Tag Archivio per: Caucaso

Perché gli scontri di frontiera tra Armenia e Azerbaijan rischiano di essere un problema per l’Unione Europea (Euronews, 1 giu)

Armenia: il governo vuole svendere il Nagorno Karabakh? (East journal, 3 giu)

Armenia-Azerbaijan: il format Bruxelles (Osservatorio Balcani Caucaso, 9 giu)

Armenia-Azerbaigian, Lavrov: “Russia lavora per normalizzare i rapporti” (QuotidianPost, 10 giu)

Artsakh – Premier armeno commenta accordo trilaterale (Assadakah, 14 giu)

Da dove tutto rinascerà. La lezione della storia è chiara: il resto di Israele oggi sono gli Armeni (Korazym, 22 giu)

Sosé Balasanyan grande patriota e atleta di arti marziali (Assadakah, 28 giu)

Armenia: proteste contro il premier (Atlante guerre, 4 mag)

Manifestazioni e violenti scontri, cosa sta succedendo in Armenia? (Orgoglionerd, 6 mag)

Armenia: la lunga fase post-bellica (Osservatorio Balcani Caucaso, 11 mag)

Decenni di miseria per le persone anziane a causa del conflitto del Nagorno-Karabakh: due nuovi nostri rapporti (Amnesty international, 17 mag)

Torino – Mirzoyan: “Consiglio d’Europa intervenga su conseguenze umanitarie in Artsakh” (Assadakah, 22 mag)

L’UE negozia la pace tra Armenia e Azerbaigian (Euronews, 23 mag)

Vertice tra Armenia e Azerbaijan per un patto di pace (Assadakah, 24 mag)

CAOS IN ARMENIA/ “Noi e l’Ucraina, pedine del Nuovo grande gioco” (Il sussidiario, 26 mag)

Charles Michel: l’incontro Pashinyan-Aliyev “franco e produttivo” (Osservatorio Balcani Caucaso, 27 mag)

L’Artsakh e l’Armenia rispondono alle provocazioni del dittatore azero… Korazym, 29 mag)

Occorre l’intervento della Comunità Internazionale dopo le minacce di Aliyev (Assadakah, 29 mag)

(31 mag 22) ALTRO TOUR AZERO PER DIPLOMATICI – Le autorità azere hanno organizzato un’altra “escursione” per diplomatici stranieri nella storica regione armena di Karvachar, chiamata “Kelbajar” in Azerbaigian. Sono stati informati della costruzione di un tunnel sull’autostrada Toganaly-Kelbajar-Istisu-Lachin, della centrale idroelettrica di Kalbajar-1, del tunnel di Murovdag in costruzione, la moschea nella città di Kalbajar, la Piazza della Bandiera, il museo di storia locale, le antiche statue di pietra, l’edificio della scuola di scacchi e del sanatorio Istisu. La visita a Karvachar è già la nona. Al viaggio partecipano oltre 80 diplomatici e rappresentanti militari di oltre 50 paesi e 10 organizzazioni internazionali.

(29 mag 22) MORTO IL SOLDATO FERITO – Il ministero della Difesa dell’Armenia comunica che Davi Vahan Vardanyan, il soldato rimasto ferito da colpi di arma da fuoco sparati dalle postazioni azere nella giornata di ieri, è deceduto nell’ospedale dove era stato ricoverato in condizioni critiche. Il ministero degli Esteri di Yerevan ha rilasciato un duro comunicato di condanna per l’ennesima provocazione azera.

(28 mag 22) RISPOSTA ARMENA AD ALIYEV – Il Ministro di Stato dell’Artsakh, Beglaryan, ha risposto alle dichiarazionbi del presidente azero che ha affermato ieri che non esiste alcun Nagorno Karabakh e la questione è chiusa. Qui un sunto delle dichiarazioni del ministro. Anche il ministro degli Esteri dell’Armenia, Mirzoyan, ha voluto replicare alla dichiarazione del presidente azerbaigiano Ilham Aliyev secondo cui non esiste il Nagorno Karabakh, il conflitto del Nagorno Karabakh è risolto, non esiste il Gruppo di Minsk dell’Osce.
Mirzoyan ha sottolineato che possono mostrare un documento firmato dal presidente azerbaigiano ancora in vigore, che dice che c’è il Nagorno Karabakh, e questo documento è la dichiarazione trilaterale firmata il 9 novembre 2020. Sottolinea Ararat Mirzoyan che firmando il documento, il presidente dell’Azerbaigian ha riconosciuto l’esistenza del Nagorno Karabakh, e questo è un fatto irreversibile peraltro evidenziato anche in molte dichiarazioni internazionali. Inoltre, il Gruppo di Minsk dell’Osce non è stato creato dall’Azerbaigian, ma dalla comunità internazionale, quindi l’Azerbaigian non può dissolverlo o considerare conclusa la sua missione.

(28 mag 22) CORTEO A STEPANAKERT – Un corteo di protesta, partito dalla cattedrale Surb Hakob e diretto a piazza della Rinascita, si è snodato oggi per le vie di Stepanakert. I manifestanti, alcune migliaia, criticano la politica del premier dell’Armenia Pashinyan riguardo la soluzione del contenzioso sull’Artsakh.

(28 mag 22) VIOLAZIONE AZERA – Intorno alle 10:40 ora locale, unità delle forze armate dell’Azerbaigian hanno aperto il fuoco con armi da fuoco di vario calibro, compresi i fucili di precisione, contro le posizioni dell’Armenia nella parte sudorientale del confine tra Armenia e Azerbaigian. A seguito di ciò il soldato Davit Vardanyan, un coscritto, ha ricevuto una ferita da arma da fuoco.
La situazione del militare è giudicata grave. Con azioni di rappresaglia delle forze armate dell’Armenia, il fuoco delle unità azere è stato messo a tacere.

(28 mag 22) PRIMA REPUBBLICA ARMENA – In occasione della Giornata della Prima Repubblica d’Armenia, il 28 maggio il presidente dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) Arayik Harutyunyan ha visitato lo Stepanakert Memorial e il Pantheon militare per rendere omaggio.

(27 mag 22) INCONTRO CON SINDACO PARIGI – Il presidente della repubblica Harutyunyan ha incontrato nella città di Goris (Armenia) la sindaca di Parigi Anne Hidalgo. Successivamente, si è tenuto un incontro esteso al quale hanno partecipato rappresentanti delle autorità legislative ed esecutive dell’Artsakh, l’ambasciatore dell’Armenia in Francia Tolmajyan, membri dell’ARF e rappresentanti del Consiglio di coordinamento delle organizzazioni armene in Francia.

(27 mag 22) ULTIMO GIORNO DI SCUOLA – Per 923 studenti di 106 scuole di istruzione secondaria dell’Artsakh è suonata la campanella dell’ultimo giorno del ciclo scolastico.

(26 mag 22) VALORI CULTURALI – La conservazione e la divulgazione dei valori culturali di Artsakh è una delle questioni più importanti secondo quanto affermato dal ministro dell’Istruzione, della scienza, della cultura e dello sport della Repubblica dell’Artsakh Anahit Hakobyan durante una conferenza stampa tenutasi oggi. “Abbiamo perso 114 istituzioni culturali ed educative, le nostre mostre museali, 109 chiese, 14 monasteri, 16 cappelle, 14 santuari; abbiamo perso la maggior parte del nostro territorio storico di Artsakh. La conservazione e la divulgazione dei nostri valori culturali è la questione più importante oggi.” Il ministro ha osservato che molto lavoro è stato fatto in ambito culturale e che tutti gli eventi avviati proseguiranno.

(26 mag 22) AZERI RESTITUISCONO SOLDATO ARMENO – L’Azerbaigian ha rimandato in Armenia il soldato armeno Eduard Martirosov catturato il 23 aprile al confine della regione di Syunik. Il coscritto dell’unità militare N delle forze armate armene era scomparso durante il tragitto dall’unità militare a una base militare. Secondo il servizio stampa del ministero della Difesa armeno, il trasferimento odierno è avvenuto in conformità con l’accordo raggiunto il 22 maggio in una riunione trilaterale a Bruxelles e attraverso la mediazione del comandante delle forze di pace russe ad Artsakh, il maggiore generale Andrei Volkov.

(25 mag 22) BABAYAN IN SUD OSSEZIA – Si è conclusa oggi la visita iniziata il 23 del ministro degli Affari esteri dell’Artsakh David Babayan nella Repubblica dell’Ossezia del Sud per partecipare alla cerimonia di inaugurazione del neoeletto Presidente della Repubblica Alan Gagloev. Secondo il servizio stampa del Ministero degli Affari Esteri, alla cerimonia di inaugurazione, il ministro degli Esteri dell’Artsakh ha letto un messaggio di congratulazioni del presidente della RA Arayik Harutyunyan. Durante la visita, il Ministro degli Affari Esteri è stato ricevuto dal Presidente dell’Ossezia del Sud Alan Gagloev. C’è stato anche un incontro con il ministro degli Esteri ad interim Dmitry Medoev. Durante gli incontri è stata discussa un’ampia gamma di questioni relative alle relazioni Artsakh-Ossezia meridionale e ai processi regionali. È stata sottolineata l’importanza di uno sviluppo coerente e dell’approfondimento delle relazioni, l’ampliamento della cooperazione tra le varie strutture statali e pubbliche.

(25 mag 22) PRIGIONIERI ARMENI – Il Primo ministro dell’Armenia, Pashinyan, nel corso di una seduta parlamentare ha affermato che uno degli argomenti principali discussi a Bruxelles è stato il ritorno dei prigionieri. Secondo lui, la posizione dell’Unione Europea e delle organizzazioni internazionali è che gli armeni detenuti in Azerbaigian dovrebbero essere riportati in patria il prima possibile ma l’Azerbaigian cerca costantemente di collegare il ritorno dei prigionieri con alcune condizioni aggiuntive. L’Armenia non è d’accordo con questa posizione di Baku. Ha anche affermato che 39 prigionieri armeni sono detenuti in Azerbaigian fino ad oggi. Le loro identità sono state confermate. Il difensore civico di Artsakh ha recentemente osservato che oltre ai 38 militari e civili confermati da Baku, ci sono prove che altri 80 armeni sono detenuti in Azerbaigian.

(25 mag 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il Presidente della Repubblica ha presieduto una seduta allargata del Consiglio di Sicurezza che è stata convocata a seguito della lettera indirizzata al Presidente della Repubblica dai partiti politici, presentata al Parlamento della Repubblica dell’Artsakh il 24 maggio.
Il Capo dello Stato ha sottolineato che la formulazione sulla garanzia dei “diritti e sicurezza della popolazione di etnia armena del Karabakh” nella dichiarazione del presidente del Consiglio europeo Charles Michel è altamente inaccettabile per il popolo e le autorità dell’Artsakh, osservando che non riflette le richieste e le aspirazioni degli armeni dell’Artsakh, basate sul diritto dei popoli all’autodeterminazione, che sono state chiaramente formulate per la comunità internazionale negli ultimi trent’anni. Harutyunyan ha incontrato il premier dell’Armenia e ha discusso dell’incontro Pashinyan-Aliyev tenutosi a Bruxelles il 22 maggio: in tale contesto ha ribadito ancora una volta che il diritto esclusivo di determinare la sorte e lo stato di Artsakh appartiene al popolo e alle autorità di Artsakh. Nelle parole del presidente, il primo ministro Pashinyan ha sottolineato che nessuno può, né intende firmare alcun documento alle spalle del popolo armeno e dell’Artsakh. Se c’è una proposta concreta per soluzioni concrete, sarà discussa con le autorità dell’Artsakh e il pubblico sarà adeguatamente informato.
Il presidente Harutyunyan ha sottolineato che la Repubblica dell’Artsakh persegue incrollabilmente la via del riconoscimento internazionale dell’indipendenza attraverso la piena e incondizionata realizzazione del diritto del suo popolo all’autodeterminazione e che l’adeguata fornitura dei diritti e della sicurezza del popolo dell’Artsakh è possibile solo al di fuori dell’Azerbaigian.

(25 mag 22) ARTSAKH IN LIBANO – Su invito della comunità armena, la delegazione guidata dal presidente del parlamento dell’Artsakh Artur Tovmasyan ha visitato il Libano. La delegazione comprende il capo della fazione dell’ARF Artur Mosiyan, il viceministro degli esteri Armine Aleksanyan e il consigliere del presidente del Parlamento Karen Vanyan. La delegazione dell’Artsakh ha prima visitato il villaggio armeno di Anjar in Libano, dove è stata accolta dal sindaco e dai rappresentanti del Comitato “Montagna Rossa”. I membri della delegazione hanno anche visitato la galleria della città, la chiesa di St. Boghos e il memoriale di Musa Dagh. Poi si sono incontrati con la popolazione armena del villaggio. Il Presidente del Parlamento ha presentato i libanesi-armeni sulla situazione socio-economica prebellica e postbellica dell’Artsakh, sul passato e sui progetti in corso. Ha toccato le numerose dichiarazioni e interviste del Presidente dell’Artsakh, del Presidente del Parlamento e delle fazioni parlamentari sulle questioni relative allo status dell’Artsakh e al diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh. Nelle sue osservazioni Artur Tovmasyan ha evidenziato il ruolo del contingente di peacekeeping russo come garante affidabile della sicurezza del popolo dell’Artsakh.

(25 mag 22) RUSSIA E UNIONE EUROPEA – Il rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato che Mosca vede persistenti tentativi da parte dell’UE di intervenire nel processo di accordi trilaterali ai più alti livelli di Armenia, Azerbaigian e Russia. Zakharova ha osservato che l’obiettivo strategico della Russia è trasformare il Caucaso meridionale in una zona di stabilità e prosperità, per promuovere questo processo. “Uno dei compiti chiave su questo percorso è la normalizzazione globale delle relazioni tra Yerevan e Baku per stabilire una pace duratura. La base degli sforzi in questa direzione sono gli accordi trilaterali dei leader, di cui abbiamo più volte parlato e che vengono costantemente applicati. La Russia sta assistendo Yerevan e Baku su tutti i binari, compreso lo sblocco delle comunicazioni di trasporto, la delimitazione dei confini, l’instaurazione di pubbliche relazioni e lo sviluppo di un trattato di pace“, ha osservato Zakharova.

(25 mag 22) COMMISSIONE CONFINI – Il secondo incontro delle commissioni di Armenia e Azerbaigian sulla delimitazione dei confini si terrà a Mosca la prossima settimana secondo quanto dichiarato ai giornalisti da Andrei Rudenko, vice ministro degli Esteri russo. Nell’ambito dell’attuazione degli accordi raggiunti tra i due Paesi, sulla base delle relative istruzioni, ieri si è tenuta la prima riunione mentre la terza è in programma a Bruxelles.

(24 mag 22) INCONTRO SU DELIMITAZIONE CONFINI – Il vicepremier armeno Mher Grigoryan ha incontrato il suo omologo azerbaigiano Shahin Mustafayev al confine interstatale tra Armenia e Azerbaigian. L’incontro si è svolto nell’ambito dell’attuazione degli accordi raggiunti tra i due paesi, nell’ambito del lavoro congiunto delle commissioni sulle questioni di sicurezza delle frontiere e sulla delimitazione del confine statale armeno-azero . Le parti hanno riaffermato la loro disponibilità a lavorare all’interno delle commissioni sulla demarcazione delle frontiere e altre questioni rilevanti, comprese le questioni di sicurezza delle frontiere. I due hanno anche discusso questioni organizzative e procedurali delle attività congiunte delle commissioni e hanno concordato l’opportunità di utilizzare varie sedi per ulteriori riunioni delle commissioni. È stato raggiunto un accordo per tenere il secondo incontro a Mosca e il terzo a Bruxelles.

(24 mag 22) MOSCHEE NEI TERRITORI OCCUPATI – Il vicepresidente del Comitato statale per il lavoro con le organizzazioni religiose ha dichiarato in una conferenza stampa che sono in corso lavori di costruzione di moschee a Shushi, Hadrut e Mataghis, città occupate dagli azeri con la guerra del 2020.

(23 mag 22) COMMISSIONE CONFINI – A seguito del evrtice di ieri il presidente dell’Azerbaigian Aliyev ha istituito una commissione statale per la demarcazione del confine con l’Armenia guidata dal vice Primo ministro Shahin Mustafayev; Il premier armeno Pashinyan a sua volta ha firmato il decreto che istituisce analogo organismo guidato dal suo vice Mher Grigoryan.

(23 mag 22) ATTIVITA’ AZERE – Una nuova strada che bypassa il corridoio di Lachin è in costruzione secondo quanto dichiarato dal difensore civico di Artsakh Gegham Stepanyan in una conversazione con i giornalisti. “Secondo le mie informazioni, andrà oltre Berdzor e Aghavno. Non c’è ancora una decisione finale sulla popolazione armena di questi insediamenti. Insistiamo sul fatto che la popolazione armena viva lì“, ha osservato il difensore civico. Da notare, ora ci sono circa 150 persone a Berdzor e la scuola non funziona. Prima dell’aggressione azerbaigiana nel 2020, lì vivevano circa millecinquecento persone. Alla domanda se l’intensa costruzione intorno a Shushi sia pericolosa, Gegham Stepanyan ha detto: “Certo che è pericoloso, e prima di tutto perché gli azeri hanno occupato i nostri territori e stanno costruendo illegalmente sul nostro territorio“.

(23 mag 22) ESITI VERTICE TRILATERALE – Al termine del lungo vertice di Bruxelles, il Capo della Commissione europea Charles Michel ha pubblicato sul sito web della Commisione una nota che rissume gli argomenti trattati. Qui la versione in italiano.

(22 mag 22) NO COMMENT PRESIDENZIALE – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha categoricamente rifiutato di commentare l’incontro in corso a Bruxelles tra il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev. Arayik Harutyunyan, che sta partecipando a un forum a Stepanakert, non ha risposto alle domande della stampa, nemmeno ritenendo necessario fermarsi. Tuttavia, i giornalisti, seguendo l’uscente Harutyunyan, hanno rivolto la domanda se avesse un’opinione sull’incontro Pashinyan-Aliyev a Bruxelles, a cui il presidente del Karabakh ha scosso la testa senza voltarsi – o in segno di riluttanza a parlare, oppure mancanza di opinione.

(22 mag 22) INCONTRO ARMENO-AZERO – A Bruxelles si incontrano Pashinyan e Aliyev con il Capo della Commissione europea Michel a fare gli onori di casa. Il precedente incontro si era tenuto il 6 aprile, sempre su iniziativa europea.

(22 mag 22) STATUS ARTSAKH – L’Armenia dovrebbe chiarire cosa significa quando si parla dello status finale di Artsakh, ha detto ai giornalisti il ​​difensore civico di Artsakh Gegham Stepanyan, rispondendo alla domanda che l’Armenia non insiste inequivocabilmente sull’autodeterminazione. “La posizione dell’Armenia, riflessa in sei punti, rileva la previsione di una vita sicura per il popolo dell’Artsakh e il chiarimento dello status finale dell’Artsakh. Credo che l’Armenia dovrebbe chiarire cosa significa dicendo “status definitivo”, e almeno chiarire che questo status non significa far parte dell’Azerbaigian“. All’osservazione che uno dei deputati di governo in Armenia ha annunciato una tale possibilità, Gegham Stepanyan ha reagito: “Per noi questa opzione è inaccettabile. Il popolo di Artsakh non accetterà una tale opzione di soluzione“. Riguardo alla nota affermazione secondo cui la comunità internazionale chiede di “abbassare l’asticella”, il Mediatore ha osservato: “Non so cosa significhi ‘abbassare l’asticella’. Ma so esattamente cosa questo non può significare. La parte dell’Artsakh ha sempre parlato di riconoscere il diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza“. Ricorda che anche i copresidenti del Gruppo OSCE di Minsk hanno avanzato proposte contenenti varie opzioni, comprese quelle intermedie. “Ci sono molte alternative, c’è solo un’eccezione: la presenza di Artsakh come parte dell’Azerbaigian“, ha detto Stepanyan, aggiungendo che non pensa che si possa prendere una decisione inaccettabile per Artsakh.

(19 mag 22) SFOLLATI DI GUERRA – Come risultato della guerra scatenata dall’Azerbaigian contro l’Artsakh, 118 comunità di Artsakh completamente e 2 comunità in parte (215 insediamenti in tutto) sono state occupate dall’Azerbaigian secondo quanto dichiarato oggi dal difensore civico di Artsakh Gegham Stepanyan all’Assemblean nazionale. “Da questi insediamenti, 40mila persone sono state deportate con la forza dall’Artsakh, il che ha portato a violazioni senza precedenti dei diritti umani.

(19 mag 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Il difensore civico dell’Artsakh Gegham Stepanyan intervenendo all’Assemblea nazionale del Nagorno Karabakh (Artsakh) ha dichiarato che l’Azerbaigian conferma la presenza di 38 militari e civili in stato di prigionia. Tuttavia, i difensori civici dell’Artsakh e dell’Armenia, così come le organizzazioni per i diritti umani, hanno prove di altre 80 persone tenute prigioniere, per quanto l’Azerbaigian non confermi questi dati. “Questo dà motivo di affermare che l’Azerbaigian nasconde deliberatamente il numero reale dei prigionieri“, ha osservato il Stepanyan. Dei 38 prigionieri, 35 sono militari, 3 civili che sono stati catturati dopo la dichiarazione del 9 novembre 2020. Diciannove civili sono indicati come dispersi. Tra loro ci sono persone la cui presenza in prigionia è confermata dai fatti, ha detto Gegham Stepanyan. Tutti e 38 sono stati condannati in Azerbaigian con accuse falsificate. A questo proposito, la parte armena ha preparato e distribuito un documento all’ONU.

(19 mag 22) PREANNUNCIATO VERTICE TRILATERALE – Il prossimo 22 maggio in Bruxelles è programmato un nuovo incontro tra il premier armeno Pashinyan e il presidente azero Aliyev alla presenza del Capo della Commissione europea Michel.

(18 mag 22) GIORNATA INTERNAZIONALE MUSEI – In occasione della Giornata Internazionale dei Musei, si è aperta oggi presso il Museo statale di storia e geografia di Artsakh una mostra dal titolo “Materiali archeologici scoperti a seguito degli scavi al Mausoleo di Keren”. Il Consigliere del ministro dell’Istruzione, della scienza, della cultura e dello sport della Repubblica dell’Artsakh, la storica Melanya Balayan, ha notato con rammarico che 12 musei – un enorme patrimonio museale – può essere considerato perduto a causa della guerra di 44 giorni. Considera l’auto-organizzazione e il lavoro coerente l’unica salvezza, che porrà fine alle atrocità commesse dal nemico.

(17 mag 22) FORMATO 3+3 – In un’intervista il vice ministro degli Esteri russo, Andrey Rudenko, ha dichiarato che la piattaforma consultiva regionale “3+3” (Azerbaigian, Armenia, Georgia più Russia, Iran e Turchia) istituita nel dicembre 2021 è un meccanismo necessario e prospettico. “I nostri piani sono di utilizzarlo attivamente per sviluppare la cooperazione tra i paesi del Caucaso meridionale e i loro vicini. La logica di tale cooperazione implica una considerazione collettiva di questioni di interesse comune, che non esacerbano le contraddizioni politiche e contribuiscono alla fiducia reciproca” ha affermato aggiungendo che è in corso la preparazione per il secondo incontro del format che dovrebbe tenersi entro la fine di giugno.

(17 mag 22) ASSEMBLEA NAZIONALE – Il parlamento ha riunito in seduta congiunta le commissioni Estero e Finanza per l’esame del bilancio 2021 concernente il Ministero degli Esteri della Repubblica dell’Artsakh, la Società radiofonica e televisiva pubblica, il quotidiano «Azat Artsakh» e il Dipartimento del Turismo.

(13 mag 22) GRUPPO DI MINSK – Il Segretariato dell’OSCE, in una intervista a Radio Liberty, ritiene necessario intensificare gli sforzi per stabilire una pace stabile nella zona di conflitto del Karabakh ma non ha commentato la sorte dell’appello dell’Armenia inviato circa due mesi fa ai copresidenti del Gruppo OSCE di Minsk per organizzare i negoziati con l’Azerbaigian. Questo passaggio testimonierebbe la fine dell’esperienza del Gruppo di Minsk e dei suoi Paesi co-presidenti. L’Armenia e l’Azerbaigian, in quanto Stati membri dell’OSCE, sono consapevoli che l’organizzazione è pronta a fornire qualsiasi supporto, sia nell’ambito del suo mandato che in altri contesti, ha osservato il Segretariato dell’OSCE.

(13 mag 22) CALCIO IN ARTSAKH – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha ricevuto i membri della Federcalcio dell’Artsakh e un gruppo di calciatori dei club. All’ordine del giorno dell’incontro vi erano i programmi volti allo sviluppo e alla divulgazione del calcio, nonché le questioni relative al miglioramento delle infrastrutture calcistiche nella repubblica. Nel suo intervento, il Capo dello Stato ha evidenziato gli sforzi compiuti dalla Federazione per lo sviluppo del calcio e ha assicurato che, nonostante le difficoltà socio-economiche proprie del dopoguerra, il Governo continuerà a tenere sotto i riflettori i programmi di sviluppo sportivo. Harutyunyan ha chiesto informazioni sui problemi che la Federazione deve affrontare e ha dato istruzioni ai funzionari responsabili per risolverli. All’incontro hanno partecipato il Ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica dell’Artsakh Anahit Hakobyan e il Capo dell’Ufficio del Presidente Karen Shahramanyan.

(12 mag 22) COMMISSIONE CONFINI – La commissioni armena e azerbaigiana sulla delimitazione delle frontiere e la sicurezza delle stesse terrà una riunione a Mosca dal 16 al 17 maggio secondo quanto ha affermato il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan in un incontro con il suo omologo russo Sergey Lavrov.

(12 mag 22) MINISTRI DEGLI ESTERI – I ministri degli Affari esteri di Russia, Azerbaigian e Armenia – Sergey Lavrov, Jeyhun Bayramov e Ararat Mirzoyan – si sono incontrati in una riunione trilaterale a Dushanbe, capitale del Tagikistan, nell’ambito della sessione del Consiglio dei ministri degli Esteri della CSI. I ministri degli Affari esteri di Armenia, Russia e Azerbaigian hanno discusso i preparativi per un accordo sulla normalizzazione delle relazioni tra Yerevan e Baku e hanno confermato il loro impegno a rispettare rigorosamente tutte le disposizioni delle dichiarazioni dei leader di Azerbaigian, Armenia e Russia del 9 novembre 2020, 11 gennaio 2021 e 26 novembre 2021. “Hanno preso atto dei progressi nell’attuazione degli accordi trilaterali in settori chiave, compreso lo sblocco dei collegamenti economici e di trasporto nella regione attraverso il gruppo di lavoro trilaterale copresieduto dai vice primi ministri di Russia, Azerbaigian e Armenia, nonché gli sforzi per avviare la delimitazione e la successiva demarcazione del confine azerbaigiano-armeno con l’assistenza consultiva della Russia su richiesta delle parti” si legge tra l’altro in una nota del ministero di Mosca.

(12 mag 22) SCOMPARSA CITTADINA RUSSA – La polizia di Artsakh e il Servizio statale per le situazioni di emergenza, martedì hanno ricevuto un rapporto sulla scomparsa lunedì di Olga Sanikova, cittadina russa che vive a Stepanakert, nella zona del fiume Karkar. La polizia informa che da due giorni gli agenti e i soccorritori stanno effettuando operazioni di ricerca lungo il suddetto fiume ma queste ricerche non hanno ancora prodotto risultati.

(12 mag 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Il ministero degli Esteri dell’Azerbaigian considera “infondate” le accuse mosse dal primo ministro armeno Nikol Pashinyan durante la sua visita nei Paesi Bassi e “dimostrano che la leadership armena è lungi dall’essere sincera sulla questione della normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi“. In questi termini si è espressa Leyla Abdullayeva, Capo del Servizio Stampa del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian. Il premier armeno aveva dichiarato nel corso di una conferenza che l’Azerbaigian detiene almeno 38 prigionieri armeni nonostante la parte armena abbia accettato di consegnare tutte le mappe dei campi minati e abbia riposto fiducia nel fatto che tale gesto umanitario sarebbe stato seguito da analogo passo della controparte azera così come richiesto anche da istituzioni e organizzazioni internazionali. Pashinyan aveva dichiarato che l’ultima promessa azera in tal senso c’era stata in occasione dell’incontro trilaterale con il presidente della Commissione europea Michel. Per Baku gli armeni attualmente detenuti sono “terroristi sabotatori”.

