Junker (EU) all’Azerbaigian: cessate il fuoco!

Il presidente della Commissione Europea risponde così alla deputata azera dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. E le sue parole, accompagnate dagli applausi dei membri, suonano come l’ennesima condanna  per l’aggressione al Nagorno Karabakh. 

(19 aprile 2016) – Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Junker, nel corso del suo intervento all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha invitato le autorità dell’Azerbaigian a cessare il fuoco in Nagorno Karabakh.

Al rappresentante della delegazione azera Pashayeva, che gli aveva rivolto una domanda sul conflitto in Nagorno Karabakh e la questione dei profughi azeri, Junker ha risposta seccamente: «La sola cosa che posso dire all’Azerbaigian è di fermare gli spari, di fermare i combattimenti». Sono seguiti applausi dai membri dell’Assemblea.

Mai in precedenza, alcun alto esponente della Commissione Europea si era così apertamente e direttamente rivolto all’Azerbaigian e una tale risposta testimonia come l’opinione pubblica e politica dell’Europa abbia condannato l’aggressione azera di inizio mese al Nagorno Karabakh. Nonostante i tentativi di Baku di far passare le battaglie di inizio mese come una improbabile “aggressione armena”, con il passare dei giorni è emersa con chiarezza l’aggressione azera al Nagorno Karabakh.

Aliyev è rimasto solo. Con lui il fedele Pedro Agramunt, presidente P.A.C.E., noto per le sue posizioni filo azere e, almeno in Italia, qualche prezzolato giornalista di secondo piano che ha sentito l’irresistibile tentazione di appoggiare la politica guerrafondaia dell’Azerbaigian.

Il bombardamento premeditato di edifici residenziali nonché lo scempio dei cadaveri di civili e soldati armeni ha convinto anche gli scettici sulla brutalità dell’intervento azero. Si sono moltiplicate le voci di infiltrazioni Isis nelle file dell’esercito di Baku. Molta stampa qualificata internazionale ritiene che l’azione dell’Azerbaigian avrà riflessi negativi per le relazioni del Paese.

Intanto continuano le provocazioni lungo la linea di contatto con la repubblica del Nagorno Karabakh e quasi ogni giorno giungono notizie di soldati armeni feriti o uccisi dai tiri nemici.

Nella prima mattina è caduto il giovane Gevorg Gevorgyan, il 18 un tentativo di incursione all’altezza di Akna (Agdam) ha provocato il ferimento di altri due soldati dell’Esercito di Difesa del Karabakh, il 15 Hamlet  Hajoyan Manvel Grigoryan sono caduti vittime di colpi di mortaio.

Oggi il vice presidente dell’Assemblea Nazionale dell’Armenia, Eduard Sharmazanov, in visita di lavoro a Mosca per il forum dei paesi euroasiatici, ha pronunciato forti parole di condanna verso l’Azerbaigian: «La provocazione criminale da Azerbaijan dimostra che questo paese si mette fuori del diritto internazionale, e rifiuta gli appelli da parte dei Paesi co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE   così come della comunità internazionale, affinché non venga fatto uso della forza e si instauri un clima di fiducia». Sharmazanov ha concluso il suo intervento affermando che «il popolo dell’Artsakh [(Nagorno-Karabakh)] ha risposto ‘¡No pasarán! [vale a dire Non passeranno] di fronte all’aggressione dell’Azerbaijan».