Di chi è Shushi?
Ha fatto scalpore l’affermazione del Premier armeno Nikol Pashinyan qualche giorno fa nel corso di una seduta dell’Assemblea nazionale di Yerevan.
Parlando del fatto che gli azeri reclamano in diritto sulla città di Shushi (da loro occupata nel corso della guerra), il Primo ministro ha detto sostanzialmente che tale rivendicazione era tutto sommato legittima in quanto prima della guerra degli anni Novanta la popolazione era al 96% di etnia turco-azera.
Tale affermazione ha inevitabilmente, e non poteva essere diversamente, suscitato un vespaio di polemiche ma anche commenti ironici; ad esempio, qualcuno ha rivendicato l’armenità di Los Angeles in forza della nutrita comunità armena che vi risiede.
Il problema è tuttavia di natura storica. È vero che Shushi prima della guerra del 1992 era quasi esclusivamente abitata da azeri ma tale dato anagrafico era stato determinato dalle pulizie etniche, in particolare dal pogrom del 1920 allorquando i quartieri occidentali armeni furono dati alle fiamme e i ventimila abitanti armeni della città furono trucidati o costretti a fuggire.
A quell’epoca la popolazione della città superava i 43.000 abitanti e gli armeni rappresentavano oltre il 53% della popolazione. Secondo i dati del 1916 a Shushi vivevano 23.396 armeni; nel successivo censimento dieci anni più tardi la popolazione armena si era ridotta a meno di cento unità.
Shushi, la “Parigi del Caucaso”, in pochi anni si era ridotta a un paesino di circa 5000 abitanti, tutti azeri, e fino alla sua capitolazione nella prima guerra del Nagorno Karabakh era rimasto un avamposto di minaccia per Stepanakert e tutta la regione come la cronaca bellica di quel tempo ci ha ben raccontato.
Ecco perché non c’erano armeni a Shushi. Ma questo non vuol dire che non fosse (anche) armena e comunque essa si trovava ben all’interno dell’oblast sovietica del Nagorno Karabakh.
Qualsiasi concessione su Shushi è dunque assolutamente immotivata!