A rischio i monumenti armeni in Artsakh. Il rapporto dell’ombudsman

E’ stato pubblicato oggi dall’ufficio dell’Ombudsman (difensore diritti umani) dell’Artsakh un rapporto sul patrimonio culturale e architettonico che si trova ora in territori occupati dall’Azerbaigian.

Ci sono circa 4.000 siti culturali armeni, tra cui 370 chiese, 119 fortezze e altri monumenti storici e culturali nella Repubblica dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Le chiese risalgono dal 4° al 21° secolo. I suoi preziosi siti archeologici, in particolare l’antica città di Tigranakert of Artsakh, hanno una datazione che va dal I sec. A.C. al XIII sec. d.C.

In base alla dichiarazione trilaterale sul cessate il fuoco del 9 novembre 2020 tra la Repubblica di Armenia, la Repubblica dell’Azerbaigian e la Federazione Russa, almeno 1.456 monumenti di spicco storici e culturali inamovibili sono caduti sotto il controllo azero, comprese 161 chiese armene, il sito archeologiciodi Tigranakert, la grotta paleolitica di Azokh, le tombe di Nor Karmiravan, Mirik, Keren e monumenti architettonici come palazzi, ponti e quartieri storici. Inoltre, nei territori che passarono sotto il controllo azero, c’erano 8 musei e gallerie statali con 19311 reperti , così come lo “Shushi Carpet Museum” e lo “Shushi Armenian Money Museum” che operavano su base privata.

Ci sono serie preoccupazioni per la conservazione di questi siti storici sotto il controllo azero. Data la pratica dell’Azerbaigian di distruzione sistematica del patrimonio culturale armeno nei suoi territori negli ultimi decenni, queste preoccupazioni non sono fuori luogo. Due esempi flagranti sono la distruzione totale dell’antico cimitero armeno di Julfa a Nakhichevan tra il 1997-2006, in cui un totale di 28.000 monumenti (comprese 89 chiese medievali; 5.840 khachkar unici intagliati a mano (pietre incrociate) e 22.000 antiche lapidi furono distrutte e la distruzione di monumenti armeni del villaggio Tsar nella regione di Karvachar (Kelbajar). Inoltre, nonostante il breve periodo di controllo, vi sono già una serie di casi noti di vandalismo contro il patrimonio culturale armeno in Artsakh nei luoghi occupati dall’Azerbaigian durante la guerra del 27 settembre-9 novembre.

Il revisionismo storico dell’Azerbaigian è dilagante nella regione ed è stato attuato attraverso la sistematica “albanizzazione” dei beni culturali armeni sin dagli anni ’50. Nel tentativo di rafforzare i suoi legami con queste terre, l’Azerbaigian rivede e riscrive la storia affermando che le chiese armene e le pietre della croce appartengono agli albanesi caucasici e che gli albanesi caucasici sono gli antenati dei popoli azeri. L’obiettivo è sradicare le radici storiche dei popoli armeni nella regione e quindi diminuire il loro diritto a vivere e governare queste aree mentre si fabbrica una presenza storica azerbaigiana.

Questo rapporto mira a evidenziare l’urgente richiesta nell’adozione di misure per proteggere il patrimonio culturale armeno nella Repubblica dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) e prevenirne la distruzione una volta sotto il controllo dell’Azerbaigian.

Dopo che il 9 novembre 2020 è stato stabilito un cessate il fuoco, l’UNESCO ha proposto sia all’Armenia che all’Azerbaigian di inviare una missione indipendente di esperti per redigere un inventario preliminare di importanti siti del patrimonio storico e culturale in e intorno al Nagorno-Karabakh come primo passo verso l’efficace salvaguardia del patrimonio della regione. Allo stesso scopo, i membri del Comitato intergovernativo della Convenzione dell’Aia del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato e il suo secondo protocollo (1999), hanno adottato una dichiarazione l’11 dicembre 2020 e hanno accolto con favore l’iniziativa dell’UNESCO e ha confermato la necessità di una missione per fare il punto della situazione sui beni culturali nel Nagorno-Karabakh e nei dintorni. Il Comitato ha chiesto a ciascuna delle parti di rendere possibile la missione.

Nonostante l’urgenza della questione riconosciuta dall’UNESCO, il governo azero crea un ostacolo all’arrivo della missione non rispondendo alla richiesta.

La prima parte di questo rapporto stabilisce il deliberato targeting del patrimonio culturale armeno durante la recente guerra, in violazione della Convenzione dell’Aia del 1954, di cui sono parti sia la Repubblica dell’Azerbaigian che la Repubblica di Armenia, e la seconda parte esamina la politica dell’Azerbaigian La propaganda sponsorizzata dallo stato mirava ad appropriarsi del patrimonio culturale armeno come proprio e / o a ripulire ogni traccia di armenità nelle regioni sotto il controllo azerbaigiano.

QUI E’ POSSIBILE SCARICARE IL RAPPORTO COMPLETO (in inglese)

LISTA DEI MONUMENTI ARMENI FINITI SOTTO CONTROLLO AZERO

TOTALEASKERANHADRUTKASHATAGHMARTUNII
Monasteri e chiese1611356269
Khatchkar5915014410814
pietre tombali e iscrizioni3451921421
cimiteri e sepolture1081144139
fortezze e palazzi4328182
altri monumenti 2081628172
TOTALE145611130222437