIONE AZERA – Soldati azeri hanno tentato, intorno alle 9 ora locale, una nuova penetrazione nel territorio dell’Artsakh sotto controllo armeno ma sono stati respinti dalle unità di difesa.

(26) COLPI CONTRO CIVILI – Il Ministero degli affari interni dell’Artsakh ha riferito che oggi, alcuni civili armeni, mentre svolgevano lavori agricoli nei rispettivi villaggi, sono stati oggetto di colpi sparati da postazioni di combattimento azere.Due incidenti distinti sono stati segnalati nei villaggi di Sos e Tagavard, dove i residenti stavano conducendo lavori di potatura, pulizia e agricoltura. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito in nessuno dei due incidenti e il contingente russo di mantenimento della pace è stato immediatamente informato. Tra le 22 di ieri sera e le 2 odierne è stato registrato il volo di un drone azero di sorveglianza sopra il territorio del villaggio di Taghavard.

(25) FORZA DI PACE RUSSA – Dopo l’avanzata posizionale delle forze armate azere su una delle alture adiacenti alla strada Stepanakert-Ghaibalishen-Lisagor, le forze di pace russe si sono posizionate alla stessa altezza e stanno controllando le posizioni azere. Allo stesso tempo, stanno negoziando con la parte azera per garantire il loro ritiro nella posizione di partenza. Parallelamente, le unità dell’Esercito di difesa hanno adottato e stanno adottando misure adeguate per prevenire ulteriori possibili provocazioni da parte dell’Azerbaigian e, se necessario, per garantire l’uso sicuro della strada di montagna . Le autorità dell’Artsakh sono in costante contatto con il personale di comando del contingente di mantenimento della pace della Federazione Russa al fine di adottare tutte le misure possibili per la risoluzione della situazione.

(25) AZERI CONFERMANO AVANZAMENTO – L’esercito azero ha “preso le misure necessarie” per controllare la strada sterrata a nord del corridoio di Lachin, ha dichiarato il ministero della Difesa (Mod) dell’Azerbaigian, senza però specificare quali fossero le misure. In assenza al momento di informazioni più precise si deve ritenere che il nemico abbia occupato territorio armeno per bloccare qualsiasi altro percorso alternativo alla strada di Lachin chiusa dal 12 dicembre.

(25) ATTACCO AZERO – Le forze armate dell’Azerbaigian, violando ancora una volta gli obblighi assunti dalla Dichiarazione Tripartita del 9 novembre 2020, il 25 marzo nel settore Shushi-Lisagor hanno violato la linea di contatto stabilita dallo stesso documento e assicurato un certo avanzamento posizionale sul territorio della Repubblica dell’Artsakh. Le autorità della Repubblica dell’Artsakh hanno immediatamente informato il personale di comando delle forze di pace russe di un’altra grave violazione delle disposizioni della Dichiarazione tripartita, tenendo conto della missione e delle funzioni da esse assunte ai sensi del documento. Le autorità si aspettano che le truppe di mantenimento della pace adottino misure concrete per eliminare le conseguenze di questa violazione e prevenirne di nuove. La falsa affermazione della parte azera sull’uso della strada montuosa Stepanakert-Ghaibalishen-Lisagor per il trasporto di munizioni è solo un pretesto per le loro prossime azioni aggressive e distruttive.

(25) ARRESTATE SPIE – Due cittadini di Stepanakert sono stati arrestati con l’accusa di aver venduto al nemico informazioni riservate.

(24) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 12 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Otto invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 215 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin.

(23) CONSEGUENZE ECONOMICHE DEL BLOCCO – In una conferenza il ministro di Stato, Nersisyan, ha sottolineato come il blocco del corridoio di Lachin stia creando conseguenze economiche irreversibili in moti settori della società. “Solo il gettito fiscale locale si è ridotto del 70%, c’è un alto tasso di disoccupazione. Il PIL si è notevolmente ridotto, solo il 20% delle entità economiche che operano in Artsakh ha interrotto le proprie attività e il resto sta in qualche modo cercando di mantenere la propria esistenza con il sostegno statale” ha dichiarato Nersisyan, aggiungendo che con l’aiuto delle truppe russe di mantenimento della pace e della rappresentanza dell’Artsakh del Comitato internazionale della Croce Rossa, durante il periodo di blocco è stato possibile ottenere attraverso di loro una quantità minima di cibo, medicine e generi di prima necessità.

(22) DICHIARAZIONE P.A.C.E. – La commissione per gli Affari legali e i diritti umani dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) ha espresso grande preoccupazione per la crisi umanitaria in corso a causa del blocco del corridoio di Lachin e ha adottato la seguente dichiarazione: “La Commissione Affari Legali e Diritti Umani dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa è molto preoccupata per la crisi umanitaria in atto a causa dell’ostruzione in corso del Corridoio Lachin. Questo corridoio è l’ancora di salvezza tra coloro che vivono in Nagorno Karabakh e l’Armenia, e il Comitato sostiene pienamente la dichiarazione pubblica rilasciata dai correlatori dell’Assemblea parlamentare per il monitoraggio dell’Armenia il 24 febbraio 2023, chiedendo “un’azione immediata” e “la cessazione immediata dell’ostruzione illegittima e illegale del corridoio Lachin.
Il Comitato invita inoltre le autorità azere ad attuare senza indugio le misure indirizzategli dalla Corte internazionale di giustizia (ICJ) del 22 febbraio 2023 e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) del 21 dicembre 2022 le cui decisioni hanno preso atto dell’obbligo sull’Azerbaigian ai sensi della Dichiarazione Trilaterale, firmata il 9 novembre 2020, per “garantire la sicurezza di persone, veicoli e merci che si muovono lungo il Corridoio Lachin in entrambe le direzioni” (Articolo 6 della Dichiarazione Trilaterale).
Il Comitato fa inoltre riferimento ad altre dichiarazioni internazionali rivolte alle autorità dell’Azerbaigian sulla stessa questione, tra cui:
– la dichiarazione congiunta dei quattro correlatori dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa per il monitoraggio dell’Azerbaigian e dell’Armenia del 16 dicembre 2022, in cui si afferma che “La libertà e la sicurezza della circolazione delle persone e delle merci devono essere ripristinate con urgenza insieme il corridoio. Chiediamo a tutte le parti della Dichiarazione trilaterale del 9-10 novembre 2020 di adottare immediatamente le misure necessarie”, e
– la risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2023 sulle conseguenze umanitarie del blocco nel Nagorno-Karabakh.”

(22) COLPITO A MORTE SOLDATO ARMENO – In località Yeraskh, al confine tra Armenia e Nakhjivan, il soltato Arshak Sargsyan è stato mortalmente colpito dal fuoco sparato da postazioni azere. Il fatto è avvenuto alle ore 16,20 locali.

(22) SPARI CONTRO AGRICOLTORE – Un cittadino del villaggio di Chartar è stato oggetto di colpi di arma da fuoco sparti dagli azeri mentre era intento a lavoro nei campi.

(22) TAGLIATO GAS – Gli azeri hanno interrotto ancora una volta la fornitura di gas all’Artsakh chiudendo la valvola del gasdotto che dall’Armenia transita nel territorio ora sotto controllo dell’Azerbaigian.

(21) 100 GIORNI DI BLOCCO – In occasione del centesimo giorno di blocco azero dell’Artsakh, l’ombudsman di Stepanakert ha rilasciato un report nel quale evidenzia i cento diritti negati alla popolazione a causa della politica dell’Azerbaigian. Anche il ministero degli Esteri ha rilasciato una nota.

(21) SCOMPARSI – Secondo il Comitato Internazionale della Croce Rossa, 309 persone provenienti dall’Armenia sono ancora considerate disperse a causa dell’escalation del conflitto nel 2020, 2021 e nel settembre 2022.

(21) BLOCCO – Durante i cento giorni del blocco 422 persone si sono potute riunire alle loro famiglie grazie alla mediazione della Croce rossa. Lo comunica il Comitato internazionale dell’ente che informa che più di 200 persone sono state trasferite nella Repubblica di Armenia per continuare le cure nelle strutture mediche locali. Sono stati trasportati medicinali e alimenti per lattanti per il settore sanitario. Da gennaio, il CICR ha distribuito circa 3.500 pacchi alimentari e igienici a centri di riabilitazione, strutture di assistenza per anziani indigenti, convitti per l’infanzia e la protezione, ospedali e donne incinte.

(20) MIRZOYAN A MOSCA – Il ministro degli Esteri dell’Armenia ha avuto un colloquio con il collega Lavrov. Nel corso dell’incontro il ministro armeno ha sottolineato come la eadership militare e politica dell’Azerbaigian stia preparando la pulizia etnica nel Nagorno Karabakh, ha denunciato le violazioni azere degli obblighi internazionali e ribadito, senza ridurre il ruolo della Russia e delle sue forze di pace nello stabilire il cessate il fuoco nel 2020, la questione della necessità di fornire garanzie per il popolo del Nagorno Karabakh e, quindi la necessità di inviare una missione internazionale in Nagorno Karabakh. Nella stessa giornata il premier Pashinyan ha avuto una conversazione telefonica con il Segretario di Stato USA Blinken.

(19) NUOVA VIOLAZIONE AZERA – Colpi di arma da fuoco sono stati sparati dalle postazioni azere verso un agricoltore che stava eseguendo lavori nei campi con un trattore. Il fatto è accaduro nei pressi del villaggio di Taghavard (regione di Martuni).

(17) PARLAMENTO DELLA CATALOGNA – Il Parlamento della Catalogna ha rilasciato una dichiarazione chiedendo all’Azerbaigian di interrompere le sue azioni militari in Nagorno Karabakh (Artsakh) e al confine con l’Armenia, e di tornare allo status quo stabilito dal cessate il fuoco.

(17) CORRIDOIO DI ZANGEZUR – Il primo ministro dell’Azerbaigian Ali Asadov ha rilasciato un’altra dichiarazione provocatoria riguardo al cosiddetto “corridoio Zangezur”. Asadov, presentando il rapporto 2022 sulle attività del governo al parlamento azero, ha annunciato “la grande importanza dell’apertura di corridoi di trasporto-logistica internazionali e regionali, in particolare il corridoio Zangazur [(Zangezur)]”.

(17) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 12 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Dieci invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 194 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin.

(16) PASHINYAN SU SFOLLATI ARTSAKH – Nel corso della odierna riunione di Gabinetto, il premier dell’Armenia ha dichiarato che l’Armenia avvierà negoziati con l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati sugli sfollati interni del Nagorno Karabakh in quanto è preoccupata che finora il meccanismo internazionale previsto dalla clausola 7 della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 non sia stato avviato. Detta disposizione prevede il ritorno degli sfollati interni e dei rifugiati nel Nagorno Karabakh e nelle regioni adiacenti sotto la supervisione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Ciò significa che devono essere avviati meccanismi internazionali per il ritorno nella regione Hadrut del Nagorno Karabakh, nelle regioni Shushi, Martuni e Martakert, nella regione Shahumyan, Getashen, Lachin e in altre regioni adiacenti del Nagorno Karabakh. E ho incaricato il ministero degli Esteri di avviare negoziati ufficiali con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati su questo argomento“, ha affermato il primo ministro.

(16) NUOVO MINISTRO – il Presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto in base al quale Norayr Mkrtchyan è stato nominato Ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica dell’Artsakh.

(15) NUOVA CONDANNA DEL PARLAMENTO EUROPEO – Il Parlamento europeo ha condannato in un nuovo rapporto l’attacco dell’Azerbaigian all’Armenia del 2022, nonché le sue incursioni militari dal maggio 2021 e ha sollecitato il ritorno di tutte le forze alle loro posizioni iniziali. Ha inoltre invitato l’Azerbaigian a garantire libertà e sicurezza di movimento lungo il corridoio di Lachin in Artsakh. Qui il testo della risoluzione

(15) SPARI CONTRO CONTADINI – Intorno alle 11 (ora locale), 3 civili che conducevano lavori agricoli nei vigneti della regione di Martuni sono stati presi di mira dalle forze militari azere. L’attività è stata sospesa.

