12 maggio, un accordo sempre valido…

Il 12 maggio 1994 fu firmato l’accordo di cessate-il-fuoco.  Oggi più che mai è necessario che venga rispettato dagli azeri

«Il 12 maggio 1994 è entrato in vigore un accordo senza scadenza sul cessate il fuoco e la cessazione delle ostilità, firmato dalla Repubblica del Nagorno Karabakh, dalla Repubblica dell’Azerbaigian e dalla Repubblica di Armenia attraverso la mediazione della Federazione Russa. Questo accordo, così come l’accordo trilaterale del 6 febbraio 1995 sul rafforzamento del cessate il fuoco, firmato sotto gli auspici dell’OSCE, rimane ancora l’unico vero risultato, che ha gettato le basi per i colloqui di pace e creato le condizioni per le attività dei mediatori. Questo accordo ha giocato e continua a svolgere un ruolo importante per la regione» ha dichiarato Davit Babayan, portavoce del Presidente della repubblica di Artsakh, nel 24° anniversario della firma.

Secondo Babayan, quell’accordo ha svolto un ruolo importante per l’instaurazione della stabilità nella regione e ha sottolineato che secondo quell’accordo sono state salvate decine di migliaia di vite, dal momento che non era chiaro cosa sarebbe successo se non fosse stato firmato. Tale accordo ha anche svolto un ruolo importante per l’Azerbaigian, dal momento che nel 1994 l’Azerbaigian stava affrontando un completo collasso e, se quell’accordo non fosse stato firmato, forse l’Azerbaigian di oggi non esisterebbe come stato.

«Ma il nostro obiettivo non era il crollo dello stato dell’Azerbaigian, non era quello di organizzare il massacro del popolo azerbaigiano. Il popolo azerbaigiano non è un nemico per noi, sono le autorità azere che diffondono ostilità. Pertanto vogliamo che l’accordo venga mantenuto e in seguito sia un accordo globale tra l’Azerbaigian e l’Artsakh. La Repubblica di Artsakh dovrebbe essere riconosciuta» ha ribadito il portavoce presidenziale dell’Artsakh.

Babayan ha dichiarato che l’accordo del maggio 1994 ha funzionato quasi ininterrottamente per ventidue anni, poi nell’aprile 2016, infatti, ha cessato di esistere per diversi giorni perché l’Azerbaijan ha scatenato la guerra.

«E’ di nuovo entrato in vigore in seguito poiché è un accordo senza scadenza e senza precondizioni. Durante la guerra di quattro giorni di aprile, l’Azerbaijan stava cercando di gettare un’ombra su quel documento, ma i mediatori, così come la comunità internazionale, ne hanno sottolineato l’importanza. Questo accordo deriva anche dagli interessi dei centri di potere mondiali» ha osservato Davit Babayan.

Oggi più che mai la comunità internazionale deve spingere affinché gli azeri rispettino il documento di cessazione delle ostilità e riconoscano il diritto alla autodeterminazione della repubblica di Artsakh. Il primo passaggio fondamentale è che i rappresentanti di questa possano sedere al tavolo delle trattative negoziali così come fecero ventiquattro anni or sono.