Nomine illegali in Artsakh

Il Comitato per la difesa dei diritti fondamentali del popolo dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“L’8 marzo 2024, il presidente Ilham Aliyev dell’Azerbaigian ha firmato un decreto che nomina un giudice e un presidente del tribunale cittadino di Stepanakert, la capitale della Repubblica occupata dell’Artsakh. Riteniamo che queste nomine nascondano intenzioni sinistre e di vasta portata volte ad avviare il processo illegale di confisca delle proprietà e di perseguimento giudiziario di individui.

Qualsiasi nomina politica all’interno di qualsiasi città o regione del Nagorno Karabakh occupato, in particolare in assenza di una popolazione espulsa con la forza dalle proprie case sotto la minaccia di pulizia etnica e genocidio, è illegale e condannabile.

Inoltre, denunciamo altre nomine politiche prese dall’Azerbaigian nel Nagorno Karabakh, che illustrano ulteriormente un sistematico disprezzo per la volontà democratica e i diritti del popolo indigeno del Nagorno-Karabakh. Queste azioni dell’Azerbaigian non solo contravvengono ai principi di autodeterminazione e di governo democratico, ma illustrano anche chiaramente l’assenza di sforzi genuini per riflettere la volontà del popolo del Nagorno Karabakh nei processi politici e amministrativi della regione.

Siamo inoltre profondamente delusi dal ritiro della Missione del Comitato Internazionale della Croce Rossa dal Nagorno Karabakh. Senza il CICR, l’unica presenza internazionale sul posto, l’Azerbaigian avrà le mani completamente libere di fare ciò che desidera, cosa a cui mirava da molto tempo.

Sebbene l’attuale situazione nel Nagorno Karabakh non favorisca un ritorno sicuro, il diritto internazionale protegge il diritto delle persone sfollate con la forza al loro territorio di origine. Questo diritto è riconosciuto come norma consuetudinaria del diritto internazionale, del diritto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario ed è protetto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e da numerose altre convenzioni e dichiarazioni internazionali.

Il 17 novembre dello scorso anno, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che l’Azerbaigian deve “garantire” che gli armeni del Nagorno Karabakh possano tornare in “modo sicuro, senza ostacoli e rapido“. Quest’anno, il 12 marzo, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che invita l’Azerbaigian a “impegnarsi sinceramente in un dialogo globale e trasparente con gli armeni del Karabakh per garantire il rispetto dei loro diritti e garantire la loro sicurezza, compreso il diritto di tornare e vivere nelle loro case in dignità e sicurezza sotto la presenza internazionale.”

Chiediamo all’Azerbaigian, invece di impegnarsi nella formalizzazione illegale dei territori acquisiti attraverso la guerra e la violenza, di adempiere ai propri obblighi internazionali consentendo il ritorno sicuro e senza ostacoli del popolo del Nagorno Karabakh alle proprie case e alla patria storica”.