(14) VIOLAZIONE AZERA – Una violazione del regime di cessate il fuoco è stata registrata nella regione di Martuni della Repubblica dell’Artsakh. Non ci sono vittime.

(14) PERICOLO NUOVO ATTACCO AZERO – Il Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan, in una conferenza stampa ha dichiarato “alta probabilità” di un nuovo attacco dell’Azerbaigian. “La mia conclusione viene dalla crescente retorica aggressiva dell’Azerbaijan, e ovviamente abbiamo anche altre informazioni“, ha detto Pashinyan in una conferenza stampa. E ha aggiunto: “Penso che la comunità internazionale debba registrare che in effetti esiste un alto pericolo di una nuova escalation, e credo che a questo proposito, tenendo conto della chiusura del corridoio di Lachin e della crisi umanitaria in corso nel Nagorno Karabakh, nonché degli espliciti preparativi dell’Azerbaigian per pulizia etnica, la nostra posizione rimane che sarebbe molto importante inviare una missione conoscitiva internazionale nel Corridoio di Lachin e nel Nagorno Karabakh“.

(14) PASHINYAN SU TRATTATO DI PACE – In una conferenza stampa il primo ministro armeno ha dichiarato di aver inviato il 14 febbraio (prima del forum a Monaco) una proposta di pace che l’Armenia era pronta a firmare ma nessuna riscontro ha ricevuto dalla controparte azera. Quanto alle preoccupazioni in Armenia e Artsakh circa la firma di documenti con gli azeri, Pashinyan ha sostenuto che, se effettivamente fosse così, questo significherebbe che l’Armenia ha compiuto progressi nei processi negoziali e ha raggiunto un risultato che non è il risultato dei sogni dell’Armenia, ma che è comunque un risultato che dovrebbe garantire pace, stabilità e sviluppo a lungo termine. In merito alla situazione, il premier ha dichiarato che “non daremo all’Azerbaigian un mandato per eseguire la pulizia etnica [armena] o il genocidio nel Nagorno-Karabakh“.

(14) TRASFERIMENTO MALATI – Con un convoglio straordinario della Croce Rossa Internazionale, 13 malati sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia per cure e interventi chirurgici. Dieci invece sono ritornati in patria dopo i trattamenti in Armenia. A oggi, complessivamente sono 182 i pazienti trasferiti superando il blocco di Lachin. Al momento ci sono sei bambini in terapia intensiva nell’ospedale pediatrico e sette adulti nell’ospedale repubblicano di Stepanakert.

(13) APPELLO SU LACHIN – L’Alleanza evangelica mondiale e il Consiglio ecumenico delle chiese hanno rilasciato una dichiarazione congiunta durante il dibattito generale della 52a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, chiedendo all’Azerbaigian di revocare immediatamente il blocco del corridoio di Lachin.

(13) MINISTRO DELLA SALUTE – Samvel Avetisyan, Ministro della Sanità della Repubblica dell’Artsakh, ha presentato domanda di dimissioni. Nel suo messaggio, Samvel Avetisyan ha informato che l’unica e immediata ragione delle sue dimissioni è che a qualcun altro è stato offerto di assumere la carica di capo del sistema sanitario.

(12) SICUREZZA NAZIONALE – Gurgen Nersisyan, ministro di Stato della Repubblica dell’Artsakh, capo della Protezione civile, ha convocato una riunione con la partecipazione dei capi di tutti i servizi della protezione civile e delle amministrazioni regionali. Il Ministro di Stato ha osservato che è necessario chiarire le azioni a breve ea lungo termine previste dal piano di protezione civile al fine di garantire adeguatamente la sicurezza della popolazione in tutte le situazioni. Durante l’incontro è stato riferito sullo stato dei rifugi, nonché sulle misure previste dal piano di protezione civile.

(12) CONSIGLIO SICUREZZA STRAORDINARIO – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presieduto una sessione straordinaria estesa del Consiglio di sicur ezza con all’ordine del giorno della discussione la situazione di crisi sviluppatasi nella Repubblica. Il Capo dello Stato ha osservato che le sfide causate dal blocco continuano a esistere e il blocco del gasdotto fornito dall’Armenia il 10 marzo è un altro passo verso l’aggravarsi della crisi umanitaria nell’Artsakh. Il presidente Harutyunyan ha richiamato ancora una volta l’attenzione della comunità internazionale sul blocco di 91 giorni del popolo dell’Artsakh. Ha sottolineato che la Repubblica dell’Artsakh stava cercando di eliminare le terribili conseguenze della guerra del 2020, ma ora deve affrontare nuove gravi sfide poste dal blocco e dalla minaccia di
forza. Il Presidente della Repubblica ha impartito una serie di istruzioni agli organi competenti affinché assumano urgenti e importanti provvedimenti condizionati dalla situazione.

(11) TENSIONE IRAN-AZERBAIGIAN – “L’11 marzo 2023, un aereo militare appartenente alla Repubblica islamica dell’Iran, dalle 09:44 alle 10:26, ha volato ininterrottamente lungo il confine di stato azero-iraniano in direzione della regione di Zangilan in direzione della regione di Bilasuvar e ritorno.” Lo afferma in una dichiarazione congiunta del Ministero della Difesa e del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell’Azerbaigian. Il sorvolo è avvenuto in prossimità dei territori dell’Artsakh meridionale ora occupati dagli azeri, tra Varanda (Qaradagli) e Kovsakan (Zangilan).

(11) FAKE AZERE SULLE ARMI – La dichiarazione diffusa dal Ministero della Difesa dell’Azerbaigian secondo cui i sistemi di videosorveglianza azeri hanno registrato la processione di un convoglio di equipaggiamento militare delle forze armate armene lungo la strada Stepanakert-Ghaybalishen-Lisagor, e scortato dalle forze di pace russe, non non corrisponde alla realtà, ha osservato il Ministero della Difesa dell’Armenia in un comunicato. Il MOD dell’Armenia ha aggiunto che ancora una volta informa che le suddette informazioni sono false e non ci sono unità delle forze armate armene e attrezzature militari nel territorio del Nagorno Karabakh.

(11) SMENTITA INFILTRAZIONE AZERA – Suren Sarumyan, portavoce del Ministero della Difesa dell’Artsakh ha informato che le notizie in corso di diffusione su alcuni canali Telegram secondo cui la parte azera avrebbe effettuato un tentativo di infiltrazione di sabotaggio in direzione di Martuni durante la notte, non corrispondono alla realtà. “La situazione operativa rimane invariata e relativamente stabile”, ha aggiunto in particolare Sarumyan.

(10) VIOLAZIONI AZERE – Dalle 19:10 alle 19:40, le unità delle forze armate azere hanno violato il regime di cessate il fuoco verso la direzione settentrionale della linea di contatto utilizzando armi da fuoco secondo quanto riferisce il servizio stampa del Ministero della Difesa della Repubblica dell’Artsakh.

(10) INCOTRO HARUTYUNYAN-PASHINYAN – Il presidente della repubblica ha parlato con il premier armeno che ha ribadito la posizione dell’Azerbaigian ovvero l’integrazione dell’Artsakh nello Stato azero. Secondo Pashinyan, almeno a quanto riferiscono alcuni media, l’alternativa sarebbe la pulizia etnica della regione.

(10) TRASFERIMENTO MALATI – 16 pazienti del Republican Medical Center della Repubblica dell’Artsakh con gravi malattie oncologiche, cardiovascolari e patologie che richiedono interventi chirurgici di emergenza sono stati trasportati oggi in istituti medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e la scorta del Comitato internazionale della Croce Rossa. Tredici pazienti, precedentemente portati in Armenia, sono ritornati in Artsakh con i loro accompagnatori.

(10) AMBASCIATORE USA – Il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Armenia, Kristina Kvien, si è recato all’ingresso del corridoio Lachin, che è stato chiuso al traffico normale per quasi tre mesi così come ha informato l’ambasciata degli Stati Uniti a Yerevan. “Il governatore di Syunik [provincia] Robert Ghukasyan ha informato l’ambasciatore sugli effetti dell’attuale blocco del corridoio di Lachin, compreso l’impatto su centinaia di famiglie separate. Ha sottolineato il sostegno che il governo ha fornito alle persone colpite dal blocco. L’Ambasciatore ha ribadito l’appello del Segretario di Stato [Stati Uniti] Antony Blinken a riaprire immediatamente il corridoio Lachin“, ha aggiunto l’ambasciata.

(7) TRASFERIMENTO MALATI – 9 pazienti del Republican Medical Center della Repubblica dell’Artsakh con gravi malattie dell’oncologia e patologie che richiedono interventi chirurgici di emergenza sono stati trasportati oggi in istituti medici specializzati della Repubblica di Armenia con la mediazione e la scorta del Comitato internazionale della Croce Rossa.

(7) VIOLAZIONI AZERE – Le forze azere hanno aperto il fuoco ieri sera contro le postazioni armene situate in direzione del villaggio di Sotk, nella provincia armena di Gegharkunik (Armenia). Gli spari sono durati alcuni minuti.

(6) COLPI AZERRI VERSO ARMENIA – Le forze azere hanno aperto il fuoco la scorsa notte contro le postazioni armene situate in direzione del villaggio di Sotk, nella provincia armena di Gegharkunik come ha riferito un residente di Sotk precisando che la sparatoria è durata diversi minuti.

(6) RIUNIONE CONSIGLIO DI SICREZZA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una riunione allargata del Consiglio di sicurezza con la partecipazione delle forze politiche dell’Assemblea nazionale e dei capi delle amministrazioni regionali. Dopo aver osservato un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime del giorno precedente, Harutyunyan ha illustrato la situazione dopo i due incontri che ci sono stati con autorità azere il 24 febbraio e il 1° marzo. In questo secondo appuntamento quattro erano i temi all’ordine del giorno degli incontri: lo sblocco del Corridoio Lachin, il ripristino della fornitura di elettricità dalla Repubblica di Armenia all’Artsakh, la fornitura ininterrotta di gas naturale e il riutilizzo della miniera di Kashen. “Durante il secondo incontro, il rappresentante dell’Azerbaigian ha tentato di discutere di argomenti politici usando la parola “integrazione”, ma il signor Shahramanyan lo ha impedito, dicendo che se dovessero discutere di questioni politiche, dovrebbe essere l’argomento del riconoscimento dell’indipendenza dell’Artsakh dall’Azerbaigian. Ha aggiunto che non sono autorizzati a discutere di questioni politiche e non possono discutere di tali questioni in questo incontro“, ha osservato A. Harutyunyan. Secondo il Capo dello Stato, in seguito, la parte azera ha comunicato attraverso i suoi canali che o accettiamo l’integrazione politica o non ci sarà soluzione ai problemi esistenti, anzi, ci saranno passi più duri e decisi. “Non abbiamo accettato, non accettiamo e oggi voglio ribadire che non è solo una decisione di il Consiglio di sicurezza, ma la stragrande maggioranza del nostro popolo accetta che non devieremo dal nostro diritto all’indipendenza e allautodeterminazione. E questo significa che nel prossimo futuro avremo vari sviluppi, situazioni che dovremo affrontare. Scegliamo di continuare la lotta che abbiamo intrapreso, o se ci sono tali stati d’animo nel pubblico che dovremmo accettare la proposta presentata dall’Azerbaigian, allora hanno l’opportunità di parlare nell’ambito dei loro diritti civili e dire che la strada che abbiamo scelto è sbagliata, prova a modellare quegli umori e forma un nuovo governo nel paese. Ma dal momento che abbiamo scelto la via della lotta, vi preghiamo prima di tutto di rispettare la nostra decisione e di non reagire a tali fenomeni e di non attribuire alcuna implicazione politica interna“, ha affermato il Presidente.

