Le dichiarazioni del ministro degli Esteri azero a commento dell’incontro a Milano dell’Osce e i commenti di Armenia e Artsakh. Un bluff o una svolta nel negoziato?
Le parole di Elmar Mammadyarov concernenti l’incontro avuto con il collega armeno Mnatsakanyan a Milano lo scorso 6 dicembre nell’ambito della riunione del Gruppo di Minsk dell’Osce sono state riprese e analizzate in queste ultime ore con viva attenzione dalla stampa armena.
Commentando
quell’appuntamento, secondo l’agenzia di stampa azera “Trend”,
Mammadyarov avrebbe sottolineato la necessità di un impegno reciproco delle
parti per il raggiungimento di un risultato finale, dichiarando altresì che «durante l’incontro con il mio omologo
armeno a Milano abbiamo raggiunto una comprensione reciproca per la prima volta
in assoluto, qualcosa che non siamo riusciti a gestire così per tanto tempo.
Cercheremo modi per risolvere questo conflitto».
Una
dichiarazione che, ovviamente, non poteva lasciare indifferenti. Che cosa si
cela dietro l’espressione “reciproca
comprensione“, due parole che nel linguaggio diplomatico
possono voler dire tutto e il contrario di tutto?
Il
leader armeno Nikol Pashinyan si
è affrettato a smentire sostanzialmente le parole del capo della diplomazia
azera affermando che sul Nagorno Karabakh non vi sono novità particolari. Il
ministero degli Esteri di Yerevan ha minimizzato la portata della
dichiarazione: la portavoce Naghdalyan ha sottolineato l’importanza della
dichiarazione a firma congiunta al termine dei lavori milanesi e ha dichiarato
che «il mantenimento di toni
non conflittuali e non ostili nelle dichiarazioni pubbliche riguardo a
situazioni così complesse è già un buon risultato».
Dall’Artsakh,
il portavoce presidenziale Davit
Babayan ha ricordato come Stepanakert abbia sempre
affermato di accogliere con favore gli incontri tra i rappresentanti
dell’Armenia e dell’Azerbaigian nel quadro del processo di risoluzione del
conflitto e sotto l’egida del Gruppo di Minsk dell’OSCE. Ed ha ipotizzato che
forse gli azeri hanno realizzato la necessità della partecipazione del
Karabakh ai colloqui di pace.
«Riteniamo che ogni incontro sia un
contributo unico al processo – ha osservato Babayan. Per quanto riguarda la dichiarazione
di Mammadyarov, possiamo presumere che, prima di tutto, si tratta del fatto che
Baku ha finalmente compreso la necessità di sostenere il precetto di una
soluzione pacifica al conflitto. In secondo luogo, l’Azerbaigian è sulla
buona strada per accettare la necessità della partecipazione di Stepanakert al
processo di negoziazione. Se esiste un accordo corrispondente e l’accettazione
di tale necessità da parte dell’Azerbaigian, allora si può parlare di una nuova
qualità del processo di negoziazione».
LA DICHIARAZIONE DEL GRUPPO DI MINSK DELL’OSCE
MILANO,
Italia, 6 dicembre 2018 – In occasione della riunione del Consiglio dei
ministri dell’OSCE a Milano, i Paesi copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE
(Federazione Russa, Stati Uniti d’America e Francia) e il Ministro degli Esteri
dell’Azerbaigian Elmar Mammadyarov e il ministro degli Esteri sostituto
dell’Armenia, Zohrab Mnatsakanyan, hanno accettato di continuare a lavorare per
una soluzione pacifica equa e duratura del conflitto del Nagorno Karabakh.
I
Paesi copresidenti hanno accolto con favore la significativa
diminuzione, seguito della conversazione dei leader di Armenia e
Azerbaigian a margine del vertice del Commonwealth degli Stati indipendenti a
Dushanbe in settembre, delle violazioni del cessate il fuoco e delle vittime
denunciate. Hanno fatto appello alle parti affinché continuino ad attuare le
intese raggiunte e ad adottare misure concrete per preparare le loro
popolazioni alla pace. I Paesi copresidenti hanno espresso la speranza che un
intenso dialogo ad alto livello orientato ai risultati tra i leader
dell’Azerbaigian e dell’Armenia finalizzato a promuovere una soluzione giusta e
duratura del conflitto possa riprendere nel prossimo futuro.
Il
ministro degli Esteri dell’Azerbaigian e il ministro degli esteri facente
funzione dell’Armenia hanno riaffermato il loro impegno a lavorare intensamente
per promuovere una risoluzione pacifica del conflitto e ridurre ulteriormente
le tensioni. Hanno concordato di incontrarsi di nuovo all’inizio del 2019 sotto
l’egida dei Copresidenti del gruppo di Minsk dell’OSCE a tale scopo e al fine
di facilitare colloqui di alto livello. Hanno riconosciuto il forte impegno e
gli sforzi di mediazione in buona fede resi dai Paesi copresidenti, nonché le
attività del Rappresentante personale del Presidente in esercizio dell’OSCE.