1918-1922

Dopo la rivoluzione del 1917 il Karabakh entrò a far parte della Repubblica Federativa Democratica Transcaucasica  che comprendeva le Repubbliche Democratiche di Armenia, Georgia ed Azerbaigian.

Il 22 luglio 1918 il Primo Congresso degli armeni dell’Artsakh proclamò la regione indipendente; questa decisione provocò la violenta reazione dell’Azerbaigian che, spalleggiato dalla Turchia (nonché dagli inglesi che avevano forti interessi economici nell’area), reclamava – peraltro senza alcuna motivazione giuridica – la regione.

Nell’estate del 1919 a fronte del rischio di invasione da parte dell’esercito azero il Congresso del popolo karabakho fu costretto a negoziare con Baku al fine di evitare un probabile spargimento di sangue.
Fu dunque definito che in attesa delle risoluzioni della preannunciata Conferenza di pace di Parigi l’Azerbaigian avrebbe amministrato il Karabakh. Invero le milizie azere non entrarono nella regione che mantenne la sua completa autonomia decisionale.
Nella primavera del 1920  forze turco azere penetrarono nel territorio dell’Artsakh colpendo particolarmente la capitale Shushi il cui quartiere armeno venne raso al sulo.

Il 26 maggio il Congresso del popolo karabakho dichiara la sovietizzazione della regione secondo il nuovo corso politico già in atto nell’Azerbaigian ed accoglie la richiesta del soviet azero di confluire sotto il suo controllo.
Tale decisione politica determina scontri tra la popolazione armena e l’autorità centrale.

Il 30 novembre 1920 anche l’Armenia diviene una repubblica socialista sovietica. Nel messaggio di congratulazioni che proviene dal Comitato Rivoluzionario dell’Azerbaigian ed è firmato dal Commissario Narimanov si legge che «da ora tutti i confini tra Armenia ed Azerbaigian sono annullati. Nagorno Karabakh, Zangezur e Nakhichevan sono riconosciuti come composite parti della Repubblica Socialista Armena».
Nel 1921 l’Ufficio Caucaso del partito comunista russo, al fine di chiarire gli esatti confini tra le repubbliche sovietiche, crea una commissione  che riconosce il Karabakh come parte integrante dell’Armenia.

Ma con una decisione a sorpresa il Comitato Centrale del partito sotto la presidenza di Stalin ribalta tale decisione ed assegna senza alcuna ragione politica e giuridica (se non per precisa volontà dello stesso Stalin di intrattenere buoni rapporti con la Turchia di Ataturk) la regione al controllo dell’Azerbaigian.

Stessa sorte subisce la provincia del Nakhichevan.
L’istituzione nel marzo del 1922 della “Repubblica Socialista Federativa Sovietica Transcaucasica” (che resterà in vita fino al 1936) pone sostanzialmente una provvisoria fine a tutti i contenziosi di natura territoriale. Un’unica entità statale che inglobava la Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian e che fa il suo ingresso ufficiale nell’Urss il 30 dicembre.
Peraltro, dovranno passare ancora molti mesi prima che, dietro le richieste del Kavbureau, venga ufficialmente formata la “Regione Autonoma del Nagorno Karabakh” (Nagorno Karabakh Autonomous Oblast, NKAO) con un decreto della Commissione Elettorale Centrale del 7 luglio 1923.
Solo una porzione dell’originario territorio karabakho diviene parte di questa nuova entità territoriale, mentre altri territori ugualmente popolati da armeni, finiscono direttamente sotto l’amministrazione azera.

(per un approfondimento storico del periodo si veda il volume “Le ragioni del Karabakh” – sezione Biblioteca)