(11 mag 22) AZERI RESPINGONO PROPOSTE ARMENE – In una dichiarazione il ministro degli Esteri azero, Bayramov, ha respinto la proposta armena di neutralizzare le rispettive enclavi assegnandole al Paese nel quale ora si trovano. Il viceministro degli Esteri azerbaigiano Khalaf Khalafov ha poi affermato che i villaggi in Armenia sono azeri e che “il ritorno dei 7 villaggi di Gazakh (Tavush) e Karki (Ararat) sarà effettuato in conformità con i requisiti del processo di delimitazione” mentre Bayramov ha dichiarato che l’Armenia non avanza alcuna pretesa territoriale verso l’Azerbaigian lasciando intendere che la exclave di Artsvaìshen non sarebbe stata presa in considerazione da Yerevan. Intanto oggi, l’ex ombudsman dell’Armenia, Armen Tatoyan, ha presentato una mappa di epoca sovietica che mostra chiaramente come Tigranashen (Karki) non abbia mai fatto parte dell’Azerbaigian.

(11 mag 22) BABAYAN RISPONDE AGLI AZERI – Secondo il ministro degli Esteri dell’Artsakh David Babayan le forze di pace russe rimarranno nella regione fino a una soluzione globale del conflitto tra l’Artsakh e l’Azerbaigian, e così ha risposto al collega azero Bayramov che ieri aveva dichiarato che i russi erano “temporaneamente” dispiegati nella regione. “Loro [cioè gli azeri] comprendono che le forze di pace russe stanno svolgendo un’importante funzione e missione nella regione. Finché c’è una missione russa di mantenimento della pace, c’è Artsakh. Tuttavia, l’assorbimento di Artsakh è un compito importante per Azerbaigian. Come farlo? Il modo più breve per attuare questo programma è l’assenza di forze di pace russe qui. Dopo di che ci sarà una nuova guerra, spargimento di sangue, genocidio, massacro. A questo proposito, abbiamo sempre lodato il ruolo della Russia missione di mantenimento della pace. Crediamo che questa missione continuerà a fare di tutto per mantenere la stabilità e la pace. Inoltre, la Russia ha anche una responsabilità storica per la pace e la stabilità nella regione“, ha aggiunto Babayan.

(10 mag 22) OSSEZIA DEL SUD – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha inviato un messaggio di congratulazioni al Presidente eletto della Repubblica dell’Ossezia del Sud, lo Stato di Alania Alan Gagloev.

(10 mag 22) I TURCHI A SHUSHI – Secondo quanto dichiarato dall’ambasciatore turco in Azerbaigian Cahit Bagci, sono in corso trattative tra i ministeri degli Esteri di Turchia e Azerbaigian per stabilire una sede consolare turca nella città armena occupata di Shushi.

(10 mag 22) COMMISSIONE CONFINI– Il ministro degli Esteri azero Bayramov ha dichiarato che uno degli accordi scaturiti dall’incontro di Bruxelles tra Pshinyan e Aliyev era il varo entro fine aprile di una commissione per la delimitazione dei confini. Secondo il ministro di Baku sarebbe stato raggiunto un accordo per quanto riguarda la composizione delle ripsettive delegazioni che dovrebbero essere guidate dai vice primi ministri. L’Armenia non ha ancora completato la procedura di organizzazione della delegazione.

(10 mag 22) FORZE DI PACE – Il dispiegamento delle forze di pace russe in Karabakh è condotto sulla base della dichiarazione trilaterale ed ha carattere temporaneo secondo quanto dichiarato alla stampa locale il ministro degli Esteri azero Bayramov. Per l’Azerbaigian i problemi sono legati “all’esistenza ancora di unità militari armene nella regione del Karabakh e alle visite illegali in questi territori” .

(9 mag 22) TRIPLICE VITTORIA – Il presidente della repubblica Arayik Harutyunyan ha visitato questa mattina il memoriale di Stepanakert, ha deposto una corona di fiori e ha deposto fiori sul monumento alle vittime della Grande Guerra Patriottica e alle tombe dei martiri della Guerra di liberazione dell’Artsakh. Il presidente era accompagnato dall’alto rango statale e dalla leadership militare di Artsakh, nonché da rappresentanti del corpo legislativo, guidato dal presidente Artur Tovmasyan dell’Assemblea nazionale. Alle ore undici in tutto l’Artsakh è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime delle guerre patriottiche

(9 mag 22) MESSAGGIO DEL CAPO DELLO STATO – Il presidente di Arayik Harutyunyan ha diffuso un messaggio in occasione del 9 maggio. Il messaggio recita quanto segue, in particolare: “Il 9 maggio ha lasciato il segno nella storia del popolo armeno come simbolo del suo spirito amante della libertà e indomabile, coraggio ed eroismo, amore sconfinato per la Patria, devozione e sacrificio di sé. Durante la Grande Guerra Patriottica, i nostri antenati, insieme ad altri popoli dell’Unione Sovietica, hanno combattuto disinteressatamente contro il fascismo, il più grande male contro l’umanità. Siamo orgogliosi che anche Artsakh abbia contribuito in modo significativo a scolpire la vittoria, un terzo della sua popolazione è andato al fronte, dando numerosi eroi dell’URSS, marescialli, ammiragli e comandanti. Le generazioni future hanno continuato le tradizioni eroiche dei loro antenati, costruendo un esercito regolare da gruppi di volontari 30 anni fa, portando a termine con successo l’operazione militare a Shushi e liberando l’antica città fortezza armena. Tuttavia, oggi Shushi è di nuovo prigioniera, come centinaia dei nostri santuari e insediamenti, che vengono distrutti e vandalizzati dall’Azerbaigian. Il loro obiettivo è eliminare completamente la traccia armena e gli stessi armeni, violando tutte le norme ei principi del diritto internazionale. In questi giorni la sicurezza di Artsakh è assicurata dal contingente di pace russo insieme al nostro esercito di difesa. Siamo profondamente grati ai nostri amici per essere stati dalla gente di Artsakh e per averci supportato in ogni modo. A nome delle autorità della Repubblica dell’Artsakh e a nome mio porgo le mie più sentite congratulazioni per queste preziose e amate festività e porgo i miei omaggi alla memoria di tutti i nostri martiri che hanno dedicato la loro vita alla difesa della Patria, alle loro famiglie e parenti. Per il bene della sacra memoria dei nostri eroici nonni, padri e figli, e per il bene delle generazioni a venire, l’Artsakh deve essere sempre armeno e inespugnabile“.

(7 mag 22) SPARI AZERI A SOTK – L’Azerbaigian ha iniziato a sparare intensamente nella mattinata in direzione della miniera d’oro di Sotk che si trova sul confine tra l’Armenia e la regione di Karvachar ora occupata dagli azeri. Il fuoco è durato per circa due ore secondo quanto riferito da Hakob Avetyan, il capo del villaggio di Geghamasar nella provincia di Gegharkunik in Armenia. Un impiegato armeno della miniera è stato ferito, tutti i suoi colleghi sono stati evacuati per misura precauzionale.

(7 mag 22) FORZE DI PACE RUSSE – Non si parla di ritirare le forze di pace russe dall’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Il segretario Armen Grigoryan del Consiglio di sicurezza dell’Armenia ne ha parlato a Factor TV, rispondendo alla domanda che la dichiarazione trilaterale con il presidente del Consiglio europeo non menzionava le forze di pace, se la soluzione al problema dell’Artsakh implichi anche la rimozione delle forze di pace russe.

(5 mag 22) DETENUTI AZERI – Non ci sono in Armenia persone di origine azerbaigiana – legate al conflitto – che i rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) potrebbero visitare secondo quanto riferito ai giornalisti a Baku da Ilaha Huseynova, capo del dipartimento di pubbliche relazioni dell’ufficio di Baku del CICR. Huseynova ha osservato che al momento le due parti non hanno detenuti dal tempo della prima guerra del Karabakh, all’inizio degli anni ’90 e che però ci sono persone di origine armena detenute in Azerbaigian.

(5 mag 22) QUESTIONE KARABAKH – Un accordo di pace con l’Azerbaigian significa anche una soluzione alla questione del Nagorno-Karabakh (Artsakh) secondo il segretario Armen Grigoryan del Consiglio di sicurezza dell’Armenia durante la conferenza stampadi oggi. Secondo lui, l’Armenia vede questa decisione nel garantire la sicurezza ei diritti degli armeni dell’Artsakh. “Sulla base di ciò, è necessario accettare lo status di Karabakh. E sulla base di ciò, devono esserci garanzie di sicurezza. Non sappiamo quali garanzie istituzionali ci saranno. Se prendiamo una decisione e vediamo che la sicurezza e i diritti degli armeni [di Artsakh] sono assicurati, saremo d’accordo“, ha detto Grigoryan aggiungendo che in risposta ai cinque punti dell’Azerbaigian, sono state ricevute le proposte dell’Armenia, composte da sei punti. “Questi due pacchetti dovrebbero essere combinati e dovrebbero iniziare le discussioni. C’è comprensione su questo argomento, sia dall’Azerbaigian che da altri partner internazionali. L’Armenia ha notato che per avere un accordo di pace globale, anche la questione del Karabakh deve essere risolta. Non ho visto Baku rifiutare pubblicamente le nostre proposte“, ha sottolineato il funzionario armeno.

(5 mag 22) SCAMBIO DI ENCLAVI – Il segretario Armen Grigoryan del Consiglio di sicurezza dell’Armenia durante la odierna conferenza stampa al governo ha dichiarato che una possibile soluzione riguardante i territori delle enclavi potrebbe essere lo scambio delle stesse. La possibile opzione per la soluzione della questione delle enclavi è che le enclavi dell’Armenia rimangano in Azerbaigian e le enclavi azerbaigiane, che si trovano nel territorio dell’Armenia, rimangano in Armenia. “Ci sono enclavi su entrambi i lati. C’è un’enclave [armeno] nel territorio dell’Azerbaigian [cioè, Artsvashen] e ci sono enclavi [dell’Azerbaigian] nel territorio dell’Armenia. La superficie di quei territori è praticamente la stessa“, ha affermato Grigoryan. Nel corso della medesima conferenza ha altresì commentato le parole di Aliyev (secondo il quale il “corridoio di Zangezur è una realtà”) affermando che “Nulla è cambiato a Syunik [Provincia] o nel territorio dell’Armenia, in generale. E se il presidente dell’Azerbaigian [Ilham] Aliyev, parlando del “corridoio di Zangezur”, significa questo, allora possiamo dire che una tale realtà è accettabile per noi“.

(5 mag 22) HARUTYUNYAN A MARTUNI – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha incontrato a Martuni i funzionari dell’amministrazione della regione e i leader della comunità. Il Capo dello Stato ha riflettuto sui programmi socioeconomici nell’Artsakh, osservando che il lavoro volto a eliminare le conseguenze della guerra del 2020 dovrebbe essere continuato a un ritmo accelerato, interessando, oltre ai programmi di difesa, anche quelli nel settore dell’edilizia abitativa e dell’agricoltura. Toccando la difficile situazione geopolitica e di sicurezza, Harutyunyan ha osservato che, sulla base della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, l’Artsakh continua a mantenere la sua visione per il futuro e sulla base della direzione dell’indipendenza e della costruzione dello Stato adottata tre decenni fa.

L’attuale Presidente della Commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, è da qualche tempo in rotta con il suo partito dal quale ieri, apprendiamo dai media, è stato cacciato a seguito di un suo twitt provocatorio sul 25 aprile con tanto di Z maiuscola nel testo (liberaZione) che ha suscitato un prevedibile vespaio di polemiche.

Chi segue questa pagina sa bene che ci siamo sempre astenuti da qualsiasi commento di politica interna nazionale: chi sta al fianco degli armeni e dell’Artsakh è nostro amico a prescindere dalla propria parte politica di appartenenza, chi sta con gli azeri non ci piace, sempre a prescindere dalle sue scelte politiche.

Nella Commissione Esteri, l’ambasciata azera in Italia ha coltivato un gruppetto di amici che da tempo si distinguono per prese di posizione a favore di Baku; senatori per nulla imbarazzati a sostenere un regime come quello di Aliyev. Sulla ragione di tale posizione ognuno può darsi le spiegazioni che più ritiene valide.

Di Petrocelli avemmo modo di occuparci in passato chiedendo anche le sue dimissioni in quanto, sul tema del contenzioso armeno-azero, non aveva dimostrato quella imparzialità necessaria a un Presidente di Commissione della Repubblica italiana per esercitare correttamente il proprio mandato.
Gli ultimi avvenimenti e le nuove richieste di dimissioni scaturite dalla sua esternazione su Twitter ci hanno dato spunto per andare a riprendere un po’ di twitt che il nostro ha scritto negli ultimi mesi; tutti, è bene specificarlo, sempre graditi sia all’ambasciata azera che al suo titolare Ahmadzada con il quale il rapporto è cordiale da diversi anni.
Citiamo, a titolo di esempio, il sito di una associazione lucana “Cova contro” che già nel 2016 non aveva avuto scrupolo nel rivolgere pubbliche domande al senatore materano (https://covacontro.org/le-nostre-30-domande-pubbliche-al-senatore-petrocelli-dallazerbaijan-a-tecnoparco-passando-per-il-tap-ed-i-somma/) denunciando i suoi sospetti rapporti con il regime dell’Azerbaigian.

Ad aprile 2020 Petrocelli ritwitta l’ambasciata dell’Azerbaigian che pubblica l’immagine del Centro Aliyev con la bandiera tricolore italiana in segno di solidarietà con il nostro Paese in piena pandemia; analoghe immagini arrivavano peraltro anche dall’Armenia ma senza beneficio di ritwitt senatoriale.

Il 13 luglio, Petrocelli rilascia una dichiarazione relativa agli scontri tra Armenia e Azerbaigian all’altezza della regione di Tavuz (nord est dell’Armenia) e naturalmente prende posizione a favore di Baku per nulla preoccupato del fatto che il suo ruolo istituzionale imponga neutralità nei giudizi, oltre tutto non avendo alcuna contezza di quanto stesse accadendo sul campo.

Durante la guerra, il Presidente della Commissione si produce in un paio di twitt equilibrati con i quali informa dei lavori della Commissione, poi ad aprile non ce la fa più a trattenersi e twitta (13.04.21) un entusiastico “Ora e sempre” con le bandierine di Italia e Azerbaigian. Due giorni dopo è a Ganja assieme al sindaco di Matera come racconta sempre su Twitter l’ambasciata azera e da lì il nostro si produce in riflessioni a senso unico.

Due mesi dopo, il collega e sodale pro-azeri Gianluca Ferrara denuncia le mine anticarro che si trovano nei territori di guerra e Petrocelli non può non commentare l’auspicio che gli armeni consegnino le mappe dei campi minati (4.06.21).

Ad agosto (20) il senatore sottolinea l’importanza del “sostegno italiano all’integrità territoriale dell’Azerbaigian e la partecipazione ai progetti di ricostruzione del Karabakh”. Pochi giorni dopo (29) altro twitt sulla bellezza di Ganja, il 3 settembre commenta la visita nella sua Matera dell’ambasciatore azero.

Il 21 ottobre partecipa ovviamente all’evento dedicato al trentennale dell’indipendenza dell’Azerbaigian con tanto di conferenza stampa al Senato; è felice il 7 novembre di twittare gli auguri a tutto il popolo dell’Azerbaigian “nel primo anniversario della ritrovata integrità territoriale”.
Poi altri scambi di affettuosità nei mesi a seguire con l’ambasciata azera.

Ora, intendiamoci: come abbiamo avuto già altre volte modo di scrivere, in Italia – a differenza della sua cara dittatura dell’Azerbaigian – ognuno è libero di pensarla come vuole.
Se Petrocelli, per ragioni sue personali, ama l’Azerbaigian di Aliyev è libero di farlo e non saremo certo noi a censurarlo; così anche se dovesse ottenere dal regime azero o dalla sua rappresentanza diplomatica benefici tangibili purchè, sia ben inteso, questa vicinanza non pregiudichi la politica internazionale italiana o non crei nocumento alla stessa o non ostacoli altri processi decisionali. Non sarebbe certo né il primo né l’ultimo politico a essere pagato – sempre che lo sia, ovviamente – da uno Stato estero.

Però, un Presidente di Commissione Esteri del Senato della repubblica italiana non può essere di parte su un determinato tema di politica internazionale; deve dimostrare obiettività ed equilibrio ed essere in grado di comprendere lo scenario internazionale.

Ecco perché deve dimettersi subito.

Libero così di poter simpatizzare con chi vuole, libero di viaggiare ogni volta che vuole in Azerbaigian (basta che non paghi il popolo italiano), libero di ogni incombenza che il mandato istituzionale a lui affidato impone.

Per noi sarebbe una vera e propria liberAZione

Il Ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) ha rilasciato, il 2 aprile,  la seguente dichiarazione:

Il 24 marzo 2022, a seguito dell’aggressione azerbaigiana, l’area intorno al villaggio di Parukh nella regione di Askeran della Repubblica dell’Artsakh, l’ex insediamento di Karaglukh e l’omonima altura, sono stati occupati dal nemico e le Forze armate azere hanno immediatamente dato seguito al noto copione della distruzione del patrimonio storico e culturale armeno nel territorio occupato.

Oltre alla sua importanza strategica, la zona è importante anche per il suo ambiente storico-culturale e storico-naturale unico. Secondo l’elenco statale dei monumenti immobili di cultura e storia, nei suddetti territori sono ufficialmente censiti circa 20 monumenti, di cui 2 chiese (una di queste è la chiesa della “Santa Madre di Dio” del XIII secolo, foto allegata), la famosa fortezza di Shikakar-Karaglukh, monumenti culturali di valore archeologico, cimiteri, khachkar [(croci di pietra)], lapidi. Qui si trova anche la grotta di Shikakar, dove nel 2011 è stata condotta una ricerca dalla spedizione archeologica internazionale di Azokh.

Va però sottolineato che l’area non è stata ancora sufficientemente studiata, come confermano anche le ricerche condotte nell’area nel dicembre 2021, a seguito delle quali sono stati scoperti altri trenta monumenti.

Attesa l’amara esperienza della politica dell’odio anti-armeno dell’Azerbaigian, allorchè quel Paese organizza e incoraggia al più alto livello il vandalismo culturale nei territori occupati dell’Artsakh, possiamo dichiarare con sicurezza che anche il patrimonio storico e culturale di Parukh e Karaglukh sotto l’occupazione dell’Azerbaigian è in pericolo.

Le nostre preoccupazioni diventano più sostanziali dopo aver visto il video pubblicato dall’agenzia di stampa azerbaigiana AZTV il 30 marzo 2022, che mostra i resti umani riesumati dagli azeri. La macchina della propaganda azerbaigiana, ricorrendo a un metodo ingannevole e insidioso, presenta questo fatto come una sepoltura di massa di azeri nel villaggio di Ivanyan (in azerbaigiano Khojaly), a seguito delle ostilità del 1992. Tuttavia, la realtà è completamente diversa. In particolare:

1. Sebbene la parte azerbaigiana ricorra da tempo alla falsificazione, accusando la parte armena del massacro degli azeri nel villaggio di Ivanyan, ci sono prove inconfutabili che le forze armate dell’Artsakh abbiano fornito un corridoio umanitario alla popolazione civile prima e durante le ostilità, e questo massacro è avvenuto dai militanti dell’opposizione azerbaigiana nella periferia di Akna (l’azerbaigiana Aghdam) che è sotto il loro controllo. Intendevano usare il massacro in Azerbaigian come base per il colpo di stato, riconosciuto anche dall’allora presidente Ayaz Mutalibov.

2. Sulla base dell’analisi di sufficienti dati fattuali, geografici e culturali di cui disponiamo, diventa chiaro che il filmato sopra menzionato è stato girato nel cimitero armeno di Parukh chiamato “Kalen Khut“, che risale al IX-XII secolo (mappa allegata). Pertanto, le ossa presentate sono i resti celesti di un vecchio cimitero armeno.

A) Esperti che hanno familiarità con l’area e gli abitanti di Parukh affermano che il video è stato girato nel cimitero “Kalen Khut“.

B) Basta uno sguardo di culturologi e archeologi per stabilire che i crani umani presentati nel video hanno una struttura brachicefalica (a testa tonda) di tipo antropologico armenoide tipica degli armeni, mentre la popolazione dell’Azerbaigian ha struttura dolicocefalica (a testa lunga) di cranio di tipo antropologico del Caspio (foto allegate).

C) Tutte le ossa presentate hanno una superficie liscia, il che in senso archeologico significa che non hanno 30 anni, ma secoli, mentre gli antenati nomadi della popolazione azerbaigiana hanno invaso queste parti dell’Artsakh solo nei secoli 18-19.

3. Inoltre, la macchina di propaganda azerbaigiana utilizza un argomento così infondato e falso che si può anche sostenere che il villaggio di Ivanyan (azero Khojaly) si trova ad almeno 17 chilometri da Parukh (mappa allegata). È chiaro che le ostilità a Ivanyan non potevano avere nulla a che fare con Parukh.

I fatti sopra citati sono così eloquenti che dobbiamo registrare ancora una volta non solo un altro episodio di distruzione del patrimonio culturale armeno da parte azerbaigiana, ma anche la falsificazione anti-armena e il tentativo di ingannare il proprio popolo e la comunità internazionale.

Pertanto, tenendo conto dei crimini sistematici e deliberati commessi dall’Azerbaigian nei decenni precedenti contro il ricco patrimonio culturale armeno e cristiano, che hanno acquisito nuovo slancio dalle ostilità del 2020 e sono stati registrati da molte organizzazioni internazionali, inclusa la risoluzione adottata dal Parlamento europeo il 9 marzo 2022, chiamiamo l’interna comunità nazionale, le organizzazioni per i diritti umani e le organizzazioni per la protezione del patrimonio culturale a non mostrare indifferenza e ad adottare misure contro l’etnocidio culturale commesso dall’Azerbaigian.
Ci rammarichiamo che fino ad oggi l’UNESCO, nonostante i suoi impegni e la sua missione, non abbia inviato una missione conoscitiva nei territori occupati dell’Artsakh e non eserciti sforzi significativi per prevenire la commissione di nuovi crimini da parte dell’Azerbaigian.

[traduzione e grassetto redazionale]

mappa della zona
Chiesa della Santa madre di Dio a Karaglukh
Scletri riesumati dagli azeri e attribuiti a loro connazionali di Ivanjan
Ossa di armeni (9-12° secolo) vandalizzate dagli azeri

Il ministero degli Esteri dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) ha rilasciato una dichiarazione in occasione del sesto anniversario dell’aggressione militare lanciata dall’Azerbaigian in aprile. La dichiarazione recita quanto segue:

Sei anni fa, la notte del 2 aprile 2016, le forze armate azere, violando l’Accordo del 12 maggio 1994 sulla cessazione totale del fuoco e delle ostilità e l’Accordo del 6 febbraio 1995 sul rafforzamento del cessate il fuoco, lanciarono una perfida aggressione contro la Repubblica di Artakh.

Per quattro giorni, le forze armate azere hanno tentato assalti lungo l’intera lunghezza della linea di contatto, impiegando armi pesanti, artiglieria e aerei. Tuttavia, dopo aver subito pesanti perdite di manodopera e attrezzature e non aver raggiunto i suoi obiettivi, la parte azerbaigiana, attraverso la mediazione della Federazione Russa, è stata costretta a cessare le ostilità. Ma il bombardamento degli insediamenti di confine di Artsakh è continuato fino alla fine di aprile.

L’aggressione azerbaigiana è stata accompagnata da numerosi crimini di guerra, tra cui tortura, omicidi premeditati e dileggio dei corpi dei defunti, commessi dalle forze armate azere contro sia il personale militare che la popolazione civile della Repubblica dell’Artsakh.

L’aggressione dell’aprile 2016 è diventata una pietra miliare, tra le altre cose, per testare la reazione della comunità internazionale alla violazione della Carta delle Nazioni Unite e degli obblighi internazionali da parte dell’Azerbaigian. Il fatto che queste azioni illegali non abbiano comportato gravi conseguenze politiche e legali per Baku ha solo rafforzato la fiducia delle autorità azere nella permissività e nella prevalenza della forza sul diritto internazionale.

Sia la guerra dell’aprile 2016 che la successiva aggressione di 44 giorni dell’Azerbaigian nel 2020, nonostante la loro natura locale, sono diventate un vero banco di prova per l’intero sistema delle relazioni internazionali. L’impunità per aver scatenato guerre aggressive ha portato a minare principi fondamentali del diritto internazionale come il non uso della forza, la risoluzione pacifica delle controversie, l’adempimento coscienzioso degli obblighi internazionali, ecc.

Tenuto conto del fatto che le autorità azere rifiutano di negoziare per una soluzione pacifica del conflitto azerbaigiano-Karabakh, continuano a violare i loro obblighi e non interrompono le azioni aggressive, ci aspettiamo che la comunità internazionale adotti misure politiche concrete per garantire la realizzazione da parte del persone di Artsakh dei loro diritti umani e libertà collettivi, senza alcuna restrizione.”

Il filo rosso che unisce l’Ucraina e il Nagorno Karabakh (Eastwest, 1 apr)

ALLARME CAUCASO/ “Ora l’Azerbaijan approfitta dell’Ucraina per attaccare in Nagorno” (Il sussidiario, 1 apr)

Nagorno Karabakh, nuovi negoziati di pace tra Azerbaigian e Armenia (Euronews, 1 apr – video)

L’impero colpisce ancora: obiettivo Azerbaijan (Difesa online, 1 apr)

Una guerra impunita genera nuove guerre (Korazym, 2 apr)

L’Azerbajgian distrugge a Parukh e Karaglukh altro patrimonio culturale armeno dell’Artsakh. Le falsificazioni azeri con degli scheletri armeni (Korazym, 2 apr)

Nagorno-Karabakh, Di Maio: “Sosterremo soluzione pacifica condivisa e sostenibile” (Nova, 3 apr)

Caucaso: un viaggio nella terra senza pace (Report difesa, 5 apr)

Incontro trilaterale a Brussel tra Azerbajgian, Armenia e Unione Europea (Korazym, 7 apr)

Nagorno Karabakh, si torna a parlare di pace (Osservatorio Balcani Caucaso, 12 apr)

Il patrimonio culturale armeno: il senso di una cancellazione (Gariwo, 15 apr)

Cosa sta accadendo? Una riflessione sui recenti sviluppi delle relazioni tra Armenia, Azerbajgian e Artsakh (Korazym, 16 apr)

La guerra ignorata … (Korazym, 20 apr)

Solidarietà a due facce (Paese, 23 apr)

Armenia, un secolo dopo il genocidio il pericolo incombe sull’Artsakh (La bussola, 25 apr)

(29 apr 22) VOCI SU INCONTRO A BRUXELLES – Aliyev ha annunciato che il prossimo incontro dei rappresentanti di Azerbaigian e Armenia è in preparazione per i primi di maggio a Bruxelles, aggiungendo che l’UE è un l’Unione europea è un partner molto importante per l’Azerbaigian, poiché esiste un ampio programma di cooperazione, tra cui commercio, energia, trasporti e questioni umanitarie, tra le due parti. Vahan Hunanyan, portavoce del Ministero degli Affari Esteri dell’Armenia, ha commentato la dichiarazione del presidente azero affermando che “al momento non ci sono informazioni su un tale incontro a Bruxelles“.

(29 apr 22) INCONTRO HARUTYUNYAN E PASHINYAN – Il presidente della repubblica si è incontrato a Yerevan con il Primo ministro dell’Armenia per valutare i programmi attuati in Artsakh e le risposte da dare ai problemi esistenti a cominciare dall’intrusione di unità militari azere nell’area di responsabilità delle forze di pace russe nel Nagorno Karabakh. Nel suo discorso di apertura il premier armeno ha dichiarato che “ancora una volta voglio affermare che il beneficiario numero uno della soluzione del conflitto del Nagorno Karabakh è Artsakh, il popolo di Artsakh. E, di conseguenza, pensare a negoziare, attuare qualcosa di nascosto è semplicemente illogico, è semplicemente impossibile immaginare una cosa del genere. Ecco perché siamo sempre in contatto con lei, signor Presidente. Anche gli altri nostri partner lavorano in parallelo con i partner di Artsakh“. Dal canto suo, Harutyunyan ha affermato che “gli armeni di Artsakh prima di tutto, ovviamente, accolgono e accettano l’agenda della pace, perché potrebbe non esserci nessuno che conosce il prezzo della pace migliore del popolo di Artsakh. Ma, d’altra parte, voglio sottolineare che non vediamo alcuna direzione per deviare dal nostro diritto all’autodeterminazione, che abbiamo iniziato dal primo giorno del movimento“.

(29 apr 22) DICHIARAZIONI DI ALIYEV – Intervendo a un convegno organizzato nella città armena occupata di Shushi, il presidnete dell’Azerbaigian ha affermato che “è più di un anno che dico che l’Armenia deve firmare un accordo di pace con l’Azerbaigian. La parte armena solo recentemente ha concordato. Lo stesso vale per la demarcazione [dei confini]. Ci aspettiamo che [rispettivi] incontri si svolgano molto presto nell’ambito della Commissione“. Ha peraltro ribadito che tale accordo di pace deve rispettare i cinque punti proposti dalla parte azera con l’impegno degli armeni a rinunciare a qualsiasi rivendicazione sia nei confronti dell’Azerbaigian che della Turchia. “L’obiettivo principale dell’Azerbaigian è ripristinare il Karabakh e riportare lì gli ex rifugiati” ha detto Aliyev preannunciando un nuovo incontro del gruppo di lavoro congiunto azerbaigiano-armeno.

(28 apr 22) CHIESA DI HADRUT – Le agenzie di stampa filogovernative azere hanno diffuso rapporti intitolati “La Pasqua celebrata ad Hadrut” e pubblicato nuove foto dalla Chiesa armena del Surb Harutyun (Santa Resurrezione) nella città armena occupata di Hadrut, Artsakh (Nagorno Karabakh).L’esame di queste fotografie mostra chiaramente che la sua croce è stata rimossa dalla chiesa e la sua iscrizione armena sopra il portale è stata cancellata.

(28 apr 22) ALTRA PROVOCAZIONE A SHUSHI – Un altro convegno, dal titolo “Sviluppo del Caucaso meridionale e cooperazione”, è stato organizzato nella città armena occupata di Shushi. I partecipanti sono atterrati all’aeroporto di Fuzuli (Varanda) a bordo di un aereo battezzato Aghdam e poi sono stati portati fino a Shushi.

(27 apr 22) PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – Il presidente Harutyunyan ha avuto oggi un incontro con alti funzionari della commissione investigativa e dell’ufficio del pubblico ministero. In tale occasione, il Capo dello Stato ha dichiarato che “il pieno riconoscimento del diritto all’autodeterminazione degli armeni del Karabakh non è soggetto ad alcuna riserva o concessione. Gli armeni del Karabakh sono l’unico destinatario di questo problema“.

(27 apr 22) UNIVERSITA’ DELL’ARTSAKH – Oggi è stata organizzata presso l’Artsakh State University una conferenza scientifico-pratica su “Priorità del lavoro psicologico nel campo dell’educazione in condizioni moderne”. Il Ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica dell’Artsakh Anahit Hakobyan ha pronunciato un discorso di benvenuto alla conferenza. Dal canto suo, l rettore dell’università Armen Sargsyan ha ricordato che dopo la guerra di 44 giorni, negli istituti di istruzione dell’Artsakh sono sorte nuove sfide e ne è scaturito un grande bisogno di lavoro psicologico tra il personale, gli alunni e gli studenti.

(27 apr 22) AZERI A SHUSHI – Il Milli Majlis (parlamento) dell’Azerbaigian tiene per la prima volta sedute nella città armena di Shushi, Artsakh, occupata dall’Azerbaigian. All’ordine del giorno tre questioni riguardanti il restauro dei monumenti religiosi, terra e proprietà degli sfollati interni e conseguenze legali, regionali e umanitarie internazionali come continuazione della vittoria in Karabakh. Intanto, l’Azerbaigian impone restrizioni sull’uso del nome della città armena occupata di Shushi. Come riporta l’agenzia Turan, secondo la bozza, il nome di Shushi nei nomi di persone giuridiche, compresi i media, premi e riconoscimenti, eventi locali, nazionali o internazionali – concorsi, concerti, festival, mostre, conferenze, seminari, in ambito commerciale e finalità pubblicitarie, nei marchi e nelle indicazioni geografiche è consentito solo previo consenso delle autorità esecutive competenti.

(27 apr 22) NAZIONI UNITE – Un rapporto del Difensore dei diritti umani dell’Artsakh “Sulle violazioni dei diritti del popolo dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian nel febbraio-marzo 2022” è stato diffuso come documento ufficiale presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Ne dà notizia il difensore civico per i diritti umani di Artsakh (Nagorno-Karabakh) Gegham Stepanyan.

(25 apr 22) CONSIGLIO DEI MINISTRI – Si è tenuta oggi una riunione allargata del Gabinetto presieduta dal presidente Arayik Harutyunyan. Il Capo dello Stato ha presentato la situazione politico-militare nella Repubblica, gli ultimi sviluppi intorno all’Artsakh, in particolare, nel contesto dei recenti incontri con la partecipazione del Primo Ministro armeno a Mosca e Bruxelles. Il Presidente ha sottolineato che in questa fase non è in discussione alcun documento sullo status dell’Artsakh e vi è un chiaro accordo con il Primo Ministro armeno che in caso di discussione sul futuro status dell’Artsakh a livello internazionale, la posizione della parte armena deve essere concordata con il parere delle autorità e del popolo della Repubblica dell’Artsakh.

(25 apr 22) MIRZOYAN E BAYRAMOV – Il ministro degli Esteri Ararat Mirzoyan dell’Armenia ha avuto una telefonata con il ministro degli Esteri Jeyhun Bayramov dell’Azerbaigian. I ministri si sono scambiati opinioni a seguito degli accordi raggiunti a livello dei leader di entrambi gli Stati. Le parti hanno concordato la struttura della Commissione sulla delimitazione e la sicurezza delle frontiere ed è stato deciso di convocare una riunione sulla Commissione sulla delimitazione e la sicurezza delle frontiere in un prossimo futuro. Le parti hanno anche discusso le questioni relative all’affrontare le questioni umanitarie, nonché la preparazione dei lavori sui negoziati di pace.

(24 apr 22) SOLDATO ARMENO PRESO DAGLI AZERI – La parte azerbaigiana conferma la cattura del soldato armeno Eduard Martirosov, soldato di leva dell’unità militare N dell’Armenia, che in circostanze sconosciute ieri ha attraversato il confine orientale della regione di Syunik ed è finito nel territorio controllato dagli azeri. Sono in corso trattative per riportarlo in patria, secondo quanto afferma il ministero della Difesa di Yerevan. In un primo tempo Baku aveva lanciato l’ennesima campagna di disinformazione parlando di “un gruppo di sabotaggio delle forze armate armene”.

(23 apr 22) ANNIVERSARIO GENOCIDIO ARMENO – In occasione del 107° anniversario del genocidio del popolo armeno, una imponente fiaccolata si è snodata per le vie della capitale Stepanakert. Alla cerimonia, partita dal cortile della chiesa di St. Hakob a Stepanakert e guidata dal clero che portava una grande croce e la bandiera nazionale dell’Artsakh, hanno preso parte anche il presidente della repubblica Arayik Harutyunyan, così come gli ex presidenti Bako Sahakyan e Arkadi Ghukasyan.

(23 apr 22) CROCE ROSSA INTERNAZIONALE – Il ministro della Difesa, nonché Comandante dell’Esercito di difesa dell’Artsakh, gen. Kamo Vardanyan, ha ricevuto una delegazione della missione in Nagorno Karabakh del Comitato Internazionale della Croce Rossa guidata da Nikolas Fleury. Durante l’incotro sono state discusse una serie di questioni di carattere umanitario.

(22 apr 22) MINISTERO DEGLI ESTERI – Il ministero degli Esteri di Stepanakert condanna l’iniziativa azera di tenere un congresso degli azeri nel mondo nella città armena occupata di Shushi.

(22 apr 22) UNIONE EUROPEA – Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha ricevuto il rappresentante speciale dell’UE per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia, Toivo Klaar. All’incontro era presente anche il capo della delegazione dell’UE in Armenia, l’ambasciatore Andrea Wiktorin. Gli interlocutori hanno scambiato opinioni sull’attuazione degli accordi raggiunti nella riunione del 6 aprile tra il Presidente del Consiglio europeo, il Primo Ministro dell’Armenia e il Presidente dell’Azerbaigian a Bruxelles. Sono state discusse le questioni relative al conflitto del Nagorno-Karabakh (Artsakh), la delimitazione e la demarcazione del confine tra Armenia e Azerbaigian e lo sblocco delle infrastrutture economiche e di trasporto della regione. Le parti hanno sottolineato la necessità di una soluzione globale del conflitto del Nagorno-Karabakh sotto l’egida dei Copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE.

(22 apr 22) PASHINYAN SULL’ARTSAKH – Durante l’odierna riunione del Consiglio dei ministri il premier dell’Armenia ha dichiarato che non rispondono al vero le voci che parlano di un accordo per consegnare l’Artsakh all’Azerbaigian. “Dico responsabilmente che durante questo periodo, in questo momento, non c’è stato e non c’è alcun progetto o bozza sulla risoluzione del Nagorno Karabakh che sia sul tavolo [di negoziazione] o in circolazione” ha detto Pashinyan aggiungendo che “se dovessimo consegnare l’Artsakh dopo la guerra di 44 giorni, non avremmo speso decine di miliardi di dram per garantire il ritorno della popolazione dell’Artsakh alle proprie case.”

(22 apr 22) ALIYEV SENZA FRENI – Nel suo discorso al V Congresso degli azerbaigiani nel mondo (circa 200 delegati) il presidente dell’Azerbaigian esalta la guerra e attacca duramente il Gruppo di Minsk dell’Osce rivendicando la bontà della soluzione bellica. Al tempo stesso Aliyev è sicuro che l’Armenia rinuncerà alle sue “rivendicazioni territoriali” (ovvero il Nagoprno Karabakh…) assicurando che l’Azerbaigian “non ha rivendicazioni territoriali” sull’Armenia, nonostante il fatto che il leader azerbaigiano presenti sempre rivendicazioni territoriali all’Armenia, chiamando Zangezur, Sevan e Yerevan “terre storiche dell’Azerbaigian”. Inoltre, Aliyev ha chiarito che Baku negozierà con Yerevan un “accordo di pace” basato esclusivamente sui cinque punti proposti dall’Azerbaigian.

(22 apr 22) COMMEMORAZIONE GENOCIDIO – Il presidente dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto sulla modifica del decreto “Sulle restrizioni temporanee dei diritti e delle libertà nello stato di diritto marziale”. Secondo il nuovo decreto, la restrizione al diritto alla libertà di riunione non si applica agli eventi che si terranno il 23 e 24 aprile, in occasione della Giornata della memoria del genocidio armeno.

(21 apr 22) ALIYEV A SHUSHI – Il presidente dell’Azerbaigian è già arrivato nella città armena occupata di Shushi dove da domani si svolgerà il quinto congresso degli azerbaigiani nel mondo.

(21 apr 22) NUOVA STRADA PER L’ARTSAKH – I media azeri hanno pubblicato le foto della nuova strada che l’Azerbaigian sta costruendo nel corridoio di Lachin per aggirare Berdzor e Aghavno che rimarebbero così in loro esclusivo possesso. Secondo la descrizione che viene fatta, questo passante sarà lungo 32 km con una larghezza media di sette metri. Al 22° chilometro è anche previsto un ponte di 139 metri quasi ultimato. La realizzazione della nuova strada è stata prevista al paragrafo 6 della dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020 che prevedeva, previo accordo delle Parti, nel successivo triennio un piano per la realizzazione di una nuova via di traffico lungo il corridoio di Lachin , in grado di fornire un collegamento tra il Nagorno Karabakh e l’Armenia, con la successiva ridistribuzione del contingente russo di mantenimento della pace per proteggere questa rotta. L’Azerbaigian tuttavia ha deciso di procedere autonomamente facendo a meno del coordinamento con la parte russa e quella armena.

(20 apr 22) CRITICHE DA EX MINISTRO – Il ritiro speculare delle truppe è stato un grosso errore tattico da parte nostra, ed è stato menzionato per la prima volta il 27 maggio. Ho rassegnato le dimissioni ore dopo. Lo ha detto ai giornalisti l’ex ministro degli Esteri armeno Ara Aivazian in Piazza della Libertà. Rispondendo a una domanda sulla normalizzazione delle relazioni dell’Armenia con la Turchia, Ara Aivazian ha affermato che è necessario un dialogo tra i due Paesi in qualche modo, ma non nel linguaggio delle precondizioni. E alla domanda se è favorevole all’abbandono del potere da parte del premier Nikol Pashinyan, Ara Aivazian ha affermato di aver espresso la sua posizione su questo tema rassegnando le dimissioni dalla carica di ministro degli Esteri.

(19 apr 22) PASHINYAN DA PUTIN – Il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan hanno avviato colloqui a Mosca. L’incontro si è concentrato sull’ulteriore sviluppo della partnership strategica tra Mosca e Yerevan. Inoltre, è stata discussa l’attuazione degli accordi trilaterali del 9 novembre 2020, dell’11 gennaio e del 26 novembre 2021 rispetto al Nagorno Karabakh e comprese le misure per ripristinare i legami economici e di trasporto nella regione. Secondo le aspettative della parte armena, il tema principale all’ordine del giorno dell’incontro Putin-Pashinyan sarà la possibile firma di un accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian.

(19 apr 22) ALIYEV E KLAAR – Il presidente dell’Azerbaigian ha ricevuto il rappresentante speciale dell’Unione europea per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia, Toivo Klaar. nel corso dell’incontro il presidente azero ha puntualizzato la situazione regionale alla luce dell’ultimo incontro di Bruxelles ma si è lamentato con la parte armena per il ritardato avvio dei lavori di costruzione del passante ferroviario che dovrebbe unire il Nakchivan al resto del Paese attraversando l’Armenia meridionale.

(19 apr 22) PASHINYAN E MICHEL – Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan. Michel sui social ha scritto che “Ho parlato con il Primo Ministro Nikol Pashinyan per dare seguito alle nostre recenti discussioni a Bruxelles. Pieno sostegno ai suoi e a tutti gli sforzi per promuovere un Caucaso meridionale pacifico, stabile e sicuro”.

(18 apr 22) SHUSHI OCCUPATA – Nella città armena occupata dall’Azerbaigian è stato annunciato il “5° Congresso mondiale degli azerbaigiani”. Circa 400 rappresentanti della diaspora azerbaigiana provenienti da 65 paesi dovrebbero partecipare all’evento che si manifesta come l’ennesima provocaziopne nei confronti degli armeni. Da dove passeranno i bus con i delegati?

(18 apr 22) GRUPPO DI MINSK – Il co-presidente USA, Andrew Schofer, è in Amrenia dove ha avuto colloqui con le diverse autorità dello Stato, incluso il premier Pashinyan che domani volerà a Mosca per colloqui con il presidente Putin anche sul tema del Karabakh.

(17 apr 22) CELEBRAZIONI DI PASQUA – Il presidente della repubblica, Araik Harutyunyan, unitamente al secondo e il terzo presidente della repubblica Arkady Ghukasyan e Bako Sahakyan ha partecipato al servizio pasquale al monastero di Amaras. Alla solenne liturgia hanno partecipato anche il ministro di Stato del Nagorno-Karabakh Artak Beglaryan e il capo dell’amministrazione distrettuale di Martuni Edik Avanesyan. Il servizio divino è stato condotto dal primate della diocesi di Artsakh della Chiesa apostolica armena, vescovo Vrtanes Abrahamyan.

