La guerra dell’acqua

In questi caldi giorni d’estate la capitale della repubblica di Artsakh sta soffrendo problemi di approvigionamento idrico che hanno spinto le autorità locali e governative a convocare tavoli di lavoro per alleviare la carenza idrica.

Il fattore meteo (gran caldo) e un maggior numero di residenti a Stepanakert dopo la fine della guerra (sfollati da villaggi ora sotto occupazione azera) non bastano da soli a spiegare le cause del problema.

A monte c’è, ancora una volta, la politica terroristica dell’Azerbaigian che cerca di assetare gli armeni del Nagorno Karabakh.

Non si tratta di una novità; che ci fossero problemi (non solo di approvvigionamento energetico) lo aveva anche dichiarato il vice ministro degli Esteri, Armineh Alexanyan, intervenuta in diretta da Stepanakert lo scorso mese di giugno nel corso della presentazione di un libro (“Pallottole e petrolio“) dedicato proprio alla guerra appena passata.

In quell’occasione aveva chiaramente denunciato la politica dell’Azerbaigian arrivando a confessare che ogni giorno l’amministrazione preposta deve effettuare controlli sulle acque che arrivano a Stepanakert per scongiurare il rischio di avvelenamenti.

In questi giorni, la contesa si sarebbe spostata su un piccolo bacino idrico che si trova a cavallo della linea di contatto tra armeni e azeri, al bordo della regione occupate di Shushi, nei pressi del villaggio di Ghaybalishen.
Come si vede dalla rappresentazione grafica (credits: 301), i due schieramenti si fronteggiano e in mezzo ci sta la piccola diga il cui apporto alla rete idrica di Stepanakert è fondamentale (in rosso le posizioni azere, in verde quelle armene, in blu l’area del bacino idrico).

Non conosciamo esattamente la situazione sul campo, ma non sbagliamo di molto se pensiamo che il controllo dell’impianto sia reso difficile dai cecchini dell’Azerbaigian.

Al punto che il ministro Babayan ha recentemente dichiarato che dal punto idrico l’Artsakh era prima della guerra uno dei Paesi più sicuri mentre ora è estremamente vulnerabile e la presenza della forza di pace russa diviene giorno dopo giorno sempre più indispensabile.

mappa della zona: