26° anniversario dell’accordo di cessate il fuoco

Il ministero degli Affari esteri della repubblica di Artsakh ha diramato il seguente comunicato nel 26° anniversario dell’accordo di cessate-il-fuoco sottolineando come la via pacifica alla risoluzione definitiva del conflitto passi attraverso l’esclusione di qualsiasi illusione per la possibilità di definire il conflitto con la forza e l’organizzazione di negoziati trilaterali a tutti gli effetti

“Il 12 maggio 1994, è entrato in vigore l’accordo trilaterale sulla cessazione completa del fuoco e delle ostilità firmato da Artsakh, Azerbaigian e Armenia, sotto la mediazione della Russia.

L’accordo di cessate il fuoco è stato l’unico risultato tangibile nel processo di risoluzione dei conflitti tra l’Azerbaigian e il Karabakh, ed è risultato dai negoziati trilaterali a pieno titolo, con la partecipazione diretta ed equa di una delle principali parti in conflitto: la Repubblica di Artsakh.

Il percorso verso il cessate il fuoco senza fine non è stato facile. I precedenti tentativi di porre fine alla guerra furono minati a causa della posizione dell’Azerbaigian, che, confidando nella sua superiorità tecnico-militare, sperava di risolvere il conflitto con la forza. Il successo diplomatico fu possibile solo dopo che l’Esercito di Difesa dell’Artsakh ebbe respinto l’aggressione armata dell’Azerbaigian, assicurato i confini sicuri della Repubblica e quindi minato seriamente il potenziale di Baku volto a risolvere il conflitto con la forza militare.

Un altro ostacolo sulla via dell’accordo per l’istituzione di un cessate il fuoco senza fine è stata la riluttanza dell’Azerbaigian a condurre negoziati diretti con la Repubblica di Artsakh. Tuttavia, dopo un significativo indebolimento del suo potenziale militare, la leadership azera non solo ha smesso di ostacolare il pieno coinvolgimento del governo di Stepanakert nel processo negoziale, ma in numerose occasioni ha avviato contatti diretti con le autorità di Artsakh, anche ai massimi livelli. La rimozione dell’ostacolo principale ai negoziati diretti ha permesso di concentrarsi sulle questioni sostanziali, gettando così le basi per il successivo conseguimento diplomatico ovvero l’istituzione della piena cessazione del fuoco e delle ostilità.

È difficile sopravvalutare il pieno significato dell’Accordo del 12 maggio 1994, che ha permesso di trasferire il conflitto tra l’Azerbaigian e il Karabakh sulla pista politico-diplomatica e creare condizioni per le parti, con il sostegno dei mediatori, per concentrare i loro gli sforzi esclusivamente per trovare le modalità per la risoluzione definitiva del conflitto attraverso i negoziati.
Purtroppo, questo risultato non è stato sviluppato negli anni successivi, a causa del ritorno dell’Azerbaigian alla sua precedente politica di confronto, minacce e rifiuto di negoziare direttamente con Artsakh.
L’accordo del 12 maggio 1994 dimostra che i progressi nel processo di risoluzione dei conflitti dipendono da due condizioni chiave: esclusione di qualsiasi illusione per la possibilità di risolvere il conflitto con la forza e organizzazione di negoziati trilaterali a tutti gli effetti, in cui ciascuna delle parti al conflitto negozia per proprio conto e sulle questioni di sua competenza.

La Repubblica di Artsakh ribadisce il suo impegno per la soluzione esclusivamente pacifica del conflitto ed esercita coerenti sforzi per mantenere pienamente il cessate il fuoco, pur essendo pronta a prevenire in modo decisivo qualsiasi tentativo dell’Azerbaigian di scatenare un’altra aggressione“.

[traduzione redazionale]