(17 apr 22) TRAGICO GESTO DI FOLLIA – Tragedia della follia alla vigilia di Pasqua. Ieri sera, intorno alle 22:25, il cittadino Sergo Shakaryan (nato nel 1969), residente a Chartar, Martuni, è entrato illegalmente nel 2° piano del Centro di controllo operativo della polizia stradale, situato in M. Mashtots Street, Stepanakert e ha iniziato a sparare da una pistola AK-74 ai dipendenti. L’ispettore di polizia senior in servizio, J.E., è morto sul posto per ferite da arma da fuoco al torace. Sconosciuti i motivi dell’insano gesto.

(16 apr 22) FORZE DI AUTODIFESA – I recenti eventi hanno spinto la popolazione dell’Artsakh ad adottare misure di autodifesa. Da diverse settimane, uomini dell’Artsakh stanno formando distaccamenti e, a turno, controllano i confini. Secondo alcuni commentatori politici, questa iniziativa nasce dalla sensazione che l’Armenia non stia facendo abbastanza per garantire la sicurezza dell’Artsakh.

(15 apr 22) TENTATIVO DI PENETRAZIONE AZERA – Forze armate azere hanno violato la linea di contatto in una sezione nei pressi di Martakert, vicino all’insediamento di Seysulan. Dopo trattative con il contingente russo di mantenimento della pace, il nemico – che aveva cercato di spostare in avanti le proprie unità in una zona neutrale – è ritornato alla posizione originaria.

(15 apr 22) REGOLE PER LA LEGGE MARZIALE – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha firmato un decreto che stabilisce regole per la pubblicazione o la diffusione di informazioni durante il regime legale di legge marziale dichiarato nel territorio della Repubblica dell’Artsakh. Partendo dalla necessità di garantire la sicurezza dello Stato, qualsiasi informazione militare e non, su qualsiasi canale deve fare riferimento esclusivamente alle informazioni ufficiali fornite o pubblicate da organi statali. E’ vietata la pubblicazione di rapporti e/o discorsi fuorvianti o controversi così come la propaganda contro la capacità di difesa e la sicurezza della Repubblica dell’Artsakh. Le dichiarazioni ufficiali relative ai rapporti sono rese dal Presidente della Repubblica dell’Artsakh, dagli organi statali autorizzati della sfera pertinente della Repubblica dell’Artsakh e da altre persone su istruzione del Presidente della Repubblica dell’Artsakh. I rapporti sono pubblicati dal Segretario stampa del Presidente della Repubblica dell’Artsakh o dal Dipartimento centrale di informazione dell’Ufficio del Presidente della Repubblica dell’Artsakh.

(14 apr 22) ASSEMBLEA NAZIONALE – Nella sessione straordinaria convocata questa sera (19 ora locale), l’Assemblea nazionale dell’Artsakh ha votato all’unanimità un documento che rifiuta per l’Artsakh qualsiasi status diverso dall’autodeterminazione.Qualsiasi processo di annessione forzata dell’Artsakh all’Azerbaigian nel quadro di una “agenda di pace” tra Yerevan e Baku comporterebbe la distruzione della repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh) e violerebbe il diritto inalienabile del suo popolo a vivere nella sua patria storica. L’attuale status politico e giuridico dell’Artsakh si è formato attraverso l’espressione della volontà del popolo con tre referendum e sulla base della Costituzione adottata.I deputati chiedono alle autorità armene di:- abbandonare la loro attuale posizione disastrosa che, con il pretesto della pace, abbassa l’asticella dei negoziati accettando uno status irricevibile per l’Artsakh;- non discostarsi dalla decisione del Consiglio supremo dell’Armenia dell’8 luglio 1992.L’assemblea nazionale si rivolge:-agli armeni del mondo con la richiesta di sostenere in una giusta lotta i loro fratelli e le loro sorelle in Armenia e in Artsakh;- alla leadership della Federazione russa, che sta svolgendo una importantissima missione di mantenimento della pace in Artsakh, affinchè non venga dato a nessuno motivo di speculare sui problemi emergenti come base per mettere in discussione la futura sicurezza del popolod ell’Artsakh;-alla leadership dei Co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce affinchè, indipendentemente dai disaccordi esistenti, vengano adottate misure per preservare l’unico formato per la risoluzione del conflitto del Karabakh attraverso il loro mandato internazionale.

(14 apr 22) ALTO COMANDO DIFESA – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Araik Harutyunyan ha incontrato l’alto Comando dell’esercito di difesa. Durante l’incontro, Harutyunyan ha ascoltato il rapporto del comandante dell’Esercito di difesa Kamo Vardanyan sulla situazione operativo-tattica sulla linea di contatto, quindi è stato dettagliato sui recenti sviluppi della situazione politico-militare nella repubblica. Parlando di questioni di sicurezza, Harutyunyan ha osservato che tutti i programmi di difesa devono essere combinati con le funzioni delle forze di pace russe dispiegate ad Artsakh, aggiungendo che il compito principale rimane quello di garantire una vita pacifica e sovrana per il popolo di Artsakh.

(14 apr 22) EX PRESIDENTI – Il presidente della Repubblica dell’Artsakh Araik Harutyunyan ha incontrato il secondo e il terzo presidente della Repubblica dell’Artsakh Arkadi Ghukasyan e Bako Sahakyan. Sono state discusse le principali sfide interne ed esterne al Paese e le modalità per superarle. Si sono scambiati opinioni sull’impatto della situazione politico-militare regionale sul futuro dell’Artsakh e su possibili ulteriori azioni delle autorità.

(13 apr 22) IL PRESIDENTE A MARTAKERT – Il Capo dello Stato ha visitato Martakert e ha incontrato le autorità locali. Il Presidente ha riaffermato l’impegno delle autorità dell’Artsakh nella lotta per l’indipendenza e la costruzione dello stato della Repubblica dell’Artsakh sulla base del diritto dei popoli all’autodeterminazione e ha sottolineato che, parallelamente alle garanzie e alle attività del contingente di mantenimento della pace russo , il governo continuerà a migliorare i propri meccanismi di sicurezza e l’efficacia del sistema di protezione civile. Il Capo dello Stato ha anche toccato le questioni della sicurezza energetica e alimentare, rilevando che sono già in corso lavori per lo sviluppo dell’energia solare, per garantire l’uso razionale delle piccole centrali idroelettriche, delle foreste e di altre risorse naturali e dei terreni. Per Harutyunyan, secondo il programma delineato, verranno eseguiti i lavori di miglioramento delle strade subregionali e intracomunitarie.

(12 apr 22) SHUSHI OCCUPATA – Le autorità azere hanno convocato una sessione delle commissioni parlamentari nella città armena di Shushi, Artsakh, occupata dall’Azerbaigian.

(12 apr 22) IL PRESIDENTE AD ASKERAN – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha tenuto un incontro ad Askeran con i funzionari responsabili della regione, i leader della comunità e i residenti locali. All’ordine del giorno vi era la situazione militare e politica nell’Artsakh, così come le questioni legate alla sicurezza e socioeconomiche. Il Presidente ha riflettuto sull’imperativo di garantire la sicurezza alimentare e l’occupazione nelle attuali condizioni geopolitiche, sottolineando la necessità di compiere sforzi coerenti per intensificare il lavoro agricolo e per utilizzare efficacemente le terre incolte e tutte le possibili risorse economiche in generale.

(11 apr 22) MINISTRI DEGLI ESTERI – Il ministro degli Esteri dell’Armenia Ararat Mirzoyan ha avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri azerbaigiano Jeyhun Bayramov. Secondo il servizio stampa del ministero degli Esteri armeno, i ministri hanno avuto uno scambio di opinioni sulla demarcazione e la creazione di una commissione per la sicurezza delle frontiere, nonché i preparativi per i colloqui di pace e le questioni umanitarie. Bayramov ha commentando positivamente la sostanza del colloquio telefonico.

(11 apr 22) OMBUDSMAN ARTSAKH – Rappresentanti del difensore civico per i diritti umani dell’Artsakh (Ombudsman) hanno visitato le famiglie sfollate dal villaggio di Khramort nella regione di Askeran e che risiedono temporaneamente nel villaggio di Aygestan. I funzionari hanno osservato le condizioni di vita, il cibo e lo stato psicologico di queste famiglie, tra cui donne, bambini e anziani. Sono stati informati dei programmi pertinenti del governo dell’Artsakh volti a mitigare la loro situazione sociale e psicologica. L’Ufficio del difensore civico ha presentato i problemi registrati alle agenzie statali dell’ Artsakh.

(10 apr 22) 30° ANNIVERSARIO MARAGHA – Il ministero degli Esteri ha rilasciato un comunicato per ricordare il 30° anniversario del massacro di Maragaha. Tra l’altro si legge che “a seguito del massacro, circa 50 persone, tra cui 30 donne, furono torturate e brutalmente uccisi, e dozzine, per lo più donne e bambini, furono presi in ostaggio e il destino di 19 rimane sconosciuto fino ad oggi. L’assalto delle forze armate dell’Azerbaigian a Maragha non è stato causato da necessità militari ed era finalizzato esclusivamente alla presa del territorio e all’annientamento delle persone che vi abitano. Decine di residenti di Maragha sono stati uccisi per il solo motivo che erano armeni. Il massacro di Maragha, pianificato dalle autorità azere e da loro concepito anche come un atto intimidatorio, ha dimostrato i piani genocidi di Baku nei confronti dell’intera popolazione dell’Artsakh. (…) Il massacro di civili a Maragha è parte integrante della politica genocida sistematicamente perseguita dalle autorità azere da oltre 30 anni, a partire dai brutali pogrom di Sumgait fino ai crimini di guerra commessi durante i 44 giorni di aggressione armata del 2020“.

(9 apr 22) CONSIGLIO DEI MINISTRI – Oggi si è tenuta una riunione allargata del governo dell’Artsakh presieduta dal presidente Arayik Harutyunyan. “Siamo a favore di una pace stabile e duratura. Ma non possiamo contrattare per la richiesta del nostro popolo, rinunciando al diritto all’autodeterminazione”, ha affermato il presidente dell’Artsakh, aggiungendo che, date le nuove realtà geopolitiche, una serie di cambiamenti saranno essere inseriti secondo necessità all’ordine del giorno del governo. Secondo il presidente Harutyunyan, le discussioni con le forze politiche dell’Artsakh inizieranno nel prossimo futuro per formare un’agenda politica comune, che si baserà innanzitutto sui rischi previsti dalle sfide alla sicurezza esterna che l’Artsakh deve affrontare. “Non si tratta di formare un governo di coalizione. Ma ci rendiamo tutti conto che abbiamo bisogno di una forte unità interiore. Pertanto, esorto anche tutti i membri del governo, tutti i circoli della nostra società a stare l’uno con l’altro in modo da poter superare con successo i problemi di fronte al nostro stato e al nostro popolo“, ha affermato il presidente dell’Artsakh.

(8 apr 22) GRUPPO DI MINSK – Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato di non sapere come andrà a finire il futuro dei tre copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE. Durante un briefing con il suo omologo armeno Ararat Mirzoyan a Mosca, Lavrov ha affermato che la ragione di questa incertezza sono le posizioni di Stati Uniti e Francia. Secondo lui, la russofobia alimenta questo dato che i loro partner franco-americani stanno cercando di tagliare tutto ciò che è connesso con la Russia. “È un loro diritto, se sono pronti a sacrificare gli interessi del Karabakh e dell’intero Caucaso meridionale, se sono pronti a sacrificare gli interessi della parte armena in questo caso, allora è una loro scelta”, ha affermato. “Siamo impegnati per la risoluzione del conflitto del Karabakh, per l’adempimento di tutti gli accordi raggiunti a livello tripartito tra i leader di Armenia, Azerbaigian e Russia“, ha aggiunto Lavrov.

(8 apr 22) DIFESA AZERBAIGIAN – Il ministro della Difesa dell’Azerbaigian, Zakir Hasanov, ha ispezionato la prontezza al combattimento delle unità militari azere al confine con l’Armenia e l’Artsakh. Il ministro e la leadership del Ministero della Difesa dell’Azerbaigian hanno ispezionato una serie di postazioni militari situate a Kelbajar (Karvachar) e Lachin.

(8 apr 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Il presidente dell’Artsakh Arayik Harutyunyan ha presieduto una seduta del Consiglio di sicurezza con all’ordine del giorno le questioni relative alla situazione politico-militare nella repubblica, i recenti sviluppi in atto nella regione e il loro potenziale impatto sull’Artsakh. All’inizio dei lavori il ministro della Difea ha illustrato la situazione lungo la linea di contatto.

(7 apr 22) CONFINI DI STATO – Nell’odierno Consiglio di gabinetto il Primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, ha illustrato l’esito dell’incontro di Bruxelles. Riguardo al tema del confine tra Armenia e Azerbaigian, Pashinyan ha affermato che la posizione dell’Armenia è che esiste un confine de jure con l’Azerbaigian, quel confine è il confine esistente in epoca sovietica, il lavoro di demarcazione dovrebbe iniziare con questo record ed è necessario cercare di trovare soluzioni adottando misure parallele per garantire sicurezza e stabilità. “Ci sono territori dell’Armenia che sono sotto il controllo dell’Azerbaigian, ci sono territori dell’Azerbaigian che sono sotto il controllo dell’Armenia, e queste questioni devono essere risolte a seguito di negoziati, naturalmente, sulla base de jure comprovata protocolli, fatti di rilevanza giuridica. La Russia e l’Unione europea hanno espresso la loro disponibilità a fornire assistenza per il lavoro di delimitazione e demarcazione, e a questo proposito andremo avanti“, ha aggiunto Pashinyan.

(7 apr 22) PRIGIONIERI DI GUERRA – Nell’odierno Consiglio di gabinetto il Primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, ha illustrato l’esito dell’incontro di Bruxelles. Al riguardo ha anche affermato che un tema di discussione ha riguardato le questioni umanitarie. Il presidente del Consiglio europeo ha sottolineato la necessità di liberare tutti i prigionieri. “Abbiamo anche discusso della possibilità di collaborare per scoprire la sorte di quelle persone che sono considerate scomparse. Vorrei ricordare che dopo le due guerre dell’Artsakh, abbiamo 985 persone di cui non si sa dove si trovino; 208 persone provengono dalla guerra dei 44 giorni [nell’autunno del 2020], 777 persone dalla prima guerra dell’Artsakh [nei primi anni ’90]. Dobbiamo continuare il lavoro volto a scoprire il loro destino“, ha detto il premier armeno.
Ma intanto il comunicato del ministero degli Esteri azerbaigiano ha fatto sparire la frase di Michel legata proprio alla questione dei prigionieri di guerra mentre il contenuto della nota del Presidente del Consiglio europeo è integralmente riportata sul sito web del ministero stesso.

(7 apr 22) DICHIARAZIONE DI MICHEL – Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha rilasciato una dichiarazione a seguito del secondo incontro trilaterale con il primo ministro Nikol Pashinyan dell’Armenia e il presidente Ilham Aliyev dell’Azerbaigian, a Bruxelles. La dichiarazione rileva, in particolare, che Michel “ha ribadito l’impegno dell’UE ad approfondire la sua cooperazione con l’Armenia e l’Azerbaigian per lavorare a stretto contatto per superare le tensioni e promuovere un Caucaso meridionale che sia sicuro, stabile, pacifico e prospero a beneficio di tutte le persone che vivono in la Regione.” La dichiarazione ha aggiunto che “i leader hanno anche discusso del ripristino delle infrastrutture di comunicazione/connettività tra Armenia e Azerbaigian in particolare e nel Caucaso meridionale più in generale“.

(6 apr 22) APPELLO DI 43 DEPUTATI EUROPEI – E’ stato reso noto che su iniziativa dei deputati al Parlamento europeo (eurodeputato) François-Xavier Bellamy e Loucas Fourlas, 43 eurodeputati di tutti i principali gruppi politici hanno indirizzato una lettera al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e all’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri Affari e politica di sicurezza Joseph Borrell, in vista dell’incontro Pashinyan-Aliyev a Bruxelles. I deputati hanno espresso le loro preoccupazioni per la politica dell’Azerbaigian di pulizia etnica contro la popolazione armena nativa del Nagorno-Karabakh/Artsakh. Hanno invitato la leadership dell’Unione Europea a utilizzare tutte le leve disponibili per fare pressione sull’Azerbaigian affinché fermi la sua politica aggressiva nell’Artsakh, ritiri immediatamente le sue forze militari nelle loro posizioni iniziali e fermi qualsiasi azione che potrebbe mettere in pericolo la popolazione indigena armena del Nagorno-Karabakh.
La lettera si riferisce in particolare alle provocazioni scatenate dall’Azerbaigian ad Artsakh nelle ultime settimane, come l’incursione delle forze armate azere nel villaggio armeno di Parukh, alla difficile situazione causata nel villaggio di Khramort, nonché all’azione umanitaria crisi nell’Artsakh a seguito del taglio delle forniture di gas da parte dell’Azerbaigian. I deputati concludono la loro lettera affermando che l’UE non può consentire la pulizia etnica nel suo vicinato.

(6 apr 22) TRILATERALE DI BRUXELLES – L’ncontro tra il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev è iniziato intorno alle 19 (ora di Bruxelles) ed è terminato dopo circa quattro ore e mezza di colloqui. Non è stato rilasciato alcun comunicato stampa dalle delegazioni ma fonti armene riferiscono che è stato raggiunto un accordo per la costituzione entro fine aprile di una commissione speciale incaricata di delimitare i confini tra i due Stati.

(6 apr 22) BABAYAN SU TRILATERALE DI BRUXELLES – Commentando il prossimo incontro tra il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev, il ministro degli Esteri dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) David Babayan ha dichiarato che ogni incontro è apprezzato nel Nagorno Karabakh, poiché Stepanakert ritiene che possano contribuire, in un modo o nell’altro, al mantenimento della stabilità e della pace nella nostra regione. Il ministro dell’Artsakh ha comunque consigliato di attendere i risultati di questo incontro e ha notato che la parte del Karabakh accoglierà favorevolmente il discorso volto a mantenere e rafforzare la stabilità regionale. “Tuttavia, noi del Karabakh percepiamo ogni giorno l’attuale politica dell’Azerbaigian. La vediamo e non notiamo alcun cambiamento, soprattutto in termini di comportamento anti-armeno di Baku“, ha sottolineato David Babayan.

(6 apr 22) INCONTRO PASHINYAN E MICHEL – Il primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, in visita di lavoro a Bruxelles, ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Nel corso dell’incontro, gli interlocutori hanno toccato l’incontro trilaterale del Primo Ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan, del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel e del Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, previsto per le 19 ora locale. Il Primo Ministro armeno ha presentato la situazione nell’Artsakh a seguito delle recenti azioni delle unità azerbaigiane, questioni umanitarie e ha sottolineato la necessità di una risposta mirata da parte della comunità internazionale. Pashinyan e Michel hanno scambiato opinioni sull’attuazione degli accordi raggiunti nella riunione trilaterale tenutasi lo scorso 14 dicembre a Bruxelles. Hanno espresso la speranza che i colloqui trilaterali di oggi saranno efficaci, il che contribuirà alla stabilità e a una soluzione globale della questione. Nikol Pashinyan e Charles Michel hanno discusso anche le questioni dell’agenda bilaterale Armenia-UE, in particolare l’attuazione del piano di investimenti ed economico annunciato dall’UE per l’Armenia per un importo di 2,6 miliardi di euro.

(5 apr 22) USA SOLLECITANO LIBERAZIONE PRIGIONIERI – L’ambasciatore degli Stati Uniti in Armenia Lynne Tracy ha recentemente incontrato i parenti dei membri del servizio armeno che sono stati catturati nel 2020 e nel 2021, alcuni dei quali hanno ricevuto lunghe condanne da tribunali azeri, altri il cui destino è attualmente sconosciuto. Secondo una nota dell’ambasciata degli Stati Uniti in Armenia, “la discussione si è concentrata sulle questioni relative ai diritti umani, incluso il punto otto della dichiarazione trilaterale di cessate il fuoco di Armenia, Azerbaigian e Russia del novembre 2020 sullo scambio di prigionieri di guerra, ostaggi e altre persone detenute e cadaveri, e la Convenzione di Ginevra. Sollecitiamo il rilascio di tutti i prigionieri e maggiori sforzi per ottenere informazioni sul destino dei membri del servizio scomparsi, anche dagli anni ’90, prendendo atto del dolore delle famiglie che non conoscono la sorte o il destino dei loro cari”.

(4 apr 22) UNESCO – L’ambasciatore Christian Ter-Stepanian, delegato permanente dell’Armenia presso l’UNESCO, ha pronunciato un discorso durante l’odierna sessione plenaria del Comitato esecutivo dell’UNESCO, ha informato il ministero degli Affari esteri dell’Armenia. L’ambasciatore ha riflettuto sulle azioni provocatorie portate avanti dall’Azerbaigian in questi giorni, che violano i diritti vitali degli armeni dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), compreso il diritto all’istruzione e ha espresso preoccupazione per i bombardamenti delle infrastrutture civili armene da parte delle forze armate azere il 24 e 25 marzo, nonché per la loro infiltrazione nel villaggio di Parukh nel Nagorno-Karabakh, invitando la comunità internazionale ad adottare misure per prevenire il peggioramento della situazione nel Caucaso meridionale. Ter-Stepanian ha inoltre osservato che da più di un anno l’Azerbaigian sta bloccando lo svolgimento di una missione di esperti dell’UNESCO nel Nagorno-Karabakh per assistere sul posto alla distruzione del patrimonio culturale armeno e ad altri atti di vandalismo e al riguardo ha invitato il Direttore generale dell’UNESCO a continuare i suoi sforzi per inviare una missione di esperti indipendenti nel Nagorno-Karabakh e nelle aree circostanti.

(4 apr 22) ENTRATE FISCALI – Nel periodo gennaio-marzo 2022, le entrate e le tasse fiscali del bilancio statale sono state pari a 1 miliardo 825,3 milioni di dram armeni (circa 3.400.000 euro) con un aumento del 24% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Il 77% di tali entrate deriva da “grandi contributori”.

(1 apr 22) CONSIGLIO DI SICUREZZA – Si è tenuto oggi un Consiglio di sicurezza allargato presieduto dal Capo dello Stato Harutyunyan. Nel suo intervento di apertura, il Presidente ha anzitutto osservato che il frequente svolgimento delle recenti sedute del Consiglio di Sicurezza è condizionato dalla situazione politico-militare nella repubblica, in particolare dagli sviluppi nella parte orientale dell’Artsakh. Toccando le azioni svolte e i piani futuri, il presidente Harutyunyan ha espresso il suo apprezzamento all’esercito di difesa, alle altre strutture di potere e ai volontari, che sono riusciti a svolgere i compiti prefissati in un breve periodo di tempo, sospendendo l’avanzata del nemico. Il presidente dell’Artsakh ha sottolineato che la vigilanza dovrebbe essere mantenuta ad un livello elevato fino a quando non sarà chiaro che l’Azerbaigian non ricorrerà più a tali provocazioni.”Proprio per questo motivo, in futuro faremo passi radicali e decisivi in ​​termini di autodifesa“, ha affermato il presidente Harutyunyan.

(1 apr 22) LA BATTAGLIA DEL GAS – La presidenza della repubblica di Artsakh non prende sul serio la dichiarazione della società azerbaigiana Azerigaz sull’intenzione di ricostruire l’infrastruttura del gas naturale a Stepanakert e quindi non commenta in merito. Il rappresentante ufficiale della compagnia Azerigaz, Teymur Jafarov, aveva dichiarato che avrebbero intenzione di ricostruire l’infrastruttura del gas naturale nella capitale dell’Artsakh, Stepanakert. Aveva aggiunto che “alcuni lavori sono già stati eseguiti” sul gasdotto che porta a Stepanakert. Il 27 marzo, tuttavia, l’Artsakh Information Center aveva rilasciato una dichiarazione in cui osservava che il gas naturale entra nell’Artsakh solo attraverso un gasdotto, che proviene dall’Armenia. “La ricezione e la distribuzione del gas naturale dal suddetto gasdotto ai suoi abbonati è effettuata da Artsakhgaz CJSC. Pertanto, la compagnia petrolifera statale azerbaigiana SOCAR o la sua controllata Azerigaz (…) non possono avere nulla a che fare con il processo di fornitura di gas [naturale] della Repubblica dell’Artsakh“, aveva aggiunto, in particolare, la società Artsakhgaz nella rispettiva dichiarazione.

Il regime dell’Azerbaigian ha organizzato lo scorso 18 marzo un evento nella città armena occupata di Shushi per celebrare il trentesimo anniversario dell’adesione del Paese alle Nazioni Unite, ricorrenza che peraltro ricadeva il 2 marzo.
A tale iniziativa ha partecipato anche una delegazione della sede delle Nazioni Unite a Baku e il vessillo dell’ONU è sventolato a fianco di quello azero.

L’adesione dei funzionari locali delle Nazioni Unite è molto grave; perché Shushi è città martire, divenuta il simbolo della conquista azera al termine di una guerra che l’Azerbaigian ha scatenato in piena pandemia nonostante le raccomandazioni del Segretario generale ad evitare l’inasprimento dei conflitti in epoca di Covid 19. A decine furono i cadaveri dei soldati raccolti nei pressi delle antiche mura dopo la tregua del 9 novembre.

La delegazione ONU che ha partecipato all’evento ha di fatto consacrato la guerra di conquista del dittatore Aliyev, ha dimenticato l’orrore di 44 giorni di battaglie e di bombardamenti, ha dimenticato le migliaia di vittime civili e militari che l’avventura bellica di Aliyev ha provocato.

Proprio mentre assistiamo sgomenti a quanto sta accadendo in Ucraina, ecco che le Nazioni Unite celebrano le conquiste del dittatore. E per arrivare all’evento, la pattuglia di eroici delegati si è fatta portare in aereo fino a Varanda (Fuzuli) con un velivolo che la compagnia aerea aveva ribattezzato con il nome azero di #Stepanakert: come dire che le conquiste di Aliyev non si fermeranno alla rocca di Shushi.

Dove era l’ONU quando i 150.000 armeni dell’#Artsakh (Nagorno Karabakh) imploravano aiuto e assistenza contro le bombe del dittatore azero? Perché il Consiglio di sicurezza dell’ONU non adottò alcuna risoluzione per fermare la guerra di Aliyev e i mercenari tagliagole jihadisti da lui assoldati?

La partecipazione di questi funzionari delle Nazioni Unite (ancorché rappresentanti locali dell’istituzione) rappresenta una delle pagine più vergognose della storia dell’ONU oppure è il frutto di una scelta non ponderata che di fatto ha, ancora una volta, dato ragione al prepotente di turno. Poi non lamentiamoci se nel mondo ci sono le guerre…

Approvato a larghissima maggioranza un testo che focalizza l’attenzione sul patrimonio culturale armeno finito nei territori dell’Artsakh ora occupati dagli azeri e condanna senza ombra di dubbio la politica dell’Azerbaigian. Un testo forte, un chiaro messaggio politico che viene dai parlamentari europei anche all’indirizzo dei governanti europei che chiudono un occhio sui crimini azeri per mero opportunismo energetico.
Ancora una volta ribadiamo che si possono fare affari con tutte le dittature del mondo, comprare gas e petrolio dai peggiori regimi: ma un conto sono gli aspetti economici, un conto è la difesa dei valori e la condanna dei crimini contro l’umanità. Grazie ai parlamentari europei che hanno votato a favore!

