Pashinyan: non esiste un genitore che non desideri cieli limpidi e senza nuvole per il suo bambino in piedi sul confine

L’intervento del Primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, in occasione dell’anniversario dell’entrata in vigore dell’accordo trilaterale di cessazione delle ostilità nel conflitto del Nagorno Karabakh.

« Il 12 maggio 2019 segna il 25° anniversario dell’entrata in vigore dell’accordo di cessate-il-fuoco in Karabakh. Un documento importante sulla risoluzione del conflitto è stato firmato dal Ministro della Difesa dell’Azerbaigian Mamedrafi Mamedov il 9 maggio 1994, dal Ministro della Difesa armeno Serzh Sargsyan il 10 maggio e dal Comandante dell’esercito di difesa del Nagorno Karabakh Samvel Babayan l’11 maggio.

L’accordo scritto di cessate il fuoco è entrato in vigore a mezzanotte del 12 maggio 1994. Durante questi anni, la parte armena è sempre stata impegnata e continuerà ad aderire all’attuazione di questo importante accordo.

Da allora è trascorso un quarto di secolo, ma sfortunatamente non si è mai trasformato in una pace duratura. Sottolineando l’importanza di preparare i nostri popoli a una soluzione pacifica del conflitto, desidero rimarcare ancora una volta che lo scenario di risoluzione [del conflitto, NdR] dovrebbe essere accettabile per tutte e tre le parti – i popoli di Armenia, Artsakh e Azerbaigian.

Negoziati e risultati oggettivi sono possibili solo se Artsakh è impegnata nel processo che determinerà in definitiva il suo status e fornirà garanzie di sicurezza per le persone che vivono lì.

Siamo convinti che un accordo trilaterale sia la sola base reale su cui costruire una pace e una cooperazione durature.

Vorrei sottolineare che, in qualità di Primo Ministro della Repubblica di Armenia, sono pronto a garantire che l’Armenia continui ad applicare l’accordo di cessate il fuoco e ad adoperarsi per risolvere il problema e raggiungere la pace nella regione e continuare ad essere il garante di sicurezza del Nagorno Karabakh.

La continua osservanza del cessate il fuoco e del dialogo sono probabilmente gli strumenti più importanti per risolvere il problema. È necessario astenersi da passi che possano favorire l’incitamento all’odio, l’intolleranza e le tensioni.

Non c’è nazione al mondo riluttante alla pace; non esiste un genitore che non desideri cieli limpidi e senza nuvole per il suo bambino in piedi sul confine.

Convinti che le popolazioni armena e azera meritino pace e progresso, con la presente esortiamo tutti noi a contribuire a questi obiettivi».