Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri dell’Armenia, Vahan Hunanyan, ha commentato il primo anniversario del doppio attacco da parte delle forze armate azere sulla cattedrale del Santo Salvatore (Ghazanchetsots) a Shushi, Artsakh (Nagorno-Karabakh). Il commento recita quanto segue:
L’8 ottobre 2020, durante l’aggressione militare scatenata contro Artsakh e il suo popolo, le forze armate azere hanno lanciato doppi attacchi aerei sulla cattedrale del Santo Salvatore (Ghazanchetsots) a Shushi con armi ad alta precisione, causando danni significativi a quest’ultima. Pochi giorni dopo la Dichiarazione Trilaterale del 9 novembre, la stessa chiesa è stata vandalizzata e profanata. Insieme al danno fisico della cattedrale di Shushi, l’Azerbaigian continua i tentativi di distorcere l’identità armena della chiesa, effettuati modificando l’aspetto architettonico della chiesa con il pretesto di un restauro.
Il ripetuto e deliberato bombardamento di un luogo di culto non è solo un crimine condannabile secondo il diritto internazionale, in particolare la Convenzione per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato (1954) e il suo Secondo Protocollo (1999), ma anche come dimostrazione simbolica dell’intento; è una chiara manifestazione della politica dell’Azerbaigian volta ad annientare ogni traccia della presenza armena nell’Artsakh.
A un anno dall’aggressione scatenata dall’Azerbaigian contro l’Artsakh, il destino di circa 1.500 siti e luoghi di culto del patrimonio storico e culturale, nonché di migliaia di esemplari museali nei territori dell’Artsakh caduti sotto il controllo dell’Azerbaigian, rimane incerto e in pericolo.
Ci sono molti casi documentati di distruzione deliberata e vandalismo di chiese armene, altri monumenti culturali e religiosi da parte delle forze armate azere. Inoltre, insieme alla loro distruzione fisica, stiamo osservando la falsificazione dei fatti storici e la distorsione dell’identità dei monumenti armeni da parte dell’Azerbaigian.
In questo contesto, a quanto pare, non è un caso che l’Azerbaigian continui a bloccare o, per quanto possibile, a limitare l’accesso della missione di esperti dell’UNESCO ai siti del patrimonio culturale armeno in via di estinzione, cercando di nascondere i suoi crimini di guerra.
Gli atti vandalici contro i monumenti storico-culturali e i luoghi di culto che rappresentano il patrimonio culturale e spirituale delle persone, sono violazioni flagranti del diritto internazionale, contraddicono i valori universali e sono fortemente condannabili.
La Cattedrale di Shushi è uno dei centri più importanti della Chiesa Apostolica Armena in Artsakh, e i servitori ei seguaci della Chiesa Armena dovrebbero avere un libero accesso a questo santuario.