[NOTA: grassetto redazionale]

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2022 sulla distruzione del patrimonio culturale nel Nagorno-Karabakh (2022/2582(RSP))

Il Parlamento europeo,

–        viste le sue precedenti risoluzioni sull’Armenia e l’Azerbaigian,
–        vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2006 sul patrimonio culturale in Azerbaigian[1],
–        vista la sua risoluzione del 17 febbraio 2022 sull’attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2021[2],
–        vista la dichiarazione comune rilasciata il 9 dicembre 2021 dalla presidente della delegazione per le relazioni con il Caucaso meridionale, dal relatore permanente del Parlamento europeo sull’Armenia e dal relatore permanente del Parlamento europeo sull’Azerbaigian sulle ordinanze emanate dalla Corte internazionale di giustizia il 7 dicembre 2021 nelle cause tra Armenia e Azerbaigian,
–        viste le relazioni della commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) del Consiglio d’Europa,
–        vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 18 marzo 2020, dal titolo “La politica del partenariato orientale dopo il 2020: rafforzare la resilienza – Un partenariato orientale vantaggioso per tutti” (JOIN(2020)0007),
–        visto il piano economico e di investimenti per i paesi del partenariato orientale,
–        vista la dichiarazione rilasciata dai copresidenti del gruppo di Minsk dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) l’11 novembre 2021, in cui ribadiscono l’importanza di proteggere i siti storici e culturali nella regione,
–        vista le ordinanze emanate il 7 dicembre 2021 dalla Corte internazionale di giustizia,
–        viste le conclusioni del Consiglio, del 21 giugno 2021, sull’approccio dell’UE al patrimonio culturale nei conflitti e nelle crisi,
–        vista la convenzione dell’UNESCO concernente la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale del 16 novembre 1972,
–        vista la dichiarazione dell’UNESCO, del 17 ottobre 2003, sulla distruzione intenzionale del patrimonio culturale,
–        visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 16 dicembre 1966,
–        viste la Convenzione culturale europea, la Convenzione europea riveduta per la protezione del patrimonio archeologico e la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali, di cui l’Armenia e l’Azerbaigian sono parti,
–        visti la Convenzione dell’Aia del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, di cui l’Armenia e l’Azerbaigian sono parti, e il relativo protocollo, applicabile ai territori occupati, nonché il secondo protocollo sulla protezione rafforzata dei beni culturali, che vieta “qualsiasi alterazione o modifica di uso dei beni culturali con lo scopo di celare o distruggere reperti culturali, storici o di valore scientifico”,
–        vista la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 1948,
–        vista la Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale del 21 dicembre 1965,
–        visti l’articolo 144, paragrafo 5, e l’articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.      considerando che la distruzione o la dissacrazione di qualsiasi monumento o bene appartenente al patrimonio culturale, religioso o nazionale viola i principi dell’Unione europea;

B.      considerando che 1 456 monumenti, principalmente armeni, sono passati sotto il controllo dell’Azerbaigian dopo il cessate il fuoco del 9 novembre 2020; che durante la guerra del 2020 l’Azerbaigian ha deliberatamente provocato ingenti danni al patrimonio culturale armeno, in particolare con il bombardamento della Chiesa di Gazanchi, la cattedrale di Cristo San Salvatore/Ghazanchetsots a Shusha/Shushi nonché la distruzione, la riconversione o i danni inflitti ad altre chiese e cimiteri durante e dopo il conflitto, come la chiesa di Zoravor Surb Astvatsatsin nei pressi della città di Mekhakavan e la chiesa di San Yeghishe vicino al villaggio di Mataghis nel Nagorno‑Karabakh; che in occasione della sua visita alla chiesa armena del XII secolo a Tsakuri il presidente Aliyev ha promesso di rimuovere le iscrizioni armene dalla chiesa;

C.      considerando che, come indicato nella dichiarazione dell’UNESCO del 2003 sulla distruzione intenzionale del patrimonio culturale, quest’ultimo costituisce un elemento importante dell’identità culturale delle comunità, dei gruppi e degli individui, nonché della coesione sociale, cosicché la sua distruzione intenzionale può avere conseguenze negative per la dignità umana e i diritti umani;

D.      considerando che la distruzione di siti, manufatti e oggetti del patrimonio culturale contribuisce all’inasprimento delle ostilità, dell’odio reciproco e dei pregiudizi razziali tra le società e al loro interno;

E.      considerando che il rispetto delle minoranze, compresa la tutela del loro patrimonio culturale, è parte integrante della politica europea di vicinato; che la politica europea di vicinato mira a istituire un partenariato con l’Armenia e l’Azerbaigian sulla base di valori comuni;

F.      considerando che il più recente conflitto armato nel Nagorno-Karabakh e nelle zone limitrofe si è concluso a seguito di un accordo su un cessate il fuoco integrale nel Nagorno-Karabakh e dintorni tra Armenia, Azerbaigian e Russia, firmato il 9 novembre 2020 ed entrato in vigore il 10 novembre 2020;

G.      considerando che il Nagorno-Karabakh ospita numerose chiese, moschee, khachkar (cippi funerari) e cimiteri;

H.      considerando che il 7 dicembre 2021 la Corte internazionale di giustizia ha disposto nella sua ordinanza che l’Azerbaigian “adotta tutte le misure necessarie per prevenire e punire atti di vandalismo e dissacrazione a danno del patrimonio culturale armeno, inclusi ma non limitati a chiese e altri luoghi di culto, monumenti, punti di riferimento, cimiteri e manufatti”; che la Corte internazionale di giustizia ha ordinato all’Armenia e all’Azerbaigian di adottare “tutte le misure necessarie per prevenire l’incitamento e la promozione dell’odio razziale”; che essa ha inoltre ordinato all’Azerbaigian di “proteggere dalla violenza e dalle lesioni personali tutte le persone catturate in relazione al conflitto militare del 2020 che rimangono in stato di detenzione”; che nelle sue ordinanze la Corte internazionale di giustizia ha sancito che “entrambe le parti si astengono da qualsiasi azione che possa aggravare o estendere la controversia dinanzi alla Corte o rendere più difficile la risoluzione”;

I.       considerando che l’UNESCO ha ribadito l’obbligo dei paesi di proteggere il patrimonio culturale conformemente ai termini della Convenzione dell’Aia del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato e ha proposto di condurre una missione di esperti indipendenti al fine di redigere un inventario preliminare dei beni culturali significativi come primo passo verso l’effettiva salvaguardia del patrimonio della regione;

J.       considerando che la tutela del patrimonio culturale svolge un ruolo fondamentale nel promuovere una pace duratura, favorendo la tolleranza, il dialogo interculturale e interreligioso e la comprensione reciproca, nonché la democrazia e lo sviluppo sostenibile;

K.      considerando che i beni culturali rivestono grande importanza culturale, artistica, storica e scientifica e devono essere protetti da appropriazioni illecite, deterioramento e distruzione; che le chiese e i monasteri armeni appartengono al più antico patrimonio cristiano del mondo e al patrimonio comune dell’umanità;

L.      considerando che nella causa dinanzi alla Corte internazionale di giustizia sono state formulate gravi accuse circa il coinvolgimento delle autorità azere nella distruzione di cimiteri, chiese e monumenti storici nel Nagorno-Karabakh;

M.     considerando che il prolungato conflitto ha avuto un impatto catastrofico sul patrimonio culturale del Nagorno-Karabakh e della regione; che negli ultimi 30 anni l’Azerbaigian ha causato la distruzione irreversibile del patrimonio religioso e culturale, in particolare nella Repubblica autonoma di Nakhchivan, dove sono state distrutte 89 chiese armene, 20 000 tombe e oltre 5 000 lapidi; che ciò si è verificato anche nelle precedenti zone di conflitto restituite all’Azerbaigian dall’Armenia, in particolare la distruzione e il saccheggio quasi totale di Aghdam e Fuzuli;

N.      considerando che la prima guerra del Nagorno-Karabakh ha portato al deterioramento e alla distruzione del patrimonio culturale azero, compresi i siti culturali e religiosi abbandonati dagli sfollati interni azeri nella regione; che tali siti sono stati distrutti, parzialmente distrutti, trascurati o demoliti per ottenere materiali da costruzione;

O.      considerando che il patrimonio culturale armeno nella regione del Nagorno-Karabakh si sta eliminando non solo mediante il suo deterioramento e la sua distruzione, ma anche attraverso la falsificazione della storia e i tentativi di ricollegare tale patrimonio all'”Albania caucasica”; considerando che il 3 febbraio 2022 il ministro della Cultura dell’Azerbaigian, Anar Karimov, ha annunciato l’istituzione di un gruppo di lavoro incaricato di eliminare “le tracce fittizie lasciate dagli armeni sui santuari religiosi albanesi”;

1.       condanna con forza la persistente politica dell’Azerbaigian di cancellare e negare il patrimonio culturale armeno nella zona del Nagorno-Karabakh e nelle aree limitrofe, in violazione del diritto internazionale e della recente decisione della CIG;

2.       riconosce che la cancellazione del patrimonio culturale armeno si iscrive nel quadro più ampio di una politica sistematica a livello statale promossa dalle autorità azere incentrata sull’armenofobia, il revisionismo storico e l’odio nei confronti degli armeni, che include la disumanizzazione, l’esaltazione della violenza nonché rivendicazioni territoriali nei confronti della Repubblica d’Armenia che minacciano la pace e la sicurezza nel Caucaso meridionale;

3.       sottolinea che il patrimonio culturale si compone di una dimensione universale quale testimonianza della storia indissolubilmente legata all’identità dei popoli, che la comunità internazionale deve proteggere e preservare per le generazioni future; evidenzia l’importanza del ricco patrimonio culturale della regione; esorta tutti gli Stati ad adottare le misure necessarie per garantire la salvaguardia dei siti del patrimonio culturale immateriale presenti nel territorio sotto il loro controllo; deplora il fatto che i conflitti nella regione del Nagorno-Karabakh abbiano portato alla distruzione, alla razzia e al saccheggio del patrimonio culturale comune, alimentando ulteriori diffidenze e animosità;

4.       ricorda che il revisionismo storico e la deturpazione e la distruzione del patrimonio culturale o religioso sono in contrasto con l’ordinanza della CIG del 7 dicembre 2021 e con la risoluzione del Parlamento del 20 maggio 2021[3];

5.       riconosce, al pari dell’Ufficio del procuratore della CIG, che il patrimonio culturale costituisce una testimonianza unica e importante della cultura e delle identità dei popoli, e che il degrado e la distruzione del patrimonio culturale, sia esso materiale o immateriale, rappresenta una perdita per le comunità colpite e per la comunità internazionale nel suo complesso;

6.       valuta positivamente il ruolo centrale svolto dall’UNESCO nella protezione del patrimonio culturale e nella promozione della cultura quale strumento per avvicinare le persone e favorire il dialogo;

7.       accoglie con favore la proposta dell’UNESCO di inviare una missione di esperti indipendenti e ne chiede l’invio senza indugio; sottolinea che l’Azerbaigian deve concedere un accesso senza restrizioni a tutti i siti del patrimonio culturale affinché la missione possa redigere un inventario sul campo e valutare quanto accaduto ai siti;

8.       insiste fermamente sul fatto che l’Azerbaigian debba consentire all’UNESCO di avere accesso ai siti del patrimonio culturale nei territori sotto il suo controllo, al fine di poter procedere con l’inventario e assicurare la loro protezione; esorta l’Azerbaigian a garantire che non venga eseguito alcun intervento sui siti del patrimonio armeno prima di una missione di valutazione dell’UNESCO e che gli esperti armeni e internazionali in materia di patrimonio culturale vengano preventivamente consultati nonché strettamente coinvolti durante tali interventi; chiede la piena ricostruzione di questi e di altri siti distrutti nonché un maggiore coinvolgimento della comunità internazionale, in particolare dell’UNESCO, nella protezione dei siti del patrimonio mondiale situati nella regione;

9.       invita l’UE a partecipare attivamente agli sforzi tesi a proteggere il patrimonio culturale a rischio nel Nagorno-Karabakh, in particolare ricorrendo a meccanismi atti ad agevolare la missione conoscitiva dell’UNESCO; incoraggia tutte le iniziative, comprese quelle private, a contribuire alla conservazione di tale patrimonio; suggerisce di ricorrere al Centro satellitare dell’UE (SatCen) per fornire immagini satellitari che possano contribuire a determinare le condizioni esterne del patrimonio in pericolo nella regione;

10.     evidenzia che la protezione del patrimonio storico e culturale deve essere affrontata nell’ambito del più ampio quadro di risoluzione dei conflitti tra Armenia e Azerbaigian e della definizione definitiva dello status del Nagorno-Karabakh; invita, in tale contesto, l’Azerbaigian ad abbandonare le mire massimaliste, l’approccio militaristico e le rivendicazioni territoriali nei confronti dell’Armenia e a impegnarsi in buona fede nei negoziati sotto l’egida del gruppo di Minsk dell’OSCE sullo status definitivo del Nagorno-Karabakh;

11.     sottolinea che le misure indicate nell’ordinanza della CIG [Corte Internazionale di Giustizia] del 7 dicembre 2021 devono essere adottate senza indugio; evidenzia che qualsiasi nuovo caso di distruzione o alterazione del patrimonio culturale dovrebbe essere affrontato immediatamente dalla comunità internazionale;

12.     invita l’Azerbaigian ad attuare pienamente la decisione provvisoria della CIG, in particolare “astenendosi dal sopprimere la lingua armena, distruggere il patrimonio culturale armeno o eliminare in altro modo la presenza culturale storica dell’Armenia o impedire agli armeni l’accesso a tale presenza culturale e la fruizione della stessa” nonché “ripristinando o restituendo edifici, siti, artefatti o beni del patrimonio culturale e religioso armeno“;

13.     ribadisce il suo invito all’UE a includere una clausola sulla protezione dei siti archeologici e storici nei piani d’azione che orientano il partenariato tra l’UE e l’Armenia e l’Azerbaigian, giacché entrambi i paesi fanno parte della politica europea di vicinato;

14.     sottolinea che il rispetto dei diritti delle minoranze, compreso il patrimonio storico, religioso e culturale, è un presupposto indispensabile per un’efficace attuazione della politica europea di vicinato e per la creazione di condizioni favorevoli alla riabilitazione postbellica, a un’autentica riconciliazione e a relazioni di buon vicinato tra Armenia e Azerbaigian;

15.     invita i governi dell’Azerbaigian e dell’Armenia, con il sostegno della comunità internazionale, a garantire indagini efficaci su tutte le accuse di violazione del diritto internazionale, anche per quanto riguarda la protezione del patrimonio culturale;

16.     chiede che l’UE e gli Stati membri continuino a sostenere il lavoro delle organizzazioni internazionali impegnate nella protezione del patrimonio culturale e religioso;

17.     invita l’UE e gli Stati membri a continuare a sostenere la fornitura di assistenza umanitaria urgente;

18.     chiede che l’UE e gli Stati membri sostengano le organizzazioni della società civile in Armenia e Azerbaigian che contribuiscono realmente alla riconciliazione;

19.     invita l’UE, l’UNESCO, il Consiglio d’Europa e l’OSCE a incoraggiare e sostenere congiuntamente gli sforzi tesi a salvaguardare il patrimonio culturale e religioso;

20.     chiede che la Commissione si avvalga di tutti gli strumenti disponibili per prevenire atti di vandalismo, distruzione o alterazione del patrimonio culturale nel Nagorno-Karabakh;

21.     evidenzia che gli sforzi della comunità internazionale nella salvaguardia del patrimonio culturale sono essenziali per gettare le basi per una pace duratura nella regione;

22.     incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, al governo e al Presidente dell’Armenia, al governo e al Presidente dell’Azerbaigian, alla Segretaria generale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, alla Segretaria generale del Consiglio d’Europa, alla direttrice generale dell’UNESCO e al Segretario generale delle Nazioni Unite.


[1]        GU C 290 E del 29.11.2006, pag. 421.

[2]        Testi approvati, P9_TA(2022)0039.

[3]        Risoluzione del Parlamento europeo del 20 maggio 2021 sui prigionieri di guerra all’indomani del più recente conflitto tra Armenia e Azerbaigian (GU C 15 del 12.1.2022, pag. 156).