Attenti alle fake news turco azere…!

Una massiccia campagna di disinformazione ha accompagnato l’attacco azero di questa mattina contro la popolazione civile del Nagorno Karabakh-Artsakh.

Oltre alle consuete “bugie” di propaganda bellica (come la conquista di sei villaggi armeni…) gli azeri si sono prodotti nella classica strategia di ribaltare contro l’avversario le accuse a loro rivolte. Ed ecco che, all’improvviso, da aggressori si trasformano in aggrediti e giustificano le loro azioni solo come una risposta all’azione del nemico. La grancassa turca dà loro manforte. Purtroppo, anche alcuni media, poco attenti e conoscitori della materia, riprendono il motivetto che tanto piace a Baku.

Smontiamo questa ennesima fake news di Aliyev:

  1. In primo luogo, evidenziamo che l’attacco è avvenuto di domenica mattina intorno alle 7. Anche lo scorso 12 luglio (giorno nel quale sono iniziati gli scontri sul confine nord-orientale dell’Armenia) era domenica. Un giorno festivo per gli armeni cristiani. Anche se sulla linea di contatto la tensione è sempre massima, molti funzionari amministrativi e ufficiali dell’esercito sono in riposo e trascorrono la giornata con le proprie famiglie. In tutta la settimana, la domenica è insomma il giorno migliore per tentare di cogliere di sorpresa gli armeni
  2. Le prime notizie internazionali da corrispondenti ben informati e conoscitori della situazione sud caucasica hanno parlato questa mattina di bombardamenti azeri lungo la linea di contatto e insediamenti civili. Se gli azeri fossero stati davvero vittime della fantomatica “aggressione armena”, prima ancora della controffensiva ne avrebbero dato immediatamente notizia. “Ehi mondo, siamo stati attaccati dagli armeni cattivi; ecco chi provoca la tensione nella regione!”. E invece sono stati zitti, le notizie sono arrivate solo per i bombardamenti su Stepanakert e gli insediamenti civili armeni. O la comunicazione delle FF.AA. azere è affidata a degli sprovveduti oppure… (buona la seconda)
  3. Il bilancio degli scontri ancora una volta è sfavorevole agli azeri. Solitamente chi attacca subisce il maggior numero di perdite. Se davvero è stata una controffensiva come vogliono farci credere, allora vuol dire che la prontezza all’attacco nemico da parte dei soldatini di Aliyev è davvero scarsa…
  4. La controffensiva sarebbe stata attuata – secondo Baku – per il lancio di alcune granate da parte armena contro il territorio azero; normale attività sulla linea di contatto, dobbiamo purtroppo rilevare, nel corso di trenta anni di guerra; non certo tale da giustificare una offensiva con forze terrestri e aeree.
  5. La premeditazione, visto lo schieramento di mezzi da parte delle forze azere, è fin troppo evidente; aggiungiamo che nei giorni scorsi si sono registrati invii di uomini e mezzi militari dalla Turchia all’Azerbaigian oltre a manovre congiunte provocatoriamente vicine al confine con l’Armenia
  6. Tutta la linea di contatto tra Azerbaigian e Artsakh è stata interessata dai combattimenti: qualcosa di più di una semplice risposta a provocazioni nemiche, ma l’evidenza di un preciso e studiato piano di aggressione
  7. L’Artsakh non ha alcun interesse ad alimentare la tensione lungo la linea di contatto; dispone di meno uomini e mezzi, sa che la difesa del confine ha un caro prezzo. Da mesi si registra una situazione di relativa calma, non ha senso attaccare il nemico al solo scopo di provocarlo.