DICEMBRE 2022

(30 dic) RIUNIONE OPERATIVA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha tenuto una consultazione di lavoro con la partecipazione dei capi delle forze dell’ordine. Nel corso della quale sono state discusse la situazione sviluppatasi nel Paese all’indomani del blocco del Corridoio Lachin, nonché le questioni relative al mantenimento dell’ordine nella repubblica nei giorni non lavorativi. In tale contesto, il Capo dello Stato ha incaricato le strutture competenti di continuare a svolgere i propri compiti in modalità di massima sicurezza. Alla consultazione hanno partecipato il ministro di Stato, il capo del quartier generale operativo Ruben Vardanyan, il segretario del Consiglio di sicurezza Vitali Balasanyan, il capo dell’ufficio del presidente della Repubblica dell’Artsakh Karen Shahramanyan.

(30 dic) GRUPPO DI LAVORO ARMENIA – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha firmato la decisione di istituire un gruppo di lavoro per sostenere il popolo del Nagorno-Karabakh nella gestione della crisi umanitaria nella repubblica. Il vice primo ministro Tigran Khachatryan è stato nominato capo del gruppo di lavoro. Il gruppo comprende il Ministro della Salute Anahit Avanesyan, il Ministro del Lavoro e degli Affari Sociali Narek Mkrtchyan, il Ministro dell’Economia Vahan Kerobyan, il Ministro dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture Gnel Sanosyan, il Consigliere del Primo Ministro Artashes Tumanyan e altri.

(29 dic) PRESENTATI NUOVI MINISTRI – Il Ministro di Stato, Ruben Vardanyan, ha presentato ai rispettivi dipartimenti i nuovi ministri nominati dal presidente della repubblica Harutyunyan. Si tratta di Hrant Safaryan all’Agricoltura e di Suren Galstyan all’Amministrazione territoriale e infrastrutture.

(29 dic) AIUTI DALL’ARMENIA – Il governo dell’Armenia ha stanziato un aiuto a favore della repubblica di Artsakh per 4 miliardi di dram pari a poco meno di dieci milioni di euro

(29 dic ) RISPOSTA RUSSA ALLE CRITICHE – La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, durante il briefing settimanale con la stampa ha risposto al premier armeno Pashinyan che aveva accusato il contingente di pace russo di non aver più il controllo sul corridoio di Lachin. Zakharova ha dichiarato che le critiche nei confronti del contingente di pacificazione russo non sono accettabili commentando il fatto che la Russia non può costringere l’Azerbaigian ad adempiere ai suoi obblighi del 9 novembre 2020 e ad aprire il corridoio di Lachin.
La portavoce ha altresì replicato alla recente dichiarazione del segretario del Consiglio di sicurezza dell’Armenia, Armen Grigoryan, che aveva notato che la Russia stava costringendo l’Armenia a fornire un corridoio in Azerbaigian e ad aderire allo Stato dell’Unione di Russia e Bielorussia affermando che si tratta di illazioni senza alcuna prova.

(29 dic) RISTORAZIONE PUBBLICA – Il governo dell’Artsakh ha deciso di imporre restrizioni alla fornitura di servizi di ristorazione pubblica. Questa decisione si basa sulla legge sul regime legale della legge marziale ed è guidata dai rispettivi decreti del presidente dell’Artsakh datati 13 dicembre 2022 e 25 settembre 2017.La decisione entra in vigore oggi alle 13.

(29 dic) ATTIVITA’ MINERARIA – Il governo ha rilasciato la seguente dichiarazione circa la decisione di sospendere temporaneamente la attività mineraria nello Stato: “Il Governo della Repubblica dell’Artsakh, ancora una volta, riconferma che l’industria mineraria nell’Artsakh opera in linea con i più elevati standard internazionali, ai quali si conformano anche le norme previste dalla legislazione in materia. Tuttavia, tenuto conto dell’ambiente malsano creato dagli “eco-attivisti” del paese vicino e del loro tentativo di trarre in inganno la comunità internazionale, si è deciso di invitare le organizzazioni internazionali a svolgere una perizia ecologica attorno alle operazioni della società ‘Base Metal’. Il governo, insieme alla direzione dell’azienda, ha espresso la disponibilità a sospendere temporaneamente lo sfruttamento della miniera. Il governo della Repubblica dell’Artsakh si è rivolto alle rispettive strutture delle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali specializzate per organizzare la perizia nel più breve tempo possibile. Il governo della Repubblica dell’Artsakh è sempre stato favorevole al mantenimento dei migliori standard internazionali nel settore minerario e ritiene che gli standard ecologici internazionali debbano essere applicati alle società minerarie dell’intera regione.”

(28 dic) RIUNIONE PER EMERGENZA CIBO – Nella giornata odierna, durante la riunione del quartier generale operativo dell’Artsakh tenutasi sotto la presidenza del ministro di Stato dell’Artsakh e capo del quartier generale operativo, Ruben Vardanyan, sono state varate restrizioni alla fornitura di servizi di ristorazione pubblica. Il ministro di Stato Ruben Vardanyan aveva avuto ieri incontri con le imprese dell’Artsakh impegnate nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, nonché con i proprietari e i rappresentanti di ristoranti e strutture di ristorazione pubblica per ascoltare i loro problemi e discutere le possibilità di attuazione alcuni regolamenti nell’attuale crisi. Il ministro di Stato ha ringraziato gli uomini d’affari per la loro comprensione e il loro comportamento dignitoso, osservando che non c’erano segni di inflazione nell’Artsakh a causa della carenza di merci.

(28 dic) MESSAGGIO UNICEF – La chiusura dell’ingresso in Nagorno-Karabakh attraverso il corridoio di Lachin ha un impatto negativo sulla situazione dei bambini, ha affermato l’UNICEF in una nota. “I bambini sono colpiti dalla chiusura virtuale dell’accesso al Nagorno Karabakh attraverso il corridoio di Lachin. Più a lungo la situazione persiste, più i bambini sperimenteranno la mancanza di generi alimentari di base, mentre l’accesso a molti dei servizi essenziali di cui hanno bisogno per la loro sopravvivenza, una crescita sana e il benessere diventeranno più difficili Molti bambini sono stati anche privati delle cure parentali poiché sono stati separati dai loro genitori o tutori legali. L’UNICEF fa eco all’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite a garantire libertà e sicurezza di movimento lungo il corridoio di Lachin, in linea con gli accordi precedenti. Questo è fondamentale per garantire che i bambini nel Nagorno Karabakh siano protetti e che gli attori umanitari possano raggiungere in sicurezza e rapidamente i bisognosi. L’UNICEF continua a cercare il dialogo e lavorare in coordinamento con tutti gli attori per ottenere l’accesso ai bambini in queste aree“, afferma la dichiarazione.

(28 dic) PERDITE ARMENIA – Quest’anno, le vittime in combattimento e non in combattimento nelle forze armate dell’Armenia sono ammontate a 265 persone e da 140 a 160 chilometri quadrati del territorio del Paese non sono controllati dall’Armenia. Lo ha detto in una conferenza stampa Armen Ashotyan, vicepresidente dell’ex Partito Repubblicano d’Armenia (RPA) al governo.

