Se la buona volontà è solo di una parte…

Le autorità dell’Artsakh hanno rilasciato un cittadino azero ma Baku non dimostra alcuna buona volontà.

Nei giorni scorsi il governo dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) ha rilasciato un cittadino azero, tale Elnur Huseynzade, che era stato condannato a due anni di reclusione nel 2017 per ingresso illegale nel territorio dello Stato. Faceva parte di un drappello di soldati dell’Azerbaigian che aveva tentato una sortita all’altezza del villaggio di Talish approfittando di una fitta nebbia presente nella zona.

Già a dicembre, Stepanakert aveva dato disponibilità a rilasciare il condannato in anticipo rispetto alla scadenza dei termini ma non aveva ricevuto alcun risposta dalla controparte. Il 2 febbraio Huseynzade ha terminato la sua detenzione nelle celle di custodia della Polizia dell’Artsakh e ha manifestato la propria volontà di essere consegnato a un Paese terzo e non al suo.

L’Azerbaigian, lungi dal voler apprezzare il gesto di buona volontà, si è invece rivolto all’Armenia chiedendo il rilascio di altri due prigionieri.

Prima di tutto, va notato che l’appello dell’Azerbaigian alla Repubblica di Armenia è insostenibile. Per quanto riguarda la questione dei criminali azerbaigiani condannati ad Artsakh, il governo di Baku dovrebbe eventualmente appellarsi direttamente a quello di Stepanakert.

Allo stesso tempo, il Ministero degli Esteri della Repubblica di Artsakh ha invitato la controparte a fare un passo in avanti e liberare gli ostaggi armeni detenuti in Azerbaigian, in primo luogo quelli che evidentemente avevano problemi di salute. L’Azerbaigian ha respinto la proposta, dimostrando una totale mancanza di rispetto per il destino dei suoi cittadini e una totale ignoranza dei suoi impegni ai sensi del diritto umanitario internazionale.

In realtà, quello a cui mira il regime di Aliyev è la liberazione di Dilham Askerov e Shahbaz Guliyev, due criminali che sono stati giudicati colpevoli di rapimento e uccisione di un ragazzo minorenne, basato sull’odio nazionale, oltre a una serie di altri crimini commessi nel territorio della Repubblica di Artsakh.

Pretendere la liberazione di questi due delinquenti (che una volta in patria verrebbero glorificati come accaduto in passato con il boia Safarov) è una follia che va oltre ogni norma di diritto.