Sulla farsa processuale azera contro Vardanyan parla il suo avvocato
Abraham Berman, avvocato difensore (a distanza…) del filantropo armeno di fama mondiale, ex ministro di Stato dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) Ruben Vardanyan, processato con accuse inventate nella capitale dell’Azerbaigian Baku dal regime azero di Aliyev, ha rilasciato un commento sull’atto di accusa contro Vardanyan. Il commento recita quanto segue:
Sulle basi giuridiche delle accuse, nell’esercizio dei miei doveri professionali di avvocato, ritengo necessario commentare alcuni aspetti giuridici del presente caso penale, ispirandomi esclusivamente ai principi di legalità e correttezza del procedimento giudiziario.
- Il principio della responsabilità penale individuale
Un principio fondamentale del diritto penale moderno è il principio della responsabilità individuale per azioni specifiche. Ai sensi dell’articolo 7 del Codice penale della Repubblica dell’Azerbaigian, solo chi è riconosciuto colpevole di aver commesso un reato può essere ritenuto penalmente responsabile. Qualsiasi accusa deve basarsi sull’accertamento di un nesso causale diretto tra le azioni di un individuo specifico e i presunti reati.
Particolare attenzione deve essere prestata al contesto temporale delle accuse. La responsabilità penale può sorgere solo per atti effettivamente commessi dall’individuo in questione, in un momento e in un luogo specifici e in condizioni che gli hanno reso possibile il compimento di tali atti.
In questo caso è fondamentale distinguere chiaramente la responsabilità personale dell’imputato da qualsiasi forma di responsabilità collettiva o di obbligazione per azioni di terzi, che violerebbe i principi fondamentali del diritto penale.
- Standard internazionali del giusto processo
La Repubblica dell’Azerbaigian è parte della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che impone determinati obblighi a tutelare gli standard del giusto processo. L’articolo 14 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e l’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) garantiscono il diritto a un giusto processo, inclusi la presunzione di innocenza e il diritto alla difesa.
Tali disposizioni garantiscono il diritto di ogni individuo a un processo equo, indipendente e imparziale, la presunzione di innocenza, il diritto all’assistenza legale, il diritto di essere informato sulla natura e sui motivi delle accuse, il diritto di esaminare i testimoni dell’accusa e della difesa e il diritto a un interprete. Il mancato rispetto di tali norme mette in discussione la legittimità del processo giudiziario e può comportare la violazione dei diritti fondamentali dell’imputato.
- Questioni di qualificazione giuridica e principio di certezza del diritto
La classificazione dei fatti deve essere effettuata nel rigoroso rispetto del diritto penale vigente al momento della commissione dell’atto. Il principio di certezza del diritto richiede che gli elementi costitutivi di un reato, comprese le sue componenti oggettive e soggettive, nonché le sanzioni applicabili, siano definiti in modo chiaro e preciso dalla legge. Ciò esclude l’interpretazione e l’applicazione arbitrarie del diritto penale. Qualsiasi ambiguità interpretativa deve essere risolta a favore dell’imputato (in dubio pro reo).
Il principio “nullum crimen, nulla poena sine lege” (nessun crimine, nessuna punizione senza legge) è un pilastro del diritto penale nella maggior parte degli ordinamenti giuridici del mondo. Implica che nessuno può essere dichiarato colpevole di un reato o punito a meno che l’atto commesso non fosse definito reato dalla legge vigente al momento della sua commissione.
Secondo questo principio, le attività caritatevoli e umanitarie, tra cui il restauro di siti del patrimonio culturale e la fornitura di assistenza sociale alla popolazione, non possono essere classificate come illecite in assenza di violazioni legali accertate e di comprovato intento criminale. I tentativi di presentare attività pubbliche lecite come criminali contraddicono i fondamenti dello stato di diritto.
- Obblighi internazionali e principi generali del diritto
La Convenzione europea dei diritti dell’uomo è un trattato internazionale vincolante per gli Stati membri, le cui disposizioni, ai sensi degli articoli 148 e 151 della Costituzione della Repubblica dell’Azerbaigian, prevalgono sulla legislazione nazionale in caso di conflitto.
La Repubblica dell’Azerbaigian, in quanto membro della comunità internazionale e parte delle principali convenzioni internazionali sui diritti umani, si è impegnata a rispettare i principi e le norme di diritto internazionale universalmente riconosciuti. L’articolo 12 della Costituzione dell’Azerbaigian afferma esplicitamente che i diritti umani e le libertà sono riconosciuti e garantiti in conformità con i principi e le norme di diritto internazionale universalmente riconosciuti.
- Rispetto delle garanzie procedurali
Il rispetto delle garanzie procedurali è un prerequisito essenziale per un processo equo. Secondo il Codice di Procedura Penale della Repubblica dell’Azerbaigian, tali garanzie includono il diritto all’assistenza legale qualificata, il diritto di esaminare gli atti del caso, il diritto di presentare ricorso contro le decisioni procedurali e il diritto a un interprete qualora l’imputato non comprenda la lingua utilizzata nel procedimento giudiziario. Il mancato rispetto di tali garanzie può comportare che il processo sia considerato iniquo e in violazione degli standard internazionali.
CONCLUSIONE
L’analisi dei materiali presentati dall’accusa evidenzia una serie di significative questioni giuridiche che richiedono un approfondito esame giurisdizionale. La difesa sottolinea la necessità di rispettare rigorosamente il principio di proporzionalità tra i fatti contestati e la loro qualificazione giuridica.
Ritengo che l’accusa non abbia considerato adeguatamente i principi fondamentali del diritto penale, tra cui l’obbligo di stabilire un nesso causale diretto tra le azioni dell’imputato e le presunte conseguenze, nonché la necessità di dimostrare l’elemento soggettivo (mens rea) di ogni specifico reato.
La responsabilità penale può sorgere solo quando il principio di responsabilità individuale è rigorosamente rispettato, quando gli atti sono qualificati secondo il principio di certezza del diritto, quando gli obblighi internazionali sono rispettati e quando le garanzie procedurali sono pienamente rispettate. Il mancato rispetto di uno qualsiasi di questi principi mette in discussione la legalità e l’equità dell’azione penale e del procedimento giudiziario.
Ritengo che un giusto processo debba fondarsi sulla precisa applicazione del diritto sostanziale e procedurale, escludendo interpretazioni arbitrarie delle azioni dell’imputato.
In qualità di consulente legale, guidato dai principi di etica professionale e dalle garanzie costituzionali del diritto alla difesa, continuerò a sostenere con coerenza la rigorosa aderenza al principio di legalità nel quadro della legislazione della Repubblica dell’Azerbaigian durante l’esame di questo caso.
La Repubblica dell’Azerbaigian, in quanto Stato governato dallo stato di diritto, ha l’opportunità di dimostrare il proprio impegno nei confronti degli standard internazionali di giustizia e di essere ricordata nella storia come una nazione che ha pienamente garantito un giusto processo in questo caso penale attraverso il rigoroso rispetto dei principi giuridici. Tale risultato rafforzerà la fiducia nel sistema giudiziario nazionale e confermerà il rispetto da parte dello Stato dei propri obblighi internazionali.
NOTA BENE: il processo farsa contro Vardanyan e altre autorità ed ex autorità della repubblica armena di Artsakh continua. Nessun diritto alla difesa è garantito, nessun osservatore esterno è ammesso nell’aula processuale, accuse e “testimonianze” sono preconfezionate. Le condanne sono certe.