(28 dic) TRASPORTO MALATI – Tre pazienti ricoverati in gravi condizioni all’ospedale di Stepanakert sono stati trasportati in Armenia con un convoglio organizzato dalla Croce Rossa Internazionale.

(27 dic) CORTEO – Un corteo di alcune centinaia di persone si è diretto da Stepanakert a Ivanian dove nei pressi dell’aeroporto sorge il Comando delle forze di pace russe. Alcuni partecipanti alla manifestazione hanno piantato delle tende per passare la notta lì.

(26 dic) INCONTRO A SAN PIETROBURGO­ – Nel corso di un incontro a San Pietroburgo tra i Paesi membri della CSI, si è svolto un colloquio informale tra il presidente russo Putin, quello azero Aliyev e il premier armeno Pashinyan. Quest’ultimo ha dichiarato che la crisi nel corridoio di Lachin è la questione più importante. “Il corridoio di Lachin è stato bloccato per quasi 20 giorni, e questa è la zona di responsabilità delle forze di pace russe nel Nagorno Karabakh“, ha detto Pashinyan. Ha ricordato che secondo la dichiarazione trilaterale, il corridoio di Lachin dovrebbe essere sotto il controllo delle forze di pace russe e l’Azerbaigian dovrebbe garantire il passaggio senza ostacoli di passeggeri e merci. “Si scopre che il corridoio di Lachin non è sotto il controllo delle forze di pace russe. E, naturalmente, vorremmo discutere di questa situazione e di quali opzioni sono disponibili per risolverla“, ha detto il primo ministro armeno.

(25 dic) AIUTI UMANITARI VIA CROCE ROSSA – L’Armenia ha inviato all’Artsakh quattro tonnellate di aiuti umanitari (prevalentemente medicine e prodotti per alimentazione e assistenza neonati). Il materiale è giunto a Stepanakert con un convoglio della Croce Rossa Internazionale. La scorta di medicinali è sufficiente per non più di dieci giorni.

(25 dic) EVACUATI 4 STRANIERI – Con la mediazione della Croce Rossa Internazionale, quattro cittadini stranieri affetti da patologie croniche sono stati evacuati dall’Artsakh e trasferiti in Armenia con un convoglio dell’organizzazione alla quale si erano rivolti nei giorni scorsi.

(24 dic) TRASPORTO BIMBO MALATO – Con la mediazione della Croce Rossa Internazionale, un bambino di 4 mesi che si trovava ricoverato gravemente malato all’ospedale di Stepanakert è stato trasferito a Yerevan oltrepassando il blocco azero. La CRI ha informato che i propri mezzi ritorneranno dall’Armenia in Artsakh portando medicinali necessari alla popolazione.

(23 dic) ATTIVISTI ARMENI CERCANO DI AVVICINARSI AL BLOCCO – Un gruppo di giovani attivisti armeni ha cercato di raggiungere l’intersezione di Shushi dove gli azeri hanno bloccato la strada per l’Armenia ma sono stati respinti dalle forze di pace russe presenti in loco.

(23 dic) INCONTRO MINISTRI ARMENIA E ARTSAKH – Il ministro degli Esteri dell’Armenia, Ararat Mirzoyan, ha incontrato oggi a Yerevan il collega ad interim dell’Artsakh, Davit Babayan con il quale ha discusso la situazione della repubblica a causa del blocco azero. Babayan dal 12 dicembre si trova in Armenia in quanto impossibilitato a rientrare in patria. Mirzoyan invece ha deciso di non partecipare all’incontro trilaterale a Mosca con i colleghi Lavrov e Bayramov. Quest’ultimo, nel corso della conferenza stampa, ha detto che il ministro di Stato dell’Artsakh Vardanyan deve andarsene e lasciare la carica che ricopre.

(23 dic) LAVROV RISPONDE A PASHINYAN – A Mosca il ministro degli Esteri russo, Lavrov, al termine di un incontro con il collega azero Bayramov, ha risposto alle accuse mosse il giorno prima dal premier armeno Pashinyan che aveva dichiarato che le forze di pace russe non adempiono al loro obbligo dichiarato nella dichiarazione trilaterale che è quella di tenere sotto controllo il corridoio di Lachin. Lavorv ha affermato che il compito della missione è molto difficile ma che la sostituzione del contingente russo con altre forze di pace (Onu o Gruppo di Minsk) dovrebbe essere espressamente deciso dalle parti interessate e ha comunque sottolineato come spesso queste missioni di peace keeping non hanno sortito in altri contesti grandi risultati.

(22 dic) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il Consiglio di sicurezza, presieduto dal presidente Harutyunyan, si è nuovamente riunito per il monitoraggio della situazione conseguente il blocco e le misure da prendere.

(22 dic) RUSSIA SU BLOCCO ARTSAKH – Il blocco del corridoio Lachin dovrebbe essere fermato secondo quanto riferisce la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova durante un briefing settimanale con la stampa. “È inoltre necessario risolvere i disaccordi sulla questione dello sviluppo dei giacimenti minerari nella regione. Il ministero della Difesa russo e il comando del contingente di mantenimento della pace continuano a lavorare per ridurre la situazione e, grazie ai loro sforzi, dal 16 dicembre è stata ripresa la fornitura di gas e ripristinato il movimento del trasporto umanitario, comprese le ambulanze. E non vediamo l’ora di una risoluzione della situazione nel prossimo futuro. Invitiamo le parti a rispettare rigorosamente i loro impegni, in conformità con le dichiarazioni dei leader di Russia, Armenia e Azerbaigian, che prevedono che il Nagorno-Karabakh comunichi con l’Armenia attraverso il corridoio di Lachin, controllato dal contingente russo di mantenimento della pace” ha dichiarato.

(21 dic) HARUTYUNYAN E ARAM I – Il Presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha avuto una conversazione telefonica con il Catholicos della Grande Casa di Cilicia Sua Santità Aram I. Il Capo dello Stato ha presentato a Sua Santità la situazione sviluppatasi nella Repubblica dell’Artsakh all’indomani del blocco dell’unica strada che collega l’Artsakh alla Madre Armenia da parte dell’Azerbaigian con falsi pretesti ambientali, nonché il lavoro volto a prevenire il disastro umanitario. Il Catholicos della Grande Casa di Cilicia ha espresso il suo sostegno agli armeni dell’Artsakh, osservando che nelle loro preghiere menzionano sempre e chiedono a Dio di proteggere l’Artsakh e il suo popolo.

(21 dic) AMBASCIATORE TURCO AL BLOCCO – Secondo media azeri anche l’ambasciatore turco in Azerbaigian si è recato al blocco azero della strada Stepanakert-Goris.

(21 dic) COMUNICATO ARTSAKH SU ONU – Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell’Artsakh accoglie con favore la discussione sulla questione del blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian alla sessione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 20 dicembre. “Il fatto che l’organo chiave di un’organizzazione internazionale così influente abbia convocato una riunione di emergenza su questo tema dimostra la seria preoccupazione della comunità internazionale per la situazione attuale e la politica dell’Azerbaigian. La posizione critica della comunità internazionale nei confronti delle politiche di questo paese è stata espressa nelle dichiarazioni dei rappresentanti degli Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il popolo dell’Artsakh sta affrontando una crisi umanitaria, che non può e non deve essere ignorata. Auspichiamo che anche la comunità internazionale prenda misure concrete per revocare il blocco dell’Artsakh. L’imposizione di sanzioni adeguate all’Azerbaigian è l’unico modo per stabilizzare la situazione e creare le condizioni per una pace duratura nella regione“, ha affermato in una nota il ministero degli Esteri dell’Artsakh.

(21 dic) ALL’ONU ARMENIA E AZERBAIGIAN – Il rappresentante armeno all’ONU ha detto nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza (durata circa due ore) che potrebbe esserci una catastrofe umanitaria in Nagorno Karabakh, in quanto i negoziati con le parti mediate dai peacekeeper non hanno ancora prodotto alcun risultato: i precedenti incidenti dimostrano anche che la chiusura del corridoio di Lachin è di fatto un operazione pre-pianificata, condotta dalle autorità dell’Azerbaigian per danneggiare la popolazione dell’Artsakh e provocare una crisi umanitaria su larga scala nel Nagorno Karabakh. Le affermazioni dell’Azerbaigian secondo cui non hanno implementato alcuna restrizione nel corridoio di Lachin sono semplicemente false.
Dal canto suo, l’ambasciatore dell’Azerbaigian all’ONU Yashar Aliyev ha affermato ancora una volta che non esiste una regione chiamata Nagorno-Karabakh e che il corridoio di Lachin non è bloccato da nessuno. Secondo Aliyev, Baku è già in contatto diretto con gli armeni locali.

(21 dic) POSIZIONI AL CONSIGLIO SICUREZZA ONU – Nel corso della riunione tenutasi ieri al Consiglio di sicurezza dell’Onu, sono state registrate le seguenti posizioni politiche:
la Cina è preoccupata per la situazione attorno al corridoio di Lachin e per le sue conseguenze umanitarie, ritiene che la situazione intorno al corridoio di Lachin debba essere risolta attraverso il dialogo e le consultazioni e gli sforzi di mediazione della Russia e di altre parti interessate.
Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per gli attuali impedimenti all’uso del corridoio di Lachin e per le crescenti conseguenze umanitarie di questa situazione. Ritengono che gli ostacoli all’uso del corridoio Lachin stiano ostacolando il processo di pace, minando la fiducia internazionale nel processo. Questa situazione potrebbe portare a conseguenze umanitarie potenzialmente disastrose. Gli Stati Uniti sono incoraggiati dal ripristino delle forniture di gas alla popolazione del Nagorno Karabakh e ritengono che qualsiasi tentativo di ostacolare questi servizi rappresenti una minaccia per la popolazione civile del Nagorno Karabakh e sia inaccettabile.
La Russia è preoccupata per le notizie sul blocco del corridoio di Lachin, causato da disaccordi tra le parti sullo sfruttamento delle miniere nella regione. Il corridoio fornisce un collegamento tra il Nagorno Karabakh e l’Armenia. In conformità con la dichiarazione trilaterale dei leader di Armenia, Russia e Azerbaigian del 9 novembre 2020, il corridoio di Lachin è sotto il controllo delle forze di pace russe, che rimangono il garante della stabilità del territorio e svolgere efficacemente i propri compiti.È importante che al momento della sottoscrizione del verbale le parti abbiano assunto corrispondenti impegni, che devono essere rigorosamente osservati, anche al fine di non creare disagi alla vita della popolazione.

(20 dic) SITUAZIONE SANITARIA – Il blocco da parte dell’Azerbaijan dell’unica strada che collega l’Artsakh con l’Armenia lascia sospese le operazioni chirurgiche già pianificate nelle istituzioni mediche subordinate al Ministero della Salute della Repubblica dell’Artsakh. Secondo il ministero della Salute di Artsakh, 13 bambini si trovano nel reparto di terapia intensiva e neonatale dell’associazione medica Arevik. Un bambino di 4 mesi, a cui è stata diagnosticata la leishmaniosi viscerale, rimane in gravi condizioni. I medici in Artsakh stanno fornendo l’assistenza medica necessaria, consultandosi online con specialisti in Armenia. Nove pazienti sono ricoverati nel reparto di terapia intensiva del Republican Medical Center, due sono in gravissime condizioni, i medici stanno facendo il possibile per stabilizzare le condizioni dei pazienti. Il Ministero della Salute della Repubblica dell’Artsakh sta adottando tutte le misure possibili per superare adeguatamente la situazione causata dal blocco.

(20 dic) CONSIGLIO SICUREZZA ARTSAKH – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presieduto una riunione allargata del Consiglio di sicurezza incentrata sulla situazione politico-militare creata nell’Artsakh. All’ordine del giorno vi erano i passi compiuti per garantire la sicurezza della Repubblica dell’Artsakh e le funzioni vitali del popolo, la possibilità di prevenire una catastrofe umanitaria.

(20 dic) CONSIGLIO SICUREZZA ONU – Nella giornata odierna su richiesta dell’Armenia, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite terrà una riunione sulla situazione nella regione al confine con l’Azerbaigian con particolare attenzione alla situazione del corridoio di Lachin. Il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan aveva visitato New York la scorsa settimana e incontrato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. In tale occasione Mirzoyan aveva sollevato il tema della situazione attorno al corridoio Lachin.

(19 dic) BLOCCATI CONVOGLI AZERI – La strada Martakert-Karvachar è stata chiusa per gli azeri dal 12 dicembre e non sarà aperta fino a quando l’unica strada della vita in Artsakh non sarà sbloccata. Cosi ha detto il capo dell’amministrazione del distretto di Martakert Arsen Avanesyan.

(19 dic) SITUAZIONE BLOCCO – Permane il blocco della strada causato da presunti “dimostranti ambientalisti” azeri. In giornata, con la mediazione della Croce Rossa Internazionale è stato consentito il passaggio di un’autoambulanza per trasportare un malato grave in Armenia. Un altro paziente è invece deceduto dell’ospedale repubblicano di Stepanakert non avendo potuto usufruire del trasferimento. In terapia intensiva ci sono dieci bambini fra i quali uno di quattro mesi in condizioni serie. Video diffusi da media azeri sembrano mostrare una minore presenza dei soldati russi mentre rimangono, in violazione dell’accordo del novembre 2020, quelli azeri. Davanti alla sede delle Nazioni unite a Yerevan continuano le manifestazioni di sensibilizzazione ed è stata srotolata lungo la recinzione dell’edificio una bandiera dell’Artsakh di 22 metri. Il consigliere Beglaryan, già ministro di Stato, ha definito vergognoso il comportamento della presidente von der Leyen per il suo rapporto con Aliyev.

(17 dic) CONTINUA IL BLOCCO AZERO – Nessuna novità, continua il blocco azero sull’unica strada di collegamento fra Artsakh e Armenia. Ai mercati cominciano a scarseggiare alcuni beni che vengono importati dall’Armenia. Si moltiplicano le dichiarazioni internazionali che condannano il blocco e chiedono all’Azerbaigian di rimuoverlo ma ad oggi nessuna presa di posizione ufficiale da parte dei governi. Lunedì, in conseguenza della ripresa del flusso di gas, riapriranno le scuole.

(17 dic) CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU – Ieri mattina il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha discusso, alla voce “varie”, il tema del blocco azero al Nagorno Karbakh-Artsakh. La discussione è stata promossa dalla Francia. Non sono stati rilasciati comunicati specifici.

(16 dic) GLI AZERI PUNTANO ALLE MINIERE – Secondo i resoconti dei media azeri, una delegazione composta da rappresentanti dei ministeri dell’economia, dell’ecologia e delle risorse naturali, del servizio pubblico e di AzerGold CJSC ha tenuto una riunione presso la sede delle forze di pace russe. Il capo del “gruppo di monitoraggio” Masim Mammadov ha dichiarato che “Nella riunione è stato ancora una volta notato che, in conformità con la tabella di marcia presentata, dovrebbe essere effettuata l’ispezione della miniera d’oro “Gizilbulag” e del deposito di rame-molibdeno “Demirli” e dovrebbero essere affrontate le questioni relative all’organizzazione del lavoro pertinente sul monitoraggio e l’inventario Ancora una volta, non sono state create le condizioni necessarie affinché il gruppo di monitoraggio possa ispezionare le miniere e l’adempimento dei suoi compiti non è stato raggiunto“. È evidente che tutta l’azione azera è finalizzata a prendere il controllo degli impianti minerari di Drmbon e soprattutto Kashen.

(16 dic) FALLITE TRATTATIVE – Secondo informazioni attendibili da una fonte vicina alle forze di pace russe i colloqui tripartiti riguardanti la riapertura della strada sono falliti. I russi, avrebbero esortato la parte armena a scendere a compromessi, e gli armeni avrebbero proposto alla parte azera di riaprire la strada, ripristinare il gas e in cambio avrebbero condotto una piccola delegazione a visitare l’impianto di Kashen. Tuttavia, la parte azerbaigiana, dopo un giorno di riflessione, avrebbe respinto la proposta chiedendo di procedere prima all’ispezione e poi concedere il resto.

(16 dic) L’ARTSAKH VUOLE COINVOLGERE L’ONU – Il consigliere del Ministro di Stato, Beglaryan, ha dichiarato – nel corso di un sit-in davanti all’ufficio delle Nazioni unite in Armenia – che è necessario il coinvolgimento dell’Onu per risolvere la crisi umanitaria conseguente al blocco imposto dagli azeri. “La richiesta a breve termine è di risolvere i nostri problemi umanitari in pochi giorni, di aprire una strada oltre che un corridoio umanitario aereo in modo da avere una rotta alternativa non solo via terra ma anche via aerea. E a lungo termine ci aspettiamo e chiediamo che tutte le questioni relative alla sicurezza e ai diritti del popolo dell’Artsakh, e in seguito la risoluzione del conflitto, siano discusse e risolte nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite“, ha affermato il consigliere del ministro di Stato dell’Artsakh. Beglaryan ha detto che presenteranno anche una richiesta scritta all’ufficio delle Nazioni Unite in Armenia, che è già stata formalizzata. “Che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, le strutture legate a questa organizzazione dovrebbero essere coinvolte nell’Artsakh, cioè dovrebbero avere uffici anche in Karabakh. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU deve fornire garanzie stabili di sicurezza internazionale per il popolo dell’Artsakh. occa a loro decidere quale forma, composizione della missione di mantenimento della pace e altri strumenti militari e politici saranno coinvolti, ma per noi la cosa più importante è che le Nazioni Unite si occupino della sicurezza dell’Artsakh e della protezione dei diritti della sua popolazione, che fornirà un ambiente stabile e favorevole per una soluzione giusta, duratura e definitiva del conflitto, per la quale, ovviamente, il principio di autodeterminazione è l’asse principale”, ha affermato

(16 dic) QUINTO GIORNO DI BLOCCO – All’inizio della mattinata è stato riattivato il flusso di gas dall’Armenia, interrotto nei giorni scorsi nel tratto di gasdotto che si snoda nel territorio occupato dagli azeri mentre prosegue il blocco della strada. Una delegazione dell’Unione europea si è recata, lato Armenia, a verificare la situazione ma non si è potuta avvicinare più di tanto alla intersezione di Shushi dove i “manifestanti” inviati dal governo dell’Azerbaigian hanno bloccato il transito. Alcuni aiuti umanitari sono riusciti ad arrivare in Artsakh portati da camion della forza di pace russa.

(15 dic) SCORTE DI CARBURANTE – In connessione con la situazione derivante dal blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian, nell’ambito delle misure volte a garantire il normale funzionamento della popolazione, è stata stabilita una procedura speciale per l’acquisto di carburante. In particolare, le autorità statali e locali, gli enti economici e le persone fisiche per ottenere l’autorizzazione all’acquisto di carburante devono rivolgersi alla sede operativa per l’acquisto di carburante in forma cartacea o elettronica, indicando il tipo di carburante, la quantità, la finalità e gli altri dati necessari. Dopo aver verificato i dati, l’Artsakh State Revenue Committee emette tagliandi per l’acquisto di benzina e gasolio nei punti vendita. Tenendo conto dell’ammontare delle riserve di carburante, la priorità è data alle domande presentate per l’organizzazione del lavoro ininterrotto di istituzioni sanitarie, servizi speciali, trasporto pubblico, fornitura di pane e cibo, organizzazione di funerali.

(15 dic) RIUNIONE OPERATIVA – Durante la riunione di lavoro presieduta dal Ministro di Stato della Repubblica dell’Artsakh, Ruben Vardanyan, sono state discusse le questioni relative alla garanzia delle normali attività di vita della popolazione nella situazione creata a seguito del blocco dell’Artsakh dall’Azerbaigian. Aprendo l’incontro, il ministro di Stato Ruben Vardanyan ha sottolineato la necessità di una stretta osservanza del regime di legge marziale da parte di tutti gli organi statali e la loro alta disciplina.
Riferendosi a possibili aumenti dei prezzi, il ministro di Stato ha ritenuto inaccettabile che gli imprenditori approfittino di una situazione così difficile per aumentare i prezzi dei beni senza motivo. Ha inoltre incaricato i funzionari responsabili di redigere elenchi di alimenti essenziali, come alimenti per bambini e altri prodotti simili, che devono essere forniti in via prioritaria.
È stata inoltre presentata la situazione dell’alimentazione elettrica ed è stata discussa l’attuazione di misure per ridurre al minimo le carenze di energia.
È stato confermato che nella Repubblica ci sono scorte sufficienti di farina e che la produzione del pane è normale. È stata inoltre discussa la possibilità di fornire alle grandi panetterie combustibili alternativi e altre fonti di energia.

(15 dic) BABAYAN SI APPELLA ALL’ONU – La reazione internazionale al blocco da parte dell’Azerbaigian dell’unica strada dell’Artsakh verso il mondo esterno deve trasformarsi in pressione, ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri ad interim dell’Artsakh, David Babayan. “Ci sono molte risposte, la cosiddetta prima fase di risposta, ma dopo dobbiamo passare ad azioni concrete. Affinché l’Azerbaigian fermi questo passo genocida, ci deve essere una pressione politica, questa pressione che non vediamo A quanto pare, l’Azerbaigian sta anche schiaffeggiando la comunità internazionale“, ha detto David Babayan. Il ministro ha ribadito che le forze di pace russe dovrebbero avere uno status internazionale. “I 1980 caschi blu non sono sufficienti, è una cifra simbolica. È necessario che il numero dei caschi blu aumenti, più sono e meglio è. Ci sono da 10 a 15 caschi blu nei pressi di Shushi. Date loro un mandato internazionale, così hanno il diritto di imporre la pace, come fanno in Kosovo, in Bosnia. Se viene dato un mandato internazionale, nessuno potrà venire a bloccare la strada. Se qualcuno si presenta senza preavviso, può aprire il fuoco. È questo tipo di mandato che può essere un deterrente per l’Azerbaigian“, ha osservato Babayan.