(6) TOIVO KLAAR A BAKU, POLEMICHE – Toivo Klaar, rappresentante speciale dell’Unione europea per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia ha informato ieri di essere tornato nella capitale dell’Azerbaigian. Polemiche per il suo twitt nel quale descrive l’agguato come “incidente mortale”. Il consigliere del presidente dell’Artsakh, Beglaryan, ha postato un commento al vetriolo defininendo Klaar “un funzionario corrotto o una persona alla quale gli azeri hanno fatto il lavaggio del cervello”.

(5) AGGUATO AZERO, UCCI TRE AGENTI ARMENI – Tre ufficiali della Polizia di frontiera della repubblica di Artsakh sono stati ucci nel corso di un attacco azero, un quyarto è rimasto gravemente ferito. L’agguato si è verificato intorno alle dieci ora locale lungo una strada sterrata in territorio armeno non lontano da dove è in atto il blocco del corridoio di Lachin. Un gruippo di soldati azeri ha lasciato le proprie posizioni, ha attraversato il corridoio di Lachin e ha assalito il pulmino sul quale si trovavano i quattro agenti che stavano recandosi a una postazione di osservazione per cambio turno. Terminato il raid, gli azeri hanno cercato di ritornare alle loro posizioni ma sono stati intercettati da soldati armeni. Due incursori azeri sono rimasti mortalmente colpiti.

(4) NESSUN RISULTATO DA INCONTRO CON GLI AZERI – Riguardo al primo incontro Stepanakert-Baku che ha avuto luogo il 1 marzo. non emergono segnali positivi. Gli azeri infatti hanno cercato di condurre la conversazione nella direzione delle “questioni del reinserimento della popolazione armena della regione del Karabakh in Azerbaigian”, in seguito hanno pubblicizzato tali informazioni. Ma in realtà la parte armena ha rifiutato di discutere “questioni politiche”, osservando che esistono formati speciali per discutere di questi problemi, uno dei quali è il gruppo di Minsk, l’altro – il formato delle riunioni tripartite, mentre sono autorizzati solo per discutere le questioni della [ri]apertura del corridoio di Lachin, del ripristino della fornitura di gas ed elettricità e, al massimo, dell’organizzazione di un tour azero una tantum alle miniere di Kashen e Drombon. In sostanza, l’incontro si è concluso con un risultato zero e non è stato raggiunto alcun accordo sui futuri incontri.

(3) SITUAZIONE SANITARIA – Nove malati di cancro che necessitavano di interventi chirurgici urgenti sono stati trasferiti dal Nagorno Karabakh all’Armenia il 3 marzo attraverso la mediazione del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR). Questo porta il numero di pazienti trasferiti dal CICR a 144 dall’inizio del blocco da parte dell’Azerbaigian, il 12 dicembre 2022. I pazienti sono stati portati in ospedali specializzati in Armenia per essere curati, ha dichiarato in una nota il ministero della Sanità del Nagorno Karabakh.
Nel frattempo, sette pazienti che erano stati trasferiti in Armenia sono tornati a casa insieme ai loro assistenti.
Il Ministero della Sanità del Nagorno Karabakh ha aggiunto che gli interventi chirurgici programmati sono ancora sospesi a causa del blocco. Un bambino è nell’unità di terapia intensiva e neonatale della clinica Arevik. Otto pazienti sono in terapia intensiva presso il Republican Medical Center. Due di loro sono in condizioni critiche.

(3) ANCORA VIOLAZIONI – Ancora violazioni azere, Praticamente quotidiane dal 28 febbraio, registrate nelle province di Askeran, Martakert e Martuni con colpi sparati con armi di piccolo calibro.

(1) SPARI CONTRO TRATTORE – Intorno alle 14 (ora locale), l’Azerbaigian ha aperto il fuoco dalle proprie postazioni militari in direzione del 59enne S. Vardanyan della comunità di Berdashen che stava eseguendo lavori agricoli, di conseguenza interrotti, a bordo di un trattore. Il giorno precedente, intorno alle 16:55, i militari azeri hanno sparato dalle loro posizioni di combattimento con armi da fuoco di diverso calibro in direzione del 53enne A. Avanesyan del villaggio di Murishen, regione di Martuni, mentre svolgeva lavori agricoli con un trattore.

(1) SHUSHI – Media azeri informano che è intenzione dell’Azerbaigian costruire un bacino idrico da duemila metri cubi di acqua ad uso della città di Shushi.

(1) NUOVO MINISTRO DI STATO – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presieduto una riunione del gabinetto dei ministri nel corso della quale ha presentato ai partecipanti all’incontro Gurgen Nersisyan, neo-nominato Ministro di Stato dell’Artsakh. Nel suo discorso, il presidente Harutyunyan ha osservato che il ministro di Stato avrà ampi poteri, tutti i ministeri opereranno sotto il suo coordinamento, ad eccezione del ministero degli Affari esteri, del ministero della Difesa e del ministero dell’Interno, e avrà la libertà di sviluppare e condurre la politica del personale nell’ambito della sua giurisdizione. Anche la presidenza dei consigli di amministrazione dell’Artsakh Investment Fund e del Village and Agriculture Support Fund sarà trasferita a Gurgen Nersisyan.

(1) INCONTRO ARMENO-AZERO – Con la mediazione e la partecipazione del comando del contingente russo di mantenimento della pace di stanza ad Artsakh, si è tenuto oggi presso la sede del Comando russo un altro incontro dei rappresentanti ufficiali di Artsakh e Azerbaigian. Rileva che sono state discusse questioni umanitarie e infrastrutturali; in particolare, la ripresa del movimento ininterrotto di persone, veicoli e merci attraverso il corridoio Lachin, il ripristino della fornitura di energia elettrica dall’Armenia all’Artsakh, la fornitura ininterrotta di gas naturale, nonché le attività della miniera di Kashen. Per la parte armena era presente il Segretario del Consiglio di sicurezza dell’Artsakh, Samvel Shahramanyan. L’incontro è stato definito “costruttivo” dalla portavoce del presidente dell’Artsakh, Lusine Avanesyan. Secondo la stampa azera potrebbero esserci altri incontri in futuro e vengono indicate come sedi le città di Baku, Ganja o Aghdam.- Tale circostanza è stata smentita dalle autorità dell’Artsakh.

Da alcuni anni la diplomazia azera è particolarmente attiva nella sua propanda su Khojaly. Come abbiamo già evidenziato (LEGGI QUI) la grancassa mediatica (alla quale si prestano anche italici servi sciocchi o marchettari di basso lignaggio…) è servita e serve solo a coprire l’orrore del pogrom anti armeno di Sumgait.

I pogrom di armeni a Sumgait nel febbraio del 1988 hanno il dubbio onore di essere stati la prima pulizia etnica attuata in quello che era ancora spazio sovietico.

A una serie di dimostrazioni pacifiche di armeni che desideravano decidere le loro proprie vite, il proprio futuro, non nell’ambito della giurisdizione dell’Azerbaigian, il governo azero rispose con la violenza e la repressione

L’esempio più violento e più manifestatamente politico di questa risposta sono proprio i massacri che ebbero luogo per tre giorni nel febbraio del 1988 nella città di Sumgait, a molti chilometri di distanza dal territorio del Nagorno Karabakh.
La violenza contro gli armeni a Sumgait ha invero cambiato la natura del conflitto del Karabakh militarizzandolo.

Non c’era alcun rifugiato ed alcuna questione territoriale quando il popolo del Nagorno Karabakh intraprese tutte le necessarie azioni legali al fine di optare per l’auto-determinazione in conformità con la legislazione del tempo. La risposta fu un’aggressione militare. E’ molto significativo che un governo sovrano abbia risposto ad azioni democratiche dei propri cittadini con l’uso delle armi. Inoltre, la violenta risposta militare non fu nemmeno diretta contro la popolazione del Nagorno Karabakh, (almeno in un primo momento), ma contro gli armeni di Baku e Sumgait, chilometri lontano dal territorio e dalla popolazione del Nagorno Karabakh.

I massacri di armeni a Sumgait (una città situata a mezz’ora di auto dalla capitale dell’Azerbaigian, Baku) si svolsero in pieno giorno, testimoniati da numerosi attoniti passanti. Il picco delle atrocità commesse da azeri fu raggiunto il 27-29 febbraio 1988. Gli eventi furono preceduti da una ondata di dichiarazioni anti-armene e manifestazioni che attraversarono l’intero’Azerbaigian nel febbraio del 1988.

Il quotidiano “Izvestia Daily” (20 agosto 1988) cita il vice procuratore sovietico Katusev che ha detto che quasi tutta l’area di Sumgait, una città con popolazione di 250.000 abitanti, era diventato un luogo di libero pogrom di massa. Gli autori materiali che fecero irruzione nelle case degli armeni erano stati aiutati da liste preparate con i nomi dei residenti. Erano armati con sbarre di ferro, pietre, asce, coltelli, bottiglie e taniche piene di benzina. Secondo testimoni, alcuni appartamenti sono stati perquisiti da gruppi da 50 a 80 persone. Simili folle (fino a 100 persone) hanno preso d’assalto le strade.

Ci furono dozzine di incidenti e 53 assassinati – la maggior parte di quelli bruciati vivi dopo essere stato aggrediti e torturati. Centinaia di persone innocenti furono ferite e rese invalide. Molte donne, tra le ragazze adolescenti, furono violentate. Più di duecento appartamenti furono perquisiti, decine di auto bruciate, numerosi negozi e botteghe saccheggiate. I manifestanti scagliarono mobili, frigoriferi, televisori, letti dai balconi e poi li bruciarono. Il risultato diretto e indiretto di questi orrori furono decine di migliaia di profughi.

Queste furono le perdite umane. Politicamente, è stato più orribile e significativo che né la polizia né gli addetti alla pubblica emergenza interferirono. Il testimone S. Guliev descrisse gli eventi: “La polizia ha lasciato la città in balia della folla. Non era in nessun posto. Non ho visto alcun poliziotto in giro...” 
In tribunale, il testimone Arsen Arakelian raccontò la malizia dei medici dell’ambulanza che non vennero per aiutare la madre sofferente di una commozione cerebrale, con le ossa rotte, emorragie e bruciature, né lasciarono che venisse portata in ospedale.

L’esercito arrivò a Sumgait il 29 febbraio. Tuttavia, si è limitò a fare scudo contro i manifestanti che devastavano e lanciavano pietre contro i soldati e fece poco per proteggere gli Armeni.”Noi non abbiamo istruzioni per andare dentro”, fu ‘risposta dei soldati alle richieste di aiuto delle vittime, secondo la testimonianza di S. Guliev.

Quanto accaduto a Sumgait (e poi a Baku e Kirovabad) fa parte della storia e non può essere negato. Il regime azero cerca però di nascondere questo crimine e, negli anni, ma in particolare negli ultimi, ha montato controstorie che, grazie a generose prebende, riescono ad avere anche una qualche risonanza mediatica.

Ma l’orrore del febbraio 1988 non potrà certamente essere dimenticato!

PER SAPERNE DI PIU’:

S. Shahmuradian, “La tragedia di Sumgait” (Guerini e associti)

Sito in lingua italiana sul massacro di Sumgait

Ruben Vardanyan, che è stato dismesso oggi dalla carica di ministro di Stato dell’Artsakh, ha rilasciato una lunga lettera aperta nella quale parla, appassionatamente, dei 112 giorni del suo mandato. Con riconoscenza per l’incarico ricevuto quattro mesi fa, con grande amore per la patria ma anche con qualche stilettata per comportamenti che non giudica consoni alle circostanze in cui versa l’Artsakh a causa del blocco azero. Ecco il testo del suo intervento:

“Lavorerò qui, starò al tuo fianco. Grazie, signor Presidente, per tutto. Anche se abbiamo delle contraddizioni nei diversi approcci, l’idea generale è che abbiamo “linee rosse” che nessuno dovrebbe oltrepassare. Queste linee rosse sono molto importanti per la nostra dignità, al fine di mantenere Artsakh armeno, indipendente e dignitoso. Sono fiducioso che insieme supereremo questa strada”, ha detto.

Prima di tutto, vi ringrazio per il modo in cui siamo passati insieme e per la fiducia che il signor Presidente ha riposto in me. È stata una grande esperienza per me.

Sai che vengo in Artsakh da decenni, avevo ottimi contatti, ma all’inizio di settembre ho dichiarato di essere venuto perché sentivo che ci trovavamo sull’orlo di un precipizio, non pienamente consapevoli della situazione.

Per me era Sardarapat [battaglia fondamentale per la stessa esistenza del popolo armeno dopo il genocidio, NdR]

Quando dico Sardarapat, capisco la crisi, un’agenda diversa, e mi percepisco come un soldato che fa tutto il necessario per salvare la nostra patria. Quindi, quando ho ricevuto questo invito, è stato inaspettato per me, perché mi ero dato la mia parola che non sarei entrato nel governo, ma ho capito che se sono un uomo di parola, andando a difendere la mia patria, non posso non essere “voglio, non voglio, posso, non posso”. Se deve essere fatto, allora deve essere fatto.

È stata, ovviamente, una decisione difficile per me.

D’altra parte è stato facile, perché ho deciso da solo che ero qui, sarei rimasto, non sarei andato da nessuna parte, e se fossi stato necessario in questa direzione, allora avrei lavorato in questa direzione, se potessi essere utile in patria in un’altra direzione, lavorerei in un’altra direzione.

Da questo punto di vista, potrebbe essere più facile per me sia accettare la posizione sia rinunciarvi. Siamo in guerra e abbiamo dovuto lottare in quella direzione, spero che la mia lotta ci abbia in qualche modo aiutato a superare insieme queste difficoltà.

Devo rispondere ad alcuni punti di discussione.

Primo, perché non mi sono dimesso. Voglio essere chiaro: pensavo di essere un soldato, non posso dimettermi. Se necessario, il Comandante in Capo Supremo dovrebbe sollevarmi dal mio incarico.

In secondo luogo, sono sicuro che abbiamo svolto un lavoro molto importante in un periodo molto difficile, e voglio ringraziare tutte le persone che hanno lavorato in questa difficile crisi, dalle 7 del mattino alle 2 di notte, senza luce e gas, dimostrando che, come squadra, sono pronti a tutto. È stata un’esperienza molto importante per me, per la quale sono molto grato.

Terzo, c’era davvero molta pressione dall’esterno. Il signor Presidente ha più informazioni e comprende la situazione. Ma abbiamo un mondo esterno e un mondo interno. Mi è sembrato che la pressione dall’esterno non ci aiuti internamente ad avere una situazione tale da farci sentire in grado di combattere più duramente quella pressione. Ho presentato al signor Presidente il lavoro del Governo in 110 giorni, e sono pronto a presentarlo al pubblico in modo più dettagliato.

Per fare il lavoro, devi prima redigere un piano, avere uno schizzo, gettare le fondamenta, costruire i muri interni. Abbiamo compiuto passi in varie direzioni, che, ovviamente, in condizioni di crisi erano difficili, ma siamo felici di trasmettere i risultati del lavoro svolto al signor Nersisyan e speriamo che continui a lavorare su queste direzioni.

So che c’è una certa pressione su di me per rimanere in Artsakh, ma vorrei sottolineare che non solo non me ne andrò, ma non riesco a immaginarmi fuori dall’Artsakh. Sono felice di continuare il lavoro che ho fatto prima. La nostra fondazione, l’agenzia “We Are Our Mountains” ha già realizzato molti progetti. Vorrei dire che è stato un esempio molto importante di cooperazione tra Stato e settore privato, Armenia, Diaspora e ONG armene e non armene. Penso che sia molto importante perché se parliamo di futuro, è molto importante che questa cooperazione continui.

Continueremo i nostri sforzi e faremo un ottimo lavoro affinché quanti più armeni possibile vengano in Artsakh, in modo che non solo gli armeni in Artsakh non si sentano soli, ma anche coloro che hanno lasciato l’Artsakh in tempi diversi, durante questa crisi, tornino e rafforzare ancora di più la nostra Patria.

Come ho già accennato, abbiamo problemi finanziari e gestionali, oltre al problema della preparazione al prossimo inverno. Durante questo periodo abbiamo acquisito molta esperienza, abbiamo compreso le nostre carenze e abbiamo registrato le carenze in quali aree di lavoro sono state svolte. È molto importante trarre insegnamenti da tutto ciò e fare di tutto affinché queste carenze non si ripetano né in termini di cibo, né di carburante, né in termini di altri problemi. Abbiamo un’idea molto migliore della situazione ora rispetto a prima del blocco.

Più importante delle questioni finanziarie, gestionali e di altro tipo era il fatto che l’Azerbaigian, che sperava di metterci in ginocchio, di spezzarci, si sbagliava crudelmente. L’Azerbaigian ha visto che siamo diventati più uniti

E anche l’indifferenza è scomparsa. In effetti, è stato molto incoraggiante sentire persone in diverse comunità dire: siamo pronti a resistere senza gas e luce, solo non tradirci e continuiamo a combattere.

In effetti, la tua responsabilità di presidente, che è stato eletto quattro mesi prima della guerra, è molto pesante, ti trovi in una posizione molto difficile, avendo portato questo fardello per così tanto tempo.

Dico con sicurezza che per avere successo, l’approccio deve essere sistemico. Se non costruiamo un sistema, se non mettiamo in atto meccanismi trasparenti e coerenti, è molto difficile raggiungere il successo.

L’argomento della discussione è anche che nessun individuo è più importante della nostra patria.

Anche la fiducia è molto importante; Spero che la nostra parola, infatti, non abbia perso il suo valore. Ho rivisto i suoi discorsi prima della guerra: erano discorsi molto brillanti, profondi, signor Presidente. Sono sicuro che ti rifarai alle tue parole anche adesso. Vorrei solo che trasformassi le tue parole in fatti. È molto importante che le persone non perdano la fiducia in queste parole.

Mi dispiace, ma a volte non possiamo davvero dire quello che vogliamo dire, o dobbiamo ricorrere alle allegorie. Tuttavia, le persone devono credere alle nostre parole e alle nostre azioni.

Come qualcuno che non ha lavorato nel sistema governativo fino a questi 112 giorni, mi sono reso conto che la maggioranza in Artsakh sono dipendenti pubblici dedicati. In ogni caso, le sfide esistenti non possono essere superate solo dagli sforzi del governo.

I problemi che abbiamo nelle sfere finanziaria, della sicurezza e dell’identità richiedono una cooperazione molto seria; quindi, spero che ne capiremo l’importanza quando cercheremo di utilizzare il potenziale della diaspora.

Il campo politico ha le sue leggi ed è possibile che se non fossimo in un blocco, guarderemmo tutto questo in modo diverso.

La cosa più difficile per me è che non sono riuscito a dimostrare e spiegare due cose: che questa non è una situazione normale e che la crisi ha le sue leggi. Questa è stata probabilmente una delle mie più grandi omissioni.

L’altra difficoltà è stata che non sono riuscito a spiegare che la lotta significa che dobbiamo capire ogni giorno quali sono i nostri punti deboli e i nostri punti di forza, come dobbiamo rafforzare la nostra posizione, come dobbiamo essere in grado di utilizzare le nostre risorse limitate.

La nostra lotta è sia nell’economia che nel campo dell’informazione. Questi 112 giorni hanno portato cambiamenti, che inevitabilmente hanno mostrato una nuova situazione, un nuovo Artsakh.

Da una parte eravamo tutti sulla stessa barca, e quella barca ci univa tutti. Ma d’altra parte, abbiamo visto gli esempi inaccettabili di cui parlavo, che alcune persone non hanno questa comprensione dell’inaccettabile, quando, per esempio, in una situazione di crisi mandi frutta e verdura a funzionari di alto rango, essendo un tu stesso funzionario di alto rango… La questione non è che sia un male. Il problema è che di quelle poche decine di persone, solo poche persone lo hanno rispedito indietro, trovando il fenomeno in sé inaccettabile. Mi dispiace che portare ananas o rose durante un blocco sia considerato normale, ma ovviamente so che il numero di queste persone è piccolo. Non è quello che hanno fatto che mi preoccupa molto di più, è quello che pensiamo sia normale. In secondo luogo, non esisteva alcun meccanismo per punire. Il signor Nersisian e io abbiamo discusso ampiamente di questo problema: cosa dovrebbe essere punito in questa situazione e cosa no.

Il mio approccio può essere stato molto duro, ma non me ne pento. Di recente ho letto il libro di Nzhdeh: è stato interessante vedere che 100 anni fa Nzhdeh scriveva della stessa cosa. Vorrei leggere un piccolo estratto dalle sue memorie: “Il destino degli armeni sarebbe stato diverso se i loro capi, invece di divorarsi a vicenda, avessero dichiarato guerra alle loro mancanze”. Io stesso so che non ero un leader perfetto, ho commesso degli errori, ma ero sincero, ero un patriota, pretendevo di più da me stesso che dagli altri.

Signor Presidente, voglio dire che siamo felici qui perché abbiamo una nazione fantastica. Questa nazione ha dimostrato di poter sopportare qualsiasi cosa, è pronta a combattere, pronta a seguirci ed è davvero un grande onore che io abbia avuto l’opportunità e comunicando con queste persone ho capito quanto sono forti gli Artsakhi, ho capito la differenza tra gli artsakiani e gli armeni che vivono in altri luoghi. Questo è molto stimolante.

Sono fiducioso che possiamo superare la strategia del “salame” applicata dall’Azerbaigian, che è molto pericolosa. Sono sicuro che non solo una persona, o il Consiglio di sicurezza, o poche centinaia di persone dovrebbero avere il diritto di scegliere la strada, ma l’intero popolo dovrebbe prendere una decisione molto dura e responsabile, di cui abbiamo parlato prima del blocco, durante il blocco e durante la manifestazione.

Siamo tutti esseri umani che hanno i nostri difetti. Spero che se avrò offeso qualcuno senza rendermene conto sarò perdonato, se non ho fatto qualcosa o fatto qualcosa sono pronto ad ascoltare sia le critiche che i consigli, perché ho sempre imparato dagli altri”.

[Traduzione e grassetto redazionali]

Doppia sconfitta per l’Azerbaigian davanti alla Corte Internazionale di Giustizia (Tribunale internazionale dell’Aja, organo giudiziario delle Nazioni unite) che ha accolto il ricorso dell’Armenia e respinto quello di Baku contro Yerevan.

Nella prima sentenza, i giudici (tredici e due) hanno statuito che l’Azerbaigian adotti tutte le misure in suo possesso per consentire la libera circolazione di uomini e merci lungo la strada del corridoio di Lachin che gli azeri bloccano dallo scorso 12 dicembre isolando di fatto 120.000 armeni dell’Artsakh (Nagorno Karabakh).

L’istanza contraria sollevata dal procedimento azero contro l’Armenia è stata bocciata all’unanimità.

Di fronte a tale condanna ora tutti si interrogano se il regime di Aliyev ottemperà a quanto indicato dai giudici dell’Onu oppure farà spallucce disinteressandosi del provvedimento e proseguendo con il blocco criminale che sta portatndo la popolazione della regione in piena crisi umanitaria.

Il “partner affidabile” dell’Unione europea disarrenderà la sentenza o aprirà finalmente la strada ripristinando il diritto alla vita della popolazione?

IL TESTO DELLE DUE DECISIONI DELLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA

“L’AIA, 22 febbraio 2023.
La Corte internazionale di giustizia, organo giurisdizionale principale delle Nazioni Unite, ha emesso oggi il suo Ordine sulla Richiesta di indicazione di misure provvisorie adottate dalla Repubblica di Armenia nel caso relativo all’applicazione della Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (Armenia c. Azerbaigian).

Nella sua Ordinanza, che ha efficacia vincolante, la Corte indica il seguente provvedimento provvisorio:

Con tredici voti contro due,
la Repubblica dell’Azerbaigian, in attesa della decisione finale del caso e in conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di razzismo, discriminazione, adotti tutte le misure a sua disposizione per garantire la circolazione senza ostacoli di persone, veicoli e merci lungo il Corridoio Lachin in entrambe le direzioni.

FAVOREVOLI: Presidente Donoghue; Vicepresidente Gevorgian; Giudici Tomka, Abramo, Bennouna, Xue, Robinson, Salam, Iwasawa, Nolte, Charlesworth, Brant; Giudice ad hoc Daudet;

CONTRO: Giudice Yusuf; Giudice ad hoc Keith”z

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“L’AIA, 22 febbraio 2023.
La Corte internazionale di giustizia, organo giurisdizionale principale delle Nazioni Unite, ha emesso oggi il suo Ordine sulla Richiesta di indicazione di misure provvisorie adottate dalla Repubblica dell’Azerbaigian nel caso relativo all’applicazione della Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (Azerbaigian c. Armenia).

Nella sua ordinanza, che ha efficacia vincolante, la Corte:

All’unanimità,
respinge la richiesta di indicazione di misure cautelari presentata dalla Repubblica di Azerbaigian il 4 gennaio 2023″

Il ministero degli Affari esteri della repubblica di Artsakh (Nagorno Karabakh) ha rilasciato un comunicato in occasione del 35° anniversario dell’inizio della lotta di liberazione. Questo il testo:

La Repubblica dell’Artsakh (Repubblica del Nagorno Karabakh) celebra oggi il 35° anniversario dell’attuale fase della lotta di liberazione nazionale degli armeni dell’Artsakh – Movimento del Karabakh, una lotta che incarnava l’aspirazione collettiva del popolo a ripristinare la giustizia storica, preservare l’identità nazionale e dignità, e realizzano pienamente il loro inalienabile diritto di vivere liberamente e svilupparsi nella loro patria. In risposta alle decennali politiche discriminatorie dell’Azerbaigian, il popolo dell’Artsakh ha raccolto tutta la sua volontà e si è mobilitato per l’idea della rinascita dell’Artsakh e della riunificazione con l’Armenia.

35 anni fa, il 20 febbraio 1988, si tenne una sessione straordinaria del Consiglio dei deputati del popolo dell’NKAO, che decise di presentare una petizione ai Soviet Supremi della SSR dell’Azerbaigian e della SSR armena per trasferire la regione autonoma dall’Azerbaigian all’Armenia. La questione del trasferimento del Nagorno Karabakh all’Armenia è stata sollevata in modo democratico, parlamentare, sulla base della volontà del popolo, in stretta conformità con la legislazione sovietica allora in vigore e con le norme generalmente riconosciute del diritto internazionale.

La decisione della sessione, che ha confermato il diritto del popolo dell’Artsakh a decidere del proprio destino, ha segnato la fase attuale del Movimento del Karabakh e ha predeterminato le prospettive di sviluppo socio-politico del Nagorno Karabakh. Essa, infatti, è diventata l’antesignana della Dichiarazione di Indipendenza della Repubblica del Nagorno Karabakh, adottata il 2 settembre 1991, sotto le nuove realtà storiche e politiche create dal crollo dell’Unione Sovietica, e ha segnato l’inizio del percorso verso la indipendenza statale dell’Artsakh.

Questo atto di espressione di volontà a livello nazionale da parte del popolo dell’Artsakh è stato giustamente considerato una garanzia affidabile contro la politica di discriminazione della popolazione etnica armena perseguita per decenni dall’Azerbaigian, che alla fine avrebbe dovuto portare alla sua completa distruzione. Gli eventi successivi hanno confermato la legittimità e la correttezza della scelta storica del popolo dell’Artsakh. Solo una settimana dopo la sessione del Consiglio regionale, le autorità azere hanno organizzato brutali pogrom e omicidi di armeni a Sumgait e in altre città dell’Azerbaigian e, con il crollo dell’Unione Sovietica, hanno scatenato una guerra su vasta scala contro l’Artsakh. La politica criminale delle autorità di Baku, finalizzata alla distruzione del popolo dell’Artsakh, non è cambiata nemmeno decenni dopo. Ciò è dimostrato dalle aggressioni militari del 2016 e del 2020, dal terrorismo di stato in corso contro il popolo dell’Artsakh, nonché dal blocco dei trasporti e dell’energia della Repubblica che dura già da tre mesi.

Nonostante le incredibili difficoltà e prove, il popolo dell’Artsakh continua la lotta per la propria esistenza libera e indipendente nella patria storica, realizzando così il diritto dei popoli all’autodeterminazione, sancito dal diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite. Gli ultimi 35 anni hanno chiaramente dimostrato che il prerequisito più importante per risolvere i problemi nazionali è l’unità nazionale, il consolidamento delle forze morali e spirituali dell’Armenia, dell’Artsakh e della Diaspora, che rende possibile affrontare le sfide più gravi del tempo.

Attraverso molti anni di lotta per la dignità nazionale e il diritto di decidere liberamente il proprio destino nella propria patria storica, nonché la creazione di uno stato democratico e vitale, il popolo dell’Artsakh ha dimostrato di meritare il riconoscimento della propria indipendenza da parte della comunità internazionale .

In questo giorno memorabile, onoriamo la memoria di tutti coloro che hanno dato la vita per la libertà e l’indipendenza dell’Artsakh e per ideali e valori universali.

[traduzione e grassetto redazionale]

Da due mesi l’Azerbaigian, ricorrendo ad azioni criminali e terroristiche, tiene sotto blocco circa 120.000 persone dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), con l’obiettivo di attuare la pulizia etnica nell’Artsakh. Il presidente di quest’ultimo, Arayik Harutyunyan, ha rilasciato un commento al riguardo.

“Questo blocco illegale contraddice tutte le norme del diritto internazionale e gli obblighi assunti dall’Azerbaigian, compresi quelli nell’ambito della dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020.

Il blocco, basato sulla politica statale azera di odio razziale contro gli armeni, è onnicomprensivo: priva 120.000 cittadini dell’Artsakh dell’accesso naturale a cibo, energia, assistenza sanitaria e altri beni e servizi vitali, ed è, quindi, un grave, attacco deliberato e massiccio al diritto alla vita e ad altri diritti dei nostri compatrioti.

Dal 20 gennaio, per risolvere la grave carenza di cibo causata dal blocco, il governo dell’Artsakh è stato costretto a limitare l’accesso al cibo introducendo buoni: un chilogrammo di riso, grano saraceno, pasta, zucchero e olio vegetale a persona al mese, la cui portata sarà ampliata nel prossimo futuro.

L’Azerbaigian ha esacerbato la crisi umanitaria nell’Artsakh interrompendo le forniture di elettricità e gas in condizioni invernali rigide.
A causa di problemi con il riscaldamento e l’alimentazione, tutti gli asili, le scuole primarie e secondarie del Paese sono stati chiusi, privando circa 20.000 bambini e adolescenti del Paese dell’opportunità di ricevere un’istruzione. Anche il lavoro di molte imprese economiche è stato sospeso, lasciando disoccupati migliaia di cittadini.
La costruzione di circa 3.700 appartamenti e case destinati a persone sfollate con la forza dai territori occupati dall’Azerbaigian, così come altri lavori di costruzione, è stata interrotta.
Gli interventi chirurgici programmati nelle istituzioni mediche sono stati annullati, mettendo a repentaglio la salute e la vita di circa 600 cittadini.

Siamo grati al Comitato internazionale della Croce Rossa e alla missione di mantenimento della pace della Federazione Russa per i loro sforzi per garantire il trasferimento di circa 90 persone in condizioni di salute critiche in Armenia, per riunire decine di famiglie separate e per trasportare la quantità minima di cibo in Artsakh che ci permette di prevenire la carestia nel paese. Tuttavia, la situazione rimane insopportabile tra la grave carenza di cibo, medicine e altri beni di prima necessità, la continua interruzione delle forniture di gas ed elettricità, la separazione di migliaia di famiglie, il collasso dell’economia e altre condizioni di crisi.

Accogliamo con favore i chiari appelli delle autorità esecutive e legislative di molti Paesi, nonché delle organizzazioni internazionali, all’Azerbaigian affinché revochi immediatamente e incondizionatamente il blocco. Tali richieste e posizioni, tuttavia, sono inefficaci nelle condizioni di fanatica e odiosa intransigenza dell’Azerbaigian.

Questo è il motivo per cui la comunità internazionale deve agire, come ha fatto in altre regioni quando ci sono segnali premonitori di genocidio.

Facciamo appello principalmente alla Russia, agli Stati Uniti e alla Francia, che co-presiedono il Gruppo di Minsk dell’OSCE, nonché a tutti i membri della comunità internazionale, affinché adottino congiuntamente o individualmente misure efficaci per aprire la strada della vita dell’Artsakh e prevenire nuovi crimini.

In tale contesto, li esortiamo a imporre sanzioni contro tutti gli autori e sostenitori di crimini contro il popolo dell’Artsakh e lo stato dell’Azerbaigian, tra le altre sanzioni, vietando loro di entrare nei loro territori e congelando i loro beni mobili e immobili nelle loro Paesi.

Il tentativo di pulizia etnica da parte dell’Azerbaigian del popolo dell’Artsakh è conforme al concetto legale di crimini contro l’umanità (erga omnes). La sua prevenzione è un obbligo morale, legale e politico vincolante per tutti i firmatari della Carta delle Nazioni Unite.

Pertanto, è dovere di ogni membro della comunità internazionale fare del proprio meglio per proteggere il popolo dell’Artsakh e la sua vita dignitosa nella propria patria“.

Non deve essere difficile in Azerbaigian costruire fake news. Ne sanno qualcosa gli attivisti per i diritti umani, i giornalisti, gli oppositori al regime di Aliyev che vengono incarcerati con le scuse più banali: le più ricorrenti sono il “possesso di droga” o la “collusione con il nemico”.

Nessuno si è quindi sorpreso della reale natura dei “manifestanti per l’ambiente” che dal 12 dicembre hanno bloccato la strada che passa per il corridoio di Lachin e unisce il Nagorno Karabakh (Artsakh) all’Armenia. Due mesi di blocco, crisi umanitaria in corso e tentativo di pulizia etnica. Una “protesta” organizzata dal governo dell’Azerbaigian come peraltro ammesso anche dal suo stesso presidente.

La scusa iniziale erano le miniere (un paio) che all’improvviso sono diventate un problema per gli azeri: sfruttamento illegale (considerano l’Artsakh territorio loro) e inquinamento ambientale (chiudendo due occhi su quello vero sulle sponde del Caspio dove non si può protestare altrimenti si finisce in prigione).

A fine dicembre Stepanakert annuncia l’interruzione dell’attività di scavo nelle miniere. Fine della protesta? No, ovviamente, perché dalle miniere si passa alle mine (coincidenza, in inglese è la stessa parola, mine) che gli armeni avrebbero disseminato nel territorio, di qui la necessità di ispezionare tutti i carichi in transito sulla strada.

A giustificazione delle loro rivendicazioni, ecco produrre foto di mine made in Armenia e datate 2021. La prova certa della colpevolezza armena!

Peccato che quegli ordigni siano stati prelevati dagli azeri nel corso delle loro invasioni (da maggio 2021, fino all’ultima grave aggressione del settembre 2022) nel territorio sovrano della repubblica di Armenia. La difesa di Yerevan le aveva collocate lungo il confine con l’Azerbaigian (i territori ora occupati dagli azeri dell’Artsakh, Kashatagh e Karvachar) nel disperato (e vano) tentativo di arginare le incursioni del nemico.
Il quale, evitato l’ostacolo, ha utilizzato le mine per giustificare il blocco della strada e il suo tentativo di pulizia etnica.

Dalle miniere alle mine, il passaggio ortografico è breve ma il risultato è sempre lo stesso: fake!

Per Andranik Khachatryan, direttore della società “ArtsakhEnergo” che distribuisce energia elettrica in Artsakh (Nagorno Karabakh), sono settimane ancor più frenetiche del solito.
Ogni giorno deve cercare di far quadrare i conti, ovvero rifornire di elettricità i 120.000 armeni che popolanbo la regione.

Sono trascorsi infatti più di 20 giorni dal guasto (o più probabilmente, sabotaggio) dell’unica linea elettrica aerea ad alta tensione (110 kV) che alimenta l’Artsakh (Nagorno-Karabakh) dall’Armenia. E gli azeri impediscono qualsiasi intervento di riparazione.

L’incidente dell’elettrodotto in ingresso ad Artsakh dall’Armenia è avvenuto il 9 gennaio, nella seconda metà della giornata, secondo i dati registrati dalle relative apparecchiature di ArtsakhEnergo, nella tratta Berdzor-Aghavno, al 30° km del linea aerea. Quella sezione è completamente sotto il controllo degli azeri; cioè, anche se il corridoio di Lachin venisse riaperto, gli specialisti armeni non possono avvicinarsi al luogo dell’incidente senza il permesso degli azeri.

Se gli azeri consentono agli specialisti armeni di avvicinarsi all’area, è possibile riparare i danni in poche ore.

Si capisce ora per quale motivo nello scorso agosto l’Azerbaigian impose – in violazione dell’accordo di tregua del novembre 2020 – lo slittamento più a sud del corridoio di Lachin: non solo per occupare Berdzor, Aghavno e Sos ma anche per avere pieno controllo sulla linea elettrica che arriva dall’Armenia. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

È difficile dire inequivocabilmente se l’incidente sia tecnico o il risultato di un intervento collaterale. Tenendo conto che gli azeri non ci hanno dato l’opportunità di eseguire lavori di riparazione dell’incidente per quasi un mese, ciò fa sospettare che ci è stato un intervento artificiale. Inoltre, l’incidente non ha avuto gravi conseguenze e può essere ripristinato in poche ore“, dice Andranik Khachatryan alla stampa.

Al momento l’elettricità viene fornita in Artsakh dalla centrale idroelettrica di Sarsang, ma la sua capacità è limitata, e se questa situazione persiste, sorgeranno seri problemi perchè il bacino idrico si svuoterà rapidamente e non vi sarà acqua per irrigare i campi in primavera (compresi quelli azeri…)

Per sopperire alla mancanza di corrente è stato fatto un programma di interruzioni di corrente: prima due ore al giorno, poi 4 ore, poi 6 ore salvo ulteriori incrementi se necessario.

E’ stata interrotta l’erogazione alle grandi aziende energivore e questo ha inevitabilmente una ricaduta sull’economia di tutto il Paese sia in termini economici che sociali; anche per le contemporanee interruzioni – sempre per sabotaggio azero – della fornitura del gas.

Ma questo è esattemente quello che il dittatore azero Aliyev vuole.

ARTSAKH RESISTI!

(2) – ALTRI PAZIENTI TRASFERITI – Altri sei malati gravi sono stati trasferiti con un convoglio della Croce Rossa Internazionale in Armenia. Complessivamente sono 63 i pazienti trasferiti dall’ospedale di Stepanakert a strutture specializzate in Armenia dall’inizio del blocco lo scorso 12 dicembre.

(3) MINISTRO DEGLI ESTERI – Il ministro degli Affari esteri della Repubblica dell’Artsakh Sergey Ghazaryan ha inviato lettere agli ambasciatori di numerosi paesi accreditati in Armenia
Nella sua lettera, il ministro degli Esteri ha presentato i problemi umanitari nell’Artsakh causati dalla chiusura del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian, nonché l’impatto negativo delle interruzioni della fornitura di gas naturale ed elettricità sulla vita quotidiana delle persone e sull’economia della repubblica.
Nella sua lettera, il Ministro degli Esteri Sergey Ghazaryan ha esortato gli Ambasciatori esteri accreditati in Armenia a presentare ai rispettivi Governi il quadro reale di quanto accade sul campo. In particolare, la lettera diceva: “Vi esortiamo a trasmettere al vostro governo il nostro appello affinché adotti misure efficaci, inclusa l’imposizione di sanzioni o l’utilizzo di altri strumenti di pressione, volte a revocare il blocco dell’Artsakh e prevenire le intenzioni criminali dell’Azerbaigian”.

(3) DIMINUISCONO ENTRATE FISCALI – Il Comitato statale delle entrate della Repubblica dell’Artsakh ha presentato gli indicatori delle entrate fiscali e dei dazi per il mese di gennaio 2023.
Secondo i dati preliminari, nel gennaio 2023 è stato versato al bilancio statale della Repubblica dell’Artsakh il 67,9% di quanto pianificato in precedenza. Tale dato al ribasso è stato determinato dalla situazione dell’economia a causa del blocco della Repubblica dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian dal 12 dicembre 2022, in particolare, la sospensione delle attività di un certo numero di contribuenti, a seguito della quale fatturato e corrispondenti debiti tributari non sono sorti e di conseguenza non sono stati versati al bilancio dello Stato.

(4) ALTRI SEI TRASFERIMENTI – Altri sei malati sono stati trasferiti tramite Croce Rossa Internazionale a strutture specializzate in Armenia. Complessivamente il numero dei pazienti trasportati è di 70 dall’inizio del blocco.

(6) NUOVO TAGLIO DEL GAS – Ancora una volta gli azeri hanno interrotto la fornitura di gas all’Artsakh chiudendo una valvola del gasdotto che viene dall’Armenia e passa in territori ora occupati dalle forze dell’Azerbaigian. Nuovamente la popolazione è privata del diritto al riscaldamento, a un pasto caldo o a lavarsi con acqua calda. All’interruzione della fornitura di gas si aggiunge il blocco totale della rete elettrica dall’Armenia, sempre per interruzione nel territorio sotto controllo azero.

(6) RIUNIONE SU ORDINE PUBBLICO E LEGALITA‘ – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha convocato una consultazione di lavoro con i responsabili dei corpi di pubblica sicurezza dello Stato, presenti anche il segretario del Consiglio di sicurezza Samvel Shahramanyan, il capo dell’ufficio del presidente Karen Shahramanyan e altri funzionari. Durante la consultazione, il presidente Harutyunyan ha stabilito una serie di compiti per le forze dell’ordine sulla base delle denunce e delle preoccupazioni ricevute dal pubblico. In particolare, il Presidente ha dato mandato alle strutture competenti affinché adottino tutte le misure operativo-investigative per rilevare eventuali illeciti penali nel processo di erogazione di risorse finanziarie per il rimborso di obbligazioni creditizie alle banche di quei soggetti economici che avevano programmi di business nei territori che andavano sotto il controllo dell’Azerbaigian all’indomani della guerra dei 44 giorni del 2020

(7) PARZIALE RIPRISTINO DEL GAS – Nel pomeriggio è stato ripristinato un parziale afflusso di gas all’Artsakh che gli azeri avevano interrotto nuovamente nella giornata di ieri. Poichè la fornitura è limitata, saranno privilegiate le utenze residenziali.

(7) TRASPORTO PAZIENTI – A causa del blocco da parte dell’Azerbaijan dell’unica strada che collega l’Artsakh con l’Armenia, sei pazienti del Republican Medical Center della Repubblica dell’Artsakh con gravi malattie dell’oncologia e del sistema cardiovascolare sono stati trasportati oggi in centri medici specializzati di la Repubblica d’Armenia con la mediazione e la scorta del Comitato Internazionale della Croce Rossa. 10 bambini rimangono nelle unità di terapia intensiva e neonatale del centro medico di Arevik. 9 pazienti rimangono nel reparto di terapia intensiva del Republican Medical Center, 3 dei quali in condizioni critiche. Un totale di 76 pazienti sono stati trasportati finora dall’Artsakh all’Armenia.

(7) CONVERSAZIONE HARUTYNYAN CON ARAM I – Il Capo dello Stato ha avuto una conversazione telefonica e ha presentato al Catholicos della Grande Casa di Cilicia la crisi umanitaria e socio-economica sviluppatasi nella repubblica a seguito del blocco, durato quasi due mesi, del Corridoio Lachin (Berdzor) da parte dell’Azerbaigian, e ha precisato i passi che si stanno compiendo essere preso dalle autorità dell’Artsakh per superare la situazione. Il presidente Harutyunyan ha parlato con grande dolore e rammarico del terremoto avvenuto in Siria e ha trasmesso il sostegno degli armeni dell’Artsakh alle famiglie armene colpite dalla calamità naturale. Sua Santità ha espresso il suo sostegno al popolo dell’Artsakh, sottolineando che oltre alle preghiere quotidiane, il Catholicosato continua a compiere sforzi per sostenere gli armeni dell’Artsakh.

(8) BLOCCO GAS – Di nuovo bloccata dagli azeri la fornitura di gas che due giorni fa era stata tagliata e ieri parzialmente ripristinata.

(8) TRASFERIMENTO CITTADINI – Diciassette persone sono state trasferite oggi dalla Croce Rossa in Armenia per consentire loro di riunirsi alle proprie famiglie

(9) AMNESTY INTERNATIONAL – L’organizzazione “Amnesty international” ha pubblicato sul proprio sito un articolo nel quale si afferma che il blocco in corso del corridoio di Lachin sta mettendo in pericolo la vita di migliaia di persone nella regione del Nagorno Karabakh. Inoltre, la suddetta organizzazione per i diritti umani ha invitato le autorità dell’Azerbaigian e le forze di pace russe a sbloccare immediatamente il percorso e porre fine alla crisi umanitaria in corso.

(9) ALTRI PAZIENTI IN ARMENIA – Altri sette pazienti sono stati trasferiti da Stepnakert in Armenia per tramite della Croce Rossa Internazionale. Complessivamente sono ad oggi 83 i malati che hanno lasciato le strutture ospedaliere dell’Artsakh per essere curati in centri specialistici dell’Armenia.

(10) PRODOTTI ALIMENTARI – L’elenco dei beni forniti alla popolazione dell’Artsakh tramite coupon è stato ampliato per tenere conto della carenza di prodotti e della necessità di una distribuzione uniforme. Dal 21 febbraio si aggiungeranno anche frutta, verdura e uova della riserva statale.

(10) TERREMOTO – Nonostante la grave crisi che sta vivendo per il blocco azero, il governo dell’Artsakh ha deciso di organizzare una raccolta fondi per la comunità armena di Siria colpita dal terremoto. Un conto speciale è stato aperto presso la Artsakh Bank di Stepanakert.

(11) TRASFERIMENTI – Altri sette pazienti dell’Artsakh sono stati trasferiti in Armenia per cure specialistiche grazie a un convoglio della Croce Rossa Internazionale. Un altro paziente con accompagnatore è invece tornato dall’Armenia in Artsakh.

(13 feb) USCITE ED ENTRATE – Con la mediazione della Croce Rossa Internazionale, venti persone sono state trasportate dall’Armenia all’Artsakh e ventitrè hanno viaggiato in senso inverso.

(13) EMENDAMENTI COSTITUZIONE – Ai sensi del paragrafo 2 dell’articolo 162 della Costituzione della Repubblica dell’Artsakh, il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto con il quale avvia un processo di emendamento costituzionale. Le modifiche si applicheranno all’elezione del Presidente della Repubblica da parte dell’Assemblea Nazionale nel caso in cui la carica del Presidente della Repubblica rimanga vacante durante la legge marziale. In data odierna il progetto di emendamento costituzionale è stato presentato all’Assemblea nazionale per la discussione.

(14) TRASFERIMENTI MALATI – Altri sette pazienti sono stati trasferiti con la mediazione della Croce Rossa in Armenia. Tre, invece, hanno fatto ritorno in Artsakh dopo le cure ricevute in Armenia.

(15) PARZIALE RIATTIVAZIONE GAS – Dopo una settimana di interruzione a causa del sabotaggio azero il gas sta di nuovo parzialmente affluendo in Artsakh attraverso il gasdotto che proviene dall’Armenia.

(15) EVACUAZIONE CIVILI RUSSI – 47 persone (fra i quali 8 bambini) con cittadinanza russa sono stati trasferiti dall’Artsakh a bordo di un convoglio speciale della forza di pace russa. Complessivamente, a oggi, sono 150 i russi che hanno lasciato la regione.

(16) TRANSITO PAZIENTI – Otto malati, prevalentemente con patologie oncologiche, sono stati trasferiti dall’Artsakh all’Armenia con un convoglio organizzato dalla Croce Rossa Internazionale. Contemporaneamente quattro pazienti, dopo aver ricevuto cure in Armenia, sono ritornati in Artsakh. Con i trasferimenti di oggi, sono 105 i malati trasportati in Armenia dall’inizio del blocco azero.

(16) ACCORDO DI PACE – Nella odierna riunione di gabinetto del governo armeno, il premier Pashinyan ha informato che nella giornata di ieri l’Armenia ha inoltrato alla controparte azera una bozza di documento di pace con le proposte di Yerevan. Il premier ha altrsì dichiarato che il documento è stato inoltrato anche ai Paesi copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE. Pashinyan ha detto che “stiamo lavorando alla bozza con la seguente logica: ottenere un documento che siamo pronti a firmare in qualsiasi momento. È chiaro, ovviamente, che questo documento dovrebbe essere accettabile anche per l’Azerbaigian. Ci auguriamo che sia possibile sviluppare i progressi certi osservati a seguito di tre fasi di negoziati“.

(18) INCONTRO TRILATERALE – Nella cornice della conferenza sulla sicurezza di Monaco, si è svolto un vertice trilaterale tra il Segretario di Stato USA Blinken, il premier armeno Pashinyan e il presidente azero Aliyev. L’ultima volta che Pashinyan e Aliyev sono contrarono fu a Sochi lo scorso 31 ottobre. Secondo quanto trapelato, Aliyev ha proposto la creazione di checkpoint (azeri) lungo la strada del corridoio di Lachin. Pashinyan avrebbe sottolineato l’illegalità del blocco della strada. A seguire i due leader hanno preso parte a una tavola rotonda sulla sicurezza nel Caucaso meridionale, alla quale parteciperanno anche il primo ministro georgiano Irakli Garibashvili e il segretario generale dell’OSCE Helga Schmid.

(18) BLINKEN SU VERTICE – Il Segretario di Stato USA, Blinken, ha dichiarato all’inizio del vertice di Monaco che “riteniamo che l’Armenia e l’Azerbaigian abbiano un’autentica opportunità storica per garantire una pace duratura dopo oltre 30 anni di conflitto. Le parti stesse hanno rinnovato la loro attenzione su un processo di pace, anche attraverso il dialogo diretto, nonché con l’UE e noi stessi. Gli Stati Uniti si impegnano a fare tutto il possibile per sostenere questi sforzi, sia direttamente con i nostri amici, sia in un formato trilaterale come questo, o con altri partner internazionali.” In una nota del portavoce del Dipartimento, Ned Price, si riferisce che Blinken “ha preso atto dei progressi significativi compiuti dalle due parti negli ultimi mesi verso un accordo di pace e dell’offerta del presidente dell’UE Charles Michel di ospitare le parti a Bruxelles. Durante la loro discussione, il Segretario ha sottolineato la necessità di un transito commerciale e privato libero e aperto attraverso il corridoio Lachin. Ha anche invitato le parti ad aprire altre vie di trasporto“.

(18) VISITA PARLAMENTARI PACE – Kimmo Kiljunen (Finlandia) e Boriana Aberg (Svezia) – Correlatori dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa per il monitoraggio degli obblighi e degli impegni dell’Armenia – sono arrivati nel Syunik per una missione conoscitiva. Accompagnati dal governatore della regione, Robert Ghukasyan, i correlatori hanno incontrato i residenti dell’Artsakh che si sono rifugiati nel Syunik a causa della chiusura della strada Berdzor (Lachin) da parte dell’Azerbaigian.

(18) VARDANYAN DOPO 100 GIORNI – Ruben Vardanyan ha riassunto i 100 giorni del suo mandato come Ministro di Stato dell’Artsakh. “C’è la tradizione di parlare dei primi 100 giorni in carica, per riassumere cosa sei riuscito a fare, quali problemi hai registrato, quali cose da fare hai delineato, come immagini le direzioni e la visione di sviluppo. Su 100 giorni del mio mandato, 67 sono stati sotto blocco [da parte dell’Azerbaigian], cioè noi [cioè l’Artsakh] siamo sotto blocco per 1.600 ore. In queste realtà, considero un risultato che la Sede Operativa sia stata in grado di adempiere ai compiti che le erano stati assegnati, trovare soluzioni alle nuove sfide che si presentano ogni giorno e, soprattutto, prevenire possibili crolli in vari ambiti in ogni modo possibile.

(20) 35° ANNIVERSARIO – La Repubblica dell’Artsakh (Repubblica del Nagorno Karabakh) celebra oggi il 35° anniversario dell’attuale fase della lotta di liberazione nazionale degli armeni dell’Artsakh – Movimento del Karabakh. Infatti, il 20 febbraio 1988 il Soviet supremo del Nagrono Karabakh votò una risoluzione che chiedeva il passaggio della regione autonoma dalla RSS Azera a quella Armena. Il presidnete della repubblica Harutyunyan si è recato al memoriale di Stepanakert e ha deposto una corona di fiori alla memoria dei caduti per la libertà.

(20) MINISTRO ESTERI – Nonostante il blocco, il ministro degli Esteri, Sergey Ghazaryan, ha condotto una visita in Russia dal 12 al 16 febbraio. La notizia è stata diramata oggi dal ministero.

(21) TRASPORTO MALATI – 8 pazienti del Republican Medical Center della Repubblica dell’Artsakh con gravi malattie dell’oncologia e patologie che richiedono interventi chirurgici d’urgenza sono stati trasportati oggi presso un centro medico specializzato della Repubblica di Armenia con la mediazione e la scorta del Comitato Internazionale della Croce Rossa. 5 pazienti, che erano stati trasferiti in Armenia per cure mediche, sono tornati in Artsakh insieme ad un accompagnatore.
Gli interventi chirurgici programmati continuano ad essere sospesi nei centri medici della Repubblica dell’Artsakh.
5 bambini rimangono nelle unità di terapia intensiva e neonatale del centro medico di Arevik.
7 pazienti rimangono nel reparto di terapia intensiva del Republican Medical Center, 3 dei quali in condizioni critiche.
Un totale di 113 pazienti sono stati finora trasportati dall’Artsakh all’Armenia con la mediazione e il sostegno del Comitato Internazionale della Croce Rossa.

(21) VARDANYAN – Voci, rumors, sui social, di un possibile passo indietro del ministro di Stato Ruben Vardanyan particolarmente inviso all’Azerbaigian per i suoi forti legami con Mosca e con l’Europa.

(22) SENTENZA CORTE GIUSTIZIA – La corte di giustizia internazionale, organo delle Nazioni Unite, ha emesso due sentenze relative ai procedimenti Armenia contro Azerbaigian e Azerbiaigian contro Armenia. Nel primo, ha ordinato all’Azerbaigian di mettere fine al blocco del corridoio di Lachin, l’unico asse stradale che collega l’Armenia al Nagorno Karabakh. La Corte ha invece respinto all’unanimità le richiesta azera nel secondo procedimento in quanto le accuse mosse non risultano in alcun modo provate.

(22) VIOLAZIONI CESSATE IL FUOCO – Il ministero della Difesa russo informa che sono state registrate nel pomeriggio e in serata tre violazioni del regime di cessate-il-fuoco nei distretti di Martakert e Shushi. Non risultano feriti.

(23) SARCASTICO COMMENTO AZERO – Il capo ufficio stampa del ministero Esteri di Baku ha così commentato la sentenza della Corte di giustizia internaizonale: “Dal momento che l’Azerbaigian non ha mai bloccato o ostacolato la strada Lachin, e ha adottato tutte le misure in suo potere per garantire un movimento sicuro lungo la strada, continuerà a farlo anche dopo l’ordinanza del tribunale pertinente.”

(23) VARDANIAYN DESTITUITO – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presieduto una riunione del Gabinetto dei ministri. Il Capo dello Stato ha presentato la situazione politico-militare e socio-economica sviluppatasi nella repubblica a seguito del blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, nonché le misure adottate dalle autorità volte alla soluzione delle questioni emergenti. Durante l’incontro, il presidente Harutyunyan ha anche reso noto il decreto di destituzione di Ruben Vardanyan dalla carica di ministro di Stato. Ha molto apprezzato gli sforzi di Vardanyan sia per aumentare la consapevolezza internazionale dell’Artsakh sia per risolvere numerosi problemi interni durante il blocco.

(23) TRANSITI – Il personale del Comitato Internazionale della Croce Rossa ha trasportato 24 persone dal Nagorno Karabakh in Armenia e 19 nella direzione opposta. Complessivamente, un totale di 296 persone sono state trasferite dal Nagorno Karabakh all’Armenia e ritorno.

(23) ASSEMBLEA NAZIONALE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha partecipato all’ora del governo nell’ambito della sessione plenaria dell’Assemblea nazionale della Repubblica dell’Artsakh in conformità con le disposizioni della Costituzione. Il Capo dello Stato ei membri del Gabinetto hanno risposto alle domande sollevate dai deputati e chiarito i passi volti a risolvere i problemi sviluppatisi all’indomani del blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian.

(24) INCONTRO ARTSAKH-AZERBAIGIAN – I rappresentanti del Nagorno Karabakh e dell’Azerbaigian si sono incontrati con la partecipazione delle forze di pace russe. Sono stati raggiunti accordi sulla ripresa della fornitura di elettricità e gas ai consumatori del Nagorno Karabakh. Il comando prosegue i negoziati sulla ripresa del traffico veicolare senza ostacoli attraverso il corridoio Lachin.

(24) NUOVO MINISTRO DI STATO – Al procuratore generale della repubblica, Gurgen Nersisyan, è stato proposto dal presidente della repubblica l’incarico di ministro di Stato.

(25) NAZIONI UNITE SU BLOCCO LACHIN – Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres prende atto delle sentenze della Corte internazionale di giustizia (ICJ) emesse il 22 febbraio sui procedimenti tra la Repubblica di Armenia e la Repubblica dell’Azerbaigian. Lo ha detto in un comunicato il portavoce Onu Stephane Dujarric. Il Segretario Generale accoglie con favore la fiducia che i governi di Armenia e Azerbaigian hanno riposto nella Corte Internazionale di Giustizia chiedendole di risolvere le loro divergenze. Ricorda che le decisioni della Corte internazionale di giustizia sono vincolanti e auspica che le parti rispettino le sue sentenze, comprese quelle relative alle misure per garantire la circolazione senza ostacoli di persone, veicoli e merci attraverso il corridoio Lachin in entrambe le direzioni. Il segretario generale spera che l’Armenia e l’Azerbaigian continuino a lavorare per migliorare le relazioni bilaterali e sollecita un dialogo costruttivo, ha affermato il portavoce delle Nazioni Unite in una nota.

(26) TRASFERIMENTI RUSSI – Con un convoglio speciale 49 cittadini russi (compresi sei bambini) hanno lasciato l’Artsakh alla volta dell’Armenia.

(27) NUOVI NATI – Nel 78° giorno di blocco il ministero della Salute comunica che sono trecento i nuovi nati in Artsakh durante questo periodo di isolamento. I neonati e le loro madri affrontano gravi preoccupazioni quotidiane relative alla carenza di alimenti per bambini, pannolini, medicinali e altri beni di prima necessità.

(28) RICORDO DI SUMGAIT – In occasione della Giornata commemorativa delle vittime dei massacri perpetrati dall’Azerbaigian e della Giornata di protezione dei diritti dei rifugiati armeni, il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha visitato oggi il complesso commemorativo di Stepanakert. Ha reso omaggio e ha deposto una corona di fiori sulla lapide commemorativa perpetuando la memoria degli armeni caduti vittime dei massacri organizzati dalle autorità azere. Harutyunyan era accompagnato dal presidente dell’Assemblea nazionale Artur Tovmasyan, dal primate della diocesi dell’Artsakh della Chiesa apostolica armena, il vescovo Vrtanes Abrahamyan, dai rappresentanti degli organi legislativo ed esecutivo e dai membri del Consiglio di sicurezza.

(28) LAVROV SU LACHIN – Nel corso di una conferenza stampa successiva a un incontro a Baku con il collega Jeyhun Bayramov, il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha dichirato che il corridoio di Lachin dovrebbe operare in conformità con la dichiarazione trilaterale dei leader russo, armeno e azero datata 9 novembre 2020, che non prevede alcun posto di blocco.

(28) TRASFERIMENTO PAZIENTI – Un convoglio della Croce Rossa Internazionale ha provveduto al trasfrimento in Armenia di otto pazienti che hanno necessità di cure specialistiche. Sono in totale 135 quelli trasportati dall’Artsakh per ragioni mediche. Ad oggi sette risultano ricoverati nell’ospedale repubblicano di Stepanakert in terapia intensive, tre in condizioni critiche.

Artsakh, il conflitto invisibile. «Anche fare una zuppa è impossibile» (Tempi, 1 feb)

Missione Ue in Armenia: opportunità o rischio? (Huffington post, 1 feb)

Nagorno Karabakh, vivere bloccati (Osservatorio Balcani Caucaso, 1 feb)

Vardanyan: l’Azerbajgian è politicamente motivato a distruggere la capacità dell’Artsakh di continuare a essere un’entità separata e autonoma (Korazym, 1 feb)

L’ambasciatore armeno interviene su Lachin (Terrasanta, 2 feb)

Cinquantatreesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’Azerbajgian intende prendere molto di più oltre l’Artsakh/Nagorno-Karabakh (Korazym, 2 feb)

Artsakh dimenticato (Ardisco, 3 feb)

Nagorno Karabakh, un’altra aggressione nei territori dell’ex Unione Sovietica (Meridiano Italia, 3 feb)

Nagorno-Karabakh, l’ambasciatore armeno Nazarian: «La crisi umanitaria peggiora di giorno in giorno» (Il Messaggero, 3 feb)

Artsakh/Nagorno. Imminente la Decisione della Corte di Giustizia Europea (MarcoTosatti.com, 3 feb)

#ArtsakhBlockade. Allarme bandiera rossa per genocidio – Azerbajgian dell’Istituto Lemkin (Korazym, 3 feb)

Cinquantaquattresimo giorno del #ArtsakhBlockade. Alla cima delle menti dei burocrati dell’Unione Europea non ci sono la democrazia e i diritti umani, ma il gas azero-russo (Korazym, 3 feb)

#ArtsakhBlockade e Caucaso meridionale. Analisi di Amberin Zaman: Turchia sale, Russia svanisce mentre Iran e Azerbajgian si scontrano per Armenia (Korazym, 3 feb)

NAGORNO KARABAKH/ “Armeni isolati, l’Azerbaijan vuole la pulizia etnica” (Il sussidiario, 4 feb)

Cinquantacinquesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Il Ministro degli Esteri dell’Artsakh chiede misure efficaci con maggiore pressione e sanzioni contro l’Azerbajgian (Korazym, 4 feb)

Parla il premier dell’Artsakh assediato. “Non potete ignorarci” (La nuova bussola quotidiana, 4 feb)

Cinquantaseiesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Dalle miniere alle mine, il passaggio ortografico è breve ma il risultato è sempre lo stesso: fake (Korazym, 5 feb)

Cinquantasettesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Gli Armeni dell’Artsakh sotto assedio sono resilienti. La vita continua, nonostante tutto (Korazym, 6 feb)

Berlino chiede revoca immediata del blocco nel Nagorno Karabakh (Aska news, 7 feb)

Cinquantottesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Volendo, le superpotenze mondiali possono forre fine l’assedio dell’Artsakh all’istante. Volendo… (Korazym, 7 feb)

Tangentopoli europea: ora spuntano anche i lobbisti dall’Azerbaigian (L’Indipendente, 7 feb)

Cinquantanovesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Urge l’azione chiara da parte della comunità internazionale a prevenire la pulizia etnica contro gli Armeni dell’Artsakh (Korazym, 8 feb)

Amnesty International: l’Azerbajgian deve revocare senza indugi il #ArtsakhBlockade per porre fine alla crisi umanitaria (Korazym, 9 feb)

Sessantesimo giorno del #ArtsakhBlockade. La vita nonostante tutto. L’Azerbajgian e la Russia ascoltino Amnesty International (Korazym, 9 feb)

Azerbaigian: il blocco del corridoio di Lachin che mette a rischio migliaia di vite deve essere immediatamente revocato (ESG Data, 9 feb)

Sessantunesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Siamo stanchi di (solo) condanne, senza azioni energiche e risolutive. Artsakh e l’Armenia sono in pericolo (Korazym, 10 feb)

L’Azerbaigian blocca il corridoio di Lachin: migliaia di vite a rischio nel Nagorno-Karabakh (Amnesty, 10 feb)

Sessantaduesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Non abbiamo il diritto di lasciare solo il popolo armeno di fronte a una nuova minaccia di pulizia etnica (Korazym, 11 feb)

Sessantatreesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Pulizia etnica degli Armeni dell’Artsakh. Questo non è accettabile in alcun modo (Korazym, 12 feb)

La tragedia dimenticata del Nagorno Karabakh (Corriere del Ticino, 12 feb)

Il grido di Amnesty International. Si aggrava la crisi umanitaria (Assadakah, 13 feb)

Sessantaquattresimo giorno del #ArtsakhBlockade. «Il mondo è minacciato più da coloro che tollerano o incoraggiano il male, che dagli stessi malfattori» – Parte 1 (Korazym, 13 feb)

Sessantaquattresimo giorno del #ArtsakhBlockade. Quali sviluppi tra Baku e Yerevan nei prossimi mesi? Gli Azeri armano l’energia – Parte 2 (Korazym, 13 feb)

Sessantacinquesimo giorno del #ArtsakhBlockade. «L’indifferenza del mondo permette l’Azerbajgian e la Turchia di “finire il lavoro” lontano dai sguardi» (Korazym, 14 feb)

Roma finanzia l’offensiva dell’Azerbaigian contro l’Armenia (Today, 14 feb)

Il corridoio di Lachin e il groviglio caucasico (Osservatorio Balcani Caucaso, 15 feb)

Le contraddizioni di Erevan tra Mosca e l’Occidente (World magazine, 15 feb)

Nagorno Karabakh: pulizia etnica in corso? (Machiavelli, 15 feb)

Sessantaseiesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’importante è che nessuno possa dire: “Non lo sapevo” (Korazym, 15 feb)

Il Caucaso rischia di diventare l’epicentro di una nuova crisi geopolitica (Domani, 16 feb, per abbonati)

Nagorno Karabagh: il dramma di Lachin. “Ai posteri l’ardua sentenza?” (International news, 16 feb)

Sessantasettesimo giorno del #ArtsakhBlockade. La minaccia di pulizia etnica degli Armeni dall’Artsakh è un terribile avvertimento di genocidio (Korazym, 16 feb)

Io, armena, chiedo a Meloni di intervenire sulla crisi nell’Artsakh/Nagorno Karabakh (Startmag, 17 feb)

Il Molokano su Tempi. Appello per l’Artsakh. Come possono Italia e Israele tradire la loro sorella Armenia? (Korazym, 17 feb)

Sessantottesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Il silenzio uccide (Korazym, 17 feb)

Nagorno-Karabakh: l’Armenia presenta un piano di pace all’Azerbaigian (Sicurezza internazionale, 17 feb, per abbonati)

L’Armenia propone la pace per evitare la crisi del Caucaso (Domani, 17 feb, per abbonati)

Artsakh – Una risoluzione del Pd e M5S sulla grave crisi umanitaria (Assadakah, 17 feb)

Sessantanovesimo giorno del #ArtsakhBlockade. La pace con un popolo che ha odio è impossibile e inimmaginabile (Korazym, 18 feb)

Settantesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Non dobbiamo permettere ad un dittatore di dettare la narrazione (Korazym, 19 feb)

Al via la missione civile in Armenia per la stabilità nelle zone di confine (Ansa, 20 feb)

Settantunesimo giorno del #ArtsakhBlockade. André Manoukian: immaginate l’indignazione mondiale per 120.000 cani isolati su un’isola, ma per gli Armeni niente (Korazym, 20 feb)

In Nagorno-Karabakh, 120.000 persone sono messe in quarantena (Tecnosuper, 21 feb, per abbonati)

Settantatreesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Bloccare l’Artsakh – patria degli Armeni – accompagnato dalla minaccia della forza è inaccettabile (Korazym, 22 feb)

“Il corridoio di Lachin deve essere transitabile” (RSI, 22 feb)

#ArtsakhBlockade. La Corte Internazionale di Giustizia ordina l’Azerbajgian a garantire il libero movimento attraverso il Corridoio di Lachin in entrambe le direzioni (Korazym, 22 feb)

Il tribunale delle Nazioni Unite ordina all’Azerbaigian di porre fine alla barriera del Nagorno-Karabakh (La nuova gazzetta molisana, 23 feb)

Armenia-Azerbaijan, una pace difficile (Osservatorio Balcani Caucaso, 23 feb)

L’Onu chiede lo sblocco del Corridoio di Lachin (Osservatore romano, 23 feb, per abbonati)

Settantaquattresimo giorno del #ArtsakhBlockade. Dopo la condanna dell’Azerbajgian alla Corte Mondiale siamo daccapo alle solite (Korazym, 23 feb)

Nagorno Karabakh. La ICJ ha ordinato agli azeri di rimuovere lo sbarramento nel corridoio di Lachin (Notizie geopolitiche, 23 feb)

La condanna dell’Azerbaigian sia foriera di pace nel Nagorno Karabakh (Politicamente corretto, 23 feb)

Settantacinquesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Se gli Armeni perdono l’Artsakh, gireranno l’ultima pagina della loro storia. Non dire dopo: “Non lo sapevo” (Korazym, 24 feb)

La corte dell’Onu condanna l’Azerbaigian: «Riapra il Corridoio di Lachin» (Tempi, 24 feb)

Guerra e crimini ambientali (ISPI, 24 feb)

L’Armenia: In Nagorno Karabakh intervenga la comunità internazionale (Exaudi, 25 feb)

Settantaseiesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Il riconoscimento internazionale dell’Artsakh significa prevenire massicce violazioni dei diritti del popolo dell’Artsakh (Korazym, 25 feb)

Settantasettesimo giorno del #ArtsakhBlockade. I dittatori vanno buttati nella pattumiera della storia, se tutti vogliamo vivere in pace (Korazym, 26 feb)

28 febbraio, giorno della memoria delle vittime del pogrom di Sumgait. Il 35° anniversario dell’orrore (Korazym, 26 feb)

Armenia inquieta (Osservatorio repressione, 27 feb)

“La  guerra contro gli armeni è finita nel punto cieco della comunicazione” (Il Foglio, 27 set)

Settantottesimo giorno del #ArtsakhBlockade. La dittatura armenofoba di Aliyev non demorde, ma il popolo armeno dell’Artsakh è resiliente (Korazym, 27 feb)

Sumgait – Domani il 35° anniversario del massacro degli armeni (Assadakah, 27 feb)

La storia sconosciuta del pogrom di armeni (Libero, 28 feb, cartaceo)

Missione UE in Armenia: partito il monitoraggio (Osservatorio Balcani Caucaso, 28 feb)

Settantanovesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Una missione ONU nel Corridoio di Lachin e in Artsakh è il minimo indispensabile che la comunità internazionale possa fare (Korazym, 28 feb)