Il presidente dell’Armenia ridicolizza il delegato azero….

Nel suo intervento all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE), il presidente dell’Armenia risponde fermamente (ma anche ironicamente…)  alle provocazioni del delegato azero

Il presidente dell’Armenia, Serzh Sargsyan, è intervenuto all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. Al termine del suo discorso ufficiale i deputati hanno avuto la possibilità di rivolgere alcune domande all’ospite. Il question time si è svolto regolarmente fin tanto che non ha preso la parola l’azero Samed Seydov. Questi con eccessiva foga ha attaccato gli armeni accusandoli con il classico e retorico tema della “occupazione” e del massacro di Khojaly.

Il presidente dell’Armenia non ha perso la calma. Con la massima tranquillità ha risposto all’interlocutore. Qui di seguito uno stralcio del passaggio. Dietro l’ironia di taluni affermazioni sta la forza della ragione di un popolo.

«Io ho partecipato alla giusta lotta del popolo del Nagorno Karabakh. Perché non ho menzionato gli incidenti a Khojaly che Lei chiama “genocidio”? È stato per la semplice ragione che subito dopo questi dolorosi eventi, Ayaz Mutallibov, Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, ha dichiarato, con grande dettaglio e in modo informato, fatti che mostrano chiaramente chi ha effettivamente organizzato e portato a termine questi massacri. (NdR: fu il Fronte Popolare azero a organizzare il massacro per mettere in cattiva luce il presidente Mutalibov in carica).

Il genocidio non è una buona cosa. Sopravvivere a un genocidio non è un onore; è una sofferenza. Deploro molto la tendenza in Azerbaigian a volere qualunque cosa abbiano avuto gli armeni. Questo non è ammissibile. Perché ha bisogno di chiamare qualcosa che non è mai accaduto – e, in particolare, che non è stato portato avanti dagli armeni – “un genocidio“?

Per quanto riguarda quelle organizzazioni internazionali, gli impegni assunti e il nostro adempimento di questi, Lei ha semplicemente torto. Non esiste un’organizzazione internazionale che avrebbe adottato una decisione che sarebbe stata respinta dall’Armenia. Ha provato a ricordare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il mio consiglio a voi, quando andate su un argomento, sarebbe quello di entrare davvero in esso e studiarlo. Il mondo sa che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non ha mai discusso la questione del Nagorno Karabakh. Nel 1993, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato quattro risoluzioni sull’arresto delle ostilità nell’area del Nagorno Karabakh.

Dopo ogni risoluzione, l’Azerbaigian ha detto che non avrebbe fermato i combattimenti. Ha tentato nuove offensive e attacchi, ma come al solito ha subito perdite. In queste quattro risoluzioni, l’unico impegno in Armenia era di usare la sua reputazione, autorità e influenza per fermare le ostilità. A credito dell’allora governo dell’Armenia, abbiamo onorato questo unico impegno. L’Azerbaigian, l’unico responsabile delle ostilità, non è riuscito a fermare i combattimenti.

Come sapete, nel 1994 fu firmato l’accordo di cessate il fuoco, ma fu firmato sotto l’influenza di altri fattori, non per la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Sfortunatamente, le disposizioni di quell’accordo sul cessate il fuoco non vengono onorate. L’accordo afferma chiaramente che le ostilità devono cessare e, per una soluzione politica, deve essere avviato un ampio processo di dialogo. Come le Sue stesse parole illustrano chiaramente, Lei vuole di più in questo processo di negoziazione – vuole ciò che è impossibile. Vuole che il Karabakh finisca in Azerbaigian. Sfortunatamente, poiché la xenofobia in Azerbaigian è andata così lontano questo equivale a dire esplicitamente che voi avete bisogno  del Karabakh, ma senza gli armeni. Questo è impossibile. Non succederà mai.

L’essenza della lotta del popolo del Nagorno Karabakh è molto semplice. È una lotta per la libertà e l’autodeterminazione, e sono sicuro che quella lotta non può avere altro che un esito positivo».

(traduzione italiana e grassetto a cura della redazione)