(15 dic) POSIZIONE RUSSA – Dopo quattro giorni di blocco, la Russia esprime ufficialmente la propria posizione preoccupata per il blocco del corridoio Lachin. Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, ha dichiarato nella odierna conferenza stampa del ministero che “In questi giorni, il Ministero della Difesa della Federazione Russa e il contingente di mantenimento della pace russo [nel Nagorno Karabakh] stanno lavorando attivamente per ridurre la situazione. Ci auguriamo che la piena comunicazione dei trasporti [nel corridoio di Lachin] venga ripristinata molto presto. Vorrei inoltre sottolineare che il corridoio di Lachin garantisce il collegamento del Nagorno Karabakh con l’Armenia ed è sotto la supervisione del contingente russo di mantenimento della pace. Firmando la dichiarazione dei leader di Federazione Russa, Armenia e Azerbaigian il 9 novembre 2020, le parti hanno assunto i rispettivi obblighi, che devono essere obbligatoriamente adempiuti. È inaccettabile creare problemi alla vita della popolazione civile“, ha affermato Zakharova. E commentando le attività del contingente russo di mantenimento della pace in Karabakh, ha osservato Zakharova. “Dobbiamo commentare le accuse infondate e le azioni provocatorie contro le forze di pace russe. Non importa da dove provengano, le consideriamo improduttive. Il contingente russo di mantenimento della pace svolge efficacemente i suoi compiti, fungendo da garante della stabilità nella regione“.

(15 dic) RIUNIONE GABINETTO ARMENIA – Intervenendo alla odierna riunione di gabinetto del governo dell’Armenia, il primo ministro Nikol Pashinyan ha affermato che l’Azerbaigian viola gravemente il punto 8 della dichiarazione tripartita, in cui si afferma che dovrebbe esserci uno scambio di prigionieri di guerra, ostaggi e altri detenuti e ha dichiarato che “l’Azerbaigian sta ancora trattenendo e rifiutando di restituire almeno 33 detenuti, ostaggi e altre persone detenute in Armenia, il che rappresenta una grave violazione non solo della dichiarazione tripartita, ma anche del diritto umanitario“. Quanto alla richiesta azera di un corridoio nell’Armenia meridionale; Pashinyan ha sostenuto che l’accordo di novembre 2020 non prevede alcuna disposizione al riguardo e ha respinto le dichiarazioni azere circa “promesse” armene al riguardo.
La chiusura del Corridoio Lachin è una violazione diretta e grave da parte dell’Azerbaigian della dichiarazione del 9 novembre 2020 per il semplice motivo che, secondo il paragrafo 6 di tale dichiarazione, il Corridoio Lachin è sotto il controllo del contingente di mantenimento della pace russo, e l’Azerbaigian garantisce la sicurezza del passaggio di persone, veicoli e traffico merci attraverso il Corridoio Lachin”, ha affermato Pashinyan, ricordando che anche la firma del presidente azero Ilham Aliyev è sotto quella dichiarazione.Secondo il primo ministro armeno, le violazioni di tale dichiarazione da parte dell’Azerbaigian sono croniche. “Anche le continue affermazioni dell’Azerbaigian secondo cui il Nagorno-Karabakh non esiste è una grave violazione della dichiarazione tripartita“, ha aggiunto Pashinyan, in particolare.
Il premier armeno ha altresì aggiunto che “Devo notare che il silenzio di un certo numero di paesi amici sul blocco del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian è a dir poco strano“.

(15 dic) NAZIONI UNITE – Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, segue con preoccupazione gli sviluppi in corso attorno al corridoio Lachin. Lo rileva una dichiarazione rilasciata ieri dal portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite. “Il Segretario generale esorta le parti a ridurre le tensioni e a garantire libertà e sicurezza di movimento lungo il corridoio, in linea con gli accordi precedentemente raggiunti. Il Segretario generale ribadisce il suo sostegno agli sforzi di mediazione in corso nella regione“, continua la dichiarazione.

(15 dic) IL BLOCCO CONTINUA – Il blocco sulla strada interstatale Artsakh-Armenia causato da “manifestanti” azeri continua ed è arrivato al quarto giorno. In conseguenza della contemporanea interruzione del gas, le autorità dell’Artsakh invitano la popolazione a risparmiare carburante ed elettricità. Secondo i media azeri, i manifestanti ora non chiedono un incontro con il comandante della missione di pace russa in Karabakh, Andrey Volkov, ma pretendono il controllo della suddetta strada da parte azera e “il pieno ripristino della sovranità statale dell’Azerbaigian nei territori sotto il controllo delle forze di pace”. Le questioni ambientali sono state riposte via…

(14 dic) CAMION RUSSI FORZANO IL BLOCCO – I provocatori azeri, che avevano bloccato la strada Lachin, hanno dovuto far passare i camion delle forze di pace russe. A giudicare dal filmato diffuso sui social, lo hanno fatto con molta riluttanza, solo sotto la pressione delle circostanze sotto forma di camion KAMAZ da più tonnellate. Secondo i resoconti dei media, tre camion trasportavano beni di prima necessità da Yerevan a Stepanakert.

(14 dic) LA TURCHIA APPOGGIA L’AZERBAIGIAN – Il ministro degli Esteri turco Cavasoglu ha dichiarato che la Turchia appoggia l’Azerbaigian nel blocco del corridoio di Lachin.

(14 dic) RIMANDATI INTERVENTI OSPEDALE – A seguito del blocco da parte dell’Azerbaigian della strada che collega l’Artsakh all’Armenia e dell’interruzione della fornitura di gas naturale, gli interventi chirurgici programmati sono stati temporaneamente sospesi nelle istituzioni mediche che operano sotto il Ministero della Salute dell’Artsakh. “Attualmente, non mancano medicinali e forniture mediche necessarie per il primo soccorso nelle istituzioni mediche. Ad oggi, undici pazienti si trovano nel reparto di terapia intensiva del “Republican Medical Center” del Ministero della Salute della Repubblica dell’Artsakh, due dei quali versano in gravissime condizioni. Alcune istituzioni mediche sono riscaldate con gasolio (ad oggi non ci sono problemi, anche se le scorte sono scarse), ma ci sono anche istituzioni mediche che utilizzano riscaldatori elettrici a causa dell’interruzione della fornitura di gas. Il Ministero della Salute della Repubblica dell’Artsakh sta facendo del suo meglio per superare adeguatamente la situazione“, ha aggiunto il ministero.

(14 dic) REAZIONI INTERNAZIONALI – Prendere di mira la popolazione civile del Nagorno Karabakh è inaccettabile, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price in una conferenza stampa, commentando il blocco del Corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian. “Voglio essere particolarmente chiaro sul fatto che qualsiasi interruzione – e abbiamo visto segnalazioni di interruzione delle infrastrutture energetiche – qualsiasi interruzione delle infrastrutture energetiche potrebbe far precipitare una crisi umanitaria, soprattutto mentre stiamo entrando nei mesi invernali. Se deliberato, è inaccettabile prendere di mira la popolazione civile del Nagorno-Karabakh”, ha affermato Ned Price. Un twitt di Price dello stesso tenore è stato rilanciato dall’ambasciata Usa a Baku in lingua azera.
La Francia condanna l’ostruzione del traffico attraverso il corridoio che collega Armenia e Nagorno Karabakh che ha gravi conseguenze umanitarie per la popolazione locale. La Francia esorta a ripristinare le forniture al Nagorno Karabakh senza precondizioni, rispettando i diritti delle persone che vi abitano”, ha affermato il ministero degli Esteri francese. Il Ministero ha aggiunto che devono essere rispettate le disposizioni della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, secondo la quale “la Repubblica dell’Azerbaigian è stata obbligata a garantire la circolazione sicura di persone, veicoli e merci in entrambe le direzioni lungo il Corridoio di Lachin”.

(14 dic) RAZIONAMENTO ENERGETICO – L’Artsakh inizia a risparmiare carburante per evitare la crisi durante il blocco. Carenze di benzina, diesel, gas naturale liquido e pressurizzato sono emerse nell’Artsakh dopo che l’Azerbaigian ha bloccato il Corridoio Lachin e interrotto la fornitura di gas. Il governo ha raggiunto un accordo con le imprese per lavorare in modalità di risparmio al fine di evitare una crisi del carburante. Le stazioni di rifornimento avranno la priorità di servire i veicoli ambulanza, i trasporti pubblici e i servizi speciali. Le autorità hanno anche chiesto ai cittadini di usare con parsimonia il carburante e di guidare la propria auto solo per i casi essenziali.

(14 dic) INTERRUZIONE GAS – L’associazione di produzione Azerigaz dell’Azerbaigian ha risposto alle informazioni sull’interruzione della fornitura di gas naturale all’Artsakh (“l’area in cui sono temporaneamente di stanza le forze di pace russe”) adducendo che a causa delle condizioni climatiche fredde ci sono state altre interruzioni nelle “regioni pedemontane dell’Azerbaigian”. Informazione falsa: una parte del gasdotto attraverso il quale viene fornito gas all’Artsakh è sotto il controllo dell’esercito azero. Esiste già un precedente per un’interruzione a lungo termine di questa fornitura di gas naturale; quella volta, gli azeri aggiunsero una valvola a quell’oleodotto. E ora non solo possono interrompere la fornitura di gas naturale all’Artsakh quando vogliono, ma anche, come assicurano gli esperti, possono interromperla selettivamente, privando gli insediamenti abitati dagli armeni di gas naturale, ma fornendolo agli occupati dall’Azerbaigian Shushi, Hadrut e molti altri posti in Artsakh.

(13 dic) UNIONE EUROPEA – L’Unione europea segue con seria preoccupazione i vari sviluppi attorno al corridoio Lachin dall’inizio di dicembre. L’UE invita le autorità azere a garantire la libertà e la sicurezza di movimento lungo il corridoio, in linea con la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020. Le restrizioni a tale libertà di movimento causano notevoli disagi alla popolazione locale e creano preoccupazioni umanitarie. Altre preoccupazioni possono e devono essere affrontate attraverso il dialogo e le consultazioni con le parti interessate. L’UE ribadisce il suo appello alla moderazione ed è pronta a contribuire agli sforzi summenzionati”. Così recita una nota rilasciata nella serata di oggi. Dal canto suo, Peter Stano, portavoce della Commissione Esteri dell’unione ha rilanciato su Twitter aggiungendo che si dice “preoccupato anche per le segnalazioni dell’interruzione della fornitura di gas al Karabakh”.

(13 dic) DOMANI SCUOLE CHIUSE – Il governo ha disposto la chiusura di tutte le scuole per la giornata di domani. All’origine del provvedimento l’impossibilità di riscaldare le aule scolastiche e la necessità di risparmiare energia.

(13 dic) BABAYAN PROPONE AUMENTO FORZE DI PACE – È necessario aumentare il numero del contingente di mantenimento della pace in Artsakh (Nagorno-Karabakh). Il ministro degli Esteri ad interim dell’Artsakh, David Babayan, ne ha parlato in una conferenza stampa martedì a Yerevan. “[Solo] 1.980 forze di pace [russe] lungo l’intero perimetro non sono sufficienti. In secondo luogo, abbiamo proposto di conferire alle forze di pace [russe] [lì] un mandato internazionale, preferibilmente dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ciò conferirà legittimità internazionale e consentirà per prevenire tali provocazioni [da parte dell’Azerbaigian]. Ora, le forze di pace non hanno l’autorità per imporre di mantenere la pace, come è avvenuto in Kosovo e altrove. Il mandato internazionale darà una nuova qualità alla missione, e quindi forse la situazione sarebbe più stabile. Il ministro ha altresì aggiunto che l’Azerbaigian non restituisce i prigionieri e si rifiuta di parlare degli ostaggi. Babayan ha anche dichiarato che se la comunità internazionale non agisce diviene complice dei piani genocidiari dell’Azerbaigian.

(13 dic) SFOLLATI – Sono circa 1100 le persone che a causa del blocco non sono in condizione di tornare a casa nei rispettivi Paesi. Fra questi ci sono 270 bambini (alcuni dei quali reduci dall’Eurovision song contest junior e l’ombudsman dell’Artsakh, Gegham Stepanyan che era a Yerevan per il 4° Forum globale contro il crimine di Genocidio. Anche la delegazione del presidente Harutyunyan di ritorno dalla Francia è rimasta bloccata a Yerevan così come il ministro degli Esteri Babayan il quale in una conferenza stampa ha denunciato quanto sta avvenendo.

(13 dic) L’ARTSAKH SI APPELLA AL CONSIGLIO D’EUROPA – Il ministro degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh David Babayan ha inviato una lettera al Segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić relativa al blocco da parte dell’Azerbaigian dell’unica strada che collega l’Artsakh all’Armenia, con conseguente disastro umanitario nell’Artsakh. l documento sottolinea che l’Azerbaigian non rispetta le disposizioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la cui protezione si estende anche a coloro che vivono in aree di conflitto, garantisce la protezione del diritto alla vita, del diritto alla libertà di movimento e del diritto alla sicurezza, tra gli altri. Babayan invita il Consiglio d’Europa ad adoperare ogni strumento disponibile per far eliminare il blocco, inviare una missione urgente di monitoraggio, sospendere i diritti di rappresentanza dell’Azerbaigian nell’organizzazione, a causa della grave violazione dell’articolo 3 dello Statuto del Consiglio d’Europa da parte dell’Azerbaigian. Copie della lettera sono state inviate anche al Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, al Commissario per i Diritti Umani e al Segretario Generale dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.

(13 dic) AZERI TAGLIANO IL GAS – Dal tardo pomeriggio gli azeri hanno interrotto le forniture di gas all’Artsakh chiudendo il gasdotto che proviene dall’Armenia e transita in territori occupati dagli azeri. La popolazione dell’Artsakh, così come nello scorso mese di marzo, è dunque senza gas per riscaldamento, per cucinare per produrre acqua calda.

(13 dic) ISOLATI ALCUNI VILLAGGI – A seguito della chiusura della strada, i villaggi di Mets Shen, Hin Shen, Yegtsahogh e Lisagor della regione Shushi di Artsakh sono di fatto bloccati e isolati.

(13 dic) ACCUSE AGLI ARMENI – Mentre è incorso una crisi umanitaria causata dal blocco della strada, l’Azerbaigian accusa gli armeni convocando gli ambasciatori a Baku. L’assistente del presidente dell’Azerbaigian, capo del dipartimento di politica estera dell’amministrazione presidenziale, Hikmet Hajiyev, nel corso dell’incontro frettolosamente convocato si è lamentato del fatto che “l’Armenia durante gli anni dell’occupazione ha distrutto monumenti culturali nel territorio dell’Azerbaigian, sfruttato illegalmente le risorse azere e danneggiato l’ambiente“. Per Hajiyev la strada è bloccata non dagli azeri ma dalle forze di pace russe e ha riferito che “i rappresentanti della società civile in Azerbaigian stanno cercando di fermare il trasporto illegale di risorse naturali saccheggiate” (sic!).

(13 dic) PROSEGUE IL BLOCCO STRADALE AZERO – Le trattative per togliere il blocco alla strada che collega l’Artsakh all’Armenia non hanno prodotto alcun risultato. Il numero di “manifestanti” azeri è cresciuto perché sono stati fatti arrivare bus di (pseudo) civili e militari in uniforme. I russi hanno portato dei moduli presumibilmente destinati alla logistica degli uomini che stanno presidiando la zona. In serata sono ripresi i negoziati tra russi e azeri.

(12 dic) NOTA DEL MINISTERO ESTERI – Il ministero degli Esteri di Stepanakert ha rilasciato la seguente nota: “Oggi l’Azerbaijan è ricorso ancora una volta ad azioni provocatorie, bloccando l’autostrada Goris-Stepanakert nel tratto di Shushi. Questa è un’altra manifestazione della politica genocida di Baku, un atto distruttivo e criminale volto a terrorizzare il popolo dell’Artsakh, creando un’atmosfera di instabilità nella regione e ostacolando le attività della missione di mantenimento della pace russa. Come al solito, l’Azerbaigian mostra un atteggiamento assolutamente irrispettoso e incoerente nei confronti degli obblighi assunti dalla dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, in particolare, non garantisce la circolazione sicura di cittadini, veicoli e merci in entrambe le direzioni attraverso il Corridoio Lachin. Il ministero degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh condanna fermamente le azioni della Baku ufficiale e invita la comunità internazionale a prendere provvedimenti concreti per porre fine alle ambizioni dell’Azerbaigian nei confronti dei territori sovrani dell’Artsakh e per fornire condizioni adeguate per la realizzazione dei diritti fondamentali degli armeni dell’Artsakh“, afferma la dichiarazione.

(12 dic) NOTA DEL MINISTERO INTERNI – Il ministero degli Affari interni dell’Artsakh ha rilasciato la seguente nota: “Violando i diritti umanitari internazionali, l’Azerbaigian sta cercando di creare un disastro umanitario nell’Artsakh. Centinaia di persone, compresi minorenni, sono bloccate sulla strada. Alcuni di loro sono tornati a Goris [città dell’Armenia], mentre quelli che aspettavano da ore nella zona di Stepanakert-Shushi sono stati trasferiti, accompagnati da agenti della polizia stradale, a Stepanakert. È diventato impossibile trasportare forniture mediche, medicinali e pazienti con gravi problemi di salute in Artsakh. I negoziati sono ancora in corso. Saranno fornite ulteriori informazioni in merito agli sviluppi della situazione“, aggiunge il citato comunicato.

(12 dic) APPELLO DEL PARLAMENTO – Le forze politiche presenti nell’Assemblea nazionale hanno rilasciato il seguente comunicato: “Gli azeri, che hanno utilizzato bombe al fosforo contro la pacifica popolazione dell’Artsakh, con un pretesto ambientale hanno bloccato per la seconda volta in pochi giorni la vitale strada Stepanakert-Goris, strada riconosciuta come corridoio in base all’accordo trilaterale del 9 novembre 2020. Condanniamo fermamente le azioni provocatorie della leadership militare e politica dell’Azerbaigian volte a destabilizzare la situazione nella regione. Facciamo appello ai cittadini della Repubblica dell’Artsakh affinché dimostrino moderazione e siano vigili per prevenire con sforzi congiunti qualsiasi azione provocatoria degli azeri. Il nostro popolo, che ha superato numerose difficoltà durante la sua lotta per l’esistenza, questa volta sarà anche in grado di resistere alle sfide presenti e future. Chiediamo alla comunità internazionale di prendere misure concrete per frenare le aspirazioni aggressive dell’Azerbaigian. Chiediamo alle forze di pace russe nel quadro di un accordo trilaterale di fermare tali azioni disumane degli azeri con misure più severe“, si legge nella dichiarazione dei partiti.

(12 dic) MESSAGGIO DEL PRESIDENTE – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha postato su Facebook un messaggio concernente il blocco della strada. “Prima di tutto, questo comportamento aggressivo dell’Azerbaigian, attraverso il quale terrorizza la nostra popolazione e mette sotto attacco i nostri diritti e interessi vitali, è altamente inaccettabile per noi. Questa è una sfida senza precedenti per il nostro Stato e il nostro popolo. E invito l’intera società di unirsi e mostrare calma, poiché uno degli obiettivi delle autorità azere è quello di incitare la divisione interna e il panico nell’Artsakh. Le autorità e il popolo dell’Artsakh hanno valori, principi e linee rosse chiari, verso la cui protezione stiamo facendo e faremo tutti gli sforzi possibili, a volte invisibili. Siamo convinti che il contingente russo per il mantenimento della pace, in quanto garante della sicurezza del nostro popolo e della [summenzionata] strada, utilizzerà tutti i meccanismi per prevenire tali provocazioni e violazioni degli accordi diretti contro i diritti e gli interessi vitali del nostro popolo. Anche altri attori della comunità internazionale hanno un lavoro importante da svolgere, poiché le azioni della parte azera violano gravemente le ben note norme del diritto internazionale e l’Azerbaigian si batte per la pulizia etnica e l’espropriazione della popolazione dell’Artsakh della loro patria. Artsakh era e sarà armeno, grazie ai nostri sforzi uniti e determinati, contro tutte le sfide“, ha aggiunto Harutyunyan.

(12 dic) AZERI ACCUSANO I RUSSI – Il canale televisivo di stato “Aztv”, che è direttamente subordinato all’amministrazione del presidente Ilham Aliyev, ha definito “assurde” le azioni delle forze di pace russe nel Nagorno Karabakh. Nella versione russa del telegiornale “Notizie” alle 18 è stata trasmessa una ripresa in diretta dal luogo dell’azione dei cosiddetti “ambientalisti” e “attivisti” sponsorizzati dalle autorità dell’Azerbaigian, che hanno bloccato l’autostrada Goris-Stepanakert. La diretta includeva attacchi diretti al contingente di mantenimento della pace russo che viene accusato di impedire il “monitoraggio” sulle “nostre terre”.

(12 dic) EX MILITARI FRA GLI AZERI – Tra gli “ambientalisti” azeri che bloccano il corridoio di Lachin ci sono ex militari, alcuni dei quali sono stati identificati. Altri sono scritti sui social media. Secondo il giornale “168.am”, uno dei partecipanti al “raduno degli ambientalisti” è Telman Gasimov, un capitano di riserva, originario di Yerevan, che parla armeno. Molte delle foto mostrano Gasimov in uniforme. In una foto Gasimov posa insieme all’assassino Ramil Safarov, proclamato eroe nazionale dell’Azerbaigian dopo aver decapitato l’ufficiale armeno Gurgen Margaryan a Budapest durante uno stage Nato. Tra i manifestanti molti con le mani fanno il gesto dei Lupi grigi

(12 dic) PROTESTE A STEPANAKERT – A Stepanakert cresce la tensione per la provocazione azera che ha di fatto isolato l’Artsakh: alcune centinaia di persone si sono radunate in piazza della Rinascita e chiedono di marciare verso il blocco azero. Il governo invita alla calma: comunicati pubblici sono stati rilasciati dal presidente della repubblica Harutyunyan, dal ministero degli esteri e da quello dell’Interno. Sono in corso interlocuzioni con il comando russo. Telefonata tra Pashinyan e Putin.

(12 dic) AZERI BLOCCANO STRADA – A partire dalla mattina un gruppo di azeri (qualificatisi come “attivisti per l’ambiente”, in realtà funzionari e membri di apparato di Baku) hanno ancora una volta bloccato la strada che collega l’Artsakh all’Armenia. Sono fronteggiati da soldati della forza di pace russa. I “manifestanti”, con al seguito reporter e cameramen, hanno allestito gazebo in parte smantellati dai soldati. Chiedono un incontro con il generale Volkov.

(9 dic) BOMBE AL FOSFORO – Per indagare sulle circostanze della guerra aggressiva scatenata dalle forze armate azere contro l’Artsakh il 27 settembre 2020, che ha comportato gravi violazioni del diritto umanitario internazionale, le forze dell’ordine della repubblica di Artsakh hanno avviato una serie di procedimenti penali e sequestrato molti proiettili inesplosi e i loro resti. A seguito dell’esame condotto da un gruppo di esperti indipendenti, è stato dimostrato che si trattava di munizioni al fosforo costituite da fosforo bianco sparate dalle forze armate dell’Azerbaigian in violazione dell’art. 35 della Convenzione di Ginevra. Il razzo inesploso che è stato trovato sul territorio di Martouni e i campioni ottenuti da esso sono stati consegnati per esame forense al Comitato Investigativo dell’Armenia

(6 dic) SHUSHI – Il presidente dell’Azerbaigian, Aliyev, ha firmato un decreto con il quale dichiara la città armena occupata di Shushi “capitale culturale del mondo turco per il 2023”.

(6 dic) HARUTYUNYAN IN FRANCIA – Il presidente della repubblica di Artsakh è in Francia dove sta incontrando politici, autorità locali e organizzazioni della diaspora armena

(5 dic) CADUTI PRIMA GUERRA KARABAKH – Si apprende oggi che in data 1° dicembre l’Armenia ha trasferito alla parte azera i resti di dieci soldati caduti nel corso del conflitto degli anni Novanta e ha fornito due mappe che indicano la possibile collocazione di altri quattro corpi. Dalla fine dell’ultima guerra del 2020, la parte armena ha trasferito i resti di 140 caduti e fornito cinque mappe per altre sepolture. Da ricordare che sono ancora centinaia i “dispersi” armeni della prima guerra del Karabakh.

(5 dic) CORRIDOIO DI LACHIN – Il Servizio di Sicurezza Nazionale dell’Artsakh ha negato i rapporti sulla presunta installazione di un checkpoint azero nel corridoio di Berdzor (Lachin). Sul tema ha organizzato una discussione con il gen. Volkov (Comandante della forza di pace russa), durante la quale l’ufficiale ha garantito che non ci sarà alcun checkpoint nel corridoio, non sarà controllato dagli azeri e non ci saranno azeri nel corridoio in cui è schierato il contingente russo di pace. Secondo Volkov, è previsto solo l’installazione di dispositivi di controllo tecnico per facilitare il lavoro. Nel prossimo futuro la leadership della missione russa per il mantenimento della pace in Artsakh farà una dichiarazione corrispondente.

(5 dic) COLLOQUI DI PACE – Per il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian, Bayramov, un terzo round dei colloqui di pace con l’Armenia potrebbe svolgersi entro la fine dell’anno.

(5 dic) DIRITTI DEGLI ARMENI – Il ministro degli Esteri azerbaigiano Jeyhun Bayramov ha promesso in una conferenza stampa congiunta a Mosca dopo un incontro con la sua controparte russa Sergei Lavrov che “l’Azerbaigian garantisce agli armeni che vivono a Karabakh gli stessi diritti degli altri cittadini. “L’Azerbaigian ha ripetutamente dichiarato che garantisce che la popolazione di origine armena che vive nella regione Karabakh avrà gli stessi diritti e le stesse libertà di tutti i cittadini dell’Azerbaigian“, ha sottolineato.

(3 dic) PROTESTA STEPANAKERT – “Questo atto terroristico dimostra ancora una volta che l’obiettivo primario dell’Azerbaigian è rimasto invariato: deportare gli armeni dell’Artsakh, per compiere la pulizia etnica e il genocidio lì. Questa mossa terroristica compromette anche l’accordo concordato a livello internazionale sul corridoio di Lachin e infligge un colpo subdolo alla missione di mantenimento della pace della Federazione Russa che garantisce la pace e la stabilità nella regione. La politica e le azioni di genocidio dell’Azerbaigian rappresentano una seria sfida per il mondo civilizzato e un’evidente mancanza di rispetto e disprezzo per il diritto internazionale. Chiediamo alla comunità internazionale di condannare severamente la politica statale armenofobica dell’Azerbaigian e di adottare misure attive per scoraggiare l’aggressore”. Così recita un comunicato del ministero degli Esteri della repubblica di Artsakh.

(3 dic) INTERROTTA STRADA PER ARMENIA – Nel primo pomeriggio (ora locale), la parte azera è ricorsa a un’altra provocazione, bloccando la strada Stepanakert-Goris all’incrocio Shushi-Karin Tak  e interrompendo così il collegamento dell’#Artsakh con l’#Armenia e la comunicazione con i villaggi della subregione di Berdadzor della regione di Shushi. Alcuni azeri in abiti civili (presumibilmente militari) hanno impedito il transito ai veicoli. Dopo tre ore di trattative con la forza di pace russa è stato ripristinato il passaggio dei mezzi.

(1 dic) GRUPPO DI MINSK – Il premier armeno Pashinyan ha ricevuto il copresidente USA del Gruppo di Minsk, Philip Reeker, che in precedenza si era recato in Azerbaigian. Le parti hanno discusso questioni relative al conflitto del Nagorno Karabakh, inclusa la formazione di un meccanismo internazionale di discussioni tra Stepanakert e Baku. Sono stati scambiati punti di vista anche sulla normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, sulla stabilità e sicurezza regionale.