Babayan: gli azeri vogliono cacciarci dall’Artsakh ma non ci riusciranno

La situazione politico-militare in Artsakh, nonostante sia molto particolare da un lato, è comunque generalmente calma, secondo il ministro degli affari esteri di Artsakh Davit Babayan.

Parlando con la stampa riguardo le ultime provocazioni militari azere sulla linea di contatto, Babayan ha sottolineato che non importa che tipo di armi usano le forze armate azere contro l’Artsakh perché l’obiettivo principale dell’Azerbaigian è lo stesso: quello psicologico e geopolitico, e non militare.

Questa è una politica a più livelli. L’obiettivo è uno: cacciare gli armeni dall’Artsakh. E se ciò dovesse accadere, si creerebbe una situazione completamente diversa non solo in Transcaucasia, ma anche in una regione molto più ampia: Caucaso settentrionale, Medio Oriente, Asia centrale, regioni del Volga, bacino del Mar Nero“, ha affermato il ministro degli Esteri.

Babayan afferma che l’Azerbaigian sta cercando con mezzi militari e altri mezzi di fare pressione psicologica sugli armeni dell’Artsakh, per portare la gente alla disperazione in modo che perdano la speranza e cambino idea sulla prospettiva di vivere in Artsakh, tuttavia tutti questi tentativi delle autorità azere sono destinati al fallimento. In questo contesto, Babayan ha sottolineato che vivere in Artsakh è diventata una missione.

Dobbiamo continuare a vivere qui. Vivere qui è già una specie di missione e non solo una vita quotidiana. Quindi dobbiamo trattare tutto questo con calma e continuare il nostro lavoro, il nostro servizio. Quei tentativi degli azeri di certo non ci toccano, ma comunque dobbiamo rafforzare ancora di più la speranza e la fede del nostro popolo. Ciò richiede un approccio globale e comune, dobbiamo impegnarci nella giusta geopolitica, nella giusta politica interna e così via“, ha affermato Babayan, sottolineando che tutto ciò prima di tutto richiede alle persone di riprendersi dallo stress. In secondo luogo, ha chiesto unità e fede, professionalità e patriottismo.

Ci sono molti problemi, abbiamo molto da fare, ma sicuramente si può fare, possiamo mantenere quello che abbiamo“, ha detto il ministro degli Esteri

Tra le crescenti violazioni del cessate il fuoco azere sia al confine con l’Armenia che alla linea di contatto con Artsakh, per la prima volta il 12 agosto le forze di pace russe hanno accusato apertamente l’esercito azero di aver violato il cessate il fuoco e di aver attaccato le posizioni armene ad Artsakh con droni kamikaze. Il rapporto sull’attacco è stato inizialmente fatto dai militari dell’Artsakh l’11 agosto e le forze di pace russe lo hanno confermato il 